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Islanda, il regno incontaminato della natura

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Islanda, il regno incontaminato della natura

Pubblicato il 13 dicembre 2012 by redazione

Reykjavik

Reykjavik

L’Islanda ha sempre affascinato milioni di persone grazie alla sua natura incontaminata e imponente; i suoi abitanti parlano una lingua quasi impronunciabile e la sua terra è incredibile, situata quasi al circolo polare artico tra la Gran Bretagna e la Groenlandia. Per molti anni è stato il nostro sogno irraggiungibile, perché la vita lassù è molto costosa, ma quest’anno finalmente siamo riusciti a visitarla.

Per raggiungere l’Islanda, a meno che non si vada via mare per qualche giorno, partendo dalla Gran Bretagna o dalla Danimarca, esiste solo la via aerea e per giunta con una sola compagnia la Iceland Air. L’Islanda è uno dei pochi paesi al mondo che tiene ancora alla propria cultura ed è perciò molto difficile trovare brand e catene internazionali. La guida turistica racconta infatti che l’unico Mc Donalds che aprì a Reykjavik un po’ di anni fa, dovette chiudere poco dopo poiché non aveva clienti.

Per viaggiare in Islanda è sconsigliato partire senza un tour organizzato, a meno che non si voglia usufruire di uno dei tanti camping presenti nelle zone turistiche. D’estate l’isola si riempe infatti di ragazzi con zaini in spalla che girano lowcost facendo l’autostop. I B&B e gli alberghi sono molto pochi e situati esclusivamente nelle zone più frequentate. Senza previa prenotazione è quindi molto facile rimanere a piedi. Decidiamo allora di affidarci alla compagnia Island Tours, che ci organizza, con un itinerario concentrato in una sola settimana, il giro di tutta l’isola e le visite ai posti più affascinanti. Scopriremo presto che quasi tutti quelli che vanno in Islanda si organizzano proprio così. Capita spesso di essere completamente da soli per lunghi tratti di auto, ma una volta arrivati a destinazione di trovare orde di turisti e di rincontrare le stesse persone anche nei giorni successivi. Giusto per fare un esempio, ci siamo incrociati per ben quattro volte con una coppia di turisti spagnoli, tanto che alla fine abbiamo deciso di fare una foto ricordo insieme!.

Il tour dell’isola si può fare in entrambe le direzioni, noi abbiamo deciso di iniziare dirigendoci verso est.

Partiamo da Malpensa, e il volo è pieno poiché Iceland Air vola solo due giorni a settimana. In quattro ore arriviamo all’aeroporto di Keflavick, dove scopriamo di essere ancora in tempo per visitare una delle attrazioni turistiche più famose d’Islanda: la laguna blu!

A bordo della nostra 4×4 ci dirigiamo, attraverso un paesaggio lavico quasi lunare, verso quella che è una piscina calda naturale all’aperto. Avete mai visto nei documentari i nordici uscire dall’acqua calda e tuffarsi nella neve? Si trovavano in uno di questi posti! La piscina non è altro che roccia, erosa naturalmente, nella quale confluisce una sorgente naturale calda. Cogliamo quindi l’occasione per farci un bagno e spalmarci di terre sulfuree ricche di sali minerali, benefici per la pelle. La cosa incredibile è trovarsi all’aperto, immersi nell’acqua, quando fino a pochi secondi prima avevi addosso cappotto e cappello!

Una volta terminato il bagno risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso Reykjavik, dove lasciamo i bagagli in albergo per poi raggiungere il centro della città. E’ sabato, è il giorno del Runtur! Durante i fine settimana gli islandesi fanno il cosiddetto giro dei bar, fino a ubriacarsi e tornare a casa alle prime ore del mattino, guidando e suonando il clacson a tutto spiano. Infatti sono solo le otto e vediamo già dei ragazzi con i boccali di birra in mano.. io incontro anche un affascinante islandese che mi regala un sasso per darmi il benvenuto nella sua terra.

Visitiamo la chiesa modernista di Hallgrimskirkja e facciamo una passeggiata sulla costa, ammirando in lontananza il vulcano che pochi anni prima (2010) aveva fatto tremare il traffico aereo . Torniamo in albergo, quasi a mezzanotte, senza che il sole ci abbia mai abbandonato, e andiamo a dormire, pronti per partire la mattina successiva alla volta del Circolo d’oro.

