Categoria | Politica-Economia

Commentariolum Petitionis

Pubblicato il 20 novembre 2014 da redazione

 

The_Young_Cicero_Reading

Quinto Tullio Cicerone era un politico romano, fratello del più famoso Marco Tullio Cicerone, a cui è dedicato questo “Manualetto di campagna elettorale” , “Commentariolum Petitionis”. Noto anche come “De petitione consulatus”, “sulla Candidatura al consolato”, Quinto lo scrisse nel 64 a.C. per il fratello Marco che si candidava per il Consolato dell’anno successivo.

Non è certo che il Manualetto l’abbia scritto effettivamente Quinto Tullio, perché le metodiche che vi sono enunciate Cicerone già le conosceva molto bene. Si presume sia invece stato scritto nel periodo del primo impero, fra Augusto e Traiano, da autore ignoto, come semplice esercizio di retorica .

Manualetto per una campagna elettorale.

1 Anche se ti è di sostegno tutto ciò che gli uomini possono conseguire con l’intelligenza, l’esperienza e l’impegno, tuttavia, in nome dell’affetto che ci lega, ho ritenuto non inopportuno mettere per iscritto ciò che mi veniva in mente mentre meditavo giorno e notte sulla tua candidatura. Non perché tu apprendessi qualcosa di nuovo da queste mie riflessioni, ma affinché esse, che potevano di fatto apparire frammentarie e indefinite, fossero disposte in una visione unitaria secondo una partizione razionale. Benché le qualità naturali valgano moltissimo, sembra tuttavia che in un impegno di pochi mesi la capacità di apparire possa contare di più.

2 Considera qual è la tua città, a che cosa aspiri, chi sei. Quasi ogni giorno, mentre ti rechi al foro, devi riflettere su questo: “Io sono un homo novus, aspiro al consolato, la mia città è Roma. Alla condizione di homo novus potrai ovviare soprattutto con la fama di oratore: sempre quest’arte ha avuto grandissimo onore. Colui che è ritenuto un degno avvocato difensore di consolari non può essere stimato indegno del consolato. Per la qual cosa, dal momento che parti da questa fama e qualunque cosa sei lo devi ad essa, ti presenterai a parlare così ben preparato, come se in ciascuna causa sia in gioco la valutazione di tutto il tuo talento.

3 Fa’ in modo che i supporti di quest’arte, che so che tu tieni in serbo, siano sempre pronti e a disposizione. E ricordati spesso di ciò che scrisse Demetrio sull’impegno profuso da Demostene negli esercizi. Inoltre fa’ in modo che appaia esteriormente la quantità e il rango sociale dei tuoi amici; infatti quale homo novus ha mai goduto di tali e tante amicizie? tutti i pubblicani, quasi per intero la classe dei cavalieri, numerosi municipi a te fedeli, molti uomini di qualsiasi classe sociale da te difesi nei processi, alcuni collegi, e inoltre moltissimi giovani attratti dall’amore per l’eloquenza, e la quotidiana, costante frequentazione di amici.

4 Impegnati a conservare questi rapporti richiamando alla memoria i tuoi favori, avanzando richieste e con ogni mezzo facendo sì che quelli che ti sono debitori per una causa da te patrocinata comprendano che non ci sarà nessun’altra occasione di restituirti il favore, e quelli che intendono obbligarti a loro che non ce ne sarà un’altra per farlo. Anche questo risulta evidente che possa aiutare molto un homo novus, l’appoggio dei nobili e soprattutto dei consolari; giova che tu sia ritenuto da quelli stessi, nella cui classe e nel cui novero aspiri ad entrare, degno di tale classe e rango.

5 Bisogna pregarli tutti con cura e avvicinarsi a loro e persuaderli che noi abbiamo sempre parteggiato per gli ottimati, e che, se abbiamo dato l’impressione di esprimere delle idee vicine ai popolari, lo abbiamo fatto con l’intenzione di conciliarci Gneo Pompeo, affinché avessimo dalla nostra parte o quanto meno non come avversario per la nostra candidatura quell’uomo potentissimo.

6 Inoltre impegnati per conquistare l’appoggio dei giovani nobili, o per conservare quello di coloro che hai già dalla tua parte; essi ti procureranno grande prestigio. Ne hai già moltissimi dalla tua parte: fa’ in modo che sappiano quanta stima tu riponga in loro. Se poi otterrai che quelli che non ti sono ostili ti sostengano, essi ti gioveranno moltissimo.

7 E anche questo è di grande aiuto a compensare la tua condizione di homo novus, il fatto che concorrono con te al consolato nobili di tale qualità che non vi è nessuno che oserebbe affermare che debba valere più a loro la nobiltà che a te la virtù. Infatti chi è che potrebbe pensare che P. Galba e L. Cassio, nati da famiglia nobilissima, si candidino al consolato? Vedi dunque che questi uomini, pur provenendo da famiglie di altissimo rango, non sono alla tua altezza, poiché sono senza vigore.

