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La questione sessuale nel corso della storia

Pubblicato il 26 maggio 2013 da redazione

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Il bacio di Hayez.

Dal ‘600 ad oggi la nostra società ha conosciuto una lunga evoluzione nel suo rapporto con il tema della sessualità. Il XVI secolo presenta numerosi casi di condanne a morte e punizioni pubbliche per tutti coloro che abbiano intrattenuto rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. L’educazione al rapporto fisico rappresentò, in quel periodo, un problema consistente sia per la Chiesa che per lo Stato: non esisteva alcuna  tolleranza verso relazioni extraconiugali e adulteri, entrambi considerati reati e punibili, se non sempre con la pena di morte, almeno con l’incarcerazione. La reazione, forse scontata, ad un periodo caratterizzato da restrizioni di questa portata, sfociò nell’Illuminismo. A partire dal XVIII secolo prese il via un periodo caratterizzato da maggiore apertura mentale, nonché libertà sessuale: apparirono i primi testi sulla poligamia, corrispondenze e diari privati, venne stabilito il diritto alla letteratura. Sembra che la società comprese che il sesso, prima di essere argomento regolato o prescritto dallo Stato e dalla Chiesa, fosse un comportamento umano e che pertanto, dall’essere un tema intoccabile diventasse pensabile e non solo in ambito privato, ma anche pubblico. Durante il ‘700 si aprì una nuova era in cui l’intellettualismo fu dominante e fu accompagnato da cambiamenti religiosi, culturali e politici. Questa ventata di novità aprì le porte quindi ad interrogativi nuovi e riflessioni mai affrontate prima: se il sesso viene riconosciuto come una questione personale , questo implica che non gli si possa imporre una moralità condivisa. Cominciarono ad intravedersi due tipi di morale distinte, quella privata e quella pubblica, che caratterizzarono la questione sessuale nel corso dei secoli successivi, fino ad oggi.

Otto_F._KernbergKernberg teorizza le “Relazioni d’Amore”.

In cosa si differenziano e cosa caratterizza le due morali? Lo psicanalista Kernberg, nel suo libro “Relazioni d’Amore”, prova a fornire una definizione di esse e una spiegazione al loro alternarsi nel corso della storia. Egli afferma che l’essere umano da sempre si trova coinvolto in due tipi di relazione: una intima – duale e una gruppale. Una volta diventato adulto e maturo sente la tensione verso un rapporto di coppia, caratterizzato da regole e consuetudini create e negoziate all’interno della relazione stessa, in base ai bisogni propri e del partner. Questa dimensione è immersa però all’interno di quella sociale e che sia essa composta di amicizie, rapporti formali o familiari, rappresenta in ogni caso una realtà con cui deve (e necessita) convivere, distinguendosene grazie ai propri confini interni, più o meno rigidi. In questa struttura si può cominciare a comprendere come si delineino delle esigenze e delle forme di pensiero differenti, che non si possono tralasciare a favore di uno o dell’atro tipo di relazione. La morale convenzionale è impressa nella cultura di massa, quella in cui la maggior parte delle persone può riconoscersi e che viene diffusa attraverso la simultaneità dei mass-media. I principi di questa morale, espressi dalla cultura convenzionale, si possono in qualche modo paragonare agli insegnamenti genitoriali poichè distinguono ciò che è buono da ciò che è cattivo e propongono un modello etico per la società che tocca temi differenti. Uno di questi ad esempio, riguarda l’aggressività: essa può essere giustificata e tollerata solo se agita contro la criminalità, quindi per difendere il proprio stato e la sua legalità. Un altro tema è proprio quello della sfera passionale e amorosa della coppia.

Kernberg ritiene che la morale convenzionale enfatizzi in particolare l’amore tenero scindendolo dalla passione più strettamente fisica, se non talvolta aggressiva, della sessualità. L’affettività e il sentimento vengono esaltati come colonne portanti del rapporto amoroso, a discapito dell’intimità sessuale più istintiva e carnale. La morale privata porta al suo interno invece, valori diversi da quella di massa; la coppia che instaura una relazione d’amore esclusiva vive un amore sessuale maturo, che prevede l’integrazione della dimensione affettiva a quella dell’erotismo ed è retta da una serie di valori condivisi che sono in un certo senso in opposizione a quelli della morale convenzionale, proprio perché, per loro natura, ribelli. I partner di una relazione amorosa costruiscono quindi la loro etica implicita che governa una vita sessuale caratterizzata da un grado non convenzionale di libertà. Lo psicoanalista ritiene che l’equilibrio tra sentimento e passione sia una conquista che la coppia matura deve raggiungere da sola, spesso distanziandosi dalle convenzioni della società. Attraverso la ribellione al gruppo i due partner possono stabilire l’identità della loro relazione e intraprendere il loro viaggio come coppia. Questo non significa però che non ci debba essere un rapporto tra i loro valori e quelli sociali. Entrambe le realtà non possono esistere prescindendo l’una dall’altra, poiché si conferiscono vicendevolmente significato. Può capitare infatti, che un rapporto d’amore esageratamente chiuso e dai confini troppo rigidi possa diventare una prigione e che l’unico modo per sopravvivergli sia quello di romperlo rintanandosi nel gruppo per assaporare di nuovo la libertà. Allo stesso tempo però anche il gruppo può diventare una gabbia per i membri che non sanno, o temono, entrare in una relazione intima. La dimensione gruppale è fondamentale per quella duale poiché permette a quest’ultima di riversare al suo interno parte dell’aggressività, la stessa che le riesce difficile contenere nella propria relazione. Dall’altra parte la coppia, attraverso la sua presenza, mantiene viva la speranza di un’unione amorosa all’interno del gruppo. Essa può quindi rappresentare un modello esemplare e, forse per lo stesso motivo, diventare in alcuni casi bersaglio dell’invidia del gruppo.

Periodi “puritani”e periodi “libertini”-

Analizzando le diverse epoche storiche, si può notare come ci siano delle oscillazioni tra periodi “puritani” in cui la questione sessuale è un tabu da evitare e qualcosa da tenere nascosto o taciuto, e periodi “libertini” caratterizzati da vere e proprie rivoluzioni sessuali, in cui la fisicità viene ostentata e resa esageratamente pubblica. Secondo Kernberg questi due estremi rappresentano, da una parte il bisogno che la società ha di governare la coppia e i suoi valori esuberanti, dall’altra la volontà di quest’ultima di opporsi alle costrizioni che la morale convenzionale impone. In qualche misura l’autore sostiene che entrambe le dimensioni, che da sempre esistono e convivono, alternino rispettivamente momenti di esuberanza a momenti di remissione, riflettendosi negli ideali e nei movimenti che caratterizzano un determinato periodo storico. Si può quindi concludere che la coppia rappresenti da sempre una dimensione segreta, intima, per certi versi asociale che sfida continuamente la visione dell’amore e della sessualità convenzionali. Mentre la cultura di massa salta continuamente da una visione più puritana della questione sessuale, ad una più libertina, il rapporto tra la coppia e il gruppo, nonché tra la morale privata e quella convenzionale, rimane costante. Alla fine di questa riflessione, Kernberg asserisce dunque che se la coppia matura e l’arte erotica sono in grado di difendere l’amore passionale, al contrario il convenzionalismo e la pornografia sono paradossalmente alleati nella sua intolleranza.

di Alessandra Genta

Vedi anche:

Otto F. Kernberg – Relazioni d’amore

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