Categoria | Politica-Economia

La pena di morte

Pubblicato il 01 novembre 2020 da redazione

Manifestazioni per salvare Dennis McGuire

Manifestazioni per salvare Dennis McGuire.

Nel 1789 fu l’Italia ad abolire per prima la pena di morte, e in particolare fu il Granducato di Toscana. Anche se, sempre in Italia, fu di nuovo introdotta nel 1926 per i reati commessi contro il Duce e il Re e successivamente applicata, dal 1931 con il Codice Rocco, anche per gravi reati comuni. Con la caduta del Fascismo la pena di morte in Italia viene mantenuta solo per i reati fascisti, o collaborazioni con nazifascisti, e per gravi motivi come rapine, sequestro di persona o costituzione di bande armate.

La Costituzione della Repubblica Italiana abolisce la pena di morte nel 1948.

L’ultima condanna a morte civile viene eseguita, mediante fucilazione, contro gli autori della Strage di Villarbasse, quattro malavitosi siciliani, di cui uno ucciso ancor prima della condanna durante un regolamento di conti.

Nel corso di una rapina in una cascina piemontese di Villarbasse vennero massacrate a bastonate 10 persone e, ancora vive, buttate in una cisterna. Le vittime erano tutte riunite a cena per festeggiare la nascita di una bambina: l’avvocato Massimo Gianoli, proprietario della cascina, la domestica Teresa Delfino, che stava servendo a tavola, l’affittuario di una porzione del cascinale zio della nascitura, Antonio Ferrero, sua moglie Anna, il genero Renato Morra, altre due domestiche, Rosa Martinoli e Fiorina Maffiotto, il lavorante Marcello Gastaldi, un bimbo di due anni. Tranne il bambino vennero uccisi tutti, compresi i mariti delle due domestiche, Gregorio Doleatto e Domenico Rosso, che erano venuti al cascinale a cercare le mogli che non ritornavano.

L’allora capo di Stato, il presidente della Repubblica Enrico De Nicola respinse la grazia e alle 8 meno un quarto del mattino del 4 marzo 1947, Francesco La Barbera, Giovanni Puleo, Giovanni D’Ignoti, accompagnati dal cappellano del carcere, padre Ruggero Cipolla, vennero portati al poligono di tiro delle Basse di Stura a Torino, dove un plotone di esecuzione formato dai poliziotti della città li fucilò a morte.

La normativa prevedeva, infatti, che la pena di morte fosse eseguita, tramite fucilazione, nello stabilimento penitenziario e non in pubblico, salvo diversa disposizione del Ministro della Giustizia.

Ma l’ultima condanna a morte in assoluto viene eseguita in Italia il 5 marzo, sempre nel 1947, alle 5 del mattino, a Forte Bastia, a La Spezia. Davanti al plotone di esecuzione finiscono l’ex agente delle S.S. italiane Aurelio Gallo di Udine, l’ex-questore repubblichino di La Spezia, Emilio Battisti di Trento, e l’ex maresciallo della Guardia Nazionale Aldo Morelli, tutti condannati a morte dalla Corte di Assise per collaborazionismo, sevizie e deportazione nei campi di sterminio di migliaia di persone.

La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

L’Italia ha ratificato il protocollo n. 13 Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sull’abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza, fatto a Vilnius il 3 maggio 2002, modificando l’art. 27 della Costituzione della Repubblica Italiana e le residue disposizioni previste da parte di leggi militari di guerra, e sancendone, così, la loro inapplicabilità. La pena di morte, contemplata nell’art. 17 e nell’art. 21 del codice penale italiano è quindi abrogata.

Il 18 dicembre 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una mozione presentata dal Governo italiano, su proposta dell’associazione radicale “Nessuno tocchi Caino”, con la quale viene decretata la moratoria, che sospende a tempo indeterminato, l’esecuzione delle sentenze capitali. L’impegno è stato sottoscritto da 104 Stati. Hanno votato contro 54 Stati e se ne sono astenuti 29.

Lo Stato Vaticano e i patti Lateranensi

Anche nello Stato Vaticano, fino al 1870, veniva praticata la pena di morte mediante ghigliottina. L’ultimo a cui fu tagliata la testa fu Agatino Bellomo.

Quasi tutti i Padri della Chiesa dei primi tre secoli ricusavano la pena capitale, aderendo agli insegnamenti di Gesù nell’amare il nemico e porgere l’altra guancia. “Un cristiano che denuncia qualcuno che di conseguenza viene esiliato o messo a morte non potrà ricevere la comunione nemmeno all’avvicinarsi della morte”. (sinodo di Elvira IV secolo).

