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Acqua in città: crescono i consumi a spese dell’ambiente

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Acqua in città: crescono i consumi a spese dell’ambiente

Pubblicato il 28 settembre 2012 by redazione

via_simetoCon la crescita della popolazione, l’urbanizzazione e lo sviluppo economico, la domanda di acqua dolce nelle aree urbane di tutta Europa è in forte aumento. Allo stesso tempo il cambiamento climatico e l’inquinamento stanno influenzando anche la disponibilità di acqua pulita per chi abita nelle città. Come possono i grandi centri europei continuare a fornire di acqua dolce pulita i propri residenti?

Nel mese di luglio 2011 le intense piogge hanno allagato alcune zone di Copenaghen. I sistemi di drenaggio urbano non sono stati in grado di gestire la quantità d’acqua intensa, che in due ore superava 135 mm. E come se non bastasse, poco dopo le inondazioni, gran parte dell’acqua potabile della città è stata contaminata a causa delle riparazioni resesi necessarie lungo i viadotti principali. Problemi di questo tipo si verificano anche in altre città.

Più di tre quarti dei cittadini europei vive in aree urbane e necessita di acqua pulita. Circa un quinto del totale di acqua dolce estratta in Europa alimenta i sistemi d’acqua pubblica – acqua è destinata a famiglie, piccole imprese, alberghi, uffici, ospedali, scuole e anche industrie.

Garantire un rifornimento costante di acqua pubblica pulita non è un compito semplice. Il sistema idrico dipende da molti fattori, inclusi popolazione e dimensione del nucleo familiare, i cambiamenti delle caratteristiche fisiche delle superfici terrestri, il comportamento dei consumatori, le richieste dei settori produttivi (legati ad esempio alle attività turistiche), la composizione chimica dell’acqua e la stessa logistica di stoccaggio dell’acqua e il suo trasporto.

E poi ci sono le nuove sfide del cambiamento climatico che includono improvvise inondazioni, ondate di caldo, alternate a periodi di carenza idrica.

Per prevenire le crisi idriche urbane, abbiamo bisogno di gestire le risorse, in modo efficace, in ogni fase: dalla fornitura di acqua pulita, ai diversi impieghi che ne devono fare coloro che la consumano.

Ciò potrebbe comportare una ridotta disponibilità di acqua e la necessità di dover trovare nuovi sistemi di raccolta e un diverso modo di usarla. La gestione dell’acqua deve integrarsi maggiormente nella più ampia gestione urbana, tenendo conto delle caratteristiche del contesto locale.

Pagare per l’acqua che utilizziamo
I progressi tecnologici e i nuovi sistemi di tariffazione, hanno già dimostrato da soli di ridurre in modo significativo la quantità di acqua utilizzata da parte delle famiglie, che corrisponde al 60-80% dell’acqua pubblica destinata a tutta l’Europa. I miglioramenti tecnologici raggiunti negli elettrodomestici, come lavatrici e lavastoviglie, per esempio, hanno contribuito a ridurre l’utilizzo di acqua senza che fosse necessario cambiare i propri comportamenti o essere consapevoli delle questioni idriche aperte.

Miglioramenti più significativi si possono poi ottenere modificando le modalità d’uso dell’acqua destinata all’igiene personale, che rappresenta attualmente il 60% del consumo di acqua domestico. Dispositivi sostitutivi dei serbatoi delle toilette, per esempio, forniscono un modo economico e semplice per ridurre l’acqua utilizzata per ogni litro di scarico. Piccoli accorgimenti per i sistemi doccia, simili a quelli per gli scarichi, possono far risparmiare dell’altra acqua.

Come indicato nelle direttive europee, nel quadro acque, legando il prezzo dell’acqua al volume consumato se ne incentiva un uso più sostenibile. In Inghilterra e nel Galles, le persone che vivono in proprietà monitorate con questo rapporto utilizzano in media il 13% in meno di acqua di quelle che pagano un costo forfettario.

