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Argentina vs la multinazionale SUEZ Environment

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Argentina vs la multinazionale SUEZ Environment

Pubblicato il 10 novembre 2015 by redazione

Suez global-map

[…] “L’Argentina dovrà pagare i ricorrenti Suez, Agbar e Vivendi, individualmente, i seguenti ammontari come risarcimento per i danni causati in relazione dei loro investimenti in Argentina in violazione rispettivamente, dell’articolo 3 del BIT Francia-Argentina, e del’articolo IV del BIT Argentina-Spagna, come sancito nella Decisione sulla Responsabilità di questo Tribunale Arbitrale del 30 Luglio 2010”
[…] “L’importo totale del premio è di USD 223.043.289, più gli interessi da conteggiarsi a partire dal 1° novembre 2014. Il Tribunale prende atto dell’impegno assunto del ricorrente, come espresso nelle memorie di questo caso, di non chiedere un risarcimento in altri procedimenti legali per eventuali perdite già assegnate e pagate loro con questo lodo. 1° Aprile 2015”

 

Quanto riportato non è che la parte finale della lunga Sentenza arbitrale firmata dal Presidente del Tribunale Arbitrale Jeswald W. Salacuse nello scorso Aprile, culmine di un procedimento che ha visto riuniti i ricorsi di 4 società diverse, (la SUEZ, di cui sopra, è quella che ha ottenuto il risarcimento più corposo, 223 milioni di dollari che costituiscono poco più della metà dei quasi 405 milioni USD che l’Argentina è stata obbligata a pagare), e per il quale il 23 Ottobre appena trascorso è stata costituita una commissione Ad Hoc che dovrà valutare la richiesta di Annullamento del Risarcimento inoltrata dal Segretario Generale in data 23 Agosto; si tratta dunque di una situazione che può ancora riservare sorprese, malgrado la decisione sia stata resa provvisoriamente esecutiva, come la stessa SUEZ auspicava nel comunicato ufficiale col quale ha accolto la sentenza.

 

Stabilimento acqua

“Questa decisione rappresenta un importante passo nel processo di risoluzione di questa disputa. Il prossimo passo consiste nell’assicurarsi che la decisione dell’ICSID sia resa esecutiva.”

(Questo è quanto affermato dalla SUEZ nel suo comunicato stampa istituzionale diffuso subito dopo l’emissione della sentenza definitiva a 12 anni dall’inizio della vicenda.)

http://www.suez-environnement.fr/wp-content/uploads/2015/04/CP-SE_CIRDI_Arbitration-against-the-Argentine-Republic_VA.pdf

 

In realtà la vicenda, seppure di strettissima attualità, ha origini risalenti nel tempo, infatti per un’adeguata ricostruzione dei fatti si deve tornare al 1993 quando il governo argentino, guidato dal presidente Carlos Menem, nell’ambito di una delle più importanti opere di privatizzazione del settore pubblico che si siano mai viste, diede in concessione ad un consorzio guidato dalla multinazionale francese SUEZ, leader nei servizi di gestione di energia e acqua potabile, la gestione dell’area Metropolitana della capitale Buenos Aires. A quel tempo furono firmate da Menem concessioni riguardanti i settori della Sanità e della distribuzione e gestione delle Acque nel 28 % delle municipalità argentine, che consentì al settore privato di raggiungere una copertura del 60 % della popolazione totale.

 

consumo d'acqua nel mondo

Paesi in cui ci sono stati scontri per il controllo dell’acqua: 2010 – 2013.

Un recente studio dell’OMS ha mostrato che in Argentina il consumo di acqua potabile è oltre 10 volte superiore a quello consigliato (che ammonta a 50 litri al giorno per persona) e tra le cause, oltre ai consumi anomali si ritrovano le perdite della rete idrica; si capisce bene dunque la situazione in cui poteva vertere la popolazione nei decenni passati in cui le opere e le infrastrutture della rete non raggiungevano di certo gli standard attuali, o almeno questo è quanto potrebbe ipoteticamente affermare un difensore della SUEZ.

Nel periodo tra il 1993 e il 2006, infatti, la ricorrente dichiara che grazie a i suoi investimenti, quantificati in circa 200 milioni di dollari annui, contro i 25 della precedente gestione pubblica (naturalmente da rivalutare rispetto agli anni di cui si parla e all’allora potere d’acquisto), hanno ottenuto l’accesso alla rete idrica 2 milioni di abitanti, 1 milione dei quali sono stati collegati alla rete fognaria e nonostante l’assenza di una specifica previsione nel contratto che era relativo alle sole aree urbane centrali, oltre 100.000 abitanti della periferia e dei quartieri poveri sono stati connessi alla rete idrica nel solo biennio tra il 2003 e il 2005.