8 Antonio e Catilina, invece, sono avversari pericolosi. Tuttavia un uomo attivo, operoso, onesto, eloquente, gradito ai giudici, deve anzi augurarsi avversari come loro, entrambi sin dall’adolescenza assassini, dissoluti, ridotti in miseria. Del primo di loro abbiamo visto i beni confiscati, lo abbiamo udito con le nostre orecchie giurare di non poter competere in giudizio a Roma alla pari con un uomo greco. Sappiamo che fu espulso dal senato per giudizio di censori onestissimi; lo abbiamo avuto come avversario nella candidatura alla pretura con l’appoggio finanziario di Sabidio e Pantera, poiché non aveva neppure più schiavi da vendere (tuttavia durante quella magistratura comprò al mercato una schiava per tenerla a casa sua di nascosto come amante). In occasione della candidatura al consolato, per mezzo di un vergognosissimo mandato di ambasciatore, preferì saccheggiare gli osti di tutti i municipi che essere presente a Roma e chiedere il voto del popolo romano.

9 Ma l’altro, o dèi buoni, di quale splendore è mai? Innanzitutto è nobile come Antonio. Lo è di più? No. Ma possiede maggior valore. Per quale ragione? Antonio ha paura della sua ombra, Catilina non teme neppure le leggi, egli che nacque quando il padre era ridotto in miseria, fu allevato in mezzo agli stupri della sorella, indurì l’animo nella strage dei concittadini, e il cui primo ingresso nella vita politica consistette nell’uccisione di cavalieri romani (infatti a quei Galli, che noi ben ricordiamo, che un tempo decapitarono Titinio, Nanneio e Tanusio, Silla aveva posto a capo il solo Catilina) tra i quali egli uccise con le proprie mani Quinto Cecilio, uomo degnissimo, marito di sua sorella, che non parteggiava per nessuno, tranquillo sia di indole sia anche per l’età.

10 E che dire ora del fatto che compete con te per il consolato colui che percosse a colpi di bastone, sotto gli occhi della gente, per tutta la città, Marco Mario, un uomo molto caro al popolo romano, quindi lo trascinò davanti a un sepolcro, là fece scempio del suo corpo con ogni genere di supplizio, e a lui che era ancora vivo recise il collo con la propria destra, stringendo nella sinistra i capelli dalla sommità della testa, e ne strappò via il capo di sua mano, mentre rivoli di sangue scorrevano tra le sue dita; colui che in seguito visse in tale familiarità con attori e gladiatori, da avere gli uni come compagni di dissolutezza, gli altri come sostegno nei suoi delitti; che non entrò mai in nessun luogo tanto sacro e venerabile, da non lasciarvi il sospetto, derivante dalla sua depravazione, di un’azione disonorevole, pur senza colpa altrui; colui che si è scelto come amici strettissimi Curio e Annio dal Senato, Sapala e Carvilio dagli atri pubblici, Pompilio e Vettio dal ceto equestre; che possiede tanta audacia, tanta depravazione, e inoltre tanta abilità ed efficacia nei suoi fini dissoluti, da far violenza agli adolescenti di libera condizione fin quasi nelle braccia dei loro genitori. E che cosa dovrei scriverti ora sulla sua amministrazione in Africa, che cosa sulle deposizioni dei testimoni? Sono fatti risaputi: ma tu rileggili più volte. Ma questo mi sembra di non dover tralasciare, e cioè che egli uscì da quel processo tanto povero quanto lo furono certi suoi giudici prima di esso, e così malvisto, che ogni giorno si richiedeva contro di lui un’altra azione giudiziaria. Egli da parte sua si comporta in modo tale, che lo temono, anche se sta inattivo, più di quanto lo disprezzino, se si mette in azione.

11 Quanto miglior sorte ti è toccata nella tua candidatura rispetto a quella che pochi anni fa è toccata a un altro homo novus, Caio Celio. Egli competeva con due uomini nobilissimi, ma tali che in loro ogni altra virtù valeva più della nobiltà stessa: grandissimo talento, eccelsa levatura morale, innumerevoli benemerenze, somma avvedutezza e applicazione nel condurre la campagna elettorale. Eppure Celio prevalse su uno dei due, benché egli fosse di gran lunga inferiore per nascita, e superiore pressoché in nulla.

12 Pertanto, se metterai in pratica ciò che la natura e gli studi in cui ti sei sempre impegnato ti elargiscono, ciò che richiede la logica della circostanza in cui ti trovi, ciò che puoi, ciò che devi, non ti sarà difficile la competizione con tali avversari, che non sono per nulla più illustri di nascita che famosi per i loro vizi. Chi infatti si potrebbe trovare, che sia un così cattivo cittadino, da voler sguainare in una sola elezione due pugnali contro lo Stato?

13 Dopo aver esposto quali sostegni possiedi e quali puoi avere alla tua condizione di homo novus, mi sembra opportuno parlare a questo punto dell’importanza della magistratura a cui ti sei candidato. Tu, infatti, un uomo che proviene dal ceto equestre, aspiri al posto più elevato della città, così elevato, che quella stessa carica può offrire a un uomo forte, eloquente, probo, una dignità molto maggiore che a tutti gli altri. Non credere che coloro che hanno già ricoperto questa carica non vedano a quale dignità assurgerai una volta che l’avrai ottenuta anche tu. Sospetto poi che quelli che invece, pur provenendo da famiglie di ex-consoli, non sono riusciti a conseguire la carica che fu dei loro avi, ti abbiano in odio, a meno che non ti siano particolarmente amici. Quanto agli “uomini nuovi” che sono diventati pretori, ho motivo di credere che anch’essi non vorrebbero essere superati da te nella carriera politica, tranne coloro che sono legati a te dal vincolo del beneficio.

