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Hayao Miyazaki, cantastorie antico dalla mano umana, ci riporta nel Paradiso della nostra infanzia

Pubblicato il 20 aprile 2019 by redazione

Hayao Miyazaki nasce a Tokyo nel 1941 da una famiglia piuttosto agiata. Dopo essersi laureato in Scienze politiche ed Economia, entra a far parte della Toei e qui incontra Isao Takahata (suo futuro collaboratore di lunga data) e Yasuo Ōtsuka (suo maestro nonché pioniere del primo lungometraggio animato a colori prodotto in Asia). Iniziata la sua carriera come collaboratore, grazie al suo talento e alla sua creatività riuscirà a staccarsi dalla Toei per approdare alla A Productions. Ma la vera svolta avviene nel 1982 con la pubblicazione del manga Nausicaã della valle del vento sulla rivista Animage che gli avvale successivamente la realizzazione dell’animazione omonima (che uscirà nelle sale nel 1984) e, un anno dopo, la fondazione di una propria casa di produzione: lo Studio Ghibli.

Tra le sue tematiche più frequenti abbiamo: il rapporto uomo- natura, la paura per ciò che è diverso e l’ecologismo in Nausicaã della valle del vento, Principessa Mononoke e Ponyo sulla Scogliera; il pacifismo e la tendenza dell’uomo ad autodistruggersi in Il castello errante di Howl e nuovamente la Principessa Mononoke; il rapporto dell’uomo con sé stesso e la concezione dualistica dei personaggi negativi in La città incantata, Ponyo sulla scogliera, Il castello errante di Howl e Porco Rosso; l’amore, il calore della famiglia e dell’amicizia in Il mio vicino Totoro, LaputaCastello nel cielo, Kiki, Consegne a domicilio e ArriettyIl mondo segreto sotto il pavimento. Infine, il tema della magia e della mitologia nipponica presente in moltissimi dei suoi capolavori.

 

 

Quest’ampia trattazione tematica può essere spiegata anche in relazione al fatto che l’autore considera il pubblico come qualcosa a lui estraneo. Miyazaki infatti non ha un target di riferimento, ma finalizza tutto il suo lavoro alla creazione di un’opera completa che possa perdurare nel tempo.

A questo proposito, lo stesso Miyazaki dichiarava in un’intervista: “Io credo che i film non debbano essere fatti per un temporaneo senso di catarsi. Quello che cerco è un mondo che non sia mai stato visto prima, ma che nel contempo è qualcosa di bello e accettabile per i bambini.”

Tutti i suoi film sono carichi di significati e di messaggi nascosti, il che talvolta li rende dei veri e propri cartoni “per adulti”. Ma non mancano anche opere adatte ai più piccoli, come la bellissima fiaba avventurosa sull’amore infantile Ponyo sulla scogliera, che lo stesso Miyazaki definisce “Un film per bambini di cinque anni che non capiscono il mondo e dove gli adulti si rilassano venendo messi nella stessa condizione”.

Un’altra costante delle sue opere sono proprio i bambini o gli adolescenti, protagonisti della maggior parte dei suoi lungometraggi. L’autore infatti usa l’innocenza e la purezza dei bambini come chiave di lettura della vita, che risalta proprio dal confronto con personaggi negativi (per lo più adulti incapaci di resistere alle insidie della corruzione, come accade ai genitori di Chihiro di fronte al cibo ne La città incantata o alla strega delle Lande Desolate de Il castello errante di Howl che si lascia sopraffare dalla gelosia nei confronti di Howl).

Proprio Miyazaki a proposito dell’infanzia dice “Ho compreso che il paradiso risiede nei ricordi della nostra infanzia. In quei giorni eravamo protetti dai nostri genitori ed eravamo innocentemente incoscienti dei tanti problemi che ci circondavano. Per tanto, quando si cerca il paradiso, è necessario tornare con la memoria alla propria infanzia.”

Spesso questi personaggi sono giovani donne o bambine, per le quali Miyazaki dice di ispirarsi alle donne del suo studio, delle quali ne cattura “l’essenza” e non il fisico o le facce, dove preferisce servirsi di volti più semplici da disegnare.

Per quanto riguarda il successo commerciale, invece, l’autore non lo ritiene l’obiettivo primario, sebbene non neghi che talvolta ciò sia essenziale per proseguire nel proprio lavoro.

Il risultato finale a cui Miyazaki vuole arrivare è un apprezzamento globale da parte del pubblico: lo scopo è che il film possa diventare “Un amico per tutta la vita”, e in questo risiede il suo vero valore. Riguardo al successo internazionale, questo viene considerato come un bonus che può essere preso in considerazione anche in un secondo momento.

