Categoria | Scienza e Tecnologia

Mars One: alla Conquista di Marte!

Pubblicato il 18 aprile 2016 da redazione

 

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A quanti di voi interesserebbe fare un viaggetto solo andata per Marte? Questa è la domanda che ha posto Mars One a tutti i cittadini della Terra ottenendo una notevole attenzione mediatica e le candidature di donne e uomini da tutto il mondo. Ma cominciamo dall’inizio.

Mars One è un’organizzazione con base in Olanda che si propone di far atterrare i primi uomini su Marte e stabilirci una colonia permanente entro il 2027. L’idea nasce a seguito di diverse discussioni tra i due fondatori Bas Lansdorp e Arno Wielders nel 2011, ma sarà solo un anno dopo (Maggio 2012) che il progetto verrà ufficialmente reso pubblico dal CEO Bas Lansdorp. L’obbiettivo iniziale di questa missione prevedeva l’invio di un satellite artificiale per le telecomunicazioni entro il 2016 e, dopo diversi passaggi intermedi, l’atterraggio dei primi quattro coloni nel 2025 dopo un viaggio di sette mesi. A seguire, il lancio ogni due anni di ulteriori quattro astronauti e relative provviste, in modo da avere entro il 2035 una colonia di 20 persone che lavorano e vivono su Marte. Lo stesso Bas Lansdorp precisa: ‘’ L’obiettivo di Mars One non è inviare umani su Marte nel 2027 (con un budget di $6 miliardi e 14 lanci). Il nostro obiettivo è inviare uomini su Marte, punto’’.

Come prevedibile, le critiche riguardanti la tempistica del progetto, la sua fattibilità in termini tecnici e finanziari nonché a livello etico, sono state pesanti e numerose.

Tuttavia il progetto è andato avanti e il 22 Aprile 2013 sono iniziate le selezioni per i primi coloni. Per far domanda si è richiesto ai candidati di compilare un questionario e di allegare una lettera di presentazione, il CV e un video. La scadenza per presentare tutti i documenti era il 31 Agosto 2013. All’alba del 9 Settembre 2013, 4227 candidati si sono registrati ufficialmente pagando la rispettiva quota di registrazione (tra i $5 e $75 dollari americani, a seconda della ricchezza del paese del candidato) e pubblicando un video in cui spiegano la ragione che li spinge a voler andare su Marte nel 2023.

 

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Le Selezioni

Il 30 Dicembre dello stesso anno, un totale di 1058 candidati superano la prima selezione. I fortunati provengono da 107 paesi diversi e sono distribuiti in 586 uomini (55.4%) e 472 donne (44.6%). Tra di loro, 159 hanno già conseguito una laurea magistrale, 347 una triennale e 29 una laurea in medicina. La maggior parte dei candidati è ben istruita e ha meno di 36 anni.

Si passa quindi al round successivo che termina, dopo una serie di interviste, con la selezione di 50 uomini e 50 donne da tutto il mondo (il più vecchio ha 61 anni mentre il più giovane ha solo 20 anni). Abbiamo tra i cento finalisti anche un italiano: Pietro  Aliprandi.

I criteri di selezione di questi cento finalisti hanno fatto parecchio discutere. Un finalista, nonché astrofisico al Trinity College’s School of Education di Dublino ed ex ricercatore della Nasa, Dr. Joseph Roche ha dichiarato: ‘’Non ho incontrato di persona nessuno di Mars One. All’inizio ci hanno detto che avremmo sostenuto diversi colloqui: avremmo dovuto presentarci al quartier generale di Mars One e sottoporci a prove della durata di più giorni, il che mi sembrava un processo di selezione abbastanza legittimo”. Le cose però non sono andate esattamente come previsto: ’’ Ci hanno fatto firmare un contratto di riservatezza, e le cose sono rapidamente cambiate. Un colloquio di più giorni è diventato una chiacchierata su Skype di 10 minuti”. L’intervista in questione richiedeva la conoscenza di alcune delle caratteristiche principali del pianeta Marte, come gli intervalli di temperatura e pressione che si sperimentano sul pianeta, o le sue proprietà. “Questo significa’’, conclude Roche, ‘’che tutte le informazioni che hanno su di me vengono dal video che ho inviato, da un questionario che ho compilato con risposte di una sola parola e da un’intervista via Skype molto veloce. Non ci sono abbastanza informazioni per giudicarmi”. Tuttavia è lo stesso Aliprandi che difende il sistema nel suo blog: “La vera selezione, della durata di due settimane, seguita da un’ampia commissione in prima persona, deve ancora iniziare. Finora, i candidati sono stati solo eliminati perché non risultavano abbastanza convincenti per essere valutati, e forse nemmeno considerati”.