14 Già so per certo che tu hai ben chiaro quanti tra il popolo sono invidiosi del tuo successo, quanti per una consuetudine diffusa in questi anni prendono le distanze dagli “uomini nuovi”; inoltre è inevitabile che qualcuno sia irato nei tuoi confronti a motivo delle cause giudiziarie che hai portato a termine vittoriosamente contro di loro. Valuta poi tu stesso con attenzione questo, e cioè se ritieni che alcuni ti possano essere ostili, per il fatto che ti sei dedicato con tanto impegno a sostenere l’ascesa di Pompeo.

15 Pertanto, dal momento che aspiri alla massima carica pubblica e vedi che ci sono volontà ostili nei tuoi confronti, è necessario che tu faccia uso di tutta l’avvedutezza, l’attenzione, l’impegno e l’applicazione.

16 L’impegno nella candidatura alle cariche pubbliche richiede di essere distribuito verso il conseguimento di due risultati, di cui il primo consiste nell’appoggio degli amici, il secondo nel consenso popolare. Occorre che l’appoggio degli amici sia originato dalle benemerenze acquisite, dagli impegni presi per loro, dalla lunga frequentazione, dall’affabilità e dalla giovialità dell’indole. Ma tale nome di amico nella candidatura acquista un’accezione più ampia che nella vita ordinaria: chiunque infatti mostri qualche interesse nei tuoi confronti, ti frequenti, venga spesso a farti visita a casa, questi deve essere tenuto nel novero degli amici. Tuttavia è utile soprattutto essere cari e graditi a quelli che ti sono amici per un motivo più profondo, qual è il rapporto di parentela, di affinità, di sodalizio o per qualche altro legame.

17 Bisogna poi impegnarsi moltissimo affinché quanto più uno ti è intimo e familiare, tanto più egli nutra per te amicizia e desideri che tu abbia il maggior successo possibile, e così pure quelli che appartengono alla tua tribù, i tuoi vicini, i tuoi clienti, poi i tuoi liberti e infine anche i tuoi schiavi. Infatti quasi ogni discorso diretto alla tua reputazione pubblica proviene dagli ambienti domestici.

18 È necessario poi stabilire amicizie di ogni ceto sociale: per la propria immagine, uomini illustri per carica e nome (questi, anche se non profondono il loro impegno nell’appoggio elettorale, apportano tuttavia al candidato un certo prestigio); per avere dalla propria parte l’amministrazione della legge, i magistrati (tra i quali soprattutto i consoli, subito dopo i tribuni della plebe); per avere il consenso delle centurie, uomini sostenuti da uno straordinario favore. Procurati assolutamente e consolida con tutto il tuo impegno l’appoggio di coloro che potranno assegnarti una centuria, poiché o hanno o sperano di avere da te un beneficio. Ultimamente infatti degli uomini avidi di potere si sono adoperati strenuamente, con ogni mezzo e con tutti i tipi di attività, per poter ottenere dai cittadini della propria tribù ciò che chiedevano; tu adoperati a tua volta con ogni strumento in tuo possesso affinché questi uomini ti siano amici con tutto il loro animo e con dedizione assoluta.

19  Se gli uomini fossero abbastanza riconoscenti, tutto ciò ti dovrebbe essere già assicurato, come confido che sia. Infatti negli ultimi due anni hai obbligato a te quattro associazioni di uomini estremamente influenti in sede di campagna elettorale: Gaio Fundanio, Quinto Gallio, Gaio Cornelio, Gaio Orchivio. Quali condizioni abbiano accettato e sottoscritto i propri sodali nell’affidarti i loro processi io lo so bene: infatti ero presente. Pertanto devi adoperarti per esigere da loro quanto ti devono, richiamando continuamente alla loro memoria i benefici ricevuti, pregandoli, sollecitandoli, facendo in modo che comprendano che non avranno mai nessun’ altra occasione di restituire il favore. Certamente questi uomini, sia nella speranza di ulteriori favori da parte tua, sia a causa dei recenti benefici, saranno spinti a profondere il loro impegno nel sostenerti.

20 Ad ogni modo, poiché la tua candidatura è sostenuta soprattutto da quel genere di amici, che ti sei procurato dalla difesa assunta nei processi, fa’ in modo che a ciascuno di quelli che tieni obbligati sia assegnato e disposto il proprio specifico compito; e come fin qui non hai mai importunato nessuno di loro per chiedere favori in alcuna circostanza, così fa comprendere di aver riservato a questa occasione quanto ritieni che ti sia dovuto da loro.