Questo grande artista nipponico punta proprio alla valorizzazione della pellicola come vera e propria opera d’arte, frutto di un finissimo lavoro artigianale. Come dice lo stesso Miyazaki “ L’animazione ha bisogno della mano umana”, ancor più in un’epoca dove l’animazione è ormai un mero prodotto della computer graphic. Per questo nell’universo creativo di Miyazaki, ogni cosa è realizzata a mano, partendo dai disegni dei personaggi arrivando agli sfondi, e solo in un secondo momento l’intera produzione viene perfezionata al computer per esaltare la vivacità dei colori e catturare l’attenzione dello spettatore.

E’ grazie a tutto questo impegno e lavoro che Hayao Miyazaki può essere considerato un vero cantastorie in grado non solo di narrare una fiaba, ma anche di trasportare lo spettatore (che sia bambino o adulto) nel mondo magico della sua fantasia.

di Francesca Pich

 

Piccola Cineca

Wan Wan chushingura (1963)

Okami shonen Ken (1963)

Shonen ninja kaze no Fujimaru (1964)

Hustle Punch (1965)

Gulliver no uchu ryoko (1965)

Rainbow sentai Robin (1966)

Sally la maga (1966)

La grande avventura del piccolo principe Valiant (1968)

La grande avventura del piccolo principe Valiant (1968)

Il gatto con gli stivali (1969)

Moomin (1969)

Sora tobu Yureisen (1969)

Lo specchio magico (1969)

Sabakuno tami (1969)

Le avventure di Lupin III (1971)

Gli allegri pirati dell’isola del tesoro (1971)

Ali Baba to 40 piki no tozoku (1971)

Hela Supergirl (1971)

Panda kopanda (1972)

Akado Suzunosuke (1972)

Yuki no taiyo (1972)

Sam il ragazzo del West (1973)

Panda Kopanda: Amefuri circus no maki (1973)

Samurai Giants (1973)

Heidi (1974)

Il fedele Patrashe 1975)

Marco (1976)

Rascal, il mio amico orsetto (1977)

Le nuove avventure di Lupin III (1977)

Saraba itoshiki Lupin yo (1977)

Conan, il ragazzo del futuro (1978)

Conan, il ragazzo del futuro (1978)

Lupin III – Il castello di Cagliostro (1979)

Anna dai capelli rossi (1979)

Super Robot 28 (1980)

Space Adventure Cobra (1982)

Nausicaä della Valle del Vento (1982)

Shuna no tabi (1983)

Hayao Miyazaki no zasso note (1984)

Nausicaä della Valle del Vento (1984)

Il fiuto di Sherlock Holmes (1984)

Laputa – Castello nel cielo (1986)

Il mio vicino Totoro (1988)

Akai Crow to yureisen (1989)

Hikotei jidai (1989)

Kiki consegne a domicilio (1989)

Nandaro (1992)

Porco Rosso (1992)

Sora iro no tane (1992)

Nandaro (1992)

Mimi wo sumaseba (1995)

On Your Mark (1995)

La leggenda di Zorro (1996)

Principessa Mononoke (1997)

Koro no dai-sanpo (2001)

Kujiratori (2001)

La città incantata (2001)

Mei to Konekobasu (2002)

Ornithopter monogatari (2002)

Il castello errante di Howl (2004)

Mizugumo Monmon (2006)

Yadosagashi (2006)

Hoshi wo katta hi (2006)

Ponyo sulla scogliera (2008)

Karigurashi no Arrietty (2010)

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Hayao Miyazaki si butta sui video giochi realizzando Ni no Kuni

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Hayao Miyazaki si butta sui video giochi realizzando Ni no Kuni

Pubblicato il 20 febbraio 2013 by redazione

Ni no Kuni è un videogioco ideato da Level –5, che ha destato particolare attenzione tra il pubblico dei gamers poiché alla sua realizzazione ha partecipato, come responsabile di artwork e animazione, niente meno che lo Studio Ghibli. Il gioco, il cui nome significa letteralmente Seconda Nazione, ma che può anche significare Mondo parallelo, è fondamentalmente un RPG (ovvero gioco di ruolo) ed è uscito in Giappone sia su piattaforma Playstation 3 sia per Nintendo DS. In Italia è stata realizzata solamente la versione per Playstation3, per problemi di traduzione del libro cartaceo allegato, necessario per utilizzare il gioco su Nintendo Ds. L’uscita del gioco in Giappone risale al 9 Dicembre 2010, mentre in Italia è avvenuta solo il 31 Gennaio di quest’anno.

