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Hövding, il primo casco gonfiabile per ciclisti

Pubblicato il 08 ottobre 2016 da redazione

casco

Quasi tutti i ciclisti sperimentano almeno una volta nella vita una brutta caduta, ma da oggi c’è una novità: se cadete in bicicletta, la vostra testa potrà atterrare su un ‘morbido’ cuscino.  Sto parlando di Hövding, il primo airbag per ciclisti.  Si tratta di un casco gonfiabile che si innesca quando cadiamo dal veicolo, proteggendoci la testa e il collo.

Hövding nasce nel 2005 da due tesisti di design industriale dell’Università di Lund, Svezia: Anna Haupt e Terese Alstin. A quel tempo, in Svezia era appena stata introdotta una legge che vincolava i ragazzi fino ai 15 anni ad indossare il casco per bicicletta. Era quindi nato il dibattito se anche gli adulti avessero dovuto avere lo stesso obbligo. Fu allora che Anna e Terese decisero di incentrare la loro tesi di specialistica sullo sviluppo di un casco per bicicletta che i ciclisti avrebbero voluto indossare volentieri, costretti o meno.

Il risulto fu un casco/airbag, che per la sua innovazione vinse numerosi premi e finanziamenti, tra cui la borse di studio Innovationsbron’s Ideas e la Venture Cup nel 2006. Venne quindi fondata la compagnia Hövding Sweden AB responsabile della progettazione e sviluppo del dispositivo; ad oggi la compagnia è composta da 20 persone, tuttavia i due fondatori, Anna Haupt e Terese Alstin, l’hanno recentemente lasciata, rispettivamente nel 2014 e 2015.

 

Il Sistema di Airbag

 

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L’airbag è stato progettato con una forma simile a un cappuccio. Per la sua realizzazione ci si è basati su delle indagini statistiche riguardanti incidenti in bicicletta. Il materiale invece consiste in un tessuto ultraresistente di nylon, che non si strappa durante il contatto con il terreno. La sua forma consente una protezione quasi integrale della testa e del collo (zona non protetta dai normali caschi rigidi per bici) garantendo allo stesso tempo un adeguato campo visivo. Per ovvi motivi, le parti più delicate vengono protette maggiormente. Quando l’airbag scatta la pressione al suo interno rimane costante per diversi secondi, in modo da garantire in caso di incidente una protezione da molteplici impatti alla testa. Trascorso questo tempo Hövding si sgonfia lentamente e purtroppo non può essere più utilizzato ulteriormente.  Quest’ultimo punto rappresenta una delle grandi limitazioni di questa tecnologia.

Il gas che viene introdotto nell’airbag è elio e l’iniettore si trova nel collare, nello specifico sulla schiena del ciclista.

 

Come fa a capire che si tratta davvero di un incidente?

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Il segreto sta in un algoritmo integrato nel collare. Si tratta del risultato di migliaia di test volti a simulare tutte le tipologie di incidenti; a tal proposito si è ricorso a piloti acrobati in grado di riprodurre tali situazioni in modo veritiero e in sicurezza. Allo stesso tempo sono state registrate altrettante informazioni da collari indossati da ciclistici durante quotidiani tragitti in bicicletta. In questo modo è stato possibile sviluppare un algoritmo in grado di distinguere tra ordinario ciclismo e incidenti. Dove con ordinario ciclismo si intende tutte le situazioni e movimenti che di solito si verificano andando in bicicletta, come il chinarsi per prendere le chiavi e così via. Purtroppo Hövding non è programmato per scattare nel caso di incidenti ciclistici altamente inusuali che non implicano alcun movimento del ciclista, come nel caso di un oggetto che cade dall’alto sulla testa del ciclista.

Il collare in cui è contenuto l’airbag si accende o spegne, di conseguenza si attiva o meno l’airbag, tramite un pulsante ‘On/Off’ situato vicino alla cerniera di chiusura del collare, che deve essere del tutto chiusa per garantire un corretto funzionamento del casco. In questo modo, si evita il rischio che il collare si apra inutilmente quando non siete in biciclette. Inoltre Hövding è dotato di una piccola batteria, ricaricabile attraverso cavo USB, in grado di durare fino a nove di ciclismo.

 

Il Collare

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Il collare viene realizzato con un tessuto resistente all’acqua che garantisce la massima protezione del sistema airbag incorporato. Il collare non è lavabile, al contrario del suo rivestimento esterno removibile che è in grado di resistere a usura, sudore e sporcizia. Qualsiasi macchia sul collare può essere rimossa strofinando accuratamente con un panno umido. Il design del collare è ergonomico e permetto una distribuzione uniforme del peso sulle spalle; la parte posteriore è leggermente più pesante, in modo che quando pedalate il peso viene caricato dalla schiena.

