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Amelie: tra immagine e immaginazione

Pubblicato il 17 novembre 2013 da redazione

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Amélie bambina.

Immaginate una voce fuori campo, calda e profonda che racconta una storia, una bambina, poi una donna e la sua vita.

Amélie bambina.

Voce fuori campo – Amélie ha sei anni. Come tutte le bambine, vorrebbe che suo padre l’abbracciasse ogni tanto … Ma lui ha contatto fisico con lei solo durante il controllo medico mensile. La piccina, sconvolta da tanta eccezionale intimità, non riesce a contenere il batticuore. Perciò il padre la crede affetta da un’anomalia cardiaca. A causa di questa malattia fittizia, la piccola Amélie non va a scuola. È sua madre che le fa da maestra.

Come tutti i bambini, vorrebbe giocare e avere contatto con altri bambini, ma privata di questa possibilità si rifugia nella sua immaginazione inventandosi un mondo tutto suo, totalmente irreale.

Voce fuori campo In questo mondo, i dischi in vinile sono preparati come crêpes e la moglie del vicino, in coma da mesi, in realtà ha scelto di esaurire, in una volta, tutte le sue ore di sonno.

La bambina si sente molto sola.

Voce fuori campo – L’unico amico di Amélie si chiama Capodoglio. Purtroppo, l’ambiente familiare ha reso il pesciolino rosso nevrastenico e incline al suicidio. E siccome i tentativi di suicidio del Capodoglio non fanno che aumentare lo stress materno, s’impone una decisione (liberare Capodoglio).

La perdita dell’unico amico che ha, la spinge a chiudersi ancora di più nel suo mondo, dal quale non uscirà facilmente.

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Amélie adulta e l’attenzione ai piccoli piaceri.

Amélie  adulta e l’attenzione ai piccoli piaceri

Amélie decide di vivere la sua vita e di costruirsi una realtà tutta sua, rimanendo quindi immersa nel suo mondo rimasto uguale a quello della sua infanzia.

E’ un mondo che le fa da specchio, fatto a sua immagine e somiglianza, dove il tempo è sospeso. Amélie si perde nell’osservare i dettagli della vita e coltiva un gusto particolare per i piccoli piaceri.

Voce fuori campo – Tuffare la mano in un sacco di grano… e far rimbalzare i sassi sulla superficie del canale Saint Martin … oppure rompere la crosta della crème brülée con la punta del cucchiaio .

Questa dedizione alle piccole cose si ritrova anche nell’interpretazione che il regista, Jean- Pierre Jeunet, ci da dei luoghi e degli oggetti.

Se osserviamo il film, troviamo una grande attenzione ai dettagli: dai colori, ai vestiti, ai personaggi.

La voce fuori campo ci presenta uno a uno i diversi soggetti che calcano ogni scena, come a scandire il ritmo del racconto, descrivendone sia le caratteristiche fisiche sia i caratteri. Di ognuno vengono messe a nudo sensibilità, paure e piccole manie. Tutti vengono collocati in un ambiente saturo di colori, proprio come li vede nell’immaginazione una bambina.

Attraverso l’uso dei colori, il regista vuole introdurci al mondo di Amélie bambina, o meglio di lei cresciuta, ma che continua a guardare il mondo come se fosse sempre un nuovo giocattolo.

Cosi, possiamo osservare il mondo attraverso i suoi occhi.

Le immagini sono trattate come singoli fotogrammi, con grande attenzione ai colori e ai dettagli.

La saturazione cromatica aggiunge un senso di grande vivacità, ci riporta indietro nella nostra infanzia (e, quindi, ci emoziona.)

Il ruolo che è dato ai colori è quello di comunicazione: l’emozione che suscita la cromia dei toni è un punto di forza del film.

La colonna sonora, scritta da Yann Tiersen, è una componente essenziale e ci introduce ai colori di questo mondo, le cui melodie ricordano le musiche dei carrilon.

Amélie lavora al Café des 2 Moulins e nella calma piatta della sua vita, si diverte ad aiutare gli altri.

Un giorno Amélie trova una scatola nascosta in casa sua.

La scatola contiene dei giocattoli datati probabilmente appartenenti a un bambino che abitava l’appartamento prima di lei.

Decide che avrebbe ritrovato questo bambino per restituirgli la scatola.

Inizia, così, una ricerca sfrenata: quando lo trova e gli ridà la scatola si sente appagata e gratificata per aver dato un senso alla sua giornata.

Da questo episodio in poi Amélie continuerà aiutare le persone che la circondano: un uomo cieco, la tabaccaia e suo padre.

Ma come in tutte le storie c’è una svolta.

Amélie si scontra, con un personaggio: Nino (interpretato da Mathieu Kassovitz)

Un ragazzo che per hobby colleziona fototessere mal riuscite che sono state gettate via. Come la nostra protagonista, Nino ha avuto un’infanzia molto sola, sperando sempre di trovare qualcuno con cui giocare.

Le piccole manie di Nino e il suo amore per le stranezze fa si che Amélie se ne innamori perdutamente.

Nino e e Amelie.

Nino e Amélie.

La seconda volta che Amélie vede il giovane raccogliere le foto, lui parte improvvisamente all’inseguimento di un uomo, ma nella corsa perde una borsa con l’albo della collezione delle fototessere.

Amélie lo raccoglie, ma nel cercare di restituirglielo, si lascia intrigare dal “mistero delle fototessere”, che decide di provare a risolvere. Si tratta dell’immagine di un uomo che, sistematicamente e con la stessa espressione vuota, si autoscatta delle foto nelle stazioni dei treni, per poi gettarle via. Alla fine si scoprirà che quell’uomo era solo un manutentore delle cabine per gli autoscatti delle fototessere, che si scattava delle semplici foto di prova).

Amélie, però, nel fare continuamente del bene agli altri, non si rende conto di essersi dimenticata di se stessa.

Sarà un personaggio della storia, l’uomo di vetro (il pittore con una malattia alle ossa, amico di Amélie), a dirle in una registrazione di fare del bene anche a se stessa e di buttarsi, quindi, in questa storia con Nino.

Amélie alla fine riuscirà a essere felice, aiutare i suoi cari e trovare l’amore.

 di Costanza Galli

Scheda del film

Titolo: Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain (Il favoloso mondo di Amélie)

Anno: 2001(2002 in Italia)

Regista: Jean- Pierre Jeunet

Fotografia: Bruno Delbonnel

Protagonista femminile: Audrey Tautou

Protagonista maschile: Mathieu Kassovitz

Musica: Yann Tiersen

Premi: Premio César 2002, Premio Lumiérre 2002, European Film Awards 2001, BAFTA alla miglior sceneggiatura, Indipendent Spirit Awards 2002, Festival di Cabouurg 2001, Kansas City Film Critics Circle Awards 2002, Premi Goya 2002, Premi Robert 2003

Linkografia

http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=6284

http://www.youtube.com/watch?v=qFXM1hOH6vE

http://www.cinemah.com/ipertesti/jeunetamelie/collec.html

http://www.oscar.go.com

http://www.yanntiersen.com

http://www.wikipedia.it

http://www.ecayp.net/pdf/dellacroce_amelie.pdf

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