Categoria | Società

Le reti migliorano la resilienza degli sfollati

Pubblicato il 14 febbraio 2023 da redazione

TRAFIG-Poster-10-policy-responses

Mentre le politiche faticano a fornire risposte al problema dello sfollamento forzato, sono necessarie soluzioni più adatte alle esigenze e alle capacità delle persone sfollate.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, circa 16 milioni di persone nel mondo restano in esilio per anni senza alcuna prospettiva di un ritorno, di un reinsediamento o di un’integrazione nel luogo di arrivo. Questo cosiddetto sfollamento prolungato comporta instabilità economica, emarginazione sociale, insicurezza giuridica e incertezza sul futuro.

Le soluzioni politiche spesso non riconoscono i bisogni reali degli sfollati e ne limitano le opportunità, anziché ampliarle.

Soluzioni sostenibili per gli sfollati a lungo termine

Per comprendere meglio queste situazioni di sfollamento prolungato, il progetto TRAFIG, finanziato dall’UE, ha condotto ricerche empiriche in Africa, Asia ed Europa. Durante il periodo di tre anni e mezzo di svolgimento del progetto sono state coinvolte oltre 3 120 persone.

La ricerca si è concentrata su cinque fattori che aiutano o ostacolano le persone a uscire dalle situazioni di sfollamento prolungato:

  • i regimi di governance;
  • le pratiche sociali e i mezzi di sussistenza locali;
  • le reti e i movimenti transfrontalieri;
  • le relazioni intergruppi tra sfollati e ospitanti;
  • gli incentivi allo sviluppo per l’accoglienza dei rifugiati.

Da oltre 2 800 interviste a sfollati, decisori politici e operatori del settore è emerso un quadro preoccupante e coerente: i rifugiati e gli sfollati interni cercano di costruirsi una nuova vita dopo lo sfollamento forzato, ma si imbattono costantemente in ostacoli, barriere e vicoli ciechi, come emerge da alcune ricerche del Centro internazionale per gli studi sui conflitti di Bonn.

Centinaia di sfollati condividono sentimenti di incertezza e provvisorietà e la sensazione dell’attesa infinita di un’opportunità che non è garantita, ovvero un percorso chiaro per uscire da un intricato labirinto di soluzioni temporanee, che si susseguono anno dopo anno.

La connettività e alla mobilità degli sfollati

I partner del progetto hanno valutato in che misura le circostanze molto difficili in cui vivono gli sfollati (spesso per molti anni) siano influenzate dalle politiche governative, dai sistemi di asilo, dalle strutture di protezione, dalla fornitura di aiuti e dalle economie dei luoghi in cui vivono.

Hanno analizzato anche le relazioni di rete sociale, le interazioni economiche e la mobilità al di là dei rispettivi luoghi di vita e dei Paesi ospitanti.

I risultati pubblicati nella relazione di sintesi di TRAFIG hanno mostrato che la maggior parte dei rifugiati è spesso molto più connessa di quanto si pensasse in precedenza. Infatti, usano le loro reti transfrontaliere per guadagnarsi da vivere, tenersi in contatto con i propri cari e costruirsi un futuro migliore.

Tuttavia, l’estensione, l’intensità e l’affidabilità dei legami transnazionali variano notevolmente a seconda dei Paesi, dei siti e dei gruppi di discussione intervistati.

In poche parole, quanto meglio funzionano le reti di sostegno locali, nazionali e transnazionali, tanto meglio gli sfollati riescono ad affrontare le molteplici difficoltà che incontrano dopo lo sfollamento ed è più facile per loro ricostruire le proprie vite e quindi uscire da una situazione che tende a protrarsi.

Sostenere i responsabili delle politiche e gli operatori per aiutare gli sfollati

Il manuale delle politiche di TRAFIG fornisce spunti, esempi, raccomandazioni politiche e migliori pratiche, nonché consigli essenziali per elaborare soluzioni sostenibili e incentrate sulle persone per gli sfollati di lungo periodo.

Le conclusioni di TRAFIG contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi principali del patto globale sui rifugiati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

I risultati della ricerca saranno utili per chi si occupa di protezione dei rifugiati, integrazione locale, reinsediamento, ritorno e mobilità circolare, oltre a fornire nuovi spunti per le politiche di aiuto umanitario e di sviluppo nei Paesi di prima accoglienza.

Infine, un kit di strumenti per gli operatori contiene idee pratiche su come rafforzare le connessioni durante lo sfollamento.

Lo sfollamento prolungato è un effetto collaterale, se non una deliberata conseguenza, delle scelte politiche: 10 suggerimenti.

  • È necessario un cambio di paradigma per mettere le persone al centro delle soluzioni.
  • La protezione non riguarda solo la sicurezza e la sicurezza fisica, ma riguarda anche il futuro sostenibile.
  • Mantenere le persone in contatto può sbloccare opportunità per gli sfollati.
  • Piuttosto che un problema, la mobilità può essere parte della soluzione.
  • Gli sfollati richiedono maggiore attenzione e offrono preziose lezioni per aiutare i rifugiati.
  • L’accoglienza degli sfollati non dovrebbe avvenire a spese dei paesi e delle comunità ospitanti.
  • Sfrutta le opportunità virtuali in modo che le persone sfollate possano rimanere in contatto.
  • Niente sugli sfollati senza sfollati.
  • Lavora attraverso i silos di policy per assicurarti che la somma sia maggiore delle sue parti.

Questi 10 suggerimenti sono ulteriormente spiegati nel Manuale delle politiche TRAFIG.

a cura della Redazione

https://www.unhcr.org/global-compact-refugees-indicator-report/

https://trafig.eu/

https://www.bicc.de/

https://trafig.eu/output/key-findings/trafig-policy-handbook

https://trafig.eu/output/key-findings/toolkit-for-practitioners

Manuale delle politiche TRAFIG: TRAFIG-policy-handbook

Lascia un commento

Advertise Here

Foto da Flickr

Guarda tutte le foto

Advertise Here

LINK