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Contiki: un viaggio in Canada

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Contiki: un viaggio in Canada

Pubblicato il 30 novembre 2012 by redazione

007 - Vancouver

Vancouver

Sei giovane, magari hai sempre voluto viaggiare, ma non hai mai trovato qualcuno che volesse accompagnarti dove volevi andare, e da solo non te la sentivi di affrontare quel viaggio? Se con l’inglese te la sei sempre cavata discretamente l’associazione Contiki potrebbe aiutarti a realizzare il tuo sogno. Cosa è esattamente?

Si tratta di un’agenzia viaggi Australiana, che organizza vacanze per i giovani dai 18 ai 35 anni, in molte località del mondo, con durata e prezzi a portata di tutte le tasche. E’ stata la mia salvezza per realizzare il sogno che coltivavo da ormai più di due anni: andare in Canada.

Appena ne sono venuta a conoscenza ho consultato il catalogo online e dopo aver scelto il tour che più si avvicinava alle mie aspettative ho prenotato: ho scelto Canada & The Rockies. Un tour di 11 giorni che partendo da Vancouver prosegue nell’entroterra, verso i luoghi più popolari del complesso delle montagne rocciose.

L’organizzazione di questa agenzia è fatta molto bene. Dopo aver prenotato volo e tour mi hanno spedito a casa, dieci giorni prima della partenza, un astuccio contenente tutto ciò di cui avrei avuto bisogno per il viaggio: informazioni sulle tappe del tour, consigli per fare la valigia, i voucher con tutti gli alberghi nei quali avremmo passato le varie notti, e qualsiasi risposta ai vari dubbi sul mio primo viaggio oltreoceano, compresi suggerimenti per evitare l’affaticamento delle gambe durante le lunghe ore di volo.

Anche il sito web ufficiale è risultato molto utile. Esiste, infatti, una sezione detta Meetups dove, previa registrazione tramite i dati di prenotazione, i documenti e l’assicurazione di viaggio, si effettua già un check-in e si accede a una sezione privata dove ci si mette in contatto con i vari compagni di viaggio iniziando a conoscerli prima ancora di incontrarli.

Ho conosciuto ben 14 futuri compagni di viaggio tramite il Meetup, il che mi ha molto rassicurata, visto che quando mi ero iscritta eravamo appena in tre! Di solito però nei Meetups non si registrano mai tutti, infatti all’incontro pre-partenza scoprii che eravamo ben 47 persone! Restare da soli quindi, a meno che non sia tu a isolarti, è praticamente impossibile!

Tornando al viaggio, dopo aver fatto la valigia, scritto nel Meetup che ero pronta a partire e che non vedevo l’ora di incontrare tutti, sono finalmente decollata alla volta del Canada, con la compagnia aerea Lufthansa. Il volo, mia prima trasvolata oceanica, è stato molto lungo e spesso noioso, anche se ho potuto ammirare sotto di me meravigliosi continenti come L’Islanda e la Groenlandia, e ho fatto un sacco di spuntini forniti dalle gentilissime hostess che ogni mezzora passavano tra le sedie portando cibo, bevande o salviette umide. Ho potuto anche scegliere tra una vasta gamma di film quello che volevo guardare. In realtà dopo 7 ore ho preferito vedere un video tutorial di esercizi da fare in aereo e ho fatto “lunghe passeggiate tra i sedili”, con grande sorpresa degli altri passeggeri, non abituati a vedere gente che passeggia per l’aereo.

Finalmente siamo atterrati a Vancouver verso le due del pomeriggio (mezzanotte italiana). Assonnata e indolenzita mi sono fatta forza per riuscire ad arrivare all’albergo e schiacciare un pisolino ristoratore fino all’incontro pre-partenza che avremmo avuto quella sera nella reception. Arrivare all’albergo è stato molto semplice, poiché L’Aeroporto di Richmond a Vancouver è collegato da una linea della metropolitana, che mi ha portato senza cambi a destinazione, a una fermata dal Waterfront.