Successivamente invece perfino Tommaso d’Acquino la sosterrà: “ Il bene comune è da preferire al bene particolare di una persona. Perciò il bene particolare dovrebbe essere rimosso per mantenere il bene comune. Ma la vita di alcuni uomini pestiferi è di impaccio al bene comune che è l’armonia della società umana. Quindi alcune persone devono essere eliminate dalla società tramite la morte”.

I tribunali dell’Inquisizione applicarono la pena di morte per eresia e a questo proposito sempre Tommaso D’Aquino scrive: “Per quanto riguarda gli eretici, essi meritano non solo di essere separati dalla Chiesa con la scomunica, ma anche di venire separati dal mondo stesso con la morte. Infatti corrompere la fede che muove lo spirito è un reato molto più grave che falsificare il denaro che regola la vita terrena. Quindi se falsari e altri malfattori vengono rapidamente condannati a morte dall’autorità civile, allora ancor più ragionevole è che gli eretici, una volta condannati, vengano non solo scomunicati, ma anche messi a morte”.

Nel 1929 la pena di morte viene di nuovo istituita per chi avesse attentato alla vita del papa. Considerando la persona del Supremo Pontefice sacra e inviolabile, l’Italia dichiara che qualunque attentato alla Sua persona o qualunque incitamento a commettere tale attentato sia punibile con le medesime pene previste per tutti i simili attentati o incitamenti condotti contro la persona del Re.
Tutte le offese o gli insulti commessi all’interno del territorio italiano contro la persona del Supremo Pontefice, causati dal significato di discorsi, atti o scritti, saranno punibili allo stesso modo che come offese e insulti contro la persona del Re.” (Patti Lateranensi).

I metodi impiegati dal boia del Vaticano erano la decapitazione mediante ascia e l’impiccagione. Un celebre boia di quei tempi, tale Mastro Titta,  era divenuto celebre per aver eseguito, fra il 1796 e il 1864, ben 516 condanne. Così lo stesso Titta scrive, nel suo libro, a proposito di un ladro:  “Colto quasi in flagrante, tentò sulle prime di far resistenza, ma poi mise senno, si lasciò arrestare e condurre alle carceri, ove confesso tutti i suoi delitti. Condannato, non voleva saperne di subir la pena. Diceva che i suoi delitti non erano passibili di morte, che la sentenza era un abbominio. E ci volle del bello e del buono per metterlo legato sulla carretta. Mentre stavo per farlo salire sulla scala, mi diede un così terribile spintone che per poco vacillai. Ma questo tratto villano mi inasprì e senza ulteriori complimenti, passatagli la corda al collo, lo mandai all’altro mondo, dove avrà portato le sue lagnanze contro la giustizia di Roma”.

Solo nel 1969 Paolo VI proibisce di ricorrervi senza però cancellarla dalla Costituzione dello Stato Vaticano. Fu Giovanni Paolo II, nel 2001, a cancellare la pena di morte completamente.

Pene capitali arrangiate e boia inadeguati nel Paese a stelle e strisce.

I dati di Amnesty International.

La pena di morte è un effettivo deterrente?

La maggior parte dei migliori criminologi del mondo ritiene che la ricerca empirica abbia ormai rivelato che l’ipotesi della deterrenza sia mitologica. L’opinione dei criminologi è che la pena di morte non aggiunga alcun effetto deterrente significativo rispetto al carcere di lunga durata. Un’indagine recente condotta dai migliori criminologi degli USA ha mostrato:

– che l’88% non crede che la pena di morte rappresenti un deterrente per chi voglia commettere un omicidio;

– che l’87% crede che l’abolizione della pena di morte non avrebbe effetti significativi sul numero di omicidi commessi.

Nel 2007 il New Jersey è diventato il primo Stato che in 40 anni ha abolito per legge la pena di morte. L’anno prima dell’abolizione (2006) il tasso di omicidi era il 4,9%, l’anno successivo il 4,3%. Nel 2008 nello Stato mantenitore della Louisiana il tasso di omicidi è stato l’11,9%.

Le condizioni nel braccio della morte. 

Le condizioni nel braccio della morte sono considerevolmente più dure rispetto alle condizioni di detenzione delle altre prigioni. Tra i bracci della morte degli USA, quello del Texas è forse il più rigido.

 I prigionieri del braccio della morte del Texas sono separati dagli altri detenuti in ciascun