21 Ma, poiché gli uomini sono indotti alla benevolenza e al sostegno di una candidatura da tre motivazioni, e cioè il beneficio ricevuto, la speranza di favori, l’affinità e la disposizione favorevole dell’animo, occorre considerare in che modo ci si debba curare di ciascuna di queste tipologie. Gli uomini sono indotti da benefici anche minimi a ritenere che essi costituiscano motivi sufficienti per sostenere una candidatura; tanto più coloro – e sono moltissimi – ai quali tu sei stato di salvezza dovrebbero capire che, se in questa occasione che ti si offre non si saranno impegnati abbastanza in tuo favore, non verranno mai più stimati da nessuno. Per quanto la cosa stia in questi termini, occorre tuttavia pregarli e condurli all’ idea che, mentre fin qui essi erano obbligati nei nostri confronti, sembri che noi potremo esserlo a nostra volta verso di loro.

22  Quanto poi a coloro che sono legati dalla speranza di favori – categoria di uomini, questa, ancora molto più diligente e premurosa – fa’ in modo che sembri che il tuo appoggio nei loro confronti sia già predisposto e pronto, e inoltre che essi intendano che tu sei attento osservatore dei loro servigi, e che sia palese che tu distingui chiaramente e tieni in considerazione ogni aiuto che ti venga da ciascuno di loro.

23 La terza tipologia è quella di coloro che ti sostengono per spontanea simpatia, che occorre consolidare mostrando riconoscenza, adattando i discorsi alle ragioni per le quali ciascuno di loro sembra essere tuo sostenitore, dando segni di una simpatia nei loro confronti pari alla loro verso di te, spingendo l’amicizia fino alla speranza di una familiarità e di un’assidua frequentazione. Riguardo a tutte queste tipologie dovrai esaminare e valutare attentamente quanto sia in potere di ciascuno, in modo da sapere sia come compiacere ognuno di loro sia che cosa tu possa aspettarti da ciascuno e che cosa possa chiedergli.

24 Vi sono infatti alcuni uomini influenti nei propri quartieri e municipi – si tratta di persone zelanti e facoltose – che, anche se mai prima d’ora si sono impegnati in questo genere di favori, a un tratto tuttavia potrebbero facilmente adoperarsi per colui al quale sono debitori o che vogliono obbligare a sé. A questo genere di uomini bisogna che tu ti dedichi, in modo che essi comprendano che hai chiaro che cosa da ciascuno ti possa aspettare, che hai la misura di che cosa ricevi e ricorderai ciò che avrai ricevuto. Vi sono, al contrario, alcuni uomini che o non hanno alcuna influenza o addirittura sono in odio alla gente della propria tribù, e non hanno abbastanza energia e mezzi da poter ad un tratto impegnarsi; sta’ attento a individuarli, affinché, dopo aver riposto in qualcuno di loro una speranza eccessiva, non te ne derivi scarso sostegno.

25  E benché sia opportuno confidare e cercare sostegno nelle amicizie già acquisite e consolidate, tuttavia proprio in occasione della candidatura si possono procurare amicizie particolarmente numerose e utili. Infatti in mezzo a tutti gli altri fastidi la candidatura presenta questo vantaggio: puoi onorevolmente – cosa che non ti sarebbe consentita nelle altre circostanze della vita – inserire nel novero degli amici chiunque tu voglia; anche quelli che in un’altra occasione se tu lasciassi che ti frequentassero sembreresti agire in modo dissennato, al contrario in campagna elettorale se non lo facessi e con molti e in modo diligente non sembreresti neppure un vero candidato.

26  E affermo ancora questo, che non c’è nessuno – a meno che non sia già legato a uno dei tuoi avversari da qualche vincolo, dal quale non potrai facilmente ottenere, se ti impegnerai, che con i suoi favori si renda meritevole che tu gli sia amico e debitore, purché comprenda che tu lo stimi molto, ti comporti lealmente, che il suo favore è ben riposto, che da ciò nascerà un’amicizia non breve o legata soltanto alle elezioni, ma stabile e duratura.

27  Non vi sarà nessuno, credimi, almeno tra quelli che hanno un po’ di buon senso, che trascuri quest’ opportunità che gli viene offerta di stabilire con te un rapporto di amicizia, soprattutto in quanto la sorte ti offre questa circostanza favorevole, e cioè che i tuoi avversari sono persone tali, la cui amicizia deve essere disprezzata o evitata, e che non solo non possono realizzare, ma neppure intraprendere ciò che io ti esorto a fare.

28  Conviene che l’uomo, che i cittadini eleggano senza conoscerlo direttamente, benché privo dell’appoggio di sostenitori, abbia chiara fama e onore derivante da grandezza di imprese; ma non può avvenire senza grave colpa di negligenza del suo avversario che un uomo da nulla, inetto, privo di senso del dovere e di ingegno, di cattiva reputazione, senza amicizie, preceda un uomo circondato dall’amicizia di moltissimi e dalla stima di tutti.

29  Per la qual cosa provvedi ad assicurarti l’appoggio di tutte le centurie con amicizie numerose e di varia estrazione. E in primo luogo – com’ è evidente – lega a te i senatori e i cavalieri romani, e gli uomini di tutti gli altri ordini sociali attivi e influenti. Molti cittadini industriosi, molti liberti influenti e intraprendenti frequentano il foro; adoperati affinché tutti quelli che puoi raggiungere direttamente o tramite comuni amici siano tuoi sostenitori, pregali di persona, manda loro dei messi, mostra di essere da loro largamente beneficiato.

