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Arsenico e cancro alla vescica

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Arsenico e cancro alla vescica

Pubblicato il 28 gennaio 2016 by redazione

Decine di milioni di persone in tutto il mondo sono esposte a cibi contaminati dall’arsenico presente nell’acqua potabile. Questo problema si sta maggiormente sviluppando in Bangladesh, dove 50 milioni di persone sono esposte a livelli elevati di arsenico nell’acqua potabile, e in India dove l’esposizione riguarda 30 milioni di individui. Altri milioni di persone sono colpite in tutto il Centro e Sud America e in alcune zone d’Europa e Nord America.

 

ACQUA

ACQUA

Questo dato è allarmante e il crescente sviluppo di diversi tipi di tumore, in particolare nei primi anni di vita, non fa che peggiorare la situazione. I tumori in questione riguardano il cancro della pelle e quello al polmone, e ora il World Cancer Research Fund International ha pubblicato un rapporto che dimostra il legame tra l’esposizione a elevati livelli di arsenico e il cancro alla vescica. Questo supporta le precedenti conclusioni del World Cancer Research Fund, e quelle dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che hanno classificato l’arsenico come cancerogeno di classe 1.

Il carcinoma della vescica colpisce, ogni anno, un gran numero di persone, con circa 430.000 nuovi casi registrati a livello mondiale nel 2012. Classificato al 9 ° posto tra i tipi di cancro più diffusi al mondo, è chiaramente tra quelli che desta maggior preoccupazione.

 

In che modo l’arsenico finisce nell’acqua potabile?
Per capire come impedire l’assunzione di questa sostanza cancerogena, bisogno innanzitutto scoprire come l’arsenico entra nel cibo e nelle bevande. L’arsenico è un elemento naturale presente nella crosta terrestre e in alcune zone, come le Ande del Cile, questo elemento è normalmente presente in quantità molto elevate, il che significa che le fonti d’acqua di quei territori, come i fiumi, possono essere contaminati da grandi quantità di arsenico. Altre volte, però, l’arsenico arriva a contaminare le falde d’acqua potabile anche a causa di fattori inquinanti agricoli ed industriali.

Il numero di individui che consumano arsenico attraverso l’acqua potabile è determinato dal luogo in cui vivono, che determina la fonte d’acqua potabile a cui si approvigionano. Alcune persone sono fortunati perché le quantità di arsenico presenti nel loro ambiente sono di lieve entità, ma per molte persone in tutto il mondo non è così.

 

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Cosa si può fare?

Naturalmente occorre prendere delle misure efficaci per ridurre la quantità di arsenico nell’acqua potabile per ridurre il rischio di sviluppare il cancro della vescica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, che riconosce questa necessità, suggerisce diversi modi con i quali paesi possono ridurre il consumo di arsenico, compreso l’uso di sistemi di rimozione dello stesso, che possono essere collocati nelle singole abitazioni, o con i quali è possibile controllare e filtrare la rete idrica, direttamente alla fonte. Questi includono l’ossidazione, lo scambio ionico e le tecniche a membrana, che permettono di rimuovere fisicamente l’arsenico dall’acqua. Tradizionalmente questi metodi erano molto costosi, ma le moderne tecnologie in fase di sviluppo li dovrebbe rendere più accessibili e praticabile anche per i paesi a basso e medio reddito.
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Tuttavia, anche se l’arsenico viene rimosso dall’acqua potabile, il problema non è affatto risolto. Antofagasta, Cile settentrionale, impianti di trattamento delle acque sono stati installati per ridurre i livelli di arsenico nella fornitura di acqua potabile per la città, che ha raggiunto l’incredibile valore di 860 microgrammi di arsenico per ogni litro di acqua potabile. Questo intervento ha ridotto l’esposizione all’arsenico, riportandolo al livello di sicurezza raccomandato di meno di 10 microgrammi per litro; tuttavia, non si è ancora risolto il problema di come controllare gli effetti irreversibili dell’arsenico su coloro che sono già stati esposti.

Si stima che gli effetti dovuti ad una forte esposizione all’arsenico possano influenzare il rischio di incorrere in cancro alla vescica anche dopo vari decenni che l’esposizione è cessata. Questo suggerisce che gli interventi non dovrebbero fermarsi alla sola riduzione di concentrazione di arsenico nell’acqua potabile, ma dovrebbero anche garantire che le persone che sono state esposte ad alti livelli di arsenico vengano inclusi in programmi di screening e in altre iniziative di prevenzione al cancro per i diversi decenni che seguono.
La necessità di un intervento urgente è visto anche in prospettiva di un futuro onere per la salute e il benessere delle popolazioni.

