Categoria | Scienza e Tecnologia

Biciclette del futuro? Sì, ma di cartone!!!

Pubblicato il 08 marzo 2013 da redazione

bike_2369014bIncredibile, ma vero: esiste una bicicletta fatta interamente di cartone! Prevedibilmente la maggior parte di voi si chiederà: che utilità ha una bicicletta che appena piove la butti? Ebbene, so che è difficile da credere, ma questo mezzo di locomozione alternativo è resistente sia all’acqua che al fuoco. Ma vediamo più a fondo di cosa si tratta.

Tre anni fa nel suo laboratorio di Moshav Ahituv l’ingegnere meccanico, nonché appassionato di ciclismo e decupage, Izhar Gafni, ebbe questa geniale idea: costruire una bicicletta in cartone.

Il primo inconveniente, non trascurabile, era la sua scarsa conoscenza del materiale, dedicò quindi i primi due anni del suo progetto a studiare a fondo le proprietà e il comportamento del cartone.

Dagli origami giapponesi al progetto

cardboard-bike-post-12012-10-15T095156Z_390762421_GM1E8AF1DJD01_RTRMADP_3_ISRAEL-CARDBOARDBIKEL’idea alla base della struttura sono gli origami giapponesi: un foglio di carta di per sé non ha resistenza, ma se piegato, anche una volta, la sua forza triplica.

Così ha realizzato il telaio, le ruote, il manubrio, la sella e altri componenti piegando e incollando tra loro fogli di cartone. Le gomme, invece, sono realizzate con vecchi copertoni d’auto, questo rende il viaggio un po’ più arduo rispetto all’utilizzo di pneumatici ad aria compressa, ma garantisce la non perforabilità delle ruote.

Izhar-Gafni-Cardboard-Bicycle-001israel-cardboard-bike-9Il principio di funzionamento della catena si basa sul meccanismo della cinghia di distribuzione di una macchina, anch’essa è realizzata con gomma riciclata e trasmette la potenza direttamente dai pedali alla ruota posteriore. Infine i pedali sono in plastica riciclata da bottiglie.

Dopo la realizzazione dei singoli pezzi, la bicicletta viene trattata con una prima resina che ne mantiene la forma e ne irrigidisce la struttura, è poi ricoperta di un altro tipo di resina, inventata dallo stesso Gafni, in grado di renderla impermeabile e a prova di fuoco. Infine si lacca per bene tutto, visto che anche l’occhio vuole la sua parte. Il risultato di queste applicazioni, assicura il nostro inventore, è migliore di quello dato dall’utilizzo di fibra di carbonio. Insomma la bicicletta interamente riciclabile esiste!

Izhar-Gafni-cardboard-bicycle-537x301Ma quanto pesa e qual è il peso massimo in grado di sopportare?

Il prodotto finale pesa circa 9 kg (esiste anche una versione per i bambini del peso di 3/3.5 kg) ed è in grado di trasportare un pilota del peso di 220 kg. Si sta, tuttavia, pensando per il futuro un designer in grado di assicurare anche un montacarichi per trasportare materiali pesanti sia davanti che dietro la bicicletta.

Il prezzo

giora-kariv-cardboard-bicycle-3.jpgGafni racconta che, dopo aver saputo di un inventore che era riuscito a realizzare una canoa in cartone, volle provare a realizzare una bicicletta riciclabile, ma soprattutto accessibile a tutti i bambini del mondo. Da allora ha realizzato quattro prototipi diversi, ci ha lavorato su per tre anni subendo anche lo scetticismo da parte di ingegneri che consideravano ‘impossibile’ la riuscita del suo progetto, ma alla fine ce l’ha fatta.

Il costo per la realizzazione di una singola bicicletta è di 6€ (3€ se si tratta della versione per bambini), verrà quindi venduta a un prezzo che si aggira sui 15€. Senza contare che ogni bicicletta avrà una garanzia minima di un anno. Si parla di una bicicletta acquistabile sia da una persona ricca sia da un bambino di un paese povero.

La questione dell’elevato costo delle biciclette, per altro, riguarda molto da vicino Gafni.

Infatti a Tel Aviv, la sua città natale, poco tempo fa 2000 biciclette rubate sono state esposte dalla polizia, alla ricerca dei proprietari derubati. Il ragionamento che allora ha fatto è: ma se le biciclette costassero meno della fatica e del rischio che comporta rubarle, addirittura meno del lucchetto che le tiene incatenate al lampione, ci sarebbero ancora ladri disposti a farlo?

Sponsor a aiuti non mancano

imagesOvviamente un simile progetto ha trovato in breve tempo sponsor felici di pubblicizzare e migliorare il prodotto, oltre a occuparsi interamente sia dgli aspetti finanziari sia di quelli economici.

Stiamo parlando del gruppo ERB. La loro idea originale, infatti, era quella di vendere queste innovative biciclette alle grandi industrie che le avrebbero utilizzate a loro volta come veicoli per i propri dipendenti.

Per rendere ancora più allettante questo nuovo prodotto hanno anche in progetto di sviluppare una versione elettrica della bicicletta in cartone, ovviamente in vendita a un prezzo superiore, per soddisfare le esigenze dei loro consumatori più pigri.

Vi voglio rivelare un altra cosa: Izhar Gafni non è stato l’unico a concepire una bicicletta di cartone. Phil Bridges, nel 2008, ha realizzato, come progetto per una laurea triennale in Product Design alla Sheffield Hallam University, una bicicletta fatta quasi interamente in cartone Hexacomb (le ruote erano pneumatici convenzionali, mentre i freni e la trasmissione in metallo), in grado di sorreggere un pilota di 77 kg; purtroppo non era impermeabile e, se usata costantemente, non sopravviveva per più sei mesi.

Concludo riferendo le parole di un amico di lunga data di Gafni, nonché artista israeliano, Giora Kativ: “It’s going to be a game-changer in the bike world. Like Henry Ford who made the car available to anybody, this bike is going to be cheap and available to any child in the world, including children in Africa who walk dozens of miles to school everyday”.

(“Nel mondo delle biciclette sta avvenendo una svolta. Come Henry Ford ha reso accessibile l’auto a tutti, questa bicicletta sarà talmente economica e accessibile che qualsiasi bambino nel mondo potrà permettersela, inclusi i bambini in Africa che ogni giorno camminano dozzine di miglia per raggiungere la scuola”.)

Il video, realizzato dallo stesso Izhar Gafni, mostra passo per passo la realizzazione della sua bicicletta: https://www.youtube.com/watch?v=txSboSNQINs

 

di Sara Pavesi

Fonti:

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