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Nella città di Pachuca, Enrique Gomez ha rivitalizzato la favela Las Palmitas, “la bella ariosa”

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Nella città di Pachuca, Enrique Gomez ha rivitalizzato la favela Las Palmitas, “la bella ariosa”

Pubblicato il 13 ottobre 2015 by redazione

Uno slum messicano

A partire dal secolo scorso uno dei fenomeni che più hanno caratterizzato l’andamento demografico della popolazione mondiale è stato quello dell’urbanizzazione. Con il termine “urbanizzazione” si intende l’aumento demografico delle città a discapito di quello delle aree rurali, dovuto in gran parte alla migrazione di diverse fette della popolazione verso i centri urbani. Gli studi che si sono occupati di questo fenomeno hanno evidenziato come la crescita sia avvenuta, e avvenga tuttora, a ritmi pressoché esponenziali. Dato importante in tal senso è quello che evidenzia, infatti, come nel ‘900 la popolazione dei centri urbani sia passata da 250 milioni a 3 miliardi di unità (con una crescita quindi del 1200%). Allo stesso tempo, le statistiche prevedono che da qui al 2050 la popolazione urbana raddoppierà, arrivando a toccare i 6 miliardi di abitanti, pari a due terzi dell’intera umanità. La crescita maggiore da questo punto di vista riguarda e riguarderà le megalopoli, vale a dire le città con un numero di abitanti superiore a 10 milioni. Questi mega centri urbani, concentrati prevalentemente in Asia e in America Latina, sono ventotto e ospitano 453 milioni di persone, il che significa che, negli ultimi vent’anni, il loro numero è più che raddoppiato (negli anni ’90 erano dieci) e che la loro popolazione è già cresciuta di circa 300 milioni di unità.

 

Pachuca_gente al lavoro

 

Criticità e aspetti positivi delle favelas

Questo aumento, tanto numerico quanto di dimensioni, comporta sia aspetti negativi sia aspetti positivi. L’urbanizzazione “selvaggia”, o comunque che procede a velocità sostenuta, causa inevitabilmente la nascita, in maniera più o meno abusiva, di ampi quartieri popolari alle periferie delle città, quartieri che nei vari continenti hanno preso i nomi più disparati (slum, bidonville, favela). Come noto, le condizioni in primis igieniche e in generale di vita di chi abita in questi agglomerati non sono delle migliori e delle più confortevoli: le abitazioni sono spesso poco più che catapecchie, l’allacciamento ai servizi è giusto il minimo necessario: acqua più o meno potabile, elettricità si fa per dire e fognatura…e la criminalità amministra la comunità, arrivando spessissimo a sostituire lo Stato. Tuttavia, non si può non riconoscere che certe circostanze tipiche delle favelas, e del loro modo d’essere, debbano essere viste in maniera positiva. Infatti, è vero che i servizi minimi essenziali, in questi grandi quartieri “spontanei”, non sono paragonabili a quelli goduti dai cittadini della “città regolare”, ma è indubbio che, in un modo o nell’altro, essi sono garantiti pressoché a tutti, cosa che non sempre avviene nelle zone rurali. Non a caso molti giovani abbandonano le zone rurali e si spostano nelle città spesso, per esempio, per la mancanza d’acqua che mina i raccolti. In secondo luogo, per quanto possa sembrare paradossale, vivere in città può risultare più ecologico, perché la concentrazione aiuta a ridurre gli sprechi, e la relativa vicinanza dei luoghi da raggiungere, unita a una maggior disponibilità di mezzi pubblici, comporta un minore inquinamento dell’ambiente rispetto a quello delle aree agricole. In terzo luogo, la convivenza urbana, seppur fatta all’interno di vere e proprie baraccopoli, comporta una maggior aggregazione di individui che spesso scaturiesce in una autentica collaborazione.

