Categoria | Politica-Economia

National September 11 Memorial & Museum.

Pubblicato il 08 settembre 2013 da redazione

«Ho sentito il rumore dei motori sempre più vicino. Mai avevo visto un aereo volare in mezzo a Manhattan e ho pensato: quello è un pazzo. Ho riconosciuto le due “A” dell’American Air Lines poi ho sentito un boato terrificante.» Mike, spazzino afroamericano.

Ultimi piani delle torri in fiamme.

Ultimi piani delle torri in fiamme.

11-settembre-pompieri8.48-9.03: due jet di linea, dirottati da alcuni terroristi islamici, della cellula di Alcaida, volando volutamente a bassa quota, piombano sulle Twin Towers del World Trade Center di Manhattan e le distruggono. L’ora è quella di punta, quando tutti gli uffici, per lo più finanziari, sono in piena attività e gremiti di persone che stanno già lavorando, che si stanno recando in ufficio o sono in giro per turismo. Dall’impatto del mattino alle 16.59 si conteranno 2572 vittime, di cui 343 pompieri (dei 400 intervenuti fino a quel momento) e 60 poliziotti. Molti impiegati degli ultimi piani, completamente avvolti dalle fiamme agitano fazzolettini bianchi chiedendo aiuto.

Storicamente drammatica, e indimenticabile la coppia, un uomo  e una donna, che si lancia nel vuoto tendosi per mano, poco prima del crollo della prima torre del World Trade Center!

Persone che si lasciano cadere da centinaia di metri d'altezza per sfuggire alle fiamme che avvolgono gli ultimi piani.

Persone che si lasciano cadere da centinaia di metri d’altezza per sfuggire alle fiamme che avvolgono gli ultimi piani.

In una giornata normale il numero di persone che si recano a lavorare, forse nel più grande centro finanziario del mondo, ammontano a 50mila, oltre a visitatori e turisti che normalmente oscillano fra 100 e 150mila persone.

9.43: un terzo aereo si schianta contro l’edificio del Pentagono, e alle 10.10 un’ala dell’edificio crolla. Il palazzo delle Nazioni Unite viene completamente evacuato per un totale di 7mila persone. Alle 17.45 le vittime stimate tra morti e feriti saranno un centinaio.

10.10: un quarto aereo, abbattuto ancora in volo, probabilmente dai caccia USA, si schianta in Pennsylvania, a sud-est di Pittsburgh.

10.05: la prima torre implode su se stessa, sollevando una nuvola di polvere apocalittica che si abbatte sulle strade.

10.28: crolla la seconda torre scagliando migliaia di tonnellate di detriti e lasciando al suolo una coltre di cenere alta quasi 15 centimetri.

11.02: il sindaco di New York, Rudolph Giuliani, ordina a tutti i cittadini della città di rimanere chiusi in casa e di evacuare completamente la zona sud di Manhattan.

18.07: sulla città di Kabul, cuore dell’Afghanistan, e probabile residenza del sospettato numero uno, Osama Bin Laden, piovono missili, ma il Pentagono nega che vi siano in atto rappresaglie americane.

wtc_mappa del quartierewtc_mappa_palazziChi pensava di piegare l’America rimarrà deluso. La reazione unanime della città di New York è la stessa e arriva per lo più da gente modesta, immigrata da ogni parte del mondo, “Criminali assassini, questa volta la pagheranno per tutte”.

Così senza bisogno di alcuna spiegazione, né di tavoli internazionali condivisi, l’America inizia la sua campagna contro il grande occhio dell’Islam, Osama Bin Laden, che da quel momento diverrà l’uomo più ricercato e inseguito del mondo.

“Solo Pearl Harbor ha suscitato un’emozione paragonabile a quella di questa tragedia”, dichiarerà il senatore republicano del Nebraska, Churck Hagel.

Parallelo impreciso e di diversa portata, perché si sà la guerra al terrorismo non si può combattere con sistemi convenzionali e lascia sempre quel senso di impotenza di chi può sempre e solo difendersi, senza sapere mai da che parte arriverà il prossimo attacco, castrato da un senso morale ed etico, tipicamente occidentale.

