Categoria | Europa

Politica audiovisiva europea nell’era digitale

Pubblicato il 04 dicembre 2014 da redazione

Paolo Grassino, Istituto Italiano di Cultura, Madrid.

Paolo Grassino, Istituto Italiano di Cultura, Madrid.

Bruxelles, 25 novembre 2014

Il Consiglio ha adottato conclusioni sulla politica audiovisiva europea nell’era digitale, trattando in particolare il nuovo contesto imprenditoriale, l’accesso ai finanziamenti, i finanziamenti pubblici, l’alfabetizzazione mediatica e cinematografica, nonché il patrimonio cinematografico. Inoltre nelle conclusioni si invita a rivedere con urgenza la direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva AVMS) e a modernizzare il quadro giuridico dell’UE sul diritto d’autore, alla luce del passaggio al digitale.

Queste conclusioni sono state adottate in un momento particolarmente strategico, in quanto tra le priorità assolute della nuova Commissione e del suo presidente figura la creazione di un “mercato unico digitale”, che consenta ai cittadini di accedere ai contenuti audiovisivi sui loro dispositivi elettronici ovunque si trovino in Europa e prescindendo dalle frontiere.

Nelle conclusioni si sostiene il rispetto di tre principi fondamentali per creare un mercato unico europeo dei contenuti audiovisivi competitivo che soddisfi la domanda dei cittadini, dei creatori di contenuti e dei titolari di diritti:

facilitare la fornitura di contenuti di alta qualità;

soddisfare la domanda del pubblico ovunque questo si trovi e

garantire condizioni di parità per tutti i fornitori dei servizi di media audiovisivi.

In periodi di rapidi cambiamenti tecnologici e imprevedibili evoluzioni dei mercati, tale approccio mira a garantire la diversità culturale e linguistica nella convergenza dei media e ad aumentare la competitività del settore audiovisivo europeo.

 

Piano di lavoro per la cultura

Il Consiglio ha adottato conclusioni che istituiscono un piano di lavoro per la cultura (2015-2018). Si tratta di un documento strategico che definisce le priorità per la cooperazione europea nelle politiche culturali per i prossimi quattro anni. Tali priorità saranno successivamente attuate dagli Stati membri di concerto con la Commissione.

Il nuovo piano di lavoro è stato razionalizzato, il che dovrebbe consentirne un’attuazione più efficace. È anche più strategico, in quanto crea collegamenti efficaci con i lavori del Consiglio, in particolare con le presidenze di turno.

Il piano di lavoro ha quattro priorità settoriali (cultura accessibile; patrimonio culturale; economia creativa e innovazione; e diversità culturale, inclusa la cultura nelle relazioni esterne dell’UE), che sono affiancate per la prima volta da due priorità intersettoriali (passaggio al digitale e statistiche). Queste sono tutte strutturate intorno alla strategia Europa 2020 per la crescita e l’occupazione.

L’attenzione è concentrata su temi che rappresentano un chiaro valore aggiunto per l’UE e incoraggiano la cooperazione intersettoriale, tenendo conto della duplice natura – economica e culturale – della cultura.

Gli Stati membri in generale hanno accolto con favore il nuovo piano di lavoro, ritenendolo un passo avanti evidente e uno strumento essenziale per rafforzare il ruolo della cultura nelle politiche europee.

Alcuni Stati membri auspicano un piano di lavoro più ambizioso, per quanto riguarda in particolare le statistiche culturali e la cultura nelle relazioni esterne dell’UE.

Per tenere conto di ciò, è stata rafforzata la priorità concernente il ruolo della cultura nella cooperazione allo sviluppo dell’UE. Per quanto riguarda le statistiche, la Commissione ne ha confermato l’importanza essenziale per l’intero settore culturale e ha convenuto che le statistiche devono essere considerate, nel nuovo piano di lavoro, come una questione trasversale di importanza fondamentale.

Gli Stati membri hanno inoltre convenuto sulla necessità di promuovere la lettura, considerata in particolare la sua importanza strategica per sostenere l’accesso alla cultura e alla diversità culturale nonché sviluppare la consapevolezza riguardo all’identità europea.

