Neko Cafè a Vienna

Pubblicato il 20 febbraio 2013 da redazione

Vienna. In una fredda sera, di inizio dicembre, l’aria pungente costringe me e i miei amici a fermarci al caldo in qualche bar. Passeggiando intabarrati nei nostri piumini per il bel quartiere di Innere Stadt, la mia attenzione viene attratta da un locale molto inn: pareti bianche, eco design, luce soffusa, gruppi di donne e di giovani seduti attorno ai tavoli.. e un gatto nero accoccolato su una sedia! La nostra comune passione felina ci spinge, un po’ attoniti, a guardare meglio: i gatti sono in totale cinque, di diverse taglie, e pascolano sornioni tra gli avventori del bar. Solo dopo essere entrati, aver bevuto una cioccolata calda e, tra le fusa, aver scambiato due chiacchiere con la proprietaria del caffè le nostre idee si fanno un po’ più chiare. In realtà, quello in cui ci siamo imbattuti è il solo “cat cafè” esistente in Europa, dal nome tradizionale Neko (gatto) Cafè, importato direttamente dal Giappone. Il primo Neko Cafè è nato infatti a Osaka, nel 2004, e nel giro di cinque anni ne costruirono ben 100 in tutto il Pese, la metà dei quali nella sola Tokyo.

Questi locali si configurano come veri spazi di interazione tra gatti e uomini per un beneficio reciproco: mentre i primi sono accuditi, nutriti e coccolati, gli altri traggono soddisfazione da una pet-therapy fuori casa. Proprio i restrittivi regolamenti condominiali, che non permettono di allevare un animale nei minuti appartamenti del Sol Levante, spingono infatti i clienti (per lo più uomini single, poco portati alla socializzazione e spesso impegnati in lavori che li obbligano fuori casa per l’intera giornata) a spendere ¥ 1000 all’ora (poco meno di € 10) per passare la pausa pranzo o la serata in locali arredati come grandi salotti con tavolini, sofà, cuscini, rete wifi e videogiochi. Si possono poi pagare degli extra per l’acquisto di giocattoli e cibo per allevare quelli che, spesso, sono dei trovatelli: un po’ come accade a Vienna, dove i padroni di casa, i Maine Coon Luca e Moritz, la bastardina Momo, il rosso Thomas e la nera Sonia, provengono tutti da un ricovero per animali, e ora vagano liberamente per il caffè alla ricerca di gioco, cibo e carezze.

Proprietaria del locale è Takako Ishimitsu, residente da 20 anni a Vienna, ma originaria di Nagoya, in Giappone: “All’inizio non è stato facile ricevere tutte le autorizzazioni per aprire il mio Cafè Neko – ci spiega – tanto che ho dovuto trascorrere tre anni a negoziare con le autorità locali su questioni di igiene”. Ma, determinata a introdurre un aspetto saliente della cultura giapponese in terra austriaca e intenzionata a fare qualcosa di buono per il ricovero dei felini di Vienna, è infine riuscita nel suo rivoluzionario intento: “Il locale, che può ospitare fino a 50 persone, è stato subito un successo tra autoctoni e turisti”, tanto che è ora diventato un vero e proprio centro di incontro tra proprietari di gatti e futuri tali, che si ritrovano al bar per scambiarsi consigli o acquistare cuccioli troppo numerosi, che altrimenti rimarrebbero senza padroni.

Ma non dimentichiamoci che siamo in un caffè: largo quindi a un ricco menu composto di piatti tipici giapponesi (sushi con salmone affumicato, tofu fritto accompagnato da riso e riso accompagnato da erbe), di dolciumi (torta del giorno fatta in casa, crème caramel, crema di marroni e di cioccolato) e di bevande calde (caffèlatte, cioccolata e una vastissima scelta di tea provenienti dal Giappone, dall’India e dall’Irlanda). I mici, invece, hanno la loro pappa e non vanno assolutamente avvicinati con il cibo per gli umani: a questo proposito, è inoltre vietato inseguire gli animali, tenerli se non lo desiderano, svegliarli o spaventarli parlando ad alta voce e fare foto col flash. Ma la restrizione più importante presente nel locale è, ovviamente, il divieto di entrata per i cani: il Neko Cafè è il regno dei gatti.

di Clara Amodeo

http://www.cafeneko.at/

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