Circolo d'oro- pingvellir

Circolo d’oro: Pingvellir

Ci inoltriamo nel Parco Nazionale di Pingvellir, patrimonio Unesco, situato all’interno, tra la zolla nordamericana e quella europea, e lo spettacolo è davvero impressionante! Sotto a noi una grande pianura trova posto tra queste due zolle, che si allontanano di anno in anno. Scopriamo anche che in questo territorio nacque l’Alping, ovvero il primo parlamento democratico del mondo.

Dopo aver ripreso la strada ci dirigiamo verso Geysir, un geyser inattivo dagli anni ’50, che una volta era quello con la portata d’acqua maggiore, ma fortunatamente per i turisti, a pochi metri di distanza c’è un geyser che erutta ogni sei minuti. Muniti di macchine fotografiche ci apprestiamo a realizzare una raffica di scatti, totalmente esterrefatti da ogni nuovo getto. Dopo un’overdose di geyser (mai abbastanza, a mio parere) raggiungiamo la cascata di Gullfoss, detta la cascata d’oro, la più famosa d’Islanda.

geysir

Geysir

Tornati verso la costa ammiriamo un’altra cascata, Selfoss, dalla quale proseguiamo alla volta di due piccoli paesini di pescatori. Una volta risaliti in auto ci dirigiamo verso la fattoria dove trascorreremo la notte, fermandoci poco prima a vedere le due bellissime cascate di Seljalandsfoss e di Gljufurarfoss, vicino a un camping immerso nel verde della natura.

Skaftafellsjokull

Skaftafellsjokull

La mattina dopo partiamo per la cascata di Skogafoss, e successivamente rotta verso la spiaggia nera vulcanica di Reynir, dove avvistiamo uno stormo di Pulcinelle di Mare, con i nidi e i loro pulcini sistemati sulle scogliere di colonne di basalto, che ricordano tanto gli organi delle chiese. Risaliti in macchina ci avviciniamo al più grande ghiacciaio d’Islanda, il Vatnajokull, del quale riusciamo a scorgere più di una lingua, tra cui Skaftafellsjokull e Breioamerkurjokull, e infine raggiungiamo la laguna di Jokursalon, dove acquistiamo il biglietto per un giro su un mezzo anfibio, in mezzo ad una laguna piena di Iceberg, ammirando il ghiacciaio da vicino.

Una volta terminato il tour ripartiamo alla volta di Hofn, dove pernottiamo. E dove assaggiamo il piatto tipico islandese: carne di squalo! Interessati dal metodo di preparazione. Dato che la carne è tossica, per renderla commestibile, la si fa macerare sotto terra per alcuni mesi. Il risultato finale è positivo, ma il sapore è assolutamente disgustoso!

Il giorno successivo partenza verso Stodvarfjordur, dove l’attrazione principale è la collezione di minerali e pietre della signora Petra, un’anziana donna, ora in casa di riposo, che nel corso della sua vita ha raccolto le più disparate rocce e minerali, che ha disseminato per la casa e in giardino; diamo un occhio da fuori ed effettivamente non c’è più uno spazio vuoto!

Costeggiando il fiordo Reyoarfjourdur arriviamo a Egilsstadir, dove prima di pernottare, ripartiamo valicando la montagna tra scenari meravigliosi e visitando il pittoresco paese di Seydisfjordur, dove è in corso un festival di artisti. Sfortunatamente arriviamo che tutto è già chiuso, così entriamo in un bar, dove ci sentiamo partecipi della vita quotidiana della gente del paese: è qui che arrivano i traghetti dalla Danimarca.

dettifoss

Dettifoss

Asbyrgi

Asbyrgi

Da Egilsstadir ripartiamo l’indomani alla volta del Parco Nazionale di Vatnajokull, visitando la splendida cascata di Dettifoss, e guidando per strade sterrate fino al canyon di Asbyrgi, molto particolare perché a forma di ferro di cavallo. La leggenda vuole che questo canyon sia stato creato dal cavallo di Odino, che passando vi lasciò la sua impronta. Dopodiché visitiamo Gilfoss e infine arriviamo a Husavik, dove decidiamo di partire a bordo di un peschereccio per avvistare le balene! Ci dicono che è molto facile vederle, poiché la zona è ricca di plancton, e infatti riusciamo a scorgere più di un esemplare, e anche altri animali tra cui i delfini. Un’esperienza unica, accompagnata da cioccolata calda e dolcetti alla cannella. L’associazione di Husavik, assieme ad altre, è nata per combattere la caccia alle balene, purtroppo ancora popolare in Islanda perché alle radici della loro cultura. Ma visto il numero sempre più alto di persone che viene a fare Whale Watching si spera che un giorno l’attività cessi del tutto. Una volta terminata l’escursione ci dirigiamo verso il lago Myvatn.

