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Diaframmi intelligenti per il III millennio: l’Institut du Monde Arabe

Pubblicato il 08 dicembre 2013 da redazione

“L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce (Le Corbusier).

1Quando l’Architettura cattura, dirige e regola l’intensità della luce

Jean Nouvel, negli anni Ottanta con la collaborazione con Architecture-Studio, ha vinto il concorso per la progettazione di quello che sarebbe diventato l’Institut du Monde Arabe (IMA).

L’IMA è stato finanziato in parte dal governo francese e in parte dalla Lega Araba (in quanto committente del manufatto).

L’edificio fu concepito come centro e prestigiosa vetrina della cultura araba a Parigi.

Jean Nouvel dimostra in questo progetto una notevole comprensione dell’architettura e della cultura mediorientale. È, infatti, possibile tracciare parallelismi tra alcuni elementi dell’Istituto e un certo numero di edifici arabi tradizionali.

Nonostante questi riferimenti al mondo arabo, l’Istituto si vuole affermare come edificio europeo.

800px-Institut_du_Monde_Arabe_1Così ne parla Jean Nouvel

“Una posizione culturale in architettura è una necessità.

Ciò comporta il rifiuto di soluzioni già pronte o facili a favore di un approccio che sia globale e specifico.

Alcuni avevano desiderato qualcosa di più pastiche -like, come la Moschea di Parigi. Alcuni elementi simbolici, come i ” moucharabiehs ” nel quale i poligoni di varie forme e dimensioni vogliono creare un effetto geometrico che ricorda l’Alhambra. Da un punto di vista urbanistico l’Istituto è una cerniera tra due culture e due storie. Se il lato sud dell’edificio, con i suoi diaframmi motorizzati, è l’espressione contemporanea della cultura orientale, il lato nord è uno specchio letterale della cultura occidentale: le immagini del paesaggio urbano parigino  di là della Senna sono smaltati sul vetro esterno, sembrano come le sostanze chimiche di una lastra fotografica.[…]

Presso l’Istituto del Mondo Arabo ho iniziato così a esaminare la questione della luce. Il tema della luce viene riflesso nella parete meridionale, che consiste interamente di diaframmi come quelli di una fotocamera, e così come nella sovrapposizione delle scale, la sfocatura dei contorni, le sovrapposizioni in riverberi, riflessi e ombre.”

3 la sogliaUna soglia del mondo

L’istituto è situato alle soglie delle periferie storiche della città lungo la Senna. Questo è in linea con la sua missione di separatore e al tempo stesso di congiunzione tra due mondi separati, ma comunicanti.

In architettura il concetto di soglia è trattato come paradigma, che identifica un manufatto. Vari esempi assumono simbolicamente questa identità, per citarne uno: l’aereoporto di Milano Linate ad opera di Aldo Rossi (questa architettura si identifica quale soglia della città.)

La struttura assume, quindi, il significato simbolico e il ruolo di soglia quale collegamento tra due culture differenti. Definisce uno spazio extratemporale, strutturato in modo che chi entra, affacciandosi all’ingresso, in maniera inconscia viene immediatamente orientato nelle direzioni strategiche dell’edificio.

Osservandolo dall’alto l’IMSA segue la curvatura della strada e la sua forma è data dall’andamento del grande fiume, l’anima della Francia. I suoi 2 volumi principali abbracciano un cortile interno e crescono a nord di 9 piani e a sud di 11 piani. Una piazza pavimentata separa la vicina Universite de Jussieu e il comparto principale dell’edificio. L’interno ospita numerosi spazi tra cui, un museo, una biblioteca e un auditorium; un atrio di vetro a più piani è avvolto da una scala in acciaio.

2institut-du-monde-arabe_interno

La luce

Nulla di questo progetto è più importante della luce.

Vi è una relazione forte tra lo spazio e la luce. Come i mutamenti di luminosità hanno creato lo spazio lo si spiega osservando l’interno della biblioteca. La luce entra a fasci e cambia continuamente dando all’edificio un carattere sacrale, come le moschee arabe.

I diaframmi, che si trovano sulla facciata, vengono attivati da fotocellule della parete sud e del pozzo di illuminazione al suo centro, rivestito di alabastro.

Esternamente troviamo un edificio cangiante che non è mai uguale.

L’edificio ha un’energia tale che, visitandolo, si ha l’impressione di entrare nell’inquadratura di un film.

È evidente che per il periodo in cui è stato costruito, l’Istituto del mondo Arabo è un’architettura tecnologicamente all’avanguardia. La luce viene anche decuplicata negli spazi esterni dalla pavimentazione che imita il gioco luminoso della facciata. Le luci, infatti, sprigionandosi da terra, grazie ai numerosi fari incastonati al suolo, diffondono la luce nella notte.

La luce a terra dialoga con la superficie verticale creando uno spazio luminoso quasi irreale.

di Costanza Galli

 

Luogo: Parigi Anno: 1987

Architetto: Jean Nouvel

Nome: l’Institut du Monde Arabe

 

Linkografia:

http://www.jeannouvel.com

http://www.parigi.it/it/institut-du-monde-arabe.php

http://www.novarchitectura.com/2010/05/17/istituto-mondo-arabo-jean-nouvel/

http://tracce.morettispa.it/index.php/institut-du-monde-arabe-parigi/

http://www.youtube.com/watch?v=wzXb8wOh0iY

http://www.architecturetrips.com/2011/10/institut-du-monde-arabe-parigi-jean-nouvel-classics/

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