 

Da ricordare

L’arsenico presente nell’acqua potabile aumenta la sua concentrazione se l’acqua viene fatta bollire, per esempio per cuocere pasta, riso, verdure, caffè, tè ecc.

 

In molte zone italiane il livello consentito fino a qualche anno fa era superiore 10 mg.

Nelle zone rurali, dove spesso si attinge l’acqua da pozzi privati, il controllo di arsenico nell’acqua potabile è ora diventato obbligatorio e va eseguito ogni sei mesi.

Molti comuni si sono convenzionati con laboratori di analisi locali e a basso costo.

 

Le raccomandazioni del WCRF per prevenire il cancro

Oltre 150 ricercatori di tutta Europa hanno lavorato a una serie di linee guida per prevenire i tumori. Dalla loro collaborazione è scaturito un documento, pubblicato nel 2007, a firma del WCRF (World Cancer Research Fund, Fondo Mondiale della Ricerca sul Cancro). Si tratta di 10 semplici regole valide sia per tenere lontani i tumori per le persone sane, sia per prevenire le recidive per chi si è già ammalato. Queste indicazioni riguardano lo stile di vita, basandosi principalmente sulla promozione dell’attività fisica e di una corretta alimentazione.

Nel 2014 una commissione di esperti si è riunita a Lione e ha integrato le Raccomandazioni WCRF, pubblicando il Codice Europeo Contro il Cancro (European Code Against Cancer) formato da 12 raccomandazioni.

Divulgare queste indicazioni è fondamentale nell’ottica della diffusione di corretti stili di vita orientati alla prevenzione delle malattie cronico-degenerative.

 

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  1. Mantenersi snelli per tutta la vita.

Il BMI dovrebbe mantenersi verso il basso dell’intervallo considerato normale (quindi nella metà bassa fra 18,5 e 24,9 secondo l’OMS). Il BMI (in italiano Indice di Massa Corporea) si calcola con la seguente formula:

 

Massa (Kg) / altezza (m) al quadrato

 

La circonferenza corporea è un fattore che può incidere nello sviluppo del cancro al seno. Le donne prima della menopausa tendono ad accumulare riserve adipose sottocutanee attorno ai fianchi, cosce e natiche, determinando così un profilo anatomico detto ginoide o comunemente chiamato “a pera”. In periodo post-menopausale invece le donne acquisiscono una forma più simile a quella maschile, detta androide o “a mela”. Ciò è causato dalle modifiche del pattern ormonale-metabolico, con squilibrio del rapporto estrogeni/androgeni in favore dei secondi. La cessazione delle mestruazioni induce anche un cambiamento nella biosintesi degli estrogeni. Se prima della menopausa essi sono prodotti principalmente dall’ovaio, dopo la menopausa la produzione estrogenica origina quasi unicamente da una conversione a partire dagli androgeni ad opera delle aromatasi del tessuto adiposo addominale.

A sinistra un esempio di profilo androide (a mela). A destra il profilo ginoide (a pera)

 

Gli ormoni sessuali si legano nel sangue a speciali proteine dette Sex Hormone Binding Globulines (SHBG). Queste proteine riducono l’azione degli ormoni sessuali. Un eccesso di tessuto adiposo determina anche una riduzione della produzione di SHBG leganti gli ormoni sessuali e di conseguenza un eccesso di estrogeni liberi che agiscono sulle cellule del seno promuovendo la proliferazione.

 

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  1. Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni.

E’ sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz’ora al giorno; man mano che ci si sentirà più in forma sarà utile prolungare l’esercizio fisico fino ad un’ora o praticare uno sport o lavoro impegnativo. L’uso dell’auto per gli spostamenti e il tempo passato a guardare la televisione sono i principali fattori che favoriscono la sedentarietà nelle popolazioni urbane. Una strategia vincente può essere salire le scale a piedi in casa, invece che utilizzare l’ascensore.

 

  1. Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate.

Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food. Si noti la differenza fra “limitare” ed “evitare”.

Il glucosio (uno dei parametri della SM è proprio la glicemia a digiuno) gioca un ruolo importante nello sviluppo del cancro al seno favorendo la selezione delle cellule maligne. Le cellule neoplastiche mostrano infatti un uso estensivo del glucosio per sostenere il proprio metabolismo, al contrario delle cellule “sane” che possono utilizzare anche carburanti alternativi. Questo effetto è denominato “effetto Warburg” e fu scoperto da un medico e fisiologo tedesco (Otto Heinrich Warburg) premio Nobel nel 1931.

Non sono raccomandate nemmeno le bevande dolcificate con edulcoranti a zero calorie, come aspartame, saccarina… Nemmeno la stevia, pur essendo un prodotto naturale, è utile per mantenere un corretto peso corporeo e un adeguato metabolismo degli zuccheri.

