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Gli anni bui di San Vittore

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Gli anni bui di San Vittore

Pubblicato il 29 gennaio 2013 by redazione

IL FILO DIMENTICATODal 3 al 10 Febbraio 2013, prosegue la Mostra “Il Filo Dimenticato, 1943-1945: gli anni bui di San Vittore”, presso lo spazio Energolab, Via Plinio 38 a Milano.

Una scatola di fili da ricamo di una donna ebrea, scoperta in un bric à brac parigino, segna il punto di partenza de Il Filo Dimenticato, 1943-1945: gli Anni bui di San Vittore, un’inedita mostra di opere cucite a mano dalle detenute di San Vittore su disegni di Alice Werblowsky, realizzata nell’ambito della Giornata della Memoria e che a gennaio 2013 ha trasformato il IV raggio della Casa Circondariale San Vittore in una vera e propria galleria d’Arte della Memoria. Un omaggio artistico per non dimenticare che tra quelle mura furono rinchiusi in un primo momento gli ebrei poi trasferiti al V Raggio prima di essere mandati nei campi di sterminio. Visto il successo di pubblico, la Mostra prosegue presso Spazio Energolab di Via Plinio 38 Milano, dal 3 al 10 febbraio 2013 continuando idealmente la “narrazione del Ricordo” con chi non è riuscito ad accreditarsi durante i giorni d’esposizione nel penitenziario milanese.

Un’esposizione unica e originale composta da venti opere, alcune eseguite sulle stesse lenzuola del carcere, che riportano alla memoria i drammatici episodi accaduti a San Vittore tra il ‘43 e il ‘45, ricamati a punto filza da ventitre detenute di San Vittore: Sabina, Sanela, Nadica, Susanna, Malena, Razja, Patricia, Taide, Sara, Elisabetta, Mariangela, Lidia, Loredana, Annamaria, Claudia, Cristina, Sarioska, Loredana, Rosa, Isabella, Paola, Katia, Marianna. Tre mesi d’intenso lavoro collettivo e di grande cooperazione tra le detenute di San Vittore e la curatrice del progetto. Un percorso inusuale ed emotivamente toccante attraverso un biennio drammatico della storia italiana e in particolare milanese, che ha visto le SS trasformare uno dei più conosciuti istituti di pena in un vero campo di internamento, nel quale furono reclusi in condizioni disumane centinaia e centinaia di ebrei e detenuti politici. Al loro arrivo nel penitenziario gli ebrei non venivano registrati con nome e cognome ma solo con la lettera E seguita da un numero (E1, E2, E3…): niente più identità, isolamento totale. Subirono torture, stupri e violenze. Del gruppo di 600 adulti e 40 bambini partiti da San Vittore il 30 gennaio ‘44 con destinazione Auschwitz-Birkenau, tornarono solo 14 adulti e una ragazzina di 13 anni: Liliana Segre. In due anni i convogli in partenza da San Vittore verso i campi di sterminio e di transito furono complessivamente 15.