Arrivata in albergo, messami in coda per avere le chiavi della stanza, ho visto entrare due ragazze, e dalla loro borsa ho riconosciuto due ragazze con cui mi ero scritta nei Meetups: che bello, le mie prime compagne di viaggio! Un po’ titubante, perché non parlavo inglese da un po’, mi sono presentata e abbiamo iniziato a chiacchierare. Si sono mostrate molto comprensive e disponibili, nonostante il mio inglese impacciato, e ci siamo date appuntamento per l’incontro della sera. La mia compagna di stanza, italiana anche lei, non sarebbe arrivata prima di sera, e così avrei potuto dormire indisturbata! Arrivata in camera mi sono fiondata sotto le coperte e per due ore non ho sentito e visto nessuno. Mi sono svegliata giusto in tempo per l’incontro nella hall e sono scesa. La stanza era gremita di ragazzi! La nostra guida era già li e dopo un rapido check-in abbiamo subito iniziato a socializzare e a organizzare la serata.

001- il fiume dei sogni dorati

Il fiume dei sogni dorati

La cena è stata molto bella, e tutti si sono dimostrati gentili con me, visto che ho scoperto di essere una delle poche persone non di madrelingua inglese. La stanchezza si è fatta sentire presto, quindi verso le 22 sono tornata in camera, dove nel frattempo la mia compagna di stanza era arrivata. Dopo una breve presentazione siamo andate finalmente a nanna esauste. Per colpa del fuso orario mi sono svegliata un paio di volte durante la notte, ma al mattino ero comunque riposata e pronta per partire. Dopo una meravigliosa colazione a base di Pancakes ricoperti di sciroppo d’acero siamo salite sull’autobus, in ritardo di quasi mezz’ora da brave italiane, alla volta di Whistler, il villaggio olimpico costruito per le olimpiadi invernali di Vancouver 2010. Arrivati a Whistler dopo aver posato i bagagli ci è stato proposto di andare a fare lo zip-line (attività facoltativa a pagamento), che io e altri ragazzi abbiamo accettato con entusiasmo. Eccoci quindi partire alla volta del Monte Blackcomb con un pulmino sgangherato e indosso l’imbragatura con la quale lanciarci, in sicurezza, sospesi ad un filo per arrivare dall’altro lato della montagna. Finita questa esperienza siamo tornati in albergo, dove dopo un breve giro per il paese, ci siamo preparati per andare a cena, e successivamente siamo andati in un locale. A letto presto per via del fuso orario e per non essere troppo stanchi la mattina dopo, prossima attività: giro in canoa lungo il fiume dei sogni dorati.

Mi sveglio la mattina di buon’ora, per non ripetere la figuraccia della ritardataria come il giorno prima e arrivo addirittura da sola al bar, dove assaporo un meraviglioso waffle con marmellata di mirtilli. Mezz’ora dopo tutti pronti in riva al lago, ognuno prende le canoe e ci inoltriamo in questo canale immerso nella natura, dove procediamo per almeno due ore. Stanchi ma soddisfatti arriva la proposta per il pomeriggio: giro in mountain bike, ma io preferisco optare per un trekking nei dintorni insieme alle australiane Kate e Leah e agli inglesi Amy e Bradley. Ci incontriamo quindi dopo pranzo verso Lost Lake, dove camminiamo per un paio d’ore ammirando fantastiche rane in miniatura, intente ad attraversare la strada. Tornati in albergo ci riuniamo con gli altri, andiamo a cena in un pub tutti insieme e poi in un locale, dove c’è una festa anni 80, alla quale partecipiamo con entusiasmo. Come la sera prima decido di tornare a casa abbastanza presto, ma me ne pento poco dopo poiché incontro in albergo due ragazze, che rientrate un quarto d’ora dopo di me, mi dicono di aver incontrato un orso tra le vie del paese! Pazienza, penso, la vacanza è lunga, riuscirò a vederne uno anche io!

002 - Mt Robson

Monte Robson

La mattina dopo abbiamo tempo fino a pranzo per andare a fare il peak to peak (funivia da cima a cima dei monti intorno a Whistler) o fare un giro per il paese. Io opto per il secondo, e insieme alla mia compagna di stanza Francesca, vado a fare un po’ di shopping. Caricati i bagagli sul pullman, è Kamloops la nostra prossima destinazione! Iniziamo ad entrare nella regione delle Rocky Mountains, anche se, tranne una breve sosta a Seton Lake e in un piccolo villaggio dell’età dell’oro dove pranziamo, la giornata è fondamentalmente di viaggio e Kamloops una semplice tappa obbligata. La mattina dopo inizia la vera e propria vacanza, ci dirigiamo di prima mattina ad ammirare il Monte Robson, la cima più alta delle montagne rocciose, e siamo fortunati! Questo infatti è uno dei pochi giorni all’anno durante i quali la montagna non è coperta da nuvole. Affascinati da questo spettacolo facciamo un delizioso picnic nel prato di fronte, e poi ci dividiamo. Qualcuno decide di andare a fare rafting, mentre altri come me si dirigono verso Jasper, il paese dove passeremo la notte. Durante il tragitto spostiamo avanti di un’ora l’orologio, eh si! Perché stiamo uscendo dalla British Columbia per entrare in Alberta, e pur essendo nello stesso stato, hanno due fusi orari differenti!