 

  1. Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di origine vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e frutta.

I cereali integrali presentano molti vantaggi rispetto ai cereali raffinati. Il cibo integrale ha un indice glicemico più basso, mantiene più a lungo il senso di sazietà e aiuta a coltivare una corretta flora batterica intestinale. Nel nostro intestino infatti vivono circa 10mila miliardi di batteri, un numero molto simile al numero di cellule che compongono il nostro organismo!

Il chicco integrale inoltre è composto da 3 parti: EPIDERMIDE ricco di fibre, GERME ricco di vitamine e acidi grassi benefici ed ENDOSPERMA, ricco di amido. Nella raffinazione si perdono le prime due componenti e resiste solo l’endosperma.

Vi raccomandiamo di cominciare a introdurre gli alimenti integrali gradualmente nella vostra dieta. Per chi non è abituato, nei primi giorni potrebbe avvertire senso di gonfiore.

 

  1. Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate.

Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Per chi è avvezzo a consumare carne, si raccomanda di non superare i 500 g a settimana.

Le carni rosse conservate comprendono anche i salumi. Spesso i salumi vengono addizionati di nitriti e nitrati con la funzione di conservanti. Essi infatti posticipano la data di scadenza e rendono di color rosso vivo l’alimento. Questi nitriti e nitrati nell’ambiente acido dello stomaco subiscono una serie di trasformazioni chimiche, fino a diventare nitrosammine con conclamata attività mutagena e cancerogena sulle cellule intestinali. Prosciutto crudo di Parma e prosciutto crudo San Daniele non contengono nitriti e nitrati, ma se ne sconsiglia comunque il consumo perché ricchi di sale.

 

  1. Limitare il consumo di bevande alcoliche.

Per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari a un bicchiere di vino (da 125 mL) al giorno per le donne e a due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcool contenuta in un bicchiere di vino è circa pari a quella presente in una lattina di birra (330 mL) a o in un bicchierino di distillato o liquore.

 

  1. Limitare il consumo di sale (non più di 5 grammi al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi).

In Europa si consumano giornalmente circa 12 grammi di sale al giorno, oltre il doppio del limite massimo consentito dalle Raccomandazioni WCRF. Il consumo eccessivo di sale accentua problemi di ipertensione ed è un fattore di rischio per patologie cardiovascolari e tumore allo stomaco.

Un’alternativa al sale per condire i vostri piatti è il gomasio, un mix fra semi di sesamo tostati ricchi di calcio e un pizzico di sale marino integrale. Nei corsi di cucina di Cascina Rosa (modulo “Cereali e legumi”) vi verrà mostrato come prepararlo in casa.

 

  1. Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo.

Per quanto riguarda la prevenzione tumorale la supplementazione con alte dosi in pillola di una vitamina o sostanza antiossidante si è dimostrata fallimentare. Lo hanno dimostrato due grandi studi, uno sulla prevenzione del tumore al polmone tramite supplementazione di beta-carotene (ATBC study) e uno sulla prevenzione del tumore alla prostata tramite vitamina E e selenio (SELECT study). L’ipotesi era che l’assunzione di alte dosi di queste sostanze antiossidanti potesse prevenire l’insorgenza dei tumori (polmone e prostata), ma si verificò l’esatto opposto. Nel gruppo di intervento aumentarono i casi di cancro, tanto che entrambi gli studi dovettero essere chiusi in anticipo.

L’effetto sinergico di tutte le sostanze antiossidanti contenute in un frutto o in una verdura non può essere sostituito dall’integrazione in pillole. Si ipotizza che l’assunzione di elevate dosi di antiossidanti sintetici possa inibire il meccanismo di apoptosi (morte cellulare programmata) sulle cellule potenzialmente tumorali.

 

  1. Allattare il bambino al seno per almeno sei mesi.

 

  1. Non Fumare

 

Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato.

 

Le raccomandazioni del WCRF per prevenire il cancro

– Mantenersi snelli per tutta la vita.

– Praticare quotidianamente esercizio fisico.

– Limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica ed evitare bevande zuccherrate.

– Basare l’alimentazione quotidiana prevalentemente su cibi di provenienza vegetale con almeno 5 porzioni al giorno di un’ampia varietà di verdure non amidacee e frutta, e con cereali non raffinati e/o legumi ad ogni pasto.

– Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate.

– Limitare il consumo di bevande alcoliche.

– Limitare il consumo di sale ed evitare cereali e legumi mal conservati.

– Soddisfare ii bisogni nutrizionali attraverso il cibo, senza integratori.

– Allattare i figli.

– Comunque non fumare.

 

Linkografia:

http://www.wcrf.org/int/research-we-fund/our-cancer-prevention-recommendations

 

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