Tuttavia le opinioni sono divergenti per quanto riguarda il trattamento fiscale da applicare ai libri stampati e agli e-book. A norma della direttiva IVA1, i libri stampati sono considerati “beni”, cui possono applicarsi aliquote IVA ridotte, mentre gli e-book sono considerati “servizi elettronici”, che non beneficiano di aliquote ridotte.

Secondo vari Stati membri un libro è sempre un libro, a prescindere dal formato, e pertanto agli

Stati membri dovrebbe essere consentito di applicare l’aliquota IVA ridotta anche agli e-book.

Tuttavia, un certo numero di Stati membri ritiene che si tratti di una questione complessa che richiede un approccio più prudente a cause delle ripercussioni imprevedibili di tale approccio sulla politica del libro e le entrate fiscali.

La Commissione ha confermato che intende affrontare la sfida della convergenza tra ambiente fisico e ambiente on-line anche nel contesto della tassazione.

Vari Stati membri hanno sottolineato l’esigenza di combattere la pirateria on-line e sostenere la creatività e i creativi nell’ambiente digitale.

Al fine di pervenire a un consenso, la presidenza ha presentato una proposta di compromesso, accettata dal Consiglio, in cui si invitano gli Stati membri e la Commissione a promuovere la lettura, tenendo conto nel contempo delle diverse condizioni applicate ai libri elettronici e cartacei.

 

Patrimonio culturale

Il Consiglio ha adottato conclusioni sulla governance partecipativa del patrimonio culturale, invitando gli Stati membri a promuovere una partecipazione più attiva della società civile e del settore privato nella governance del patrimonio culturale, ai livelli locale, regionale, nazionale ed europeo.

Il patrimonio culturale è una delle priorità del nuovo piano di lavoro per la cultura. È un bene comune, una risorsa condivisa che richiede una responsabilità collettiva. La partecipazione di tutte le parti interessate alla definizione, pianificazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche e dei programmi in materia di patrimonio culturale può incrementare la consapevolezza pubblica sui valori che essa rappresenta, rafforzare la trasparenza e la responsabilità nell’uso delle risorse pubbliche e accrescere la fiducia tra cittadini e autorità pubbliche.

Accanto al patrimonio materiale e immateriale, nelle conclusioni si sottolinea che il patrimonio digitale può essere utilizzato per lo sviluppo di servizi innovativi, come Europeana. Esse esplorano inoltre le possibili sinergie tra i settori della cultura e del turismo, in particolare tramite un turismo culturale sostenibile al fine di trovare il giusto equilibrio tra opportunità economiche e benessere delle comunità locali.

Nelle conclusioni si rivolge anche un invito alla Commissione a proporre un “Anno europeo del patrimonio culturale”.

 

cultura

 

Contributo dei settori culturale e creativo a Europa 2020

I ministri hanno tenuto un dibattito orientativo sul contributo dei settori culturale e creativo, incluso il patrimonio culturale, agli obiettivi di Europa 2020, nel contesto della revisione intermedia della strategia.

I ministri hanno sottolineato che la cultura rappresenta circa il 4% del PIL UE e contribuisce alla crescita tramite l’innovazione, l’economia digitale, le politiche in materia di occupazione e gioventù, la politica industriale e l’efficienza delle risorse ed è a sua volta influenzata dalle decisioni prese in altri settori strategici.

In generale, gli Stati membri hanno convenuto che la dimensione trasversale della cultura la rende particolarmente adatta all’approccio intersettoriale di Europa 2020 e potrebbe pertanto rafforzare l’efficacia della strategia nel suo complesso, a condizione che sia adottato un approccio integrato a tutti i livelli.

Tuttavia, vari Stati membri hanno sottolineato che Europa 2020 è una strategia molto mirata con obiettivi quantitativi specifici che sono periodicamente monitorati dalla Commissione, il che ne renderebbe difficoltosa l’applicazione all’arte e alla cultura. Inoltre, questo potrebbe far diminuire l’attenzione e l’impatto della strategia. Nel settore della cultura e della creatività, la cooperazione dovrebbe essere preferibile rispetto alla regolamentazione.

