Categoria | Big City

Bagnoli e la periferia occidentale di Napoli

Pubblicato il 17 novembre 2014 da redazione

04

La piana di Bagnoli all’interno dell’area dei Campi Flegrei.

Il grande “vuoto urbano” dell’area ex Italsider di Bagnoli, tra Napoli e Pozzuoli, costituisce una delle maggiori sfide degli anni duemila per una grande città europea. Occorrerà bonificare dai residui industriali un’area di almeno 120 ha, smantellare la colmata a mare in cemento che impedisce la piena fruibilità del litorale e ristrutturare la diga che unisce l’isola di Nisida alla terraferma, dato che il manufatto esistente ostacola il normale gioco delle correnti e il ricambio di acqua; dopo di che dovrebbero essere realizzate aree verdi, residenze, una spiaggia balneabile, un porto turistico, un pontile a mare di 800 m, studi cinematografici, un polo tecnologico dell’ambiente. A partire dal 2002 la società Bagnolifutura (che ha per azionisti Comune, Provincia e Regione) ha iniziato a realizzare la Porta del Parco – struttura dotata di un centro congressi con piscine, saune ecc. – un polo sportivo con pista ciclabile e un acquario per le tartarughe marine; ma per il resto, tutto è in alto mare e probabilmente verrà ridimensionato.

(Fabrizio Bartaletti – Le aree metropolitane in Italia e nel mondo)

 

Bagnoli, Coroglio e i Campi Flegrei

La piana di Bagnoli fa parte della periferia occidentale di Napoli, situata in una zona geografica di natura vulcanica. A nord sono presenti i campi flegrei che ospitano numerosi crateri e vulcani, di tipo effusivo come la solfatara o idrotermali come Agnano, Pozzuoli e Lucrino. Il nome Bagnoli deriva proprio dalla presenza delle cave termali chiamate “balnéoli”

Bagnoli è collocata in una posizione di eccezionalità dal punto di vista paesaggistico, trovandosi tra il golfo di Pozzuoli e le pendici della collina di Posillipo.

Nisida è invece una piccola isola di origine vulcanica, di 0,7 km2, oggi collegata al litorale di Bagnoli tramite un pontile carrozzabile.

La zona che invece parte dalla discesa della collina di Posillipo e costeggia il lungomare di Bagnoli ha il nome di Coroglio.

05

Vista di Bagnoli.

06

Vista dell’isola di Nisida.

Già in tempi antichi, i greci erano a conoscenza dell’area di Bagnoli e ritenevano che il territorio avesse acque dotate di proprietà miracolose. I romani sfruttarono invece le terme come luogo di ritrovo tra diverse classi sociali e a scopo terapeutico.

Oggi nell’area di Bagnoli non si distinguono più gli elementi che andavano a definire le architetture delle numerose cave termali, utilizzate nel particolare per la cura del colera, durante l’epidemia del 1882 a Napoli. Il motivo principale di questa mancanza oggi risiede nella realizzazione della ferrovia Napoli-Roma, che portò all’esproprio di alcuni territori della zona di Coroglio e Bagnoli.

Già dall’inizio dell’800 è possibile notare la rilevanza dell’area, portata alla notorietà internazionale dalla Scuola di Posillipo, i cui massimi esponenti sono stati Giacinto Gigante e Antonio Pitloo, i quali raffiguravano paesaggi e marine dell’area. L’isola di Nisida, il Golfo di Pozzuoli e la spiaggia di Coroglio sono diventate in breve tempo delle icone dell’area.

L’area di Bagnoli si configura come una cerniera all’interno di condizioni paesaggistiche eterogenee ed eccezionali. Il progetto di architettura deve essere in grado di completare l’unione di tali aree.

 

07

Lamont Young, Disegno per Rione Venezia.

Bagnoli, Via Giusso.

 

Il piano regolatore di Candido Giusso

La prima consistente trasformazione urbana dell’area di Bagnoli e dei Campi Flegrei realizzata si colloca temporalmente verso la fine dell’800, periodo nel quale l’urbanistica napoletana ha subito numerose trasformazioni, riguardanti sia la città centrale, sia le zone periferiche. Tra le più rilevanti è importante citare la creazione del Rettifilo, seguita dallo sventramento di alcuni quartieri che ha portato oggi al tracciato di corso Umberto, e la realizzazione della Galleria Umberto I, dispositivo di connessione di importanti fulcri della città, quindi generatrice di tessuto urbano all’interno del centro storico. Avvengono inoltre numerose bonifiche, demolizioni, sventramenti ed ampliamenti.

La zona occidentale di Napoli è stata oggetto di numerose proposte progettuali, data la rilevanza della sua posizione geografica e la conseguente potenzialità dal punto di vista turistico, data dalla vicinanza al litorale.

Un fenomeno che ha riguardato quegli anni è stato l’aumento di persone che frequentavano gli stabilimenti termali e marini della zona dei campi flegrei, che ha portato l’attenzione dell’area di molti urbanisti e architetti napoletani, i quali hanno proposto trasformazioni del territorio.

La quasi totalità di questi progetti rimase solo sulla carta, ad esclusione della lottizzazione ideata e realizzata dal marchese Candido Giusso, la quale oggi rappresenta il centro storico di Bagnoli. L’area interessata riguardava un territorio di quattro ettari strettamente legata al litorale, sul quale era presenta una masseria nel “Villaggio dei Bagnoli – Contrada Capano”, di proprietà di Galdo Luigi Giusso. Il figlio Candido, una volta ereditata la masseria, decise di mettere in atto una trasformazione urbana dell’area, a seguito del viaggio che fece a Parigi negli anni ’80, dove studiò gli sventramenti realizzati dal piano Haussman.

Candido Giusso non aveva compiuto studi ingegneristici ma era una persona molto colta, con una preparazione letteraria talmente ampia che ebbe l’autorizzazione da parte di Papa Pio IX di accedere ad alcuni testi non accessibili, come quelli “ex indice librorum prohibtorum”. Con la sua spiccata sensibilità, riuscì a cogliere le necessità del luogo dei Campi Flegrei. Divise così l’area da una griglia stradale di partenza, con un’arteria principale, detta via dei Campi Flegrei, predisponendo un vero e proprio piano regolatore, stabilendo tutte i vincoli da sottoporre all’area. Questo intervento, basato su principi di pulizia e correttezza, si configura come una piccola eccezione all’interno del panorama delle trasformazioni urbane napoletane, nelle quali non venivano rispettate tali norme elementari e prevaleva l’interesse privato per lo sfruttamento dei suoli.

I parametri di edificabilità definiti da Giusso prevedevano una limitazione nelle proporzioni tra parte edificata e giardini, un’altezza massima raggiungibile e la proibizione di far confluire le acque nere nel mare, che doveva essere il fulcro principale e la maggiore attrattiva della nuova Bagnoli.

Nel 1914 donò al comune di Napoli tutte le strade realizzate e ribadì l’obbligo di far rispettare la normativa da lui designata. Il piano regolatore mantenne per diversi anni il suo impianto originario ma, con la ricostruzione post bellica, venne disatteso e oggi l’espansione di questo nucleo centrale non segue planimetricamente il disegno di Giusso.

di Fabrizio Esposito

Lascia un commento

Advertise Here

Foto da Flickr

Guarda tutte le foto

Advertise Here

LINK