 

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Ma Roche non si limita a criticare solo le interviste via Skype, accusa infatti il sistema di selezione di basarsi su quanti soldi il singolo candidato ha fruttato o investirà nel progetto. Roche sostiene che molti finalisti avrebbero comprato il loro posto tra i cento e sarebbero continuamente incoraggiati a “donare” il denaro ricevuto per interviste e apparizioni agli organizzatori della missione. Roche precisa: “Quando ti unisci alla ‘Mars One community’, il che succede automaticamente se fai domanda di candidatura, cominciano ad assegnarti un punteggio. Si ottengono altri punti superando le selezioni (un numero arbitrario di punti, non c’è una classifica vera e propria). Successivamente, l’unico modo per accumulare punteggio è comprare il merchandising di Mars One o donare direttamente denaro”. Al che, Aliprandi ha parlato dell’argomento sul suo blog smentendo il collega e sostenendo di aver speso finora non più di 60 euro: “26 una-tantum per la registrazione della candidatura, 28 per l’acquisto di una maglietta e 90 centesimi per la raccolta fondi”.

Tuttavia un fatto che entrambi i candidati confermano è la disponibilità della Mars One a elargire suggerimenti riguardo al giusto comportamento da seguire se si effettuano interviste: ‘’ Se vi si offre denaro per un’intervista, sentitevi liberi di accettarlo. Vi chiediamo gentilmente di donare il 75% della somma a Mars One”. Aliprandi comunque ritiene questa spesa giustificata se in futuro è previsto uno stipendio.

Dal canto suo, Bas Lansdorp ha risposto alle numerose dichiarazioni di Roche negando quanto da lui affermato: “Ci sono molti finalisti che non hanno donato denaro a Mars One. E ci sono molti candidati che non sono arrivati in finale pur avendo eseguito parecchie donazioni. Le cose non sono connesse, e chi afferma il contrario è un bugiardo”.

A prescindere da tutte le critiche il processo di selezione continua e il livello successivo prevede 5 giorni in cui gruppi di 10-15 candidati dovranno fronteggiarsi in sfide che metteranno alla prova le loro conoscenze tecniche e la loro capacità di lavorare in gruppo. Per coloro che passeranno il turno ci sarà un periodo di isolamento di 9 giorni per testare il comportamento dei candidati quando costretti a interagire con poche persone per un tempo prolungato. Al termine della prova verranno selezionati 30 candidati che potranno sostenere il colloquio di quattro ore (Mars Settler Suitability Interview) con il quale si decideranno i 24 finalisti a cui verrà offerto un contratto full-time come impiegati della Mars One.

L’ultima tappa per i finalisti sarà l’addestramento full-time di sette anni.

