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La storia di Becco di Rame

Pubblicato il 30 settembre 2016 da redazione

becco di rame

 

La natura degli esseri viventi spesso può nascondere misteri difficili da spiegare e addirittura delle fiabe, per chi sa scovarle.

Chi ha detto infatti che la scienza non sia amica della favola? Il punto di vista può essere quello che più desideriamo, poco importerà.

Sia che si abbracci l’idea di creazione della Genesi, sia che si preferisca affidarsi alle teorie scientifiche, il legame tra credibile e incredibile trova sempre spazio, ogni qualvolta si parli di vita e di natura.

E’ innegabile che si tratti di concetti un po’ inflazionati, cristallini e imperscrutabili allo stesso tempo, con cui siamo soliti riempirci la bocca, ma di cui spesso si ignora il valore o il significato.

 

Natùra *

pronuncia: /naˈtura/

sostantivo femminile

 

1 il complesso delle cose e degli esseri dell’universo

2 l’insieme delle proprietà e delle qualità innate e permanenti che fanno di un essere quello che è.

 

Si parla di qualità permanenti, di principio, di fondamento, di essenza stessa degli esseri viventi, ma nei fatti è ancora possibile che la natura spinga l’uomo a superare i propri interessi?

In realtà, per antonomasia, il regno della natura è quello degli animali, il cui istinto di vita li guida a volte verso ciò che è utile, altre verso ciò che è giusto.

In ogni caso non serve diventare zoologi e usare il linguaggio della scienza per capire le magie della natura, è sufficiente avere le orecchie aperte e la voglia di stupirsi un tantino.

Come fosse una favola – e forse lo è – c’era una volta – e ancora c’è – una specie di oca, l’oca Tolosa, che per natura soffre di un attaccamento particolare al luogo in cui vive. Sceglie un posto, si ferma a viverci e ci si affeziona al punto da difenderlo con tutte le proprie piume. E’ da qui che nasce una fiaba come tante, con simpatici animali da cortile e tutta la forza dell’ingenuità che è talmente tanto rara da farci fermare ogni qual volta la incontriamo.

Una fiaba come tante…ma diversa, perché – a differenza di molte – racconta una storia vera.

Il brutto Anatroccolo di Andersen, infatti, era un simbolo, una tenera invenzione, mentre l’oca coraggiosa, protagonista di questa storia, è in carne ed ossa, ha un bel nome buffo – Ottorino – ed è stata l’ispirazione per un progetto di ingegno e cuore che prende le mosse dallo spirito temerario di un pennuto un po’ incosciente che incontra la passione di un veterinario italiano, innamorato del proprio mestiere.

 

Ma partiamo dal principio.

becco di rame_2

Ottorino, esemplare maschio e fiero di oca Tolosa, viveva in un pollaio insieme ad uno stuolo di allegre galline. Una notte, però, irruppe nel pollaio felice una famelica volpe, decisa a far razzia di ignare gallinelle. Ottorino non esitò a scagliarsi contro l’intrusa per difendere il proprio territorio, ma il coraggio, spesso, è ben piccola arma in confronto ad unghiate e morsi. Il mattino seguente le galline erano salve, ma il piccolo eroe piumato si ritrovò ad aver perso parte del suo becco, così da non riuscire a mangiare e beccare come prima.

Venne portato nella clinica veterinaria del Dottor Antonio Briganti che, nonostante l’esperienza, non si era mai trovato a dover curare un’oca senza becco.

Tuttavia, con l’abilità di chi mette a disposizione le proprie capacità e le proprie idee per fare qualcosa di nuovo, il dottore si preoccupò di trovare un espediente per permettere all’oca di mangiare e sopravvivere.

Da questa contingenza nacque la prima protesi in lamina di rame per la ricostruzione del becco dei volatili. Fu solo un tentativo, ma si rivelò provvidenziale.

Ottorino non solo ricominciò a mangiare e ad essere in salute, ma la sua protesi venne replicata così da permettere di continuare a vivere a tanti altri esemplari come lui.

Il bene, si sa, come l’intelligenza, è una di quelle cose che, se sono condivise, si moltiplicano, anziché diminuire, proprio per questo il Dottor Briganti ha pensato di trasformare la storia di Ottorino e del suo gesto generoso in una vera e propria favola moderna, che possa insegnare a tutti coloro che la leggano che non esiste nessuna vita priva di difficoltà, ma – se si ha fiducia – tutto si può superare.

La delizia di un progetto pieno di passione e di una storia della buonanotte è dunque una buona occasione per trasmettere un messaggio di speranza e di positività.

Questa fiaba aiuta i bambini a venire a contatto con il tema della disabilità e dell’impegno nel superare le difficoltà legate all’utilizzo di protesi per vivere e fare sport.

Ottorino, infatti, ha un becco diverso dagli altri animali del suo pollaio, ma becchetta come prima, mangia, starnazza e si diverte un mondo nel piccolo nido che chiama casa.  Il becco di rame è certamente inusuale, ma scintilla e permette a tanti animali di aggrapparsi alla vita con una presa impareggiabile.

I bambini ameranno certamente la simpatia e la tenacia eroica del piccolo protagonista di questa storia, che oltre a far sorridere e riflettere tanti piccoli lettori ha lo scopo di sostenere la Fondazione Becco di Rame – ennesimo traguardo raggiunto grazie al coraggio di Ottorino e del suo dottore – grazie alla quale si tenta di aiutare il mondo sportivo degli atleti protesico-disabili, favorendo progetti che non solo garantiscano una vita normale per tutti coloro che portano una protesi, ma – proprio come è successo ad Ottorino – permettano anche di trasformare un’esperienza difficile di vita in un’opportunità.

Altro obiettivo della fondazione è quello di favorire la cura e il recupero degli animali selvatici in difficoltà, così che anche tante altre creature possano essere protagoniste di avventure fortunate, come quella che il dottor Briganti ci ha raccontato.

Tutti soddisfatti, dunque, grazie a questo bel racconto di coraggio e di fatica ricompensata. L’impegno dell’ideatore di questo progetto ci ricorda ancora una volta quanto sia utile saper fare un passo indietro di fronte alla semplice forza che gli animali sanno dimostrare e quanto sia gratificante mettere a disposizione idee e iniziativa per fare in modo che le esperienze dolorose siano superate con coraggio e con il sorriso, in modo che la vita sia vista sempre come una ricchezza e una risorsa da difendere e rispettare, proprio come avviene in natura.

Mariaelena Micali

 

Linkografia:
http://dizionario-italiano.it/

http://www.beccodirame.com/

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