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Palmanova, città ideale o idea di città?

Pubblicato il 08 marzo 2015 da redazione

01 - Città ideale di Baltimora

Città ideale di Baltimora – autore ignoto – 1470 ca.

Le città sono oggi considerabili come le più grandi opere collettive mai realizzate dall’uomo. Esse non sono opere architettate come oggetti unici, bensì sono frutto dei cambiamenti sociali, economici e storici che l’umanità ha subito. Oggi possiamo osservare l’unicità di Roma, New York, Damasco, Tokyo o Venezia, legata alle molteplici trasformazioni sociali e stratificazioni architettoniche che ne hanno creato l’identità.

Tuttavia, l’uomo si è da sempre posto l’interrogativo di come sarebbe una città “assoluta”, astratta dalla storia e indipendente da dinamiche economiche esterne. Quella che oggi è definita con il termine di “città ideale”.

Il tema è estremamente vario, in quanto riguarda diverse discipline, come l’architettura, la sociologia, l’economia e l’urbanistica ed è stato trattato fin dall’antichità, nonostante le sue massime espressioni ci siano state nel rinascimento.

La ricerca della città ideale deriva dalla necessità dell’uomo di ambire a uno spazio perfetto, necessario per confrontarsi con i problemi sociali ed economici.

Già Platone scrisse “la Repubblica”, dialogo nel quale spiega la sua visione della società e quali dovrebbero essere i canoni per poter aspirare a una struttura sociale perfetta; non viene però spiegata la connotazione architettonica che la città deve avere, ma solo la composizione planimetrica. Viene considerata inopportuno qualsiasi schema di assoluta regolarità, definito come “portatore di sgradevolezza estetica”.

02 - Tommaso Moro, l'isola di Utopia

Tommaso Moro, l’isola di Utopia.

È nel rinascimento che si ha il più importante sviluppo di pensiero del tema. Tommaso Moro, umanista inglese (vero nome Thomas More), pubblicò nel 1516 la sua opera più importante “Utopia”, nella quale descrive una società ideale in tutti i suoi aspetti.

Nel rinascimento italiano una delle tante idee di città viene identificata come entità che nasce da un centro e si sviluppa in maniera simmetrica e regolare.

Il centro è identificato come la piazza principale, simbolo del potere, mentre il perimetro come fortificazione, utile per la difesa da attacchi esterni. È quindi un luogo che si autodefinisce come distinto e separato dalla natura, per poter ospitare al suo interno le attività degli uomini, attraverso l’ordine e la gerarchia che la contraddistingue.

Questo schema di città è associabile alle idee di fortificazione e architettura militare. La più grande rappresentazione che oggi abbiamo è Palmanova, nota come “città stellata”.

03 - Palmanova

Vista dall’alto di Palmanova (UD).

04 - Piazza Grande, Palmanova

Piazza Grande, Palmanova. (foto di Fabrizio Esposito)

In provincia di Udine, è nata da un grande spazio esagonale, oggi chiamato “Piazza Grande”, dalla quale partono tre assi principali e tre assi secondari. I tre assi principali conducono alle tre porte della città, Porta Udine, Porta Aquileia e Porta Cividale, tutte rivolte verso i più grandi centri del territorio Friulano rinascimentale.

Oggi la città fortificata di Palmanova presenta un perimetro diverso dal disegno originale, perché ampliato successivamente. Distinguiamo tre fasi di espansione della cerchia: la prima, del 1593, definì la forma dei bastioni e i limite della cinta muraria. La seconda, del 1658, vide l’innalzamento di alcuni elementi, per rendere più solida la fortificazione, mentre la terza, attuata in età Napoleonica (1806), riguardò la costruzione di altri terrapieni e fosse, che definiscono il perimetro attuale di Palmanova.

05 - Grammichele

Vista dall’alto di Grammichele (CT).

Il dibattito si è evoluto anche oltre il rinascimento, con progetti che hanno rivoluzionato il mondo dell’urbanistica come la città giardino di Ebenezer Howard, la città industriale di Tony Garnier e numerose proposte dell’architetto svizzero Le Corbusier.

Inserendo questo tema generale nel dibattito contemporaneo sulla città, si possono fare diverse considerazioni. Negli ultimi secoli le città hanno scardinato l’idea di perimetro e di città fortificata, per cui oggi non è più possibile definire le città come elementi indipendenti. Oggi non si distingue più la città dalla campagna e ci si avvicina ad un territorio sempre più saturo.

Se nella città di Palmanova oggi siamo in grado di distinguere ancora l’impianto originale, questo non accade per Grammichele, nel catanese. L’impianto è del tutto simile a Palmanova, ma si nota l’espansione edilizia incontrollata che ha portato a un deturpamento sia della città, sia della campagna. Grammichele rappresenta quindi meglio la situazione della città al giorno d’oggi: l’urgenza è quella di ridefinire l’idea di città all’interno di un territorio ampio e quasi saturo.

Quello che serve per il futuro, probabilmente, non è tanto una città ideale, quanto una chiara idea di città.

di Fabrizio Esposito

 

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