 

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Tecnologia e missioni intermedie

Nel Dicembre del 2013, mentre le selezioni continuavano, la Mars One ha annunciato una missione robotizzata su Marte entro il 2018. Il lander robotico verrà costruito dalla Lockheed Martin sulla base del design delle missioni Nasa Phoenix e InSight. Il satellite per le comunicazioni, invece, sarà a carico della Surrey Satellite Technology Ltd. La Mars One ha stimato un costo di 200 milioni di dollari americani o più per la missione robotica, ma a tal proposito persistono ancora critiche sulla fattibilità di una simile missione a carico di soli investitori privati e diritti televisivi. Tuttavia il 30 Giugno 2014 Mars One ha dichiarato di voler coprire i costi della missione offrendo la possibilità a compagnie interessate di effettuare esperimenti su Marte a pagamento o di avere il proprio nome sul lander robotico.

In un video postato il 19 Marzo 2015, Lansdorp annuncia che, a seguito di ritardi nella missione robotica, il primo equipaggio di coloni si stabilirà su Marte non prima del 2027. Come si può facilmente immaginare considerata la complessità di un simile progetto, questa data è soggetta a continui aggiornamenti.

Il lander in questione è una variante della capsula Dragon di SpaceX, con un diametro di 5 metri. Sempre la SpaceX è incaricata del lanciatore; il Falcon Heavy sembra essere per ora il candidato favorito.

Per quanto riguarda il rover, invece, non si hanno ancora informazioni certe. Per ora si sa che non sarà pressurizzato e sarà in grado di percorrere 80 chilometri. Nel Novembre 2012 si era pensato alla Astrobotic Technology come potenziale produttore.

La tuta spaziale che indosseranno i coloni su Marte dovrà essere flessibile per permettere ai coloni di lavorare sia con materiali da costruzione ingombranti sia con macchinari sofisticati anche quando si trovano al di fuori dell’habitat. Dovrà anche essere in grado di proteggerli dai gas freddi, nocivi e a bassa pressione dell’atmosfera marziana. La compagnia che molto probabilmente si incaricherà di questo compito è la ILC Dover.

Non sono noti ulteriori dettagli sulla tecnologia che verrà adoperata per tale missione perché, come è ormai chiaro, l’intero progetto è ancora in una fase iniziale.

 

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Molti credono fermamente nella riuscita di questa futura ‘colonizzazione’, tra cui il fisico Premio Nobel Gerard’t Hooft; tuttavia è impossibile non farsi domande sulle reali spese e difficoltà che Mars One dovrà affrontare. La compagnia parla di pochi miliardi di dollari per l’intera missione, quando invece la Nasa aveva stimato il costo di una prima spedizione su Marte intorno a un trilione (mille miliardi!). Una cifra non tanto sbagliata se si considera che per la Stazione Spaziale ISS (ancora nell’atmosfera terreste) si sono spesi 200 miliardi. Inoltre la Mars One sta investendo tantissimo per riuscire a mostrare l’intera missione in diretta televisiva. Per fare ciò, servirebbe più di un solo satellite per le comunicazioni in orbita attorno a Marte e si dovrebbero considerare anche le enormi antenne necessarie sulla Terra per trasmettere e ricevere i dati da e verso i satelliti. Proprio per questi aspetti finanziari, ma anche tecnici e medici, diversi scienziati ed enti, tra cui l’MIT, Chris Welch (direttore della International Space University) ed ex-astronauti (Buzz Aldrin e Ulrich Walter) hanno fortemente criticato la fattibilità del progetto.

L’obiettivo della Mars One è davvero incredibile e, anche se tuttora il progetto presenta innumerevoli ostacoli e falle, se riuscisse sarebbe per l’uomo l’inizio di una nuova era, in cui la colonizzazione dello spazio non è più fantascienza, ma realtà.

di Sara Pavesi

 

Bibliografia:

https://en.wikipedia.org/wiki/Mars_One

http://www.wired.it/scienza/spazio/2015/03/23/mars-one-bufala/

http://www.mars-one.com/about-mars-one

http://espresso.repubblica.it/visioni/scienze/2015/03/19/news/turisti-su-marte-e-solo-una-grande-bufala-il-programma-mars-one-e-tutta-una-finta-1.204963

http://www.astronautinews.it/2015/02/17/marte-solo-andata-mars-one-prosegue/

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