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Paris : La ville Lumière

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Paris : La ville Lumière

Pubblicato il 15 dicembre 2012 by redazione

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Torre Eiffel

Estate 2010, quattro amici, tutti studenti. La settimana tra la fine di luglio e l’inizio di agosto è sempre la più consona per organizzare un viaggio tra universitari. Il mare è solitamente una meta molto ambita in questo periodo ma, per chi al mare può far visita tutto l’anno, una capitale come destinazione rappresenta un buon compromesso per tutti! Si parte la mattina del 29 luglio alla volta di Parigi.

E’ garantito che uno dei modi più sicuri per mettere a repentaglio la propria vacanza sia la data di scadenza di un documento di identità, specie quando non si possiede il passaporto. Il check-in dell’aeroporto miete la sua prima vittima e una dei “fantastici quattro” intraprende da questo momento una lunga trafila che la condurrà nella città francese con circa 10 ore di ritardo.

Dopo essere atterrati  a Parigi e aver preso il treno per avvicinarsi al centro, una delle prime ed istintive reazioni è quella di appoggiare una mano sulla borsa e stringerla sotto il braccio. Il clima in metropolitana appare teso, sembra di essere sempre nel centro del mirino di qualcuno che non si può vedere, ma si percepisce. Poco male, l’aspettativa della città è troppo alta perché possa essere rovinata da un’impressione.

Dopo essersi muniti di cartina e mappa della capitale la prima tappa è l’albergo: un due stelle nei pressi della Gare du Nord, ciò che le finanze di quattro “disoccupati” avrebbero consentito! Alla reception l’albergatore è gentile, ed è comprensibile dal momento che la stanza prenotata si trova in cima, al 7° piano senza ascensore. Le scale affaticate dai pesanti bagagli si rivelano una vera impresa, ma la camera in cui arriviamo è meravigliosa. Una quadrupla situata nel sottotetto con uno stretto bagno, due letti matrimoniali, una piccola finestra verticale, una moquette a fiori e nient’altro. Forse non il massimo del confort, ma un modello di riservatezza e tranquillità.

Anche se è già pomeriggio inoltrato non si può non saltare sulla prima metropolitana e andare a vedere la Tour Eiffel, facendo prima una capatina a l’Hotel desInvalides . Una cosa si comprende subito mentre si cammina per Parigi: l’atmosfera è densa, ricca, stimolante. Non importa che siano le 17.00 di un nuvoloso giorno di luglio, la magia di questa città si percepisce sempre. Una crepes presa al volo ad un baracchino e mangiata per strada, e il resto della serata si trascorre sul prato davanti alla gigantesca torre della città aspettando l’atterraggio della quarta amica. Dopo l’attesa a una fermata dei mezzi pubblici a mezzanotte e il ritorno all’hotel in pullman appare chiara la pericolosità della capitale, eppure allo stesso tempo se ne percepisce il tono fiero e vitale. Si ripropone la stessa sensazione provata la mattina in metropolitana: sembra sia il prezzo da pagare per poter assaporare la bellezza di questa città.

Muse d'Orsay

Muse d’Orsay

Notre Dame, Muséed’Orsay e la Conciergerie

Sveglia alle 8.00 come tutte le mattine, sono solo 4 i giorni a disposizione per la vacanza e a Parigi le cose da vedere sono troppe. Non si può cominciare la giornata senza un croissant, un caféaulait e una baguette appena sfornata da portarsi dietro come compagna di viaggio. Tutto rigorosamente servito ad un bar ed una panetteria vicini all’albergo, dal momento che la prima colazione non è compresa nel prezzo dell’Hotel! Le brioches francesi sono composte da numerosi strati di pasta sfoglia che si restringono come una matriosca man mano che si avvicinano al cuore del dolce. Sono friabili, ma non risultano mai asciutte e secche, una bontà ! E il pane ha un profumo e una consistenza poche volte ritrovati in Italia.

La prima tappa è Notre Dame. All’unanimità si decide di prendere i mezzi di trasporto solo fino in centro e poi di proseguire a piedi: una bella camminata lungo la Senna dove si possono apprezzare alcuni banchetti che vendono vecchie stampe di Parigi, piccoli quadri e qualche giornalino antico. Giunti alla meta, la prima cosa che si osserva è che la Cattedrale e l’atmosfera che la circonda, hanno poco a che vedere con quelle descritte da Victor Hugo nella sua opera “Notre Dame de Paris”.

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Notre Dame

Oggi la costruzione si staglia contro un cielo azzurro ed è circondata da centinaia di turisti di tutte le nazionalità che si discostano molto dai gitani della corte dei miracoli. La visita della cattedrale è gratuita per gli studenti come tutte quelle dei musei e dei monumenti storici, caratteristica sicuramente apprezzabile ed elogiabile della città.