30  Tieni infine nel dovuto conto tutta la città, tutti i collegi, i sobborghi, i quartieri periferici: se riuscirai a legare a te con un vincolo di amicizia le persone più autorevoli di essi, tramite loro potrai facilmente tenere in pugno il resto della popolazione. Quindi fa’ in modo da avere distintamente presente nella mente e nella memoria tutta l’Italia, così da non lasciare che vi sia nessun municipio, colonia, prefettura, insomma nessun luogo dell’Italia in cui tu non abbia quanto sostegno possa essere sufficiente.

31 Cerca e scova persone da ogni regione, fa’ conoscenza con loro, chiedi il loro sostegno, assicuratelo, preoccupati che facciano propaganda per te nei loro quartieri e che nel sostenerti si comportino come se fossero essi stessi i candidati. Ti vorranno come amico, se vedranno che la loro amicizia è da te richiesta; perché lo comprendano, persegui ciò che devi ottenere con quelle parole che siano adeguate a tale circostanza. Gli abitanti dei municipi e delle campagne, se sono conosciuti da noi per nome, ritengono già di essere in rapporto di amicizia; se poi hanno ragione di credere che riceveranno anche per sé una qualche protezione, non perderanno l’occasione di acquisire benemerenze. Tutti gli altri candidati, e in particolare i tuoi diretti avversari, non li conoscono neppure, mentre tu li conosci e avrai modo facilmente di conoscerne altri.

32 Questo tuttavia non è abbastanza, benché sia già importante, se non vi fa seguito la speranza di un’amicizia vantaggiosa, affinché non sembri che tu sia solo un nomenclatore, ma anche un buon amico. Così, quando da una parte avrai nelle centurie come sostenitori, a motivo della loro ambizione, questi stessi che hanno grandissima influenza sui membri della loro tribù grazie ai favori dispensati, dall’altra avrai reso desiderosi della tua amicizia tutti quegli altri che, a causa della loro posizione in un municipio, quartiere o collegio, hanno un certo potere presso qualche parte degli elettori della tribù, allora sarai tenuto a nutrire ottime speranze di successo.

33 A questo punto a me sembra che, con la dovuta applicazione, si possa ottenere molto più facilmente l’appoggio delle centurie dei cavalieri: in primo luogo bisogna conoscerli di persona (infatti sono pochi), poi bisogna avvicinarli (poiché la loro età giovanile è indotta molto più facilmente a stringere amicizia). E così avrai dalla tua parte tutti i migliori tra i giovani e i più amanti della cultura; allora, poiché tu stesso appartieni all’ordine equestre, essi seguiranno le indicazioni di voto dell’ordine, se userai un tale impegno, da tener legate saldamente a te quelle centurie non solo per volontà dell’ordine stesso, ma anche attraverso le amicizie individuali. Infatti lo zelo dei giovani nel procurare voti, nell’incontrare gli elettori, nel fare campagna, nell’accompagnare il candidato è straordinariamente grande e nobile.

34 E dal momento che è stata fatta menzione del seguito, devi aver cura anche di questo, di averne a disposizione uno che sia presente ogni giorno e che sia di ogni genere, ordine e età; infatti proprio dalla folla del seguito si potrà stimare quanta forza e quanto potere avrai anche nel Campo Marzio. Questo seguito poi si divide in tre categorie: la prima è quella dei salutatores, ovvero di coloro che vengono a portarti il saluto a casa; la seconda è quella dei deductores; la terza degli adsectatores.

35 Nei confronti dei salutatores, che sono la categoria più comune e secondo una consuetudine attuale si recano da più candidati, occorre fare in modo che sembri che il loro atto di omaggio, benché di minor rilievo, ti sia molto gradito. A coloro che verranno a casa tua mostra di tenerli in grande considerazione (rivelalo ai loro amici, affinché glielo riferiscano, e spesso diglielo personalmente). Spesso così gli uomini, quando si recano da più di un candidato e vedono che ce n’è uno che in modo particolare apprezza questi omaggi, si dedicano solo a lui, trascurano gli altri, e poco a poco diventano da sostenitori comuni personali, da votanti incerti elettori sicuri. Cura inoltre attentamente, qualora tu sentissi dire o avessi sentore che chi ti ha promesso il suo appoggio fa – per così dire – il doppio gioco, di far finta di non averlo sentito e di non saperlo, e se egli vuole discolparsi con te, poiché ritiene di essere sospettato, rassicuralo che tu non hai mai dubitato delle sue intenzioni né hai motivo di dubitarne. Infatti colui che ritiene di non essere sufficientemente utile, in nessun modo può essere un amico. Occorre pertanto sapere di che animo sia ciascuno, perché tu possa stabilire anche quanta fiducia riporre in lui.

36 Quanto poi al compito dei deductores, lascia intendere e dimostra che esso, quanto più è importante rispetto a quello dei salutatores, tanto più ti è gradito e, per quanto ti sarà possibile, scendi al foro in ore prestabilite: l’essere scortati ogni giorno da un seguito numeroso procura grande reputazione e onore.