La maggioranza dei ministri ha sottolineato che i settori culturale e creativo dell’UE danno all’Europa un vantaggio competitivo rispetto al resto del mondo, in quanto beneficiano del patrimonio culturale unico, straordinariamente ricco e diverso dell’Europa.

In tale contesto, vari ministri hanno suggerito di accelerare la digitalizzazione del patrimonio culturale, in particolare facendo un migliore uso di Europeana.

Un certo numero di Stati membri ha inoltre chiesto una maggiore interazione tra politiche del turismo e culturali e tra politiche in materia di formazione, ricerca e innovazione, che potrebbe contribuire alla preservazione del patrimonio culturale per le generazioni future.

Molti Stati membri hanno convenuto sulla necessità di proteggere i diritti di proprietà intellettuale, aggiornando l’attuale quadro europeo del diritto d’autore e combattendo la pirateria on line, al fine di garantire un’equa concorrenza per i settori culturale e creativo in Europa.

 

Varie

Accordo di partenariato transatlantico su commercio e investimenti

I ministri hanno preso atto delle informazioni fornite dalla Commissione sullo stato dei negoziati sulle questioni connesse alle opere audiovisive dell’accordo di partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) tra l’UE e gli USA.

Il TTIP è un accordo globale che tratta una vasta gamma di questioni bilaterali in materia di commercio e investimenti allo scopo di potenziare il commercio e gli investimenti tra i due partner.

I negoziati sono stati avviati alla metà del 2013 e finora hanno avuto luogo sette cicli, di cui l’ultimo dal 29 settembre al 3 ottobre 2014.

Per garantire la protezione della diversità culturale (la cosiddetta “eccezione culturale”) i servizi audiovisivi sono stati esplicitamente esclusi dal mandato di negoziato affidato lo scorso giugno dagli Stati membri alla Commissione, così come è stato per più di due decenni nei negoziati con i paesi terzi.

La presidenza ha ricordato che nelle ultime due sessioni il Consiglio “Istruzione, gioventù, cultura e sport” ha affrontato le sfide che l’accordo poteva rappresentare per la diversità culturale e ha sottolineato che questo è un valore cui l’Unione europea è profondamente attaccata.

La Commissione ha ribadito di essersi rigorosamente attenuta, durante i negoziati, al mandato conferitole dagli Stati membri per quanto riguarda i servizi audiovisivi e che non si è avuto alcun cambiamento dall’ultimo ciclo. Ha inoltre ricordato che in proposito il presidente Juncker aveva dichiarato che non avrebbe sacrificato la diversità culturale dell’Europa sull’altare del libero scambio.

Questo è stato confermato anche dal nuovo commissario per il commercio, Cecilia Malmström, nella sua udienza dinanzi al Parlamento europeo, e lo stesso commissario più di recente ha annunciato di essere favorevole alla trasparenza e di desiderare un nuovo avvio per i negoziati.

 

Programma di lavoro della presidenza entrante

La delegazione lettone ha presentato le priorità principali della sua presidenza per i prossimi sei mesi:

Cooperazione intersettoriale tra i settori culturale e creativo e altri settori di intervento

Collegamenti tra patrimonio culturale e arte contemporanea

La cultura nel contesto della revisione intermedia della strategia Europa 2020

La cultura nelle relazioni esterne, in particolare nel contesto dell’agenda per lo sviluppo post-2015

Prosecuzione dei lavori sulla eventuale revisione della direttiva sui servizi di media audiovisivi.

 

SPORT

Sport e innovazione

Nell’introdurre questo argomento la presidenza italiana ha presentato una sintesi dei principali messaggi scaturiti dal “dialogo strutturato” con i rappresentanti del movimento sportivo e dell’industria dello sport:

il mercato dello sport rappresenta 66 miliardi di EUR e occupa più di 600 000 persone;

ogni anno sono sviluppate oltre 150 000 innovazioni;

la cooperazione tra il settore pubblico e privato è fondamentale (questo include il settore pubblico, il movimento sportivo e le università);

dovrebbero essere inoltre sviluppati partenariati innovativi pubblico-privato;

un investimento molto modesto nello sport e nell’innovazione può produrre rendimenti molto significativi.

