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Fukushima: tutto il non detto, troppo non detto.

Pubblicato il 07 ottobre 2023 by redazione

L’11 marzo 2011 il Giappone viene colpito da un terremoto di magnitudo 9.0 Richter con epicentro in mare, a circa 70 km a est della penisola Oshika di Tohoku e ipocentro ad una profondità di circa 32 km. È stato il terremoto più potente che abbia mai colpito il Giappone da quando si misurano le intensità dal 1900. Il terremoto ha scatenato uno tsunami altrettanto potente che ha raggiunto altezze d’onda fino a 40 metri, a Miyako, e nell’area di Sendai è penetrato per circa 10 km nell’entroterra. L’azione del terremoto ha bloccato le centrali nucleari giapponesi. A Fukushima però i motori di una pompa hanno finito il petrolio di alimentazione e la manutenzione non aveva provveduto nel passato a mantenere taniche di petrolio di riserva, quindi il motore fermo senza petrolio non ha permesso più di pompare acqua di mare e il nocciolo, facendo evaporare l’acqua come fa continuamente, è rimasto scoperto per due ore. Questo tempo è stato sufficiente per surriscaldarlo, facendogli superare 2000 gradi di temperatura con la fusione chimica del metallo di uranio.

 

 

 

 

 

Quando avviene una fusione parziale come questa la geometria del nocciolo giunge a deformarsi, di conseguenza le barre di controllo capaci di fermare la reazione a catena non possono più scorrere nelle scanalature, questo nei vecchi modelli, in questo sono le barre di uranio a scorrere nel materiale di controllo, comunque le barre non possono più scorrere e gli ingegneri nucleari non hanno più il controllo della reazione a catena sull’uranio, non possono quindi più impedire l’aumento della temperatura e questa sale inesorabilmente. Il pompaggio di acqua di mare serve a raffreddare il calore solo momentaneamente, perché l’acqua liquida a contatto con esso si trasforma in vapore, sottraendo calore al nocciolo e abbassandone la temperatura. Tuttavia il vapore che man mano si accumula impedisce al nuovo vapore di prodursi con l’immissione di nuova acqua. Nasce quindi l’esigenza impellente di rilasciare nell’ atmosfera, in modo controllato, il vapore d’acqua, acqua già irradiata dal contatto con il nocciolo radioattivo, quindi radioattiva essa stessa.

Il governo giapponese dichiara a questo punto che i livelli di radioattività all’interno della centrale hanno superato di 1000 volte i livelli normali, mentre i livelli all’esterno dell’impianto sono 8 volte superiori alla norma. I reattori problematici coinvolti in tutto il complesso sono sei.

Attualmente la temperatura del nocciolo del reattore 2 è sotto controllo e tenuta a circa 100 gradi. Fisicamente il nocciolo di materiale radioattivo sta continuando la sua fissione, tuttavia le nuove autorità giapponesi la scorsa settimana hanno riferito inizialmente che le loro misure non hanno rilevato tracce di attività di fissione, poi hanno dovuto ammettere che le misure non sono state eseguite in condizioni opportune e che è difficile rilevare l’attività di fissione.

Il 12 marzo vengono sfollate dai dintorni della centrale circa 140.000 persone, a cui viene distribuito iodio per fronteggiare la contaminazione.

Da un articolo apparso su Nature l’8 settembre 2011 si apprende che Tatsuhiko Kodama durante la sua testimonianza del 27 luglio al Parlamento Giapponese ha detto che il Centro Radioisotopi dell’Università di Tokio, che è sotto la sua guida, ha rilevato elevati livelli di radiazione nei giorni successvi alla fusione chimica dei tre reattori alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Rivelando con rabbia fatti non noti dice “Non esiste alcun rapporto esauriente prodotto dalla Tokyo Electric Power Company o dal governo che riporti esattamente quanto materiale radioattivo sia stato rilasciato da Fukushima!” Potete trovare la deposizione appassionata di Kodama su YouTube al link http://www.youtube.com/watch?v=Dlf4gOvzxYc

Quasi sei mesi dopo il terremoto, altri ricercatori dicono che sono ancora introvabili dati fondamentali per la comprensione di ciò che ha causato la crisi alla centrale nucleare. Inoltre vengono ostacolati nell’alimentazione di fondi per la ricerca delle cause e che la burocrazia statale impedisce gli sforzi necessari a raccogliere più informazione.

Altri ricercatori mettono l’opinione pubblica sull’avviso che senza un miglior coordinamento gli sforzi per la decontaminazione saranno ritardati e si potrebbe perdere per sempre il vantaggio di poter misurare gli effetti causati dal peggiore incidente nucleare da decenni.