hverir

Hverir

La zona del lago Myvatn è l’Islanda da cartolina: fumo che esce dalla terra, pozze di fango ribollente, vulcani semi attivi. Il giorno dopo ci dirigiamo all’esplorazione dei dintorni, prima visitando il lago, ma fuggendo subito dopo per via dell’alto numero di moscerini presenti, perché il lago è ricco di sostanze nutritive. Successivamente arriviamo a Grjotagja, fenditure fumanti nella roccia da cui si intravede l’acqua calda che ne riempie le cavità. Troviamo infatti un giovane che si appresta a fare un bagno al loro interno! Vediamo poi da lontano il cratere di Hverfell e visitiamo il campo lavico di Dimmuborgir, che scopriamo essere la dimora dei tredici folletti di Natale, i cui nomi si basano sulle loro passioni. Ricordo di essere rimasta affascinata da Leccacucchiaio e Sbattiporta (http://it.wikipedia.org/wiki/J%C3%B3lasveinar). Raggiungiamo poi un vero e proprio campo di fango ribollente e fumarole, ovvero Hverir, e poco dopo saliamo sulla cima fumante del vulcano Krafla: bisogna stare attenti a non uscire dal sentiero per non bruciarsi!

jólasveinar

Jólasveinar

Ammiriamo anche il cratere di Stora – Viti, nel quale si trova un lago dal colore turchese, che però non cogliamo per via della pioggia. La sera pernottiamo ad Akureyri, l’unica zona in tutta Islanda ad avere alberi, poiché piantati dai coloni scandinavi e sopravvissuti grazie alla zona riparata dal forte vento. Visitiamo anche un bellissimo giardino botanico e facciamo shopping per il paese, dove acquisto un libro di fiabe e leggende islandesi. Notiamo anche delle auto completamente a pezzi, probabilmente guidate da qualche turista che ignaro dei rischi, si è addentrato nell’entroterra, sconsigliato a persone non esperte. Qui la natura è ancora allo stato brado, e quindi il rischio di rimanere impantanati in un fiume o di cadere giù con una frana è molto elevato.

Il giorno dopo visitiamo di prima mattina il museo della fattoria di torba di Glaubaer, dove entriamo all’interno di un’abitazione di fine ‘800 e ci rendiamo conto di come vivevano le famiglie in Islanda. Proseguendo lungo la costa ci inoltriamo nell’entroterra. Dopo aver visto la sorgente calda più potente d’europa, ovvero la Deildartunguhver, arriviamo nei pressi di Husafell, il luogo di villeggiatura prediletto dagli islandesi dove, inerpicandosi per strade sterrate,quasi allo stremo della nostra auto, arriviamo alla base del ghiacciaio Langjokull dove ci attende l’avventura più entusiasmante: sleddog sul ghiacciaio!

Sleddog

Sleddog

Non eravamo sicuri di riuscire a trovare luoghi che facessero gite in slitta coi cani perchè sembrava fosse esclusivamente una cosa invernale, ma fortunatamente abbiamo notato un volantino in un rifugio, scoprendo che era fattibile. E’ stata un’esperienza entusiasmante, i cani erano dolcissimi ed è stato incredibile vedere come tiravano la slitta coordinati e senza alcuna fatica, anzi, al ritorno volevano ritornare indietro!

Concludendo in maniera così pittoresca la nostra vacanza siamo ritornati a Reykjavik, dove il nostro anello si è chiuso, pieno di ricordi ed emozioni da conservare per sempre. Anche la sera del nostro arrivo era giorno di Runtur, ma trovandoci all’ultimo piano dell’albergo non abbiamo sentito il minimo schiamazzo, e la mattina successiva siamo ripartiti per l’aeroporto, dove abbiamo dovuto salutare mestamente questa stupenda e incredibile terra, in cui l’uomo non è riuscito, e forse non riuscirà mai, a prendere il sopravvento.

di Francesca Pich

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