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Ladies of science, donne e scienza dell’Irlanda vittoriana nel film di Alessandra Usai

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Ladies of science, donne e scienza dell’Irlanda vittoriana nel film di Alessandra Usai

Pubblicato il 24 novembre 2015 by redazione

Locandina

Ladies of Science: the extraordinary story of Mary Ward and Mary Rosse è un docu-drama diretto da Alessandra Usai e prodotto dalla Snugboro Films che racconta la storia di due straordinarie donne vissute in Irlanda in età vittoriana. Numerosi i successi già collezionati nel 2015, tra cui il premio Capra per il miglior documentario televisivo al Life Fest Film Festival ad Hollywood e il premio per il miglior montaggio al St Tropez International Film Festival, oltre alla partecipazione al Long Island International Film Expo. Ultimi di questa serie sono i riconoscimenti ottenuti a Milano, dove per la prima volta in Italia si è tenuto l’International Filmmaker Festival of World Cinema, interamente dedicato a registi emergenti, durante il quale la Usai si aggiudica il premio per il miglior documentario breve e per il miglior “prodotto scientifico-didattico”.

La narrazione di Ladies of Science, affidata alla voce di Lalla Ward, attrice inglese pronipote di Mary Ward, si articola attraverso i contributi dell’attuale Conte di Rosse Brendan Parsons e di sua moglie Allison, le interviste a ricercatori e professori esperti di astronomia, di fotografia, di ingegneria e storia, e le sequenze recitate per ricostruire due vite ricche di traguardi sia in campo scientifico sia in campo tecnologico, rimaste sconosciute o quasi nell’ultimo secolo.

Mary Ward e Mary Rosse

Da sinistra, Mary Ward e Mary Rosse.

Le vicende delle due scienziate e pioniere ruotano attorno al castello di Birr nella Contea di Offaly.

Qui Mary Rosse (1813-1885) e suo marito William Parsons, terzo Conte di Rosse, iniziarono intorno al 1840 la costruzione del “Leviathan of Parsonstown”: un telescopio di 183 centimetri di diametro che rimase il più grande al mondo per oltre settant’anni, dal 1845 fino alla costruzione dell’Hooker Telescope nel 1917 in California. Quello dei Rosse era considerato una meraviglia ingegneristica. Molte delle tecniche adoperate vennero inventate durante la costruzione del telescopio dato che le dimensioni in gioco erano senza precedenti. Lady Rosse era abile anche nel mestiere di fabbro – qualità ovviamente inconsueta per una donna di quell’epoca e della sua classe sociale – e si occupò di gran parte della costruzione del sostegno in ferro dello strumento.

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Telescopio Leviathan of Parsonstown. (foto di Eric Funston). I più famosi astronomi d’Inghilterra e del mondo venivano a Birr, ma spesso lo strumento non poteva essere utilizzato a causa del cielo nuvoloso. Allora passeggiavano per la tenuta, aspettando che schiarisse e Lady Rosse si prendeva cura di loro intrattenendoli.

 

Disegno della Galassia Vortice di Lord Rosse (1845)

Disegno della Galassia Vortice, di Lord Rosse (1845).

 

Galassia Vortice

La Galassia Vortice (M51A) è una famosa galassia a spirale posizionata nella costellazione dei Cani da Caccia. Subito a destra si vede la sua compagna (M51B). (S. Beckwith (STScI) Hubble Heritage Team, (STScI/AURA), ESA, NASA)

 

La sua potenza andò ben oltre le aspettative: fu possibile per la prima volta osservare le stelle fino alla diciottesima magnitudine. Lord Rosse scoprì così la struttura a spirale di alcuni oggetti nebulosi, che oggi conosciamo come galassie a spirale. Un passo avanti nell’astronomia galattica.

Donna dagli infiniti talenti, Mary Rosse era anche nota come architetto, accentuò infatti lo stile gotico del castello, ne progettò l’arredamento e fece scavare fossati, ma senza dubbio la sua più grande passione era la fotografia. Vera e propria pioniera in questo campo, per i suoi scatti adoperava il nuovo e difficoltoso metodo del collodio umido e creò una camera oscura oggi considerata la più antica al mondo ad essersi conservata integralmente, completa delle sostanze chimiche e delle vecchie lastre in vetro.

La camera oscura nel castello di Birr

Camera oscura. (foto di David Davison)

Mary Ward (1827-1869) fu educata casa dalla governante, come spesso capitava alle ragazze in età vittoriana, e fin da piccola si mostrò interessata alla natura. La frequentazione del castello di Birr, ambiente vivace dal punto di vista scientifico, e di suo cugino William Parsons ebbero grande influenza nel suo percorso intellettuale.