La storia, pur avendo l’aspetto quasi fiabesco e colorato delle meravigliose produzioni Ghibli che ormai tutti conosciamo, inizia in modo tragico. La madre del protagonista, Oliver, legato dal destino a un altro mondo fantastico, muore a seguito di un incidente architettato da forze oscure. Il nostro eroe, solo e sconsolato, si ritrova a piangere abbracciando il suo bambolotto di pezza, regalatogli dalla madre. Ad un certo punto il pupazzo prende vita, diventando Lucciconio, il signore delle fate alla ricerca di un ragazzo puro di cuore capace di salvare il mondo fatato dal quale questo essere proviene. E qui avrà inizio la non semplice avventura di Oscar, che si ritroverà in un universo dove esiste una copia di ogni persona presente nel mondo dal quale proviene (compresa quindi, una sostituta della madre) alla ricerca dei sentimenti, persi dalla popolazione nel corso delle ere.

Cosa differenzia Ni no Kuni dagli altri giochi presenti nei negozi di videogames?

Inanzitutto il fatto che si tratti di un gioco di ruolo, un settore dei videogiochi poco apprezzato in Italia, che preferisce lasciare spazio ai giochi sparatutto o di lotta.

La cosa però più stupefacente di tutto il gioco è senz’altro la grafica realizzata dallo Studio Ghibli. Giocare a Ni no Kuni è come ritrovarsi in un film di animazione, dove è possibile ammirare la cura quasi maniacale riposta nei minimi dettagli. Alle classiche cinematiche realizzate attraverso il software del videogame si alternano veri e propri cartoni animati in puro stile Ghibli e ogni ambientazione è particolare e trasuda un’atmosfera magica da sogno, dove ogni paesaggio è diverso dall’altro per non annoiare il giocatore durante le fasi di esplorazione.

Pochi altri videogiochi possono vantare una grandiosità artistica come quella presente in Ni no Kuni. Pur avvalendosi di software moderni, è chiaramente visibile come ogni scenario e ogni singola immagine sia stata lavorata dalle mani certosine degli artisti dello Studio Ghibli e ogni località incontrata durante il percorso del protagonista sia in grado di trasmettere quelle sensazioni di magia e di sogno che solamente questi grandi artisti nipponici sono in grado di fare. Sarà difficile resistere a tanta bellezza.

La mappa del mondo è tridimensionale, e permette di vedere in tempo reale i nemici che si trovano nei dintorni, in modo da poterli nel caso evitare.

Il gioco si rifà, soprattutto riguardo allo stile usato per i combattimenti e al compito riservato al protagonista di collezionare un certo numero di esserini (detti Famigli), al famoso gioco di ruolo  Pokemon realizzato dalla Game Freak, ma lo fa in maniera più innovativa e creativa, dimostrando che questo genere è tutt’altro che morto, e può anzi essere modernizzato e perfezionato. Un gioco semplice, ma solo all’apparenza, tanto per fare un esempio, infatti, i punti magia e vita non si rigenerano automaticamente, come succede in quasi qualsiasi altro videogame, ma, come avverrebbe in una vita più verosimile, il giocatore è costretto a cercare spesso zone di salvataggio, difficilmente raggiungibili, e a fare un uso continuo di oggetti, o a visitare locande per riprendere le forze.

Nomina del tutto meritata anche alla colonna sonora, realizzata da Joe Hisaishi, già collaboratore dello Studio Ghibli, e sapientemente suonata dalla Tokyo Philarmonic Orchestra.

Al momento il videogame è montato su una scheda da 4gb, la durata di gioco si aggira intorno alle 50 ore e sono già previste delle espansioni, rilasciate sia in forma gratuita che a pagamento.

Ni no Kuni ha raggiunto le classifiche di valutazione tra le più alte registrate nei videogiochi esistenti, andandosi a posizionare con un punteggio di 36/40 su una nota rivista giapponese specializzata nel settore.

Quando venne annunciata l’uscita del gioco vennero ordinate dai negozianti nipponici ben 600.000 copie, un numero più elevato di qualsiasi altra game realizzato precedentemente da Level-5 e durante la prima settimana di vendite è risultato il secondo bestseller della regione, vendendo 170,548 copie. Nel Febbraio 2011 erano state vendute oltre 500.000 copie.

Una chicca quindi nel mondo dei giochi di ruolo, dove il cinema di animazione si fonde con i videogames, e dove, attraverso la partecipazione in prima persona, per la prima volta riusciamo a catapultarci in quello che è sempre stato il magico e incredibile mondo fatato dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki, che nonostante gli anni, riesce sempre ad affascinarci.

di Francesca Pich

Sitografia

http://buddhagaming.it/ni-no-kuni-recensione/

http://www.webnews.it/2013/02/04/ni-no-kuni-il-gdr-giapponese-conquista-leuropa/#ixzz2LIJAInRP

http://gadget.wired.it/top100/videogiochi/2013/02/17/ni-no-kuni-89923.html

http://www.spaziogames.it/recensioni_videogiochi/console_playstation_ps3/14180/ni-no-kuni.aspx

http://it.wikipedia.org/wiki/Ni_no_Kuni

 

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