37 La terza tipologia di persone al seguito è la folla assidua degli adsectatores. In essa procura che quanti hai come volontari comprendano che tu sei obbligato nei loro confronti per sempre da un grandissimo beneficio. Quanto invece a coloro che ti sono debitori, esigi da loro esplicitamente questo servigio, che coloro che per l’età e per i loro impegni ne hanno la possibilità, ti accompagnino essi stessi assiduamente, coloro che invece non possono farlo personalmente, mettano a disposizione per questo incarico dei loro familiari. Ma soprattutto io desidero e ritengo che sia importante per la tua causa che tu sia sempre in compagnia di una grande folla al tuo seguito.

38 Inoltre procura grande lode e altissimo prestigio se avrai al tuo fianco coloro che sono stati da te difesi, salvati e fatti assolvere nei processi. Richiedilo loro in modo esplicito, affinché, visto che grazie a te senza alcuna spesa hanno potuto conservare chi il patrimonio, chi l’onorabilità, chi la vita e tutti i propri beni, e che non ci sarà nessun’ altra occasione in cui possano sdebitarsi con te, ti ricompensino con questo servigio.

39  E poiché questo discorso verte totalmente sull’impegno di procacciarsi amicizie, mi sembra che non si debba tralasciare di esaminare da che cosa convenga guardarsi in questo genere di relazioni. La tua grandissima virtù induce le stesse persone a fingere di esserti amiche e a portarti invidia. Pertanto tieni presente quel famoso detto di Epicarmo: “ I nervi e le articolazioni della saggezza sono il non fidarsi facilmente”; e così, non appena avrai consolidato i rapporti con i tuoi amici, a quel punto cerca anche di conoscere le motivazioni e le tipologie dei tuoi denigratori e avversari.

40 Queste tipologie sono tre: la prima, di coloro che hai danneggiato; la seconda, di quelli che non ti sono amici senza un vero motivo; la terza, di coloro che sono molto amici dei tuoi avversari nella candidatura. Con quelli che hai danneggiato, difendendo in tribunale un tuo amico contro di loro, scusati apertamente, ricorda che era tuo dovere farlo, inducili a sperare che, se essi stringeranno amicizia con te, difenderai i loro interessi con pari impegno e dedizione. Utilizza la stessa strategia anche con quelli, la cui volontà ti sarà ostile a causa dell’amicizia con altri candidati e, se riesci a convincerli, mostra di essere di animo benevolo nei confronti dei tuoi stessi avversari.

41 Poiché si è detto abbastanza del modo di fondare le amicizie, ora occorre parlare di quell’altro aspetto della campagna elettorale, che si riferisce al favore popolare. Esso richiede la conoscenza del nome degli elettori, le lusinghe, la frequentazione assidua, la generosità, la diffusa reputazione, la magnificenza nelle apparizioni pubbliche.

42 In primo luogo fa’ in modo che risulti evidente l’impegno che profondi per conoscere le persone, e accresci il tuo sforzo affinché ciò si realizzi ogni giorno meglio. Niente mi sembra tanto popolare né altrettanto gradito. In secondo luogo imprimiti nella mente che occorre simulare ciò che non rientra nella tua natura, in modo che sembri che tu lo faccia spontaneamente. Infatti a te non manca quell’affabilità che è degna di un uomo buono e gentile, ma c’è bisogno anche della lusinga, che, anche se è deplorevole e turpe nelle altre circostanze della vita, tuttavia è necessaria nella campagna elettorale. Peraltro essa allora è malsana, quando rende qualcuno peggiore degenerando in adulazione, ma quando contribuisce a consolidare i vincoli di amicizia non è tanto biasimevole, e anzi è necessaria al candidato, la cui fronte, il cui volto, le cui parole devono mutare e adattarsi al sentire e alla volontà di ciascuno di quelli con cui si incontra.

43 Per quanto concerne poi l’assiduità, non c’è alcuna regola di comportamento da suggerire: la parola stessa insegna di che cosa si tratti; giova senz’altro moltissimo non allontanarsi mai dalla città, ma tuttavia è questo il prodotto dell’assiduità, non solo essere presente a Roma e nel Foro, ma fare campagna continuamente, chiamare spesso per nome le stesse persone, evitare – per quanto ti è possibile – che qualcuno possa dire che non lo hai pregato, e anzi che non lo hai pregato molto e caldamente.

44  La liberalità, poi, si manifesta largamente: essa è presente nell’uso del proprio patrimonio, che, sebbene non possa arrivare alla massa popolare, tuttavia, se è elogiata dagli amici, è gradita anche ad essa; è presente nei banchetti, che tu fa’ in modo che siano organizzati da te e dai tuoi amici in ogni luogo e tribù per tribù; si rinviene, inoltre, in ogni tua attività: prodigati in essa e rendine tutti partecipi. L’accesso alla tua persona sia sempre aperto, di giorno e di notte, e non solo lo siano le porte della tua casa, ma anche il volto e la fronte, che è la porta dell’anima; se infatti essa lascia sospettare che vi è una volontà chiusa e nascosta, poco conta se le porte di casa siano spalancate. Gli uomini infatti vogliono non solo che si prometta loro – soprattutto ciò che chiedono a un candidato – ma anche che si prometta con generosità e in modo onorevole.

