Categoria | Europa

Cittadini, enti locali e ONG dibattono con il Commissario Potočnik sull’uso sostenibile delle risorse

Pubblicato il 04 aprile 2013 da redazione

La quarta tappa dei dialoghi con i cittadini dell’Anno europeo dei cittadini avrà luogo il 5 aprile a Pisa e riguarderà ambiente, acqua, rifiuti e consumo sostenibile.

La popolazione mondiale aumenta costantemente mentre le risorse naturali come l’acqua sono sempre più scarse e peggiora lo stato dell’aria e dell’ambiente in generale. È un problema che riguarda da vicino il nostro continente e l’Unione europea ha da tempo elaborato una strategia integrata per l’uso efficiente delle risorse. Come impiegarle meglio, senza sprecarle e senza inquinare, traendo beneficio economico? Sono queste le domande cui tutti cercano di rispondere.

Per mettere a fuoco queste esigenze concrete all’interno dell’Unione europea e per confrontarsi con i cittadini e le autorità locali sulle sfide che ci attendono, il Commissario europeo all’Ambiente Janez Potočnik sarà a Pisa il prossimo 5 aprile per il quarto incontro tematico della serie dei dialoghi con i cittadini. L’iniziativa è promossa dalla Commissione europea in diverse città europee e italiane con l’obiettivo di instaurare con i cittadini un dibattito diretto e senza filtri sulle politiche dell’Unione europea e sul futuro dell’Europa, in occasione dell’Anno europeo dei cittadini e in previsione delle elezioni europee del 2014.

L’evento, al quale parteciperà insieme al Commissario Potočnik anche il sindaco della città toscana, Marco Filippeschi, sì svolgerà a partire dalle ore 9:30 presso la Stazione Leopolda in piazza Guerrazzi 11 a Pisa e sarà moderato dal giornalista e conduttore radiofonico Federico Taddia. Per facilitare la partecipazione, chiunque potrà seguire l’evento in diretta streaming su: http://webcast.ec.europa.eu/eutv/portal/citizendialogue-pisa_050413 e porre le proprie domande al Commissario via Twitter, utilizzando l’hashtag #EUdeb8.

Alla vigilia dell’incontro, il Commissario ha dichiarato: “E’ essenziale che lo sviluppo diventi sostenibile e la società civile ha un ruolo fondamentale nel contribuire a raggiungere questo obiettivo. Penso che la pressione esercitata da cittadini “illuminati”, in particolare grazie al potere conferito dai social media, giocherà un ruolo decisivo per spingere politici e imprese a fare scelte più sostenibili”.I dialoghi con i cittadini si stanno svolgendo contemporaneamente in tutti i 27 Stati membri dell’UE su iniziativa della vicepresidente della Commissione Viviane Reding, responsabile tra l’altro per le questioni attinenti alla cittadinanza europea. In Italia il dibattito diretto con i cittadini si articola in cinque tappe: la prima si è svolta a Napoli il 30 novembre scorso sul tema dell’occupazione, alla presenza del Commissario europeo László Andor. La seconda si è tenuta a Torino il 21 febbraio con la Commissaria Cecilia Malmström, e aveva al centro i problemi legati alla sicurezza e alla protezione dei cittadini. La sessione di Roma – cui ha preso parte il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani – è stata dedicata al tema dell’imprenditorialità. Il quinto incontro sarà a Milano il 7 giugno prossimo con la Commissaria Connie Hedegaard, responsabile per il clima. I temi sono stati scelti in base alle indicazioni provenienti da un recente sondaggio effettuato per conto della Rappresentanza sulle principali preoccupazioni e richieste degli italiani. Ciascuno di questi eventi-dibattito offre ai cittadini l’occasione di esprimersi sulle competenze e le politiche europee e di dare voce alle proprie aspettative e proposte  in merito all’Unione. I dibattiti e i loro esiti confluiranno in un incontro a livello europeo aperto a tutti, al quale parteciperà la vicepresidente Viviane Reding e durante il quale si cercherà di trarre le conclusioni da questo confronto sui diritti e le aspettative dei cittadini dell’Europa del futuro.

Dialoghi con i cittadini: di cosa si tratta?Molti passi sono stati fatti nei vent’anni intercorsi dall’introduzione della cittadinanza dell’Unione: da una recente indagine UE risulta che attualmente il 63% dei cittadini si sente “europeo”.

In tutta l’UE i cittadini fruiscono quotidianamente dei loro diritti: sono più tutelati quando fanno acquisti transfrontalieri, hanno cure garantite in altri Stati membri dell’UE presentando la tessera sanitaria europea e pagano tariffe di roaming meno care, tutto ciò grazie alla legislazione europea. Ma non sempre lo sanno: l’indagine evidenzia che poco più di un terzo dei cittadini UE (36%) ritiene di essere ben informato sui propri diritti in quanto cittadino UE (in Italia il 35 %).

Ecco perché la Commissione ha deciso di proclamare il 2013 Anno europeo dei cittadini, dedicandolo ai cittadini e ai loro diritti. Con un duplice scopo: da un lato spiegare cosa significa essere cittadini europei e quali sono i diritti legati a questa condizione; e dall’altro ascoltare.