Arrivata a Jasper faccio un giro per il paese assieme a Francesca, Anna (una ragazza australiana) e Yuki (una ragazza giapponese) e tappa obbligatoria è Jasper the Bear, la mascotte del paese, del quale mi divertirò a dire di essere la moglie. Tornati gli avventurieri del rafting si va a cena e successivamente tutti al pub dell’albergo, dove la guida e l’autista ci fanno assaggiare uno shot alcolico inventato da loro: il Beaver Lickers, a base di Maple Whiskey e Butterscotch. Inutile dire che è amore a primo sorso! Me ne bevo ben 3, uno utilizzando il simpatico stratagemma dello sci, ovvero 4 bicchierini incollati ad uno sci, da bere assieme ad altre 3 persone stando attenti a essere ben sincronizzati per non rovesciare il contenuto.

003 - Maligne Lake

Maligne Lake

Il giorno dopo si parte per esplorare i dintorni, andiamo a visitare in mattinata il luogo più fotografato delle Rockie Mountains, ovvero Spirit Island a Maligne Lake, e vi arriviamo tramite traghettino. Dopo aver visto questo incanto della natura (e aver consumato mezza memory card in fotografie) è il turno del Maligne Canyon, dove facciamo breve tappa per poi tornare a Jasper, dove abbiamo il pomeriggio libero. Decidiamo, in un gruppetto, di noleggiare delle biciclette per visitare i dintorni, ovvero il Patricia Lake e il Piramyd lake, dove rimaniamo affascinati dai colori dell’acqua. Tornati stanchi, ma felici, all’albergo usciamo nuovamente per cena, a mangiare una pizza che, per ovvie ragioni, io e l’altra Francesca non apprezziamo particolarmente. Il dopo cena è dedicato ad un servizio fotografico con Jasper the Bear e al biliardo al bar dell’albergo.

004 - Columbia Icefield

Columbia Icefield

La mattina dopo rotta verso Banff, con tappe prima alle cascate di Athabasca e successivamente visita al Columbia Icefield con il Columbia Explorer. In pratica ci rechiamo su un ghiacciaio con un mega pullman cingolato marchiato Canada e una volta lì, riempiamo le nostre bottiglie con la freschissima acqua del ghiacciaio e ci lanciamo in una serie di foto di gruppo, malgrado il freddo. Pranziamo sulle rive del Bow river, in compagnia di simpatici cani della prateria, e qualcuno tenta di infilare i piedi in acqua, rischiando di restare assiderato per la bassa temperatura, dovuta al fatto che il fiume si forma direttamente dal ghiacciaio. Dopo mangiato ci dirigiamo verso due meravigliosi laghi, il Peyto Lake e il Lake Louise, completamente diversi per quanto riguarda l’affluenza di turisti e l’aspetto, ma ugualmente affascinanti grazie ai vividi colori dell’acqua dovuti anche alla splendida giornata.

Arriviamo infine a Banff, un grazioso paese, non considerato come tale dallo stato, poiché essendo situato all’interno del parco nazionale, a nessuno è concesso di avere residenza, bensì solo affitto. La particolarità del paese risiede nel fatto che le strade hanno tutte nomi di animali. Questa e la notte successiva abbiamo lo “special stay”, ovvero invece di dormire nel classico albergo, passeremo la notte in un delizioso cottage a quattro posti, e io e Francesca lo condividiamo con l’australiana Alyce e la canadese Elly. Prima di cena è tempo di fare la foto ricordo di gruppo. Ci vestiamo tutti bene e andiamo alle Bow falls, le cascate a poche decine di chilometri da Banff, poi a mangiare western e dopo cena, in un’altro locale a cantare il Karaoke, indossando delle ghirlande di fiori al collo!