La fine della giornata si conclude con un ennesimo crollo, quello di un terzo palazzo, il numero 7, di 47 piani, fortunatamente vuoto perché già evuacuato nel pomeriggio.

One World Trade Center Becomes Tallest Building In New YorkL’architetto Aaron Swirske uno dei progettisti del World Trade Center

Incredulo, l’architetto ribadisce che le due torri erano state progettate per reggere a qualsiasi ipotesi di incidente, sia un incendio sia un impatto aereo. “Forse 30 anni fa gli aerei erano più piccoli, ma la struttura era stata pensata per resistere a un’eventualità del genere”. “Anche l’evacuazione degli edifici era stata considerata. Ogni piano era un’unità a sé stante, gli edifici erano stati concepiti come dei tubi: un buco in un tubo non dovrebbe compromettere l’intera struttura. Per questo non posso spiegare cosa sia successo alle torri”. E infine “La capienza degli edifici sarebbe stata di quasi mezzo milione di persone”.

febbraio 2011 fondamenta delle due torri schem astrutturale dell'edificioIl World Trade Center, un complesso edilizio di sei edifici, sorgeva a Manhattan tra Church, Vesey, West e Liberty Street, e fu costruito a partire dal 1966 in un’area dismessa di 6,5 ettari, lungo le rive del fiume Hudson.

Inaugurato nel 1973 rimase di proprietà della Port Authority of New York and New Jersey fino al 26 aprile del 2001, quando lo comprò il gruppo Silverstein Properties per oltre 3 miliardi di euro.

Ma ricostruiamo la struttura e le caratteristiche dei due grattacieli entrambi a pianta quadrata, di cui ogni lato misurava 63 metri.

Le fondamenta dei due colossi si insediavano nella roccia di lavagna e scendevano a una profondità di 21 e 17 metri rispettivamente. Ogni edificio, nel complesso si ergeva per 110 piani, per un totale di 417 e 415 metri ciascuno.

Il rivestimento esterno era costituito da oltre 43mila finestre su facciate di alluminio, 180mila tonnellate di acciaio, 4800 km di cavi elettrici.

Nei sotteranei dell’area su cui sorgevano i due edifici si trovavano un parcheggio con 2mila posti auto, una stazione della metropolitana e una galleria commerciale con 70 negozi.

Interno del museo_rendering  Il futuro museo, dedicato al giorno più triste degli USA verrà inaugurato a primavera del 2014

Dopo un anno di chiusura per consolidare i finanziamenti necessari (di cui 700 milioni di dollari già spesi) e diversi mesi di pulizia per cancellare il passaggio dell’alluvione provocata dall’uragano Sandy, al posto dell’enorme buco che l’11 settembre del 2001 squarciò il ventre del World Trade Center, sta sorgendo un grande museo memorial.

A più di 10 anni di distanza, nei corridoi sotterranei dell’ancora incompiuto National September 11 Memorial & Museum, circa 130 lavoratori sono impegnati ogni giorno per far rinascere il cuore di Manathann.

C’è ancora molto da fare, ma il nuovo museo sarà in dirittura d’arrivo già dalla primavera del 2014.

Si tratta di un’imponente grattacielo di cristallo, che sovrasta la zona espositiva vera e propria, costituita da sette piani sotto terra.

uno cade da soloIl contraltare tra le due zone, quella fuori terra, altissima, trasparente e completamente vuota, al cui centro si ergono inquietanti e silenziose due putrelle in acciaio, unici resti delle Twin Towers originali e la zona sottoterra nella quale ci si inabissa, ricorda l’entrata nell’Inferno di Dante e i suoi sette piani richiamano non solo i gironi infernali, ma anche il cunicolo in cui si inabissarono i sopravvissuti, prima che le torri si liquefacessero.

L’effetto è impressionante, perché nel silenzio dei sotterranei echeggiano ancora le voci delle vettime, registrate dalle scatole nere o dalle tracce memorizzate dai parenti, mentre comunicavano tramite i cellulari. Le emozioni disperate di impotenza di quelle voci rinnovano così ai visitatori una tra le tragedie più condivise all’unisono dall’intero pianeta.