Una volta usciti dalla meravigliosa Chiesa la meta seguente è la Conciergerie: essa fa parte del Palazzo di Giustizia ed è stata una prigione utilizzata a partire dal 1391. Racchiude in sé anni narrati sui libri di storia: carcere principale durante la rivoluzione francese ha ospitato alcuni tra i più importanti personaggi francesi come Robespierre, Maria Antonietta  e Danton. Alcune celle possiedono un letto ed una scrivania poiché appartenevano alle persone più abbienti. Altre non hanno nemmeno una branda, erano umide, fredde e offrivano solo un po’ di fieno sparso sul terreno. La visita non è tra le più spettacolari della città, ma lascia spazio alla riflessione e all’immaginazione se si tiene in conto di trovarsi nel luogo considerato, un tempo, il passo che precedeva la ghigliottina. Sicuramente non lascia un’impressione serena né rilassata !

Per riprendersi dallo shock però non esiste niente di meglio di un grande museo di arte impressionista e così ci si dirige verso l’ultima tappa della giornata: le musée d’Orsay. Lo spettacolo inizia all’esterno del museo poiché la via è popolata da artisti di strada che ripropongono i quadri colorando l’asfalto con i gessetti.

Questa è Parigi: oltre a racchiudere un’elevata percentuale di beni artistici mondiali, il suo valore è conservato nei suoi quartieri, lungo i suoi marciapiedi e sulle sue scalinate. In ogni angolo c’è vita, in ogni piazza c’è arte. Il museo ospita tra le più famose opere impressioniste e post-impressioniste; si possono ammirare i quadri di Gauguin, Renoir, Cézanne. Inoltre si ritrovano le opere maggiori di Degas, con le sue ballerine danzanti, “ Colazione sull’Erba” di Manet, gli autoritratti di Van Gogh e naturalmente le meravigliose ninfee di Monet: un enorme intreccio di colori e onde, in cui ogni pennellata sembra increspare l’acqua dello stagno e i petali dei fiori… Il fascino del d’Orsay non dipende solo dalle opere che custodisce, ciò che colpisce infatti è che in realtà si tratta di un’antica stazione ferroviaria costruita nell’800 e dismessa in poco tempo, al cui interno si può ancora ammirare il grosso orologio in ferro battuto destinato a guidare i viaggiatori in partenza e in arrivo, un’atmosfera altamente suggestiva!

Sacre Core

Sacre Core

Sacré Coeur, Montmartre, Moulin Rouge

Il secondo giorno non si può non ammirare la imponente basilica del Sacro Cuore. Essa è preceduta da due lunghe scalinate laterali e, posizionata nel punto più alto di Parigi, le sue tre cupole si stagliano contro il cielo francese. La basilica cristiana è stata costruita nell’800, e terminata alla fine della prima guerra mondiale. La sua cripta conserva alcune reliquie, tra cui si presume risieda anche il Sacro Cuore di Gesù. Al di fuori della Chiesa l’atmosfera è nuovamente ricca e colorata, sulle gradinate gli artisti di strada intrattengono i turisti con i più svariati spettacoli: chi intraprende acrobazie in equilibrio su qualche corrimano con un pallone e musica di sottofondo, chi si dedica a trucchi di magia, chi a scenette comiche e divertenti. Il culto religioso si mescola alla stravaganza mondana eppure insieme le due cose non stonano, come spesso ama dimostrare la Francia, antico e moderno possono andare d’accordo.

Nonostante il Sacré-Coeur si trovi sopra a Montmartre la decisione è quella di partire dall’alto e scendere nell’antico quartiere con calma e tranquillità per gustarne ogni dettaglio. E infatti è stupendo e cela sorprese in ogni angolo; sembra di uscire per un momento dalla grande città ed entrare in un paesino antico: creperie e ristorantini tipici in ogni angolo, negozi di souvenir  e dolciumi e, naturalmente, la piazza degli artisti. Racchiuso tra quattro mura di antiche abitazioni appare il luogo in cui pittori e ritrattisti mostrano le loro opere e le loro capacità: c’è chi disegna col carboncino, chi ritrae volti di un colore rosso ocra, chi crea caricature e chi dipinge colorati scorci parigini; la piazza brulica di cavalletti e tele, di pittori e turisti pronti a proporsi come soggetti da ritrarre…per un attimo ci si immerge nell’arte e si dimenticano il tempo e lo spazio circostanti. Risulta difficile immaginarsi un Montmartre ottocentesco, caratterizzato da prostituzione e loschi traffici, da violenza e criminalità; oggi quel vecchio quartiere sembra scomparso forse lasciando alcuni turisti come noi addirittura inconsapevoli della sua storia.

Terminata la prima parte della giornata, non si resiste dal fare visita al Moulin Rouge: d’altra parte può apparire come un affronto non andare in un luogo così accuratamente descritto da uno dei più popolari musical moderni! Il quartiere oggi è abitato più che altro da afro-americani i cui vestiti ne colorano le strade con tonalità accese, tutt’intorno si possono notare soprattutto night club e sexy shop di ogni genere, insomma una rivisitazione dell’epoca bohemien in chiave contemporanea !