Il Filo Dimenticato 1943-1945

Gli anni bui di San Vittore racconta anche alcuni episodi di grande umanità come la storia di Andrea Schivo, la guardia di San Vittore che di nascosto diede da mangiare ai bambini. Scoperto, fu mandato nel campo di Flossenburg dove trovò la morte. Oggi Andrea Schivo è un Giusto tra le Nazioni nel Giardino dei Giusti dello Yad Vashem a Gerusalemme.
O come la storia di Giuseppe Grandi, il giardiniere che aiutò le famiglie di ebrei a raggiungere la Svizzera. Arrestato, fu portato a San Vittore e poi mandato a Buchenwald, in Germania, dove trovò la morte. O ancora quella di suor Enrichetta Alfieri “l’angelo di San Vittore” che, nascosti nelle sue maniche, portava fuori dal carcere alle famiglie dei prigionieri i messaggi, chiamati in codice “le farfalle”. Scoperta dai tedeschi, fu rinchiusa per settimane in una cella buia nei sotterranei del carcere. La mostra racconta anche l’atroce sterminio delle popolazioni Rom perpetrato dalle SS in molti paesi; per ricordarlo, sei detenute Rom hanno realizzato un pannello della mostra. Ad arricchire il percorso tracciato da Il Filo Dimenticato, 1943-1945: gli Anni bui di San Vittore, la proiezione del documentario Memoria – I sopravvissuti raccontano di Ruggero Gabbai, documenti video sul lavoro svolto dalle detenute per la realizzazione dell’esposizione e riprese della mostra ospitata nel IV raggio della Casa Circondariale San Vittore. Il Filo Dimenticato, 1943-1945: gli Anni bui di San Vittore ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Milano ed è stato realizzato grazie al sostegno di Gloria Manzelli, direttrice della Casa Circondariale di San Vittore e alla collaborazione storica di CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Memoriale della Shoah, Saman, A.M.A.T.A., Gariwo. Una delle opere sarà donata al Memoriale della Shoah – Binario 21.

Giorni e orari della Mostra

Domenica 3 Febbraio: ore 18.30 inaugurazione – chiusura ore 20.00

Lunedì 4 Febbraio fino a Domenica 10 Febbraio: dalle ore 15.00 alle ore 20.00 Ingresso: € 2,50

per Info

ilfilodimenticato@saman.it

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I mercatini di Natale di Saman Bazar

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I mercatini di Natale di Saman Bazar

Pubblicato il 28 novembre 2012 by redazione

invito saman bazarSaman è un gruppo laico no profit che da trent’anni opera nel settore della prevenzione, della cura e del reinserimento socio-lavorativo di soggetti tossicodipendenti, farmacodipendenti, alcooldipendenti e in situazioni di grave marginalità sociale.
Presente su tutto il territorio nazionale con 7 comunità, 1 centro a bassa soglia, 7 centri di accoglienza a psicoterapia, Saman ospita in residenziale oltre 500 pazienti all’anno e con trattamento ambulatoriale affronta circa 400 casi problematici.
Forte ed importante è da anni l’impegno di Saman contro la violenza di genere e le nuove dipendenze: S.o.s Gioco è un progetto nato con lo scopo di offrire servizi di consulenza gratuiti,effettuati telefonicamente od online da esperti, rivolti a persone che vivono un rapporto conflittuale con il gioco.

Saman Bazar ha un bel suono
Saman Bazar ha un bel suono. Alla babele delle lingue vorremmo sostituire la babele dei colori, degli oggetti, dei ricordi che sono parte integrante della vita e fluttuano e vivono più esistenze.
E delle esistenze si occupano le due associazioni che organizzano il bazar. Esistenze tribolate, complicate, variegate in cui le dissonanze riempiono chiassosamente le nostre coscienze. Anche quando sono lontani e apparentemente invisibili.
Occuparsi di altre vite per noi è un imperativo categorico per voi, gentilissimi ospiti, potrebbe rappresentare una carezza, dolce e amorevole che si regala a se stessi. Un dono leggero, per il piacere di essere vissuto, ripetuto, compreso. La comprensione aumenta la consapevolezza e la consapevolezza è il primo passo per comprensione dell’altro. L’acquisto che si fa dono né è l’agente mediatore.
Acquistare a Saman Bazar diventa un dono duplice: a se stessi perché si comprano ricordi e colori e agli altri perché tale acquisto si tradurrà in esistenze meno complicate e meno tribolate.

C’è dell’altro, molto altro. Un bazar o una piazza in cui trovarsi per bere un bicchiere o sorseggiare un te, farsi fare un ritratto o un massaggio..

di Achille Saletti – Presidente Saman

 

✿ Sede legale: Via Bolzano, 26 – 20127 Milano – Tel.: 02/29400930 – Fax: 02/29519900
e-mail: info@saman.it www.saman.it C.F.: 93001390819 – Iscr. Reg Pref. Milano n. 112

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