Il Consiglio ha quindi adottato conclusioni sullo sport come motore di innovazione e crescita economica , in cui sono messi in risalto l’importanza della ricerca e dell’innovazione nello sport e i suoi effetti positivi su altri settori dell’economia, nonché il suo potenziale, non sempre riconosciuto, di creare posti di lavoro.

Nelle conclusioni si pone l’accento sulla necessità di promuovere poli di imprese intersettoriali e transfrontalieri con la partecipazione di amministrazioni locali, università, centri di ricerca, industrie e organismi sportivi e di fornire un contesto favorevole per la ricerca basata sullo sport e lo sviluppo di prodotti. In esse si sottolinea che l’innovazione va in due i sensi: lo sport trae vantaggio da scoperte fatte in altri settori, mentre nel contempo le sue innovazioni sono assorbite altrove.

Nelle conclusioni si invitano gli Stati membri a fare il miglior uso possibile dei programmi e dei fondi dell’UE, come Orizzonte 2020, COSME ed Erasmus+, che potrebbero dare un importante contributo in questo settore.

Nel piano di lavoro dell’Unione europea per lo sport (2014-2017)17, che segue la conclusioni dello scorso novembre sul contributo dello sport all’economia dell’UE, si sottolinea la necessità per il Consiglio di continuare a lavorare sulla dimensione economica dello sport, occupandosi in particolare di innovazione, oltre al finanziamento sostenibile dello sport e al retaggio dei grandi eventi sportivi. Queste conclusioni costituiscono un importante passo avanti in tale direzione.

 

Lo sport e l’attività fisica in età scolare

I ministri hanno discusso di misure specifiche per promuovere lo sport e l’attività fisica in età scolare, anche quale contributo alle raccomandazioni previste nel nuovo piano di lavoro dell’UE per lo sport che tende a sviluppare l’educazione fisica nelle scuole e a rafforzare la cooperazione con le organizzazioni sportive, le autorità nazionali e locali e il settore privato.

Sebbene l’educazione fisica sia una materia obbligatoria in tutti gli Stati membri dell’UE, la maggioranza dei ministri ha ammesso che si è assistito a un declino o a una marginalizzazione dello sport e dell’attività fisica tra i ragazzi in età scolare, in particolare fra gli adolescenti e le ragazze.

Questo è dovuto in parte al tempo dedicato a questa disciplina nelle scuole, alla mancanza di risorse finanziarie, materiali e umane e anche alla concorrenza dei videogiochi, di internet e della TV, che induce a stili di vita sempre più sedentari.

Gli Stati membri hanno convenuto in generale che l’attività fisica non solo contribuisce a un buono stato di salute, ma sviluppa anche principi e concetti quali la correttezza e il rispetto, come pure una coscienza sociale e migliori risultati formativi.

Per combattere questa tendenza, negli Stati membri sono già state elaborate o previste le seguenti iniziative strategiche:

aumentare la cooperazione tra le scuole e le associazioni sportive;

promuovere il ruolo dei genitori e degli atleti di alto livello come modelli di ruolo;

elaborare metodi nuovi e innovativi per i corsi di educazione fisica;

incentivare le scuole e gli alunni attivi;

trarre vantaggio dai grandi eventi sportivi che avvengono in Europa per aumentare la motivazione dei giovani.

 

Varie

Riunioni dell’Agenzia mondiale antidoping (AMA)

Il Consiglio è stato informato dal rappresentante UE in seno al consiglio di fondazione dell’AMA (Lussemburgo) sulle riunioni svoltesi il 15 e 16 novembre 2014 a Parigi. I principali punti all’ordine del giorno sono stati i finanziamenti, la protezione dei dati e le questioni relative all’antidoping.