Usò il suo talento artistico per raffigurare ognuna delle fasi di costruzione del telescopio dei Rosse e, grazie ai suoi disegni e alle numerose fotografie di Mary, sua amica e cugina, è stato possibile alla fine dello scorso secolo restaurare il Leviathan.

Fotografia del telescopio di Mary Rosse.

Il telescopio disegnato da Mary Ward.

Introdotta nell’ambiente da suo cugino, entrò in contatto con i più eminenti uomini di scienza e divenne presto conosciuta come artista, naturalista, astronoma e microscopista, senza possedere alcun riconoscimento formale. Bisogna ricordare, infatti, che le istituzioni e le associazioni di norma non accettavano donne tra i loro membri, di conseguenza era quasi impossibile per loro ottenere considerazione in campo scientifico e letterario, almeno fino all’ultimo quarto del diciannovesimo secolo. Tuttavia Mary Ward sviluppò le sue passioni imparando da autodidatta e fu la prima donna a scrivere un libro sul microscopio. Sketches with the microscope, venne pubblicato nel 1858 con lo pseudonimo “The Hon. Mrs W” e ristampato numerose volte negli anni successivi. Determinata e abile divulgatrice, si guadagnò il rispetto da parte degli ambienti scientifici (maschili) scrivendo articoli e libri che illustrava con precisissimi disegni; Telescope Teachings del 1859, fu una popolare introduzione all’astronomia in cui veniva spiegato come ottenere il massimo da un piccolo telescopio.

Sfortunatamente è perlopiù ricordata per le particolari circostanze della sua morte che per i lavori di un’intera vita. L’invenzione delle automobili a vapore ebbe grande sviluppo e diffusione in età vittoriana. A metà del XIX secolo somigliavano a carrozze – grandi ruote posteriori, piccole ruote anteriori, un’altezza anche superiore ai due metri e ingranaggi a vista – e non erano ancora utilizzate per gli spostamenti quotidiani. Lord Rosse ne progettò una che fu poi costruita dai suoi figli. Il 31 Agosto 1869 Mary Ward era a bordo proprio di questo veicolo: nelle vicinanze del castello urtò un marciapiede, lei venne sbalzata in avanti e travolta dalle pesanti ruote. È spesso riportata come la prima morte in un incidente stradale.

Le vite di Mary Rosse e Mary Ward sono state eccezionali per l’infaticabile determinazione con la quale perseguirono le loro aspirazioni. Riuscirono entrambe a conciliare passioni e interessi scientifici con il ruolo che la società vittoriana accordava alle donne della loro posizione: seguire le faccende domestiche, occuparsi della crescita dei figli e sostenere il proprio marito. Lady Rosse ebbe undici figli – solo quattro arrivarono all’età adulta – ed era considerata una perfetta madre e padrona di casa. Di fronte alla storia divenne nota grazie alla fotografia. Era membro della Società Fotografica di Dublino, il suo lavoro era tenuto in altissima considerazione, e nel 1959 ricevette una medaglia d’argento dalla Società Fotografica Irlandese. Il matrimonio di Mary Ward fu tormentato dai problemi finanziari. Suo marito Henry, con cui ebbe otto figli, era un uomo dissoluto, spesso lontano da casa, di conseguenza la maggior parte dei lavori domestici ricadeva sulle sue spalle. Non le restava quindi molto tempo per scrivere e per condurre indagini scientifiche, così poteva studiare solo a tarda notte, dopo aver accompagnato i bambini a letto. Pubblicò diverse opere che ebbero successo, due di queste, infatti, vennero selezionate per l’esposizione internazionale al Crystal Palace, tenuta a Londra nel 1862. Come sua cugina è stata tra le poche figure femminili a poter accedere a fondazioni e circoli scientifici. Accanto alla regina Vittoria e a Mary Sommerville era una delle sole tre donne incluse nell’indirizzario della Royal Astronomical Society.

Segue un’intervista alla regista del documentario.

 

Dedicato a tutte le donne che ancora stanno lottando per le pari opportunità e il riconoscimento dei loro diritti.

 

Federico Fantelli (F.F.) Come sei venuta a conoscenza di queste due figure femminili?