Per quanto la Tepco e il governo Giapponese abbiano sfornato vagonate di pagine con misurazioni sulle radiazioni, solo dopo agosto comincia ad emergere una rappresentazione a tutto tondo del fallout radioattivo causato da Fukushima. Il Ministero della Scienza ha rilasciato una mappa che mostra la contaminazione attorno alla centrale nucleare per un raggio di 100 km. L’indagine effettuata su 2.200 postazioni mostra una striscia di circa 35 km di lunghezza a NordOvest della centrale nucleare in cui i livelli della contaminazione dovuta al cesio 137 supera i 1000 kiloBecquerel per metro quadrato. Nel disastro nucleare di Chernobyl aree con più di 1480 kiloBecquerel per metro quadrato vennero evacuate permanentemente.

di Orleo Marinaro

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Terremoto in Pianura Padana-Emiliana – ML 5.9

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Terremoto in Pianura Padana-Emiliana – ML 5.9

Pubblicato il 21 maggio 2012 by redazione

20 Maggio 2012 ore 04:02

Un terremoto di magnitudo (Ml) 5.9 è avvenuto alle ore 04:02 italiane del giorno 20 maggio 2012. Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico: Pianura_padana_emiliana. I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione.

Coordinate epicentro 44.89°N, 11.23°E

Profondità 6.3 km

 

Elenco dei comuni più prossimi all’epicentro del terremoto

entro i 10Km – FINALE EMILIA (MO)

tra 10 e 20km – BORGOFRANCO SUL PO (MN), CARBONARA DI PO (MN), FELONICA (MN), MAGNACAVALLO (MN), PIEVE DI CORIANO (MN), POGGIO RUSCO (MN), REVERE (MN), SAN GIOVANNI DEL DOSSO (MN), SCHIVENOGLIA (MN), SERMIDE (MN), VILLA POMA (MN), BERGANTINO (RO), CALTO (RO), CASTELMASSA (RO), CASTELNOVO BARIANO (RO), CENESELLI (RO), MELARA (RO), CAMPOSANTO (MO), MEDOLLA (MO), MIRANDOLA (MO), SAN FELICE SUL PANARO (MO), CREVALCORE (BO), PIEVE DI CENTO (BO), BONDENO (FE), CENTO (FE), SANT’AGOSTINO (FE)

Sismicità storica – Nella zona del terremoto, le informazioni storiche contenute nei cataloghi sismici non riportano eventi significativi in un raggio di 30-40 km dall’epicentro odierno. A maggiore distanza, lungo il settore settentrionale dell’Appennino, sono avvenuti alcuni eventi storici di magnitudo inferiore a 6.0.

Sismicità recente dell’area interessata dal terremoto delle 4:02 – Nel corso degli ultimi tre mesi l’area non è stata interessata da sismicità rilevante. Negli ultimi anni la sismicità (catalogo Iside 2005-2012) è stata scarsa e sporadica lungo la fascia in compressione al bordo della Pianura Padana. Nelle ore precedenti la scossa di Ml 5.9, era avvenuto un evento di Ml 4.1 all’incirca nella stessa area, alle 1:13 (ora italiana).

Pericolosità sismica dell’area in oggetto – L’applicazione di tutte le conoscenze scientifiche al momento disponibili indicano che nell’area in oggetto la pericolosità è relativamente bassa. Il terremoto delle 4:02 è avvenuto circa venti chilometri a nord della zona a pericolosità sismica media dell’Appennino settentrionale.

Meccanismo focale della scossa principale- Il calcolo del momento tensore ha rivelato il tipo di movimento avvenuto durante la scossa di Ml5.9. Si tratta di un meccanismo compressivo con direzione di massima compressione nord-sud e piani di faglia orientati est-ovest. La magnitudo momento calcolata risulta di Mw = 5.9.

Considerazioni Conclusive – Il terremoto è avvenuto in una zona a bassa pericolosità sismica, al confine settentrionale della zona in compressione della catena Appenninica, sede in passato di alcuni terremoti storici di magnitudo inferiore o pari a 6. Nei cataloghi sismici non sono riportati terremoti storici significativi nel raggio di circa 30 km dall’epicentro. La sismicità strumentale della zona è di basso livello. Nelle prime ore il numero di repliche non è molto alto. La replica più forte al momento (ore 7:30 italiane) è avvenuta alle 5:02 con Ml 4.9. Il tipo di movimento ricavato dal meccanismo focale del terremoto è coerente con le conoscenze sulla sismotettonica della regione.

Aggiornamento – 21/5 ore 8

epicentro

La sequenza sismica di Modena-Ferrara in queste ultime ore ha continuato a manifestarsi con molte decine di repliche. In totale, al momento (le 8 del 21/5) ne sono state localizzate oltre 170. Dall’inizio della sequenza, gli eventi di magnitudo superiore a 5 sono stati 2; quelli con magnitudo tra 4 e 5 sono stati in totale 8; 37 di magnitudo compresa tra 3 e 4. L’ultimo evento di magnitudo superiore a 3 è avvenuto alle 4:35 (ora italiana).

Nelle ultime ore abbiamo osservato molte repliche di bassa magnitudo, anche a causa del miglioramento della rete sismica ottenuto con alcuni sismometri installati ieri in area epicentrale, che hanno contribuito ad abbassare la soglia di localizzazione.

dal comunicato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

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