 

murales

 

Carlos Duarte, del colectivo artístico Germen Colectivo, acompañado por la niña Regina Robles, pinta una parte del mural gigante en el barrio Palmitas, Pachuca, México, 30 de julio de 2015. (AP Foto/Sofia Jaramillo)

Carlos Duarte, del colletivo artistico Germen Colectivo, mentre pinta una parte del gigantesco murales di Palmitas, Pachuca, México, 30 luglio 2015. (AP Foto/Sofia Jaramillo)

 

Las Palmitas: come trasformare e valorizzare una favela

Un esempio in tal senso può essere riscontrato in quanto accaduto nella favela di Las Palmitas, dentro la città di Pachuca, in Messico. La favela in questione, infatti, stava vivendo negli ultimi anni una condizione di degrado sempre più crescente e si stava trasformando addirittura in un deposito di macchine abbandonate, abitato oramai solo da poche persone, per lo più anziane. Anche il livello di sicurezza stava diminuendo, a tal punto da spingere gli abitanti rimasti a non uscire più, la sera, dalle proprie abitazioni. Tuttavia, grazie al progetto elaborato da Enrique Gomez, ex membro di una gang che ha cambiato la propria vita dedicandosi ai murales e ai graffiti, e avallato dal Governo messicano, si è riusciti a risollevare la situazione di Las Palmitas e, addirittura, a donarle un lustro precedentemente sconosciuto. I partecipanti al progetto in questione, portato a termine grazie all’utilizzo di 20.000 litri di vernice di diversi colori, hanno infatti ridipinto duecento abitazioni della favela, andando così a creare l’effetto di un enorme murales colorato. Il dato però più interessante da segnalare è che a impegnarsi attivamente per la buona riuscita dell’operazione siano stati gli stessi abitanti di Las Palmitas. Coinvolti da Gomez e dal comune di Pachuca, i cittadini hanno messo da parte le diffidenze per propri vicini più poveri e hanno dato vita ad un risultato assolutamente unico per il contesto in cui è nato e forse unico al mondo, di cui ora beneficiano più di quattrocento famiglie e quasi duemila persone. Il murales, che presenta una fantasia ispirata al vento, in quanto la città di Pachuca è soprannominata “la bella ariosa”, è stato talmente apprezzato che ora il Governo pensa di replicare l’iniziativa in altri quartieri con caratteristiche simili, anche per far sì che in altre zone difficili nasca quello spirito comunitario che ha permesso il compimento dell’opera e che sembra aver risollevato il futuro della favela. Il capo-progetto Enrique Gomez, infatti, ha sottolineato come, al di là del risultato strettamente estetico, sia rimasto sorpreso per l’enorme partecipazione degli abitanti di Las Palmitas e, soprattutto, per il forte spirito comunitario che si è venuto a creare successivamente, che ha portato coloro che risiedono nella favela a riacquistare fiducia nei propri vicini.

 

Vicolo Macromural

Enrique Gomez in un vicolo della favela.

 

Un nuovo tipo di turismo?

La vicenda di Las Palmitas, quindi, dimostra come sia possibile, facendo leva sullo spirito di organizzazione e di comunità degli abitanti, riuscire a nobilitare delle realtà in partenza difficili come quelle delle favela, che spesso si trovano a dover lottare con problemi più grandi di loro anche a causa della mancanza di un adeguato supporto e di un livello minimo di assistenza da parte del Comune o dello Stato. Tuttavia, la vicenda della favela di Pachuca presenta anche un aspetto che si potrebbe definire più oscuro o inquietante. Da quando infatti è stato portato a termine il progetto di Gomez, Las Palmitas sembra aver attratto anche molti turisti interessati non solo a vedere in che modo il quartiere è stato riqualificato, ma anche incuriositi dall’aspetto meramente commerciale.

Se la cosa non può che giovare alle povere economie degli abitanti della “bella ariosa”, da un punto di vista puramente etico potrebbe, invece, destare qualche perplessità, perché significherebbe che ha preso vita anche un turismo di “curiosi della povertà”. Un turismo, questo, che ha del morboso e che non può che essere biasimato, in particolare alla luce del disinteresse tipico delle istituzioni nel risolvere i problemi delle favelas.

di Alessio Bilardo

 

Linkografia:

http://yogui.co/favela-mexicana-ganha-requinte-e-turismo-com-orcamento-baixissimo/

https://it.wikipedia.org/wiki/Favela

http://www.massacritica.eu/le-megalopoli-della-terra-un-vero-esempio-di-condivisione-e-sostenibilita/42/

http://www.massacritica.eu/il-trend-2014-dellurbanizzazione-nel-mondo/8892/

http://www.theguardian.com/world/2015/aug/01/mexico-pachuca-mural-las-palmitas-public-art

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