Gli Stati membri dell’UE si coordinano tra loro e rappresentano le loro preoccupazioni comuni in ciascuna riunione del consiglio di fondazione dell’Agenzia mondiale antidoping, di solito nei mesi di maggio e novembre. L’UE è attualmente rappresentata presso l’AMA dai ministri dello sport di Belgio, Lussemburgo e Malta.

L’Agenzia mondiale antidoping (AMA), istituita nel 1999, è una fondazione privata (circa la metà dei membri del consiglio rappresentano i governi) la cui missione è promuovere, coordinare e monitorare la lotta contro il doping nello sport in tutte le sue forme.

L’AMA è composta da un consiglio di fondazione, un comitato esecutivo e diversi comitati. Il consiglio di fondazione composto di 38 membri è il più alto organo decisionale dell’AMA. È composto in egual misura di rappresentanti del movimento olimpico e dei governi.

 

Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive

La delegazione francese desidera incoraggiare gli altri ministri dello sport dell’UE a unirsi agli otto Stati membri (Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania e Paesi Bassi) che hanno già firmato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive.

La Convenzione apporta un reale valore aggiunto in numerosi settori: agevola la cooperazione e lo scambio di dati a livello internazionale tra le autorità pubbliche, i movimenti sportivi e gli operatori del settore delle scommesse.Inoltre rende possibili le azioni legali per punire i comportamenti che compromettono l’integrità delle competizioni.

Dopo la ratifica di almeno cinque firmatari (tre dei quali devono essere membri del Consiglio d’Europa), la convenzione può entrare in vigore. Questo avverrà probabilmente intorno al 2015 o

2016. Si prevede che la Commissione adotterà proposte per l’adesione dell’UE alla convenzione verso la fine del 2014.

 

Programma di lavoro della presidenza entrante

Il Consiglio ha preso atto delle priorità principali della presidenza entrante per il prossimo semestre presentate dalla delegazione lettone:

il ruolo degli sport di base nel rafforzare l’occupazione giovanile;

stili di vita sani (HEPA);

progressi sulla ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive;

questioni relative all’antidoping.

 

ALTRI PUNTI APPROVATI: OCCUPAZIONE

Sostegno alla Finlandia e alla Francia a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione

Il Consiglio ha adottato due decisioni che sbloccano un importo totale di 2,34 milioni di EUR a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per fornire sostegno ai lavoratori in esubero in Finlandia e in Francia.

Un importo di 1,43 milioni di EUR sarà sbloccato dopo che 634 lavoratori di un’impresa finlandese operante nella fabbricazione di mezzi di trasporto sono stati messi in esubero a seguito di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione. Altri 918 000 EUR saranno erogati a seguito dell’annuncio della messa in esubero di 760 dipendenti presso una società di produzione alimentare francese.

Il FEG aiuta i lavoratori a trovare un nuovo impiego e a sviluppare nuove competenze nel momento in cui perdono il lavoro a seguito di cambiamenti nei flussi commerciali mondiali, ad esempio quando una società importante chiude i battenti o quando una fabbrica si trasferisce al di fuori dell’UE, ovvero in conseguenza di una crisi finanziaria ed economica globale. L’aiuto fornito dal FEG consiste in misure di cofinanziamento come l’assistenza alla ricerca del lavoro, la consulenza per le carriere, la formazione e la riqualificazione su misura, il tutoraggio e la promozione dell’imprenditorialità. Il FEG fornisce altresì un aiuto specifico, una tantum e limitato nel tempo, come le indennità per la ricerca di un lavoro, le indennità di mobilità e le indennità per partecipare ad attività di formazione e apprendimento permanenti.

 

OMI e Comitato delle regioni

Il Consiglio ha nominato la sig.ra Ruth DOMBEY (Regno Unito) membro titolare del Comitato delle regioni per la restante durata del mandato, vale a dire fino al 25 gennaio 2015.

 

Consiglio dell’Unione Europea

3349ª Sessione del Consiglio Istruzione, gioventù, cultura e sport.

 

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