Nel corso dell’anno la Vicepresidente Reding e gli altri Commissari UE, insieme a politici nazionali e locali, terranno incontri pubblici in tutti gli Stati membri, per ascoltare le opinioni dei cittadini e rispondere alle loro domande.

Si tratterà di occasioni in cui i cittadini potranno dialogare direttamente con i politici europei, esprimendo le loro aspettative, i loro pareri in fatto di diritti e la direzione in cui vorrebbero vedere andare l’Unione nei prossimi dieci anni. I cittadini europei devono poter dar voce alle loro preoccupazioni e preparare il terreno per le prossime elezioni.

La Vicepresidente Reding ha già tenuto questo genere di incontri a Cadice (Spagna), con la sindaca Teófila Martínez Saíz e l’eurodeputata Teresa Jimenez-Becerril, a Graz (Austria), con il vicecancelliere austriaco Michael Spindelegger, a Berlino (Germania), con l’eurodeputata socialdemocratica Dagmar Roth-Behrendt, e a Dublino (Irlanda), con Lucinda Creighton, ministra irlandese per gli affari europei. Altri dibattiti sono stati tenuti a Napoli (Italia) dal Commissario László Andor e a Göteborg (Svezia) dalla Commissaria Cecilia Malmström, la quale è stata a Torino (Italia) il 21 febbraio. Si aggiunge poi anche il dialogo con il Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani tenutosi a Roma il 18 marzo.  Molti altri se ne terranno nel corso del 2013 in tutta l’Unione europea e vedranno impegnati i politici europei, nazionali e locali in un dialogo con cittadini di ogni ceto e provenienza. È possibile seguire i dibattiti sul sito http://ec.europa.eu/european-debate/index_it.htm.

Perché la Commissione ha lanciato questa iniziativa proprio ora?

Perché l’Europa si trova ad una svolta. Non si fa che parlare del futuro dell’Europa: c’è chi si dice a favore di una maggiore unione politica, chi di una federazione di Stati-nazione, altri invocano gli Stati Uniti d’Europa. Per la Commissione è fondamentale che i cittadini europei dicano la loro in questo dibattito e che si facciano decisori del loro futuro, e ciò prima delle elezioni del 2014 per il Parlamento europeo e prima che sia proposta qualsiasi modifica del trattato.

Oltre la metà degli europei (68%) pensa che la propria voce non conti in Europa. Questa percezione deve mutare.

12 000 cittadini hanno preso parte ad una delle più grandi consultazioni pubbliche online sui diritti dei cittadini e sul futuro dell’Unione europea (IP/12/461). Tra i partecipanti che hanno descritto con parole proprie come vorrebbero che l’Unione evolvesse nell’immediato futuro e come vorrebbero che fosse nel 2020, un terzo (31%) ha dichiarato di prefigurasi l’UE come un’unione politica.

Queste le parole della Vicepresidente Reding in proposito: “Dobbiamo costruire la casa europea insieme ai cittadini, e non pretendere di costruirla senza prima chiedere loro se vogliono viverci dentro. Se vogliamo costruire un’Unione più forte e a maggiore valenza politica abbiamo bisogno del loro coinvolgimento. I cittadini europei devono poter dar voce alle proprie preoccupazioni e preparare il terreno per le prossime elezioni europee.

In cosa sfoceranno i dialoghi?

Uno degli obiettivi principali dei dialoghi è preparare il terreno per le elezioni europee del 2014.

Gli interventi dei cittadini nel corso dei dialoghi aiuteranno la Commissione ad orientarsi nel tracciare la futura riforma dell’UE. Il 29 novembre 2012 la Commissione ha già delineato un piano per una piena integrazione economica, monetaria, di bilancio e politica, e i presidenti di Consiglio europeo, Commissione europea, Eurogruppo e Banca centrale europea hanno pubblicato, il 5 dicembre 2012, una relazione comune. La Commissione e le altre istituzioni stanno lavorando a una tabella di marcia verso un’unione politica. I cittadini devono poter dire la loro nel dibattito sul futuro dell’Unione europea e i dialoghi saranno un modo per dare loro la parola e una piattaforma di discussione.

La Commissione europea sta nel frattempo lavorando anche per sopprimere gli ostacoli che frustrano le attese dei cittadini. La relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione (cfr.IP/10/1390 e MEMO/10/525) ha indicato 25 azioni concrete da intraprendere per eliminare gli ultimi ostacoli che continuano ad impedire ai cittadini dell’UE di fruire appieno del diritto alla libera circolazione nell’UE. Una di queste azioni è volta a sensibilizzare maggiormente le persone sul proprio status di cittadini UE, sui propri diritti e su come questi diritti si traducono nella vita quotidiana.

Durante l’Anno europeo dei cittadini, intorno al 9 maggio 2013, la Commissione pubblicherà una seconda relazione sulla cittadinanza dell’Unione, che, oltre a fare un bilancio delle 25 azioni indicate nel 2010, ne presenterà altre 12, mirate a risolvere i restanti problemi che i cittadini UE continuano a dover affrontare. Le questioni emerse nella consultazione pubblica online e nel corso dei dialoghi figureranno in questa relazione e serviranno a tracciare la politica della Commissione in materia di cittadinanza.

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