Alessandra Usai (A.U.) Vivo a Dublino dal 2011 e dal 2012 faccio parte di un gruppo di Filmmaker della città. Attraverso questo gruppo sono riuscita a introdurmi all’interno di alcune case di produzione cinematografiche tra cui la Snugboro Films che ha prodotto il mio ultimo documentario. Sono una persona molto creativa, ma per qualche ragione in quel periodo non riuscivo a pensare un progetto ambientato in Irlanda, tutti i lavori che stavo seguendo riguardavano l’Italia. Così a Settembre 2012 partecipai a un brainstorming presso l’ufficio della Snugboro Films a Dublino. C’erano altri scrittori e filmmakers come me, ognuno di loro avrebbe presentato un progetto per partecipare a una competizione locale chiamata 48 Hours Film Project. Durante quell’incontro feci conoscenza con Anne Lagarrata, scrittrice specializzata in temi femminili, che in quell’occasione propose uno script basato sulle figure di Mary Ward e Mary Rosse. La sceneggiatura era incentrata sulla forte amicizia e complicità che si era instaurata tra le due. Rimasi affascinata immediatamente dalle loro forti personalità: volevo assolutamente entrare a far parte di quella produzione. Dopo qualche giorno mi fu affidata la regia – non dovetti faticare molto, bastarono una email al produttore, una alla scrittrice e l’incarico fu assegnato a me! È così che scoprii queste figure, ma fu solo durante la realizzazione del cortometraggio Ladies of Birr che mi interessai realmente alle loro vite: due pioniere scienziate la cui memoria era caduta nell’oblio. Una storia davvero potente e un’ottima opportunità per mostrare le mie capacità.

 

F.F. Com’è nata l’idea di girare un documentario sulle loro vite?

A.U. Dopo aver concluso il cortometraggio mi sentivo in qualche modo debitrice nei loro confronti, sentivo di non aver realizzato un opera che restituisse la giusta gloria a queste due donne straordinarie. Così iniziai a pensare, insieme al produttore (Liam Grant), a un documentario con formato televisivo. In realtà una prima idea in questa direzione la ebbi già durante la fase di pre-produzione di Ladies of Birr, quando scoprii tanti particolari delle loro storie che prima non conoscevo… o meglio, che nessuno conosceva! Non sapevamo, infatti, che Mary Ward avesse scritto libri di astronomia, che fosse una delle poche donne nella lista della Royal Astronomical Society e che fosse stata la prima persona a morire in un incidente stradale. Per Mary Rosse, invece, ignoravamo che ricevette una medaglia per la fotografia, (prima donna a ricevere questo premio) e che il telescopio di Birr – da lei finanziato e costruito assieme al marito – rimase il più grande del mondo per quasi cent’anni! Insomma, il corto aveva un ottimo script, era profondo e poetico, ma era una fiction su due persone quasi del tutto sconosciute che a mio parere meritavano di essere celebrate per quello che realmente avevano compiuto. Decisi di farlo nel Marzo del 2013 con un documentario che raccontasse questa storia rimasta inedita perfino in Irlanda.

 

F.F. Quanto è durata e come si è svolta la ricerca delle fonti?

A.U. La ricerca è iniziata nel mese di Aprile 2013, mentre il primo report con tutta la documentazione è stato consegnato a Maggio. Nei mesi successivi ho lavorato allo script del progetto e nel frattempo sono venuta a sapere dell’esistenza di otto diari appartenenti a Mary Ward. Non fu facile trovarli e nemmeno leggerli e tradurli perché si trattava di libretti minuscoli (alti dieci centimetri e larghi cinque), la scrittura era altrettanto piccola e molte parole erano state cancellate dal tempo. Ci vollero mesi per connettere le parti interessanti e capire come introdurle nel documentario, ma questi scritti sono stati assolutamente necessari per tracciare la storia e mettere in luce la parte umana e forse un po’ femminista delle due Mary.

Le persone che hanno lavorato a questo progetto sono circa sessanta tra crew e cast. Siamo riusciti a rintracciare tantissimo materiale originale appartenuto o legato alle due donne: progetti architettonici, dipinti, fotografie, lettere (tra cui spicca una lettera della regina Vittoria a Mary Rosse), e, ovviamente, quaderni e libri di Mary Ward. La maggior parte sono custoditi nell’archivio del castello di Birr, dimora di Lady Rosse, dove tutt’ora si trovano i mobili da lei disegnati, la sua camera oscura e il grande telescopio. Questo lavoro di ricerca è stato possibile anche grazie al costante aiuto di Lalla Ward e del Conte di Rosse che mi hanno supportata durante tutte le fasi della produzione, agevolando l’accesso a luoghi e documenti originali. Per la parte “drama” molte volte è stato necessario ricostruire il set in altre location a Dublino, ma devo dire che la più importante che abbiamo utilizzato rimane il castello dei Rosse.

 

F.F. Dietro a Ladies of Science c’è stato un grande lavoro di ricerca e di studio delle fonti (libri, diari, lettere, progetti, disegni etc.). Credi che fra il tuo documentario e una ricostruzione storica ci siano differenze riguardo ai contenuti?