45 Questo, dunque, è un precetto di facile attuazione, che tu mostri che porterai a termine con impegno e di buon grado ciò che prometti di fare. Più difficile, e adatto più alla circostanza che alla tua natura, è che tu rifiuti con cortesia, o non rifiuti affatto, ciò che non puoi fare: dei due comportamenti, tuttavia, il primo è proprio dell’uomo buono, il secondo del buon candidato. Infatti, quando ci viene richiesto ciò che non possiamo promettere con onestà o senza nostro danno, come ad esempio se qualcuno ci chieda di istruire una causa contro qualche nostro amico, occorre rifiutare con cortesia, in modo che tu chiarisca che sei obbligato a farlo, mostri quanto ti dispiaccia rifiutare, e lo convinca che rimedierai in altre circostanze.

46 Ho sentito un tale che diceva questo a proposito di certi oratori, a cui aveva affidato la sua causa, che gli erano risultate più gradite le parole di chi aveva rifiutato che di quello che aveva accettato; così gli uomini sono conquistati dall’atteggiamento e dalle parole più che dal beneficio stesso e dai concreti vantaggi. Ma questo è un comportamento da approvare, mentre all’altro è difficile indurre te che sei un seguace di Platone; d’altra parte, però, io devo provvedere alla circostanza in cui ti trovi. Infatti coloro che tu abbia rifiutato di assistere a causa di qualche dovere ineludibile verso amici possono tuttavia allontanarsi da te in pace e sereni; ma quelli a cui tu abbia negato il tuo appoggio dicendo di essere impedito o dagli affari dei tuoi amici o da cause più importanti o già intraprese, si allontanano con animo ostile e tutti hanno tale disposizione d’animo, per cui preferirebbero che tu mentissi loro, piuttosto che opporre un rifiuto.

47 Gaio Cotta, maestro nelle campagne elettorali, soleva dire che egli aveva l’abitudine di promettere a tutti il suo impegno, a meno che non gli fossero fatte richieste contrarie al proprio dovere, ma di offrirlo realmente solo a coloro, presso i quali riteneva che esso fosse ben riposto; e per questo non diceva mai di no a nessuno, perché spesso capitava un motivo per cui quello a cui aveva promesso non ne usufruisse più, e spesso accadeva che si ritrovasse egli stesso libero dagli impegni presi più di quanto avesse potuto pensare. E diceva che non potrà mai riempirsi la casa di colui che accetta solo gli impegni che prevede di poter sostenere, e che per gioco della sorte accade che le cose che non crederesti possibili si realizzino, quelle che credevi fossero sotto il tuo controllo per qualche motivo imprevisto non si realizzino; perciò deve essere l’ultimo dei pensieri che si adiri colui al quale tu abbia mentito.

48 Questo rischio, se tu fai una promessa, è incerto e lontano nel tempo e riguarda una minoranza di casi; se invece non assumerai l’impegno, ti alienerai sicuramente e subito molte persone; sono molto più numerosi, infatti, quelli che chiedono di potersi avvalere del favore di un altro, che quelli che se ne servono realmente. Pertanto è meno dannoso se qualcuno di quando in quando nel foro si adiri con te, che se lo facciano tutti e di continuo a casa tua; a maggior ragione perché gli uomini si adirano molto di più con quelli che oppongono un rifiuto che con chi vedono che è stato impedito da una ragione grave, ma mostra desiderio di portare a termine ciò che ha promesso se in qualche modo ne sia messo in condizione.

49 Anche se nel mio discorso vi è qualcosa che concerne l’acquisizione di amicizie, come il rispondere con cordialità e il dedicarsi con impegno agli affari degli amici e ai rischi in cui si trovano, tuttavia in questo punto sto trattando dei mezzi con i quali tu possa conquistare il favore popolare, affinché la tua casa sia piena fino a notte, molti vi siano trattenuti dalla speranza del tuo sostegno, e si allontanino da te più amici di quando ti hanno avvicinato, affinché le orecchie del maggior numero possibile di persone siano riempite da parole assai gradite.

50  Resta dunque da dire della reputazione, a cui bisogna dedicarsi con grandissima cura. Ma quanto è stato detto in tutta la parte precedente del mio discorso vale ugualmente anche per esaltare la reputazione: la fama di oratore, l’amicizia dei pubblicani e dell’ordine equestre, il consenso dei nobili, l’affluenza dei giovani, l’assidua presenza di coloro che sono stati difesi da te, il gran numero di persone che appare chiaro siano venuti dai municipi per te, il fatto che la gente dica e ritenga che tu li conosci bene, ti rivolgi loro affabilmente, proponi la tua candidatura con assiduità e diligenza, sei benevolo e liberale; il fatto che la tua casa sia affollata fino a tarda notte, che sia frequentata da persone di ogni ceto, che tutti siano soddisfatti delle tue parole, molti anche della tua attività e del tuo impegno, che si operi per quanto è possibile con impegno, abilità e diligenza, non perché la buona fama sul tuo conto giunga al popolo da parte di queste persone, ma perché il popolo stesso si volga a questo sentimento.