 

Cosa succede dopo un incidente?

Come già menzionato, Hövding può dispiegarsi solo una volta, dopo la quale è inutilizzabile. In questo caso la compagnia di produzione richiede agli acquirenti di restituire la piccola scatola nera contenuta nel collare, che registra i movimenti del ciclista nei 10 secondi precedenti l’impatto. Questi dati vengono poi elaborati dalla compagnia per garantire un continuo sviluppo del prodotto. Inoltre, alcune compagnie assicurative coprono parzialmente le spese per l’acquisto di un nuovo dispositivo Hövding.

Tutti i dispositivi Hövding sono inoltre dotati di una marcatura CE che certifica il soddisfacimento dei requisiti europei circa l’attrezzatura per la protezione personale, nello specifico questo casco deve garantire la protezione completa della testa assorbendo l’urto e distribuendo adeguatamente i carichi nel caso di un incidente.

Oltre i test effettuati dalla compagnia produttrice, ne sono stato condotti altri da diversi enti che ne hanno poi riportato i risultati. I pareri sono stati abbastanza contrastanti. In particolare, la compagnia assicurativa svedese Folksam ha testato 13 caschi seguendo la stessa procedura della marcatura CE ma applicando una maggiore velocità di impatto (25 km/h invece che 20 km/h). Hövding ha dimostrato un assorbimento dell’urto tre volte maggiore rispetto ad altri caschi in circolazione. Infatti, i caschi tradizionali raggiungono una forza tra i 196 g e i 294 g (più basso è il valore, migliore è la capacità del casco nel proteggere la testa del ciclista), mentre Hövding ha riportato una forza gravitazionale di 65 g.

Mentre la UFC Que Choisir (Union fédérale des consommateurs, l’unione federale dei consumatori), sostiene che questo casco non soddisfa i requisiti internazionali sulla sicurezza. In particolare, non ritiene questo casco adeguato alla protezione della testa in caso di oggetti duri e contundenti, come nel caso di perni di metallo o le lastre per la pavimentazione stradale. Inoltre è stata contestata il tempo di apertura dell’airbag. Infatti, per le motociclette il massimo tempo consentito per l’apertura dell’airbag è di 200 ms, mentre Hövding impiega 382 ms per dispiegarsi. Tuttavia, in questo contesto vanno considerate anche le diverse velocità d’impatto a cui possono venire sottoposte le moto rispetto alle biciclette. Fino ad oggi tutte queste obiezioni sono state rivolte al modello Hövding 1.0, mentre non è ancora stato dato alcun giudizio sulla versione Hövding 2.0.

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La scelta se adottarlo o meno dipende in gran parte anche dalla cifra che si è disposti a pagare per un casco che ha i suoi limiti (come descritto precedentemente), ma è molto più pratico e in una certa misura più sicuro rispetto a quelli tradizionali. Di fatto è un casco ‘usa e getta’ e attualmente viene venduto su Amazon al prezzo di 304 euro. Si tratta di una cifra considerevole ma potrebbe salvare la vita a tutti quei ciclisti che, piuttosto che indossare un casco rigido e poco pratico, non indossano niente del tutto. Inoltre rappresenta un’ottima alternativa per chi desidera avere una maggiore protezione del collo e della testa da impatti violenti.

Nel 2014, solo in America 3514 ciclisti sono rimasti uccisi e gravemente feriti mentre andavano in bicicletta e molti di loro si sarebbero potuti salvare indossando un casco. È anche vero che diversi recenti studi hanno dimostrato che i guidatori, sia di moto che di bici, quando indossano il casco corrono più rischi del solito e hanno più probabilità di essere coinvolti in un incidente. Quindi la scelta del casco è fondamentale, e in questo senso spendere 304 euro per un casco monouso, ma efficace è fattibile, ma sta anche al ciclista stesso evitare, se possibile, certe situazioni che rischiano di mettere a repentaglio la sua incolumità.

Sara Pavesi

 

Linkografia:

http://www.hovding.com/video

https://www.theguardian.com/technology/2015/jun/15/hovding-inflatable-bicycle-helmet

http://www.hovding.com/how_hovding_works

https://www.amazon.it/H%C3%B6vding-Casco-Airbag/dp/B00DGW1D14

https://en.wikipedia.org/wiki/H%C3%B6vding

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