A.U. C’è stata indubbiamente un’importante fase di raccolta dei documenti e dei materiali originali, seguita dal loro studio, e devo dire che questa è la parte che più mi entusiasma in un progetto. Il formato che abbiamo scelto per il documentario è storico/biografico e di conseguenza un accurato lavoro di ricerca era necessario; da questo punto di vista ritengo che non ci siano grosse differenze di contenuto tra Ladies of Science e un testo storico. Sicuramente, invece, cambia la forma di comunicazione e la strutturazione del soggetto. La nostra sceneggiatura segue un modello biografico in cui vengono connessi tutti gli elementi che hanno reso uniche le vite delle due scienziate. Per questo abbiamo messo in luce la condizione della donna nella società vittoriana e il loro lato umano. In un testo accademico forse avrebbero affrontato solo uno degli argomenti che ho trattato, puntando alla completezza. Io invece ho voluto rappresentare contemporaneamente due figure femminili, ho “ingarbugliato” la sequenza degli eventi e li ho selezionati, come per certi versi avrebbero fatto in un film storico. In questo genere di film è possibile prendersi delle libertà artistiche, omettere alcuni dettagli per rendere il soggetto più accattivante, con il rischio di crearne uno totalmente nuovo, lontano dalla realtà. Ce ne sono poi altri in cui la storia è romanzata – di solito per necessità commerciali -, mentre il contesto storico è fedelmente riprodotto; ne è un esempio la serie televisiva I Borgia, prodotta dalla BBC.

Ladies of Science è in ogni caso un documentario e come regista ho sentito la responsabilità di trattare ogni informazione storica in maniera accurata e dettagliata.

 

F.F. Che rapporto hai instaurato con queste due donne? Cos’è che rende attuale il loro esempio?

A.U. Come dicevo, sono rimasta immediatamente affascinata dalle loro figure, ma ci sono due elementi che mi hanno colpita particolarmente. Il primo è l’amicizia e il reciproco supporto che le legava. Credo sia stato un elemento fondamentale nella loro vita, in particolare per l’influenza che Lady Rosse ebbe su Mary Ward – anche grazie a lei la più giovane riuscì a costruirsi una carriera come scrittrice di astronomia ed entomologia. Penso che la solidarietà e la collaborazione tra colleghi e amici sia un ottimo strumento di crescita personale e lavorativa. Ho imparato tanto dalla loro relazione e ho cercato di metter in pratica il loro esempio nel mio lavoro promuovendo e supportando altre colleghe e colleghi e condividendo le mie esperienze. In questo modo sono riuscita a coinvolgere in questo progetto un enorme numero di persone, e alla fine la mia storia e diventata anche la loro! L’altro elemento che mi ha colpito è il coraggio e la determinazione con la quale queste due donne svolgevano le loro attività, oggi può forse sembrare una cosa scontata lavorare come scrittrice o come fotografa, ma ai tempi non lo era. Inoltre Mary Ward non viveva in una condizione economica e familiare facile: il marito era spesso assente e lei si trovava da sola a dover badare ai suoi otto bambini e a mandare avanti la casa. Attraverso il suo diario ho cercato di capire i sentimenti di questa giovane donna, che affrontava la sua vita con coraggio e determinazione, senza mai lamentarsi.

Realizzare un documentario di questa portata in Irlanda, per una regista, donna e italiana, non è stato semplice, ma grazie all’esempio che ho ricevuto dalle mie due Mary sono riuscita a portare a termine il progetto. Nei momenti di difficoltà bastava pensare a loro, a cosa avrebbero fatto se fossero state al mio posto e la risposta arrivava immediatamente: non si sarebbero arrese, avrebbero lavorato duro, senza farsi inibire dai limiti della società in cui vivevano. Questo è sicuramente un grande insegnamento che lasciano in eredità al mondo femminile ed è ciò che rende attuale la loro storia.

di Federico Fantelli

 

Linkografia

Trailer di Ladies of Science:
https://vimeo.com/130765907

Link al cortometraggio Ladies of Birr: https://plus.google.com/109273205326836900307/posts/UAx67WWjfnz

http://www.ladiesofscience.com/

http://filmfestinternational.com/issue-4-november-2015-milan-film-the-magazine/

http://parsonstown.info/people/

https://www.offalyhistory.com/reading-resources/history/famous-offaly-people/mary-ward-1827-1869

https://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_2457.html

http://www.birrcastle.com/science/

http://snugborofilms.com/portfolio/ladies-of-science/

http://www.alessandrausai.com/

(si ringraziano “Birr Castle e il conte di Rosse” per la concessione delle immagini dell’epoca)

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