005 - Peyto Lake

Peyto Lake

Il mattino dopo, sveglia presto per un giro in elicottero e ammirare così le Rockie Mountains dall’alto!! Io ho la fortuna di finire nel posto davanti, accanto al conducente, e la mia macchina fotografica quasi si scarica da quante foto e quanti video faccio durante la mezz’ora di volo.

Finito il giro andiamo a prendere quelli che non sono venuti e arriviamo alla base della funivia di Banff, dove prendiamo la cosiddetta “Gondola”, che ci porta fino alla cima del monte, da dove possiamo ammirare da vicino i Chipmunks, i tipici scoiattoli americani, che prendono il cibo dalle nostre mani!!

Il pomeriggio è libero, c’è quindi chi decide di fare un giro per il paese, chi invece di andare alle sorgenti calde naturali a farsi un bagno rilassante. Appuntamento per le 5 per il trekking a cavallo o in carrozza. Siamo più di 50 cavalli, io scelgo il vagone stile Old Wild West. Dopo un giro nel bosco e lungo il fiume, dove vediamo dei castori, arriviamo in una radura e lì ci fermiamo per la cena: una grigliata di carne e giochi vari, stile antico west. Dopo aver ultimato la cena ritorniamo in paese e facciamo un giro per locali.

006 - Giro in elicottero a Banff

Giro in elicottero a Banff

La mattina dopo siamo in viaggio per tornare verso Vancouver. Lasciamo così le amate Montagne rocciose alla volta del “The last spike”, l’ultimo chiodo piantato per la costruzione della ferrovia da costa a costa. Quindi gli spiral tunnels, ovvero le gallerie a spirale, costruite così per la pendenza della montagna, che consentono al treno di riuscire a proseguire il suo percorso per finire la giornata a Vernon, dove passeremo la notte, fermandoci prima però a far merenda in un paesino, dove assaggiamo un buon gelato prodotto direttamente con il latte della fattoria.

Il giorno successivo arriviamo nuovamente a Vancouver, dove spendiamo gli ultimi due giorni di vacanza. Facciamo un giro turistico della città, con il nostro autobus, e facciamo sosta a Stanley Park, il parco della città, più grande anche di quello di Central Park a New York. Tra una foto e l’altra, ai totem indiani, ci danno la foto ricordo scattata a Banff.

Il pomeriggio è libero e ne approfittiamo per fare un giro nel centro della città, dove ammiriamo l’antico orologio a vapore e poi a cena.

La mattina dopo visita a Grouse Mountain, il monte vicino a Vancouver, ad ammirare le statue di legno giganti, lo spettacolo dei taglialegna e quello di falconeria, assaporando il gustoso dolce Beaver Tail, e dove finalmente vedo il mio primo orso grizzly, anche se in cattività.

Torniamo in albergo presto, perché ci aspetta la serata più bella di tutta la vacanza: cena sul battello! Essendo la serata di addio, ci vestiamo tutti il più eleganti possibile: una serata indimenticabile, tra risate, fotografie e bandiere canadesi, con firme e dediche di tutti quanti. Un tramonto bellissimo incornicia i ricordi di tutti quanti. Una volta scesi dalla barca inizia la festa vera e propria, in un locale discoteca, dove restiamo fino alle 2 del mattino. Poi tutti a nanna perché la mattina dopo si ritorna a casa.

Mi sveglio per fare un’ultima colazione con tutti, in un simpatico bar sul Waterfront, dove assaporo il mio ultimo pancake. Saluto quindi tutti i miei nuovi amici e parto alla volta di Richmond, per prendere il mio volo … in ritardo di un’ora. Non piango e non sono malinconica durante il ritorno, forse perché non ho ancora realizzato, o forse perché anche se prima che riveda i posti in cui son stata passerà tanto tempo. Adesso ho tanti amici in ogni parte del mondo, con cui potrò restare in contatto grazie al web e che cercherò di andare a trovare il prima possibile. Indipendentemente dal posto in cui vai, bello o brutto che sia, la cosa principale è con chi ci vai. In fondo al cuore so che se dovessi tornare a visitare quei luoghi meravigliosi, che sono ormai ben radicati in me, non sarai mai la stessa cosa senza le persone con cui ho condiviso quei momenti speciali.

di Francesca Pich

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