Accumulo-acqua-piovanaRiutilizzare le acque non potabili
Solo il 20% dell’acqua utilizzata nei settori commerciali, che si approvvigionano a un sistema idrico pubblico, viene effettivamente consumata. Il restante 80% viene restituito all’ambiente, soprattutto come acque reflue trattate.

Nelle città, le superfici sigillate dal cemento, in genere incanalano le precipitazioni alle reti fognarie dove si uniscono alle acque reflue. Questo impedisce alla pioggia di infiltrarsi nel terreno e di rimanere così a nostra disposizione per un uso diversificato nel tempo. Le acque piovane e quelle reflue, prima di essere restituite ai fiumi, spesso passano attraverso gli impianti di trattamento delle acque, di solito lontano dalle città. Con alcune modifiche ai sistemi idrici urbani, sia l’acqua piovana sia quella di scarico, meno inquinate, potrebbe essere restituite agli utenti urbani.

energie sostenibiliLe acque grigie.

Con il termine acque grigie si intendono tutte le acque reflue domestiche, tranne quelle del WC, provenienti da bagni, docce, lavabi e dalla cucina. Questa acqua può essere trattata direttamente in sito o lasciata così com’è per un uso di qualità inferiore a quella richiesta per l’acqua potabile, come per esempio per lo scarico dei servizi igienici.

Le città potrebbero anche raccogliere le acqua piovane che scorrono giù dai tetti, o in strada, in appositi contenitori di ricezione e poi ipiegarle, per usi non potabili, come sciacquoni, autolavaggi o giardinaggio oppure incanalarle direttamente in serbatoi di stoccaggio di acque sotterranee. Sistemi come questi possono essere installati nelle residenze domestiche o commerciali e non richiedono cambiamenti particolari nelle abitudini dei consumi quotidiani.

Tuttavia, vi sono altri accorgimenti che si possono attuare per migliorare gli approvvigionamenti d’acqua prima che questa raggiunga i locali domestici.

Trattenere l’acqua nelle fontane, facilitare la sua infiltrazione del terreno o l’accumulo nelle cisterne non è solo vantaggioso economicamente, ma offre anche degli spazio ricreativi per i residenti locali e un benefico effetto di raffreddamento nei periodi di calura estiva.

Ridurre “le perditae di rubinetto”
Le perdite di acqua causate di impianti inadeguati può essere anche considerevole. In Croazia, quasi il 40% della fornitura totale di acqua si perde nella rete di trasporto dell’acqua stessa.

Queste perdite possono essere prevenute attraverso il rinnovo delle reti stesse e con una costante manutenzione, ma anche attraverso l’uso di nuove tecnologie. Esistono sistemi che impiegano sensori in grado di riconoscere e localizzare il rumore causato da una perdita d’acqua o dispositivi che utilizzano segnali radio per rilevare la presenza di acqua corrente. Applicando queste tecnologie ai sistemi di acqua pubblica si riducono molto le perdite d’acqua e si riescono a coprire i fabisogni straodinari. L’unico problema aperto resta il costo economico, perché il rinovo delle reti idriche e delle infrastrutture, richiede investimenti significativi.

È tempo di agire

Il raggiungimento di un uso più sostenibile delle risorse idriche urbane pubbliche richiede non solo l’attuazione di misure come quelle sopra citate, ma anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui problemi di conservazione dell’acqua.

Gli strumenti disponibili per informare i consumatori sono diversi e includono siti web, programmi scolastici, opuscoli di enti locali e di mass media.

Il marchio di “qualità ecologica” stampigliato sugli elettrodomestici e le eco-certificazione degli alberghi, per esempio, può svolgere un ruolo importante nella sensibilizzazione, aiutando i consumatori a fare scelte informate finalizzate ad una maggior efficienza idrica e alla conservazione dell’acqua.

Un uso realmente sostenibile delle risorse d’acqua dolce non può essere raggiunto senza ulteriori miglioramenti per la sostenibilità dell’uso delle acque urbane.

(dal sito dell’Agenzia Europea per l’Ambiente – 13 Settembre 2012)

a cura di Adriana Paolini

 

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