Solo la sera si può davvero comprendere perché Parigi venga chiamata la “città delle luci” ,e ancor di più, se si osserva dal primo piano della Tour Eiffel. La torre si può scalare in tutta la sua altezza, la terrazza intermedia si raggiunge con l’ascensore o a piedi (dopo cena è un ottimo metodo per bruciare calorie), a quella più alta invece non si può arrivare con le proprie gambe. All’imbrunire le ombre aumentano gradualmente e sempre gradualmente le luci cominciano ad accendersi. Una volta terminati  i gradini si apre davanti agli occhi un panorama incredibile: tutta la città è ora illuminata e si possono notare i monumenti più famosi, il parco sottostante, la Senna che attraversa la capitale tagliandola nel mezzo.

A questo punto conviene attendere la mezzanotte prima di dirigersi verso casa poiché anche la costruzione sulla quale ci si trova si illumina di mille lampadine che sembrano farla brillare dalla numerosità e la velocità con cui si alternano: un vero spettacolo!

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Louvre Museum

Louvre, Les Tuileries, Les Champs  Elysées

La tappa principale della terza giornata è il museo del Louvre. L’edificio che inizialmente era una fortezza a scopo difensivo, fu trasformato in abitazione reale da Carlo V e oggi contiene uno dei musei più grandi al mondo. Il Louvre custodisce talmente tante opere di importanza mondiale che è difficile poter descrivere l’esperienza provata durante la sua visita. Solo il palazzo è uno spettacolo immenso per la sua posizione e la sua estensione, le meraviglie che racchiude attirano ogni genere di visitatore e sono così numerose che ognuno ne può apprezzare dettagli e forme differenti.

Bisogna farsi guidare dalla curiosità e dall’ interesse personali, farsi rapire da ciò che maggiormente attira la propria attenzione. Poco distante da questo palazzo sorge quello fatto costruire nel ‘500 da Caterina de Medici.

Davanti alle Tuileries se ne estendono i giardini, oggi enorme parco aperto al pubblico ricco di svariate attrazioni. Si può osservare un’alta ruota panoramica che lascia spazio alle fantasie romantiche di numerosi passanti, probabilmente chi ha accanto la sua dolce metà potrà sperimentare le brezza della vista dei giardini la notte, chi ancora la sta cercando indubbiamente penserà che quella sarà una delle prime mete da visitare insieme… Attraversare il parco è una gioia per gli occhi e per lo spirito: ad ogni angolo ci sono aiuole con fiori colorati, piccoli gazebi che vendono bibite e gelati, persino qualche pony che attende di fare la felicità dei bambini caricandoseli sulla schiena e scarrozzandoli in ogni direzione!

Non sono solo le attrazioni però ad essere interessanti: Parigi è talmente bella che a volte si dimentica che sia una città vissuta da gente comune, dalla quotidianità delle persone che escono dal lavoro e mangiano qualcosa sedute su una panchina, dai ragazzini che finiscono la scuola, dalle persone anziane che passeggiano, dalle mamme con le carrozzine, dalle coppie che si danno i primi appuntamenti; è questo  uno dei lati più affascinanti delle Tuileries.

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Chamsps Elysee

Uscendo dai giardini si arriva in Place de la Concorde con il suo famoso obelisco e da questa si  può imboccare la via degli Champs-Elysées . All’inizio il viale si estende tra gli alberi e le panchine e non è improbabile immaginarsi come sarebbe in autunno, disseminato da foglie gialle e rosse mosse dal vento. Proseguendo la strada diventa piuttosto caotica e movimentata, permette ai turisti una densa attività di shopping grazie ai numerosi negozi che propone. Ancora una volta sembra che cambi la scena, ci si ritrova in una parte della città più moderna, trafficata e forse meno suggestiva ma, niente paura ! Quando il caldo e la stanchezza sembrano prendere il sopravvento basta alzare lo sguardo e gettarlo al di la della folla: alla fine del viale l’Arco di Trionfo attende i visitatori in tutta la sua imponenza.

Etablissement public du musée et domaine national de Versailles

Reggia di Versailles

Reggia di Versailles

Rispetto a quest’ultimo gioiello parigino è d’obbligo lasciare un monito per tutti  i turisti: prima di decidere di intraprendere un viaggio di 40 minuti per visitare la meravigliosa residenza reale è consigliabile consultare una guida aggiornata sulla quale vengano riportati gli orari di apertura al pubblico e, soprattutto, i giorni di chiusura.  In quanto ai giardini, costituiscono una meraviglia che vale la pena osservare anche da soli e permettono un’ottima visuale della reggia dall’esterno !

Parigi..

Non ci sono parole per descrivere l’atmosfera della capitale francese. L’aria che si respira è densa di fascino, cultura e storia. La città sembra emanare stimoli per la mente in ogni suo angolo, lascia libero sfogo all’immaginazione, alla fantasia, alla riflessione… Parigi apre le porte ai suoi visitatori, permette di farsi conoscere, di entrare in contatto con il suo passato, di spaventare e tranquillizzare al tempo stesso. Parigi è una città viva. Nonostante i sette piani di scale intrapresi a piedi ogni giorno, più volte al giorno, permette a quattro studenti, e non solo, di tornare a casa arricchiti.

di Alessandra Genta

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