I problemi però cominciano con l’avvento del nuovo millennio, nel 2001, fino a divenire insormontabili quando la devastante crisi economica costrinse il presidente del Governo ad interim Rodríguez Saá a dichiarare lo stato di default su una parte di debito pubblico pari a 132 miliardi di dollari, quando ancora il dollaro era “La” valuta forte sul mercato internazionale: una cifra immensa!

 

Stabilimento depurazione acque.

 

Fu così che il governo, costretto dalla precaria situazione economica, dovette bloccare il prezzo delle tariffe per via amministrativa, col risultato (almeno secondo la versione della multinazionale) che gli obbiettivi sanciti nel contratto di concessione non poterono essere raggiunti in toto.
Il risultato di queste inadempienze, a seguito di un complesso tentativo di rinegoziazione del contratto, fu la rescissione dello stesso da parte del governo del Presidente Néstor Kirchner il quale inoltre addusse come cause della rescissione anche un alto livello di nitrato contenuto nell’acqua e altre lacune nell’erogazione delle prestazioni specifiche.

Si trattava evidentemente e primariamente di una misura d’urgenza per far fronte a una situazione di gravità eccezionale come era quella di insolvenza in cui era incappata la Nazione solo pochi anni prima, la cui naturale conseguenza fu la costituzione di una società pubblica, la Agua y Saneamientos Argentino (AySA) cui è stata data in concessione la gestione della rete idrica e fognaria e che appartiene per il 90% allo Stato e per il 10 % ai lavoratori. I risultati operativi di questa società poi, sono stati tali da rappresentare il miglior esempio di gestione pubblica raffrontata alla precedente gestione privata: la qualità della rete e dei servizi, grazie ai nuovi investimenti, è aumentata a tal punto da rendere l’Argentina (assieme alla Colombia) il Paese sudamericano con la maggiore copertura territoriale di acqua potabile, con il suo 96% contro una media del 91%.

E’ così che la portata di una sentenza che nella sostanza nega alla popolazione di uno Stato di riappropriarsi della gestione di un bene primario di capitale importanza come l’acqua, per giunta a fronte di una Crisi di dimensioni epocali come quella del 2001, continua a stimolare dibattiti a livello internazionale sulla opportunità e sulla giustizia di una tale decisione.
Nel mirino così è finito il sistema dell’ICSID (International Centre for Settlement of Investment Disputes).
Il Centro internazionale per il regolamento delle controversie (ICSID) relative ad investimenti è un’istituzione del Gruppo della Banca mondiale con sede a Washington; fondato nel 1966 nell’ambito della cosiddetta Convenzione di Washington esso ha sostanzialmente funzione di Tribunale arbitrale per la risoluzione di controversie tra Stati contraenti e cittadini di altri Stati contraenti in applicazione di un codice di regole da parte di una commissione giudicante che viene di volta in volta nominata per ogni differente giudizio.

L’ICSID non è che uno dei numerosi Tribunali Arbitrali previsti da varie Convenzioni internazionali e che sono deputati a giudicare controversie in altri settori, ma le modalità operative e le criticità del sistema adottato sono in vero del tutto simili.

Tali Corti Arbitrali infatti, sono istituite fondamentalmente perché possano essere adìte dagli investitori commerciali e mai dagli stati stessi e soprattutto, a discapito delle corti nazionali che possono fare riferimento, (perlomeno nella maggior parte degli stati avanzati) a corpose normative di rango costituzionale a tutela di diritti fondamentali quali la tutela della salute, dell’ambiente e ancor più di riflesso, dello sviluppo sostenibile; ciò non vale per le suddette corti, le quali devono fondare le loro decisioni non su leggi, bensì su trattati commerciali, i quali, come i BIT (Bilateral Investment Treaty) da cui si traggono le norme decisive per il caso “SUEZ c. Argentina”.

I BIT sono dei trattati bilaterali d’investimento istituiti tramite accordi di carattere commerciale che stabiliscono i termini e le condizioni per gli investimenti privati da parte di cittadini e aziende di uno stato nel territorio di un altro stato ed evidentemente sono studiati per tutelare fondamentalmente gli investitori e gli operatori commerciali e dunque prevedono tutele di carattere generale quali:

• l’eguaglianza di trattamento fra le società straniere e le società nazionali;
• garanzie di stabilità negli investimenti che non possono essere espropriati senza adeguato compenso;
• la libertà per l’impresa di trasferire il proprio capitale.

