Previsioni d’autunno 2011-2013: la crescita è ferma

Pubblicato il 13 aprile 2012 da redazione

Olly Rehn.

La ripresa economica dell’UE si è fermata: il forte deterioramento della fiducia colpisce investimenti e consumi, la debolezza della crescita mondiale frena le esportazioni, l’urgente risanamento dei conti pubblici grava sulla domanda interna. Secondo le previsioni attuali la stagnazione del PIL nell’UE si trascinerà ben oltre il primo trimestre 2012, con una crescita per l’intero 2012 intorno allo 0,5% e una lenta ripresa entro il 2013 (intorno all’1,5%). Non si prevedono miglioramenti concreti sul mercato del lavoro: la disoccupazione rimarrà infatti attestata sugli elevati livelli attuali (intorno al 9,5%).

L’inflazione dovrebbe invece ritornare sotto il 2% nei mesi a venire. Le previsioni indicano peraltro un progredire del risanamento dei conti pubblici con disavanzi in diminuzione fino ad attestarsi leggermente sopra il 3% entro il 2013, a politiche invariate.

Olli Rehn, vicepresidente della Commissione, responsabile degli Affari economici e monetari, ha dichiarato: “La crescita in Europa è ferma: siamo a rischio di una nuova recessione. Benché in alcuni Stati membri si registri un aumento dei posti di lavoro, non si prevede alcun effettivo miglioramento sul versante della disoccupazione nell’insieme dell’UE. La condizione per una ripresa della crescita e della creazione di posti di lavoro è il ripristino della fiducia nella sostenibilità dei bilanci pubblici e nel sistema finanziario nonché l’accelerazione delle riforme volte a rafforzare il potenziale di crescita dell’Europa. Vi è ampio consenso sull’azione politica necessaria: ora bisogna però tradurla in pratica, senza se e senza ma. Da parte mia, inizierò sin dal primo giorno ad applicare le nuove regole di governance economica”.

La crescita si è bloccata

La ripresa economica è in stallo: si prevede infatti una stagnazione del PIL sia nel trimestre attuale che in quelli successivi. Dall’estate scorsa le prospettive sono notevolmente peggiorate: mentre dilaga la crisi del debito sovrano negli Stati membri della zona euro e la sostenibilità del debito nelle economie avanzate fuori dell’UE entra nel mirino degli investitori, l’economia globale perde forza. Vista la crescente incertezza e le prospettive di crescita sempre più cupe, si prevede che le imprese rinvieranno o addirittura annulleranno gli investimenti. I consumi delle famiglie saranno orientati alla prudenza; in alcuni Stati membri esse dovranno in più cercare di ridurre il proprio forte indebitamento. Per di più, le previsioni indicano che le banche saranno più parche nella concessione di crediti, il che ridurrà le prospettive d’investimento e consumo. Il risanamento di bilancio è diventato tanto più urgente in quanto i timori sulla sostenibilità si fanno sentire a gran voce, allargandosi a paesi finora non colpiti. La debolezza dell’economia reale, la fragilità delle finanze pubbliche e la vulnerabilità del settore finanziario sembrano influenzarsi reciprocamente in un circolo vizioso; fiducia e crescita torneranno solo se esso verrà spezzato.

In base alle previsioni, solo a metà del 2012 le misure decise negli ultimi mesi si tradurranno in una riduzione dell’incertezza legata alla crisi del debito sovrano e dei mercati finanziari, con una graduale riapertura dei rubinetti degli investimenti e dei consumi. Le proiezioni di crescita annuale del PIL nel 2012 sono ferme allo 0,6% nell’UE e allo 0,5% nella zona euro e restano deboli anche per il 2013: 1,5% nell’UE e 1,3% nella zona euro. Le previsioni di rallentamento economico non risparmiano alcun gruppo di Stati membri; permangono invece divergenze nella crescita.

La crescita non basta a stimolare il mercato del lavoro

La crescita dell’occupazione rallenterà fino a fermarsi nel 2012. La prevista ripresa del PIL nel secondo semestre del prossimo anno è troppo modesta per produrre risultati significativi sul mercato del lavoro. Non si attende una riduzione della disoccupazione nel prossimo futuro. La situazione del mercato del lavoro continua a divergere in modo significativo da uno Stato membro all’altro.

Le finanze pubbliche si risollevano gradualmente

Il 2011 segna il passaggio dalla stabilizzazione al risanamento dei conti pubblici. Le proiezioni per il 2011 indicano un disavanzo pari al 4,7% del PIL nell’UE e al 4,1% nella zona euro; per il 2012, le proiezioni passano al 3,9% nell’UE e al 3,4% nella zona euro. Le previsioni non tengono conto di ulteriori misure di risanamento, probabili ma non ancora in vigore. L’assunto tecnico delle politiche invariate potrebbe incidere più della norma sulle previsioni. Su questa base ci si attende che il rapporto debito/PIL aggregato nell’UE arrivi ad un picco dell’ordine dell’85% nel 2012, per poi stabilizzarsi nel 2013. Nella zona euro il rapporto debito/PIL continuerà ad aumentare leggermente nell’orizzonte previsionale fino a sfondare il 90% nel 2012.

Lotta all’inflazione

I prezzi dell’energia sono stati il principale motore dell’inflazione nel 2011; le proiezioni indicano un loro graduale calo: l’inflazione globale dovrebbe infatti tornare sotto il 2% nel 2012. Il persistente rallentamento dell’economia continuerà a contenere la pressione dei prezzi, con previsioni di aumenti salariali di modesta entità.

I rischi incidono pesantemente sulle previsioni di crescita

Data la fragile crescita del PIL secondo lo scenario previsionale di base, il rischio di recessione non è trascurabile. I principali rischi di flessione della crescita derivano dai timori per il debito sovrano, dal settore finanziario e dal commercio mondiale. Lo scenario indica la possibilità di interazioni dinamiche negative: la lentezza della crescita grava sui debitori sovrani, la cui debolezza incide sulla solidità del settore finanziario.

Esiste tuttavia uno spiraglio: la fiducia potrebbe ritornare più rapidamente di quanto previsto, liberando potenzialità per una ripresa precoce degli investimenti e dei consumi privati. La crescita globale potrebbe così risultare più resiliente di quanto previsto nello scenario di base e offrire sostegno alle esportazioni nette dell’UE. Infine, un calo più sensibile dei prezzi delle materie prime potrebbe rafforzare i redditi reali e i consumi.

Per il futuro i rischi d’inflazione sembrano nel complesso compensarsi.

a cura di Marco Pavesi

Fonte: http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/aff_economici/previsioni_autunno2011_2013_it.htm

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