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Il Dalai Lama e la Via della Felicità

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Il Dalai Lama e la Via della Felicità

Pubblicato il 10 luglio 2012 by redazione

Il 27 e il 28 Giugno, al forum di Assago, il Dalai Lama ha incontrato il popolo di Milano. L’incontro che riportiamo in questo articolo è quello del 28 pomeriggio, ovvero quello dedicato alla via della felicità. 

Alla conferenza il Dalai Lama ha esordito dicendo: “Quando ho l’opportunità di fare discorsi mi sento una persona felice, uno come gli altri, siamo tutti esattamente uguali, se invece mi presentassi a voi come monaco tibetano tra noi si creerebbe già una distanza.”

Continuando poi su questo discorso, il Dalai Lama ha spiegato che se noi comunichiamo con gli altri basandoci su ciò che abbiamo in comune (ad esempio la volontà di star bene ecc..) invece di guardare le differenze, più spesso solo superficiali, evitiamo di far nascere conflitti e discriminazioni tra di noi. Concetti come questi valgono anche in nuclei più piccoli, come ad esempio la famiglia: se all’interno di essa vi si trova una persona egoista si perde la fiducia, il calore e l’unione. La felicità arriva quando c’è fiducia, quando manca sorgono la gelosia e il conflitto.

L’uomo tende troppo a pensare a se stesso invece che agli altri: ora però ci troviamo in un mondo globale, non ci sono più popoli autosufficienti come una volta, bisogna quindi pensare a noi stessi come a tutta l’umanità. La popolazione delle hawaii dice “il mio sangue è il tuo sangue e le mie ossa sono le tue ossa”. Se pensiamo in grande anche noi, riusciremo ad andare più lontano.

Dopo questa introduzione il Dalai Lama ha iniziato a parlare della sua vita.

Nato nel ’35, ha visto molte guerre nel corso della sua esistenza, ed è stato testimone di questi conflitti. L’avvento del XX secolo è stato pieno di invenzioni, che dovevano essere scoperte sensazionali, invece sono state utilizzate per la guerra. I conflitti ai quali il Dalai Lama ha assistito in ogni caso non sono stati episodi indipendenti, ma erano tutti frutto degli errori del secolo precedente: la sua proposta è di rispondere con il dialogo e non con le armi. Questo pensiero andrebbe insegnato a partire dai più piccoli, e sarebbe bello se fosse abbastanza efficace da indurre gli stessi figli a dirlo ai propri genitori, per non farli litigare: bisogna far sì che il XXI secolo diventi il “secolo del dialogo”. 

Dalailama Forum Assago

È il dialogo che risolve i conflitti, e si basa sulla vita e sul diritto degli altri, e ci rende consapevoli che siamo fratelli e sorelle. Questa morale non si basa su un sistema religioso, bensì sull’intelligenza, che analizza come ottenere vantaggi ed evitare gli svantaggi: se siamo onesti la gente si rivolgerà a noi in amicizia. Molta gente vede nella felicità la ricchezza, e il Dalai Lama dice ai proprio amici ricchi “Quando sei triste cosa fai? Baci il tuo diamante sperando che ti consoli? A questo punto è meglio un gatto che ti fa le fusa”.

L’uomo è un animale sociale, fin da piccolo è dipendente dall’affetto altrui.

Se non c’è rispetto per gli altri l’uomo si crea da solo la propria solitudine, l’etica morale non scaturisce da leggi o religioni, ma dalla consapevolezza del benefico. Studi dimostrano come i sentimenti negativi diminuiscano l’efficienza del sistema immunitario, mentre i sentimenti felici facciano sentir meglio le persone. La domanda è: cosa bisogna fare per cambiare? E la risposta è: l’istruzione. In India ci sono già linee guida d’istruzione per creare un modo di pensare nei ragazzi, e partono dall’età più piccola fino alle scuole superiori.

Il Dalai Lama si è poi soffermato sulla paura dividendola in due tipi: quella basata su cose vere, che è utile per prepararci, e quella basata sulle proiezioni mentali che invece è inutile, perchè quando ci troviamo ad affrontare una tragedia, dobbiamo approcciarci ad essa in modo realistico, usando la nostra intelligenza al massimo per trovare una via d’uscita, sforzandoci quindi di eliminare il problema. E se quella tragedia fosse stata comunque inevitabile allora perchè essere tristi? Meglio accettare la cosa e rilassarsi. Esistono due aspetti umani da considerare: l’avversione (sia positiva che negativa) e l’ego, che al negativo porta all’egoismo, mentre al positivo porta alla sicurezza personale, che è la base per portare beneficio agli altri.

 

A conclusione dell’insegnamento il Dalai Lama ha risposto ad alcune domande.

Come posso applicare questo modo di pensare alla vita di tutti i giorni?La felicità e l’amore vengono sopra agli altri, e da lì inizi ad aiutare gli altri ad esser felici.

Lavoro in ospedale come medico, i pazienti sono diventati numeri, la loro sofferenza è sempre più grande. Come posso alleviare la loro sofferenza in un periodo di così profonda crisi?

Questo è difficile. Per esempio le malattie: le persone che hanno un sistema immunitario forte è difficile che si ammalino, mentre per chi è più debole basta poco, dobbiamo pensare la stessa cosa anche a livello mentale, chi è forte attraversa con più felicità le cose della vita. Nel tuo piccolo dimostra di essere molto preoccupata per loro, gli darai speranza.

Come possiamo affrontare la separazione da chi amiamo? La morte?

Ci sono approcci diversi, religiosi e atei. Se sei ateo l’approccio dev’essere realistico, ovvero ci sono persone che muoiono tutti i giorni, tocca a tutti prima o poi, il cimitero è la nostra destinazione finale. Se invece credi in Dio ti affidi a lui, se credi in altre religioni ti affidi alla reincarnazione, e se nel momento di morire pensi male ti reincarni male mentre se pensi con amore è più probabile che avrai una vita migliore dopo questa.

Sono uno studente di economia, sono circondato ogni giorno da gente che non ha idea del futuro e che critica il mondo, come possiamo mantenere la speranza di fronte a difficoltà quali il capitalismo?

E’ quello che ho detto prima, vedi la società è troppo improntata sulla competitività e non sui valori, dobbiamo avere strategie lungimiranti, familiarizzare con queste dottrine. E’ un po’ come se non ci sono problemi non dobbiamo risolverli, qui pensiamo di avere molti problemi, in Africa invece va peggio, quindi un africano vedendo noi dice “beati loro che non hanno problemi”Ogni problema nasce da un modo di vedere limitato, ora è il momento delle nuove generazioni, avete tutto il tempo di addestrarvi. Alcuni problemi ci sono e resteranno, altri invece si possono risolvere, semplicemente migliorando il modo di pensare.

A conclusione di tutto ha preso la parola una signora che ha letto l’ammontare del ricavato dell’evento e i suoi futuri utilizzi.

Il ricavato totale è stato di 628.000 € dei quali 465.000 € sono stati utilizzati per l’organizzazione dell’evento (traduttori ecc) e i restanti 163.00 € veranno devoluti ad attività solidali, nello specifico:

– il 40% al Dalai Lama Trust, ovvero i progetti del Dalai Lama.

– il 30% alle attività del Ghe Pe Ling, sotto la guida del Dalai Lama.

– il 30% a progetti di solidarietà del Ghe Pe Ling, per i tibetani profughi e i detenuti delle prigioni milanesi.

di Francesca Pich

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