L’esperienza che, per ora, solo alcuni giornalisti hanno potuto compiere è molto forte e disorientante. È come entrare in un incubo! Per fortuna alla fine della risalita, riemergendo sopraterra, la vista impatta subito sull’acqua di due grandi vasche, su cui si riflette la volta del cielo, e il respiro ritorna regolare.

memoriale_vascheLe opere strutturali del padiglione in vetro e l’ampia scalinata che i visitatori utilizzeranno per scendere nel museo, sono già state completate. I due imponenti ” tridenti “, che una volta costituivano la caratteristica struttura delle torri gemelle, ora costituiscono il monumento principale del museo. Una volta di color argento, ora le putrelle sono di un bel color ruggine, proprio come l’acciaio grezzo, dopo che le fiamme del terrorismo le hanno corrose fino all’osso.
Da un terrazzamento, è possibile osservare in chiave prospettica, la navata che si allunga nel cunicolo, soprannominato il Canyon South. L’apice della sala occidentale alla fine sarà coperto da una moltitudine di messaggi e lettere di solidarietà che la gente di tutto il mondo, ha inviato alla città di New York, dopo gli attacchi alle torri gemelle.

“Continuano a inviare cose. È incredibile!”, ha detto Katsimatides. “Questa continua dimostrazione di affetto è stata una delle cose che ha maggiormente sostenuto tutte le famiglie delle vittime”.

Nel museo sarà possibile osservare la sequenza degli attacchi ricostruita attraverso 23mila fotografie.

Sept 11 MuseumPercorrendo la rampa verso la profondità dei sotterranei si raggiunge una piattaforma che si apre su una voragine ancora più massiccia, delimitata da un muro di liquami, in acciaio e cemento realizzato originariamente per contenere le periodiche esondazioni del fiume Hudson. Nel centro della sala si trova l’ultima colonna di acciaio rimosso dal ground zero durante l’operazione di pulizia. I visitatori potranno lasciare la propria firma su un grande pezzo di acciaio vicino all’uscita del museo.

In tutto il museo, sono stati appesi pezzi di acciaio piegati o intrecciati in forme sorprendenti, tra cui un foglio di metallo che ora sembra incresparsi come una bandiera e un enorme trave piegata dall’impatto degli aerei che colpirono le torri; molti di questi reperti sembrano vere sculture.
“In un certo senso sono proprio come veri esemplari artistici”, ha detto il presidente della fondazione e ha aggiunto che essi non sono stati scelti per la loro bellezza, ma per spiegare quello che è successo l’11 di Settembre.

vasche renderingvittimemuseo11sett video vittimeAlcune zone del nuovo edificio sono ancora in fase di progettazione. Nella zona più profonda delle fondamenta del museo – dove è possibile osservare la stessa roccia sulla quale una volta si ancoravano le torri – si entrerà in una grande sala, sul cui muro verrà posta un’iscrizione di Virgilio: “Nessun giorno dovrà passare senza che il tempo si dimentichi di voi”.

Dietro quel muro verrà posto un mausoleo speciale, interdetto al pubblico, contenente i resti non identificati di centinaia di vittime. La maggior parte delle pareti interne del museo sono state lasciate con il cemento a vista per ricordare che il museo si trova all’interno delle vecchie fondamenta. Il presidente della fondazione ha dichiarato “È un posto speciale. Occorre distinguerlo”.

Il grosso del luogo ruoterà intorno ai numerosi reperti, tra cui una parete fatta dei ritratti di tutte vittime e una sala dove i visitatori potranno richiamare le presentazioni video che raccontano la storia di ciascuno di loro.
L’idea è quella di conoscere la vita che ogni vittima stava vivendo e non solo i nomi di quelli che sono morti .

di Adriana Paolini con la collaborazione di Annamaria Rivolta

Linkografia

Cronologia del terrore

http://edition.cnn.com/2001/US/09/11/chronology.attack/index.html

Testimonianze

http://edition.cnn.com/SPECIALS/2001/trade.center/victim.accounts.html

Schema

http://edition.cnn.com/SPECIALS/2001/trade.center/map.html

Le voci e i video di quel giorno

http://edition.cnn.com/SPECIALS/2001/trade.center/multimedia.day.html

La trascrizione del video tradotto di Osama del 13 dicembre 2001

La trascrizione del video di Osama

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