51  Tu hai già guadagnato alla tua causa la moltitudine di elettori delle tribù urbane nonché coloro che conducono le assemblee, nell’occasione in cui hai celebrato Pompeo e hai sostenuto la causa di Manilio e quando hai difeso Gaio Cornelio. Ora dobbiamo suscitare quel tipo di consenso che nessuno finora ha mai ottenuto, senza avere anche l’appoggio di uomini illustri. Bisogna fare in modo che tutti sappiano che vi è la massima considerazione da parte di Pompeo nei tuoi confronti e che è di straordinaria importanza per la sua causa che tu possa conseguire il consolato.

52 Preoccupati infine che l’intera tua campagna elettorale sia piena di pompa, brillante e splendida, ma anche popolare, che abbia il massimo lustro e la massima dignità, e inoltre fa’ in modo che, sempre che possa avere un qualche fondamento, nasca qualche voce infamante nei confronti dei tuoi avversari, di scelleratezza, dissolutezza o di illecite elargizioni, che si adatti ai loro costumi.

53 Inoltre nella campagna elettorale bisogna provvedere a che si riponga in te una speranza fondata per lo stato e una stima di persona onesta; e in questa fase non bisogna lanciarsi in questioni politiche, né nell’assemblea popolare, né in senato. Ma devi ottenere questo: che il senato reputi, dal fatto che ti sei sempre comportato così, che tu sarai il difensore della sua autorità; i cavalieri romani e i gentiluomini benestanti, dalla tua vita passata, che sarai il garante dei loro agi e della loro pace; il popolo, dal fatto che gli sei stato favorevole almeno nei discorsi tenuti in assemblea e in tribunale, che non sarai ostile ai suoi interessi.

54 Queste sono le cose che mi sono venute in mente intorno a quelle considerazioni mattutine, che ti avevo detto di fare ogni giorno mentre ti rechi al Foro: “Sono un homo novus; mi candido al consolato”. Rimane la terza: “È Roma”; Roma, una città composta da una mescolanza di popoli, nella quale dominano molte insidie, molti inganni, molti vizi di ogni genere, nella quale si deve fronteggiare l’arroganza, il disprezzo, la superbia, la malevolenza, l’odio, la molestia di molti. Mi rendo conto che occorre grande saggezza e abilità per evitare, in mezzo a tanti vizi di uomini di ogni genere, l’ostilità, le calunnie, i tranelli, per essere capace di gestire da solo una tale varietà di costumi, di discorsi, di voleri.

55  Pertanto continua ancora senza esitazioni a percorrere la via che hai intrapreso: eccelli nell’eloquenza; da essa i Romani sono catturati, affascinati e sono distolti dall’ostacolarti e dal danneggiarti. E poiché in ciò la nostra città si dimostra particolarmente viziosa, nell’essere disposta a mettere da parte la virtù e la dignità se le viene offerto del denaro, renditi bene conto di chi sei, in modo da capire che tu sei quello che può suscitare un grandissimo timore di un processo e dei rischi che esso comporta. Fa’ in modo che sappiano che sono sotto il tuo controllo e la tua osservazione: avranno timore tanto del tuo attento controllo, della tua autorità, della forza della tua parola, quanto certamente dell’amicizia dell’ordine equestre nei tuoi confronti.

56  Non voglio però che tu prospetti loro queste cose in modo che sembri che stai già preparando l’accusa, ma che tu possa raggiungere più facilmente l’obiettivo prefissato facendo leva su questo timore. Impegnati veramente con tutte le tue forze e le tue facoltà affinché conseguiamo ciò a cui aspiriamo. Sono sicuro che nessun comizio è così corrotto dalle elargizioni di denaro che non ci sia qualche centuria che sostenga con il suo voto, gratuitamente, i candidati a cui sono strettamente legati.

57 Pertanto se stiamo all’erta così come l’importanza della questione richiede e se sollecitiamo al massimo impegno quelli che ci sono favorevoli e se assegniamo il proprio compito preciso a ciascuno dei nostri sostenitori, in particolare ai più influenti tra loro, e se prospettiamo la minaccia di un processo ai nostri avversari e incutiamo timore nei loro intermediari ed esercitiamo un qualche strumento di coercizione sui divisori, sarà possibile ottenere che o non vi siano affatto tentativi di corruzione o che essi non producano alcun effetto.

58 Questo è ciò che ho ritenuto non di conoscere meglio di te, ma di poter più facilmente di te, che sei così occupato, raccogliere insieme e, dopo averlo messo per iscritto, inviarti. Benché queste considerazioni siano state scritte in modo che valgano non per tutti quelli che aspirano a una carica ma specificamente per te e per la tua candidatura, gradirei tuttavia, se ti sembrerà che qualcosa debba essere modificato o del tutto eliminato o se qualcosa mi sarà sfuggito, che tu me lo faccia notare. Voglio infatti che questo manualetto per la campagna elettorale sia ritenuto completo sotto ogni aspetto.

di Quinto Tullio Cicerone (102 a.C. – 43 a.C.)

Lascia un commento

Advertise Here

Foto da Flickr

Guarda tutte le foto

Advertise Here

LINK