Ma nella maggior parte dei casi nulla prevedono relativamente a situazioni critiche e specificamente relative a diritti fondamentali dell’uomo come quella in oggetto permettendo così in un certo qual modo di scavalcare le normative nazionali.
Un tale status quo ha portato, negli ultimi anni, ad una vera e propria inflazione di queste cause arbitrali, al punto che dal 2003 al 2012 si è svolto l’80% dei ricorsi totali di questo genere, sebbene tale sistema risalga nel complesso agli anni ’50.

 

Fig 2 IIA issues note feb 2015

Schermata 2014-06-26 alle 16.01.34

 

Il risultato è stato che in Argentina sono stati depositati ben 53 ricorsi (record mondiale per distacco, col Venezuela che si classifica secondo con 36 denunce) e si può rilevare facilmente, andando a scorrere la lista dei Paesi maggiormente chiamati d’innanzi a queste Corti, che si tratta di Nazioni che hanno in comune il fatto di aver adottato politiche economiche tali da rompere con le logiche economico-finanziarie dominanti, magari soltanto per far fronte ad una urgenza, come nel caso argentino, e dunque senza particolari aspirazioni rivoluzionarie; mentre manco a dirlo i Paesi di origine degli investitori che hanno adito le Corti sono perlopiù quelli maggiormente industrializzati ed avanzati.

Questo sistema è lo stesso che verrebbe introdotto qualora fosse approvato il “TTIP” (TransatlanticTrade and Investment Partnership), con la clausola “ISDS” (Investor-state dispute settlement) fortemente avversata anche a causa delle risultanze di alcuni procedimenti apparsi particolarmente iniqui nella loro decisione come i casi “Vattenfall vs. Germania” e Philip Morris vs. Uruguay.

Per queste ragioni l’approvazione di tale Accordo mette di fronte ad una scelta chiara: una via che persegua la tutela degli investimenti e del loro profitto ad ogni costo, quand’anche siano in gioco beni universalmente riconosciuti come fondamentali; ed un’altra via, che riconsegni agli Stati quella Sovranità nazionale che consente (o almeno dovrebbe) una più attenta tutela delle libertà e dei diritti fondamentali, che sembrano essere messi fortemente in dubbio da una struttura giuridica e normativa siffatta.

di Alberto Corsaro

 

Linkografia:

http://investmentpolicyhub.unctad.org/Blog/Index/34

http://www.lanueva.com/sociedad/808666/en-argentina-se-consume-10-veces-mas-agua-por-persona-de-lo-que-aconseja-la-oms.html

http://finanza.lastampa.it/Notizie/0,700159/Buenos_Aires_dovr%EF%BF%BD_pagare_405_mln_$_a_Suez.aspx?refresh_ce

http://www.ieco.clarin.com/fallo-CIADI-Suez-Aguas_Argentinas-sentencia-privatizaciones_0_1336066677.html

http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-04-09/suez-wins-405-million-arbitration-ruling-in-argentina-dispute

http://en.mercopress.com/2015/04/10/argentina-ordered-to-pay-405m-dollars-to-nationalized-suez-water-works

http://www.theguardian.com/global-development/2015/may/21/privatisation-public-services-sustainable-development-investor-state-dispute-settlement#img-1

http://www.infonodo.org/node/40370

https://www.monde-diplomatique.fr/cartes/differends-investissements

https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_economica_argentinahttps://es.wikipedia.org/wiki/Agua_y_Saneamientos_Argentinos#Empresa_estatal

https://en.wikipedia.org/wiki/Water_privatization_in_Argentina#cite_note-14

https://en.wikipedia.org/wiki/Water_supply_and_sanitation_in_Argentina#cite_note-16

https://icsid.worldbank.org/ICSID/StaticFiles/basicdoc/partA-chap04.htm

https://icsid.worldbank.org/apps/icsidweb/cases/Pages/casedetail.aspx?caseno=ARB/03/19&tab=PRD

http://www.suez-environnement.fr/wp-content/uploads/2015/04/CP-SE_CIRDI_Arbitration-against-the-Argentine-Republic_VA.pdf

http://www.italaw.com/sites/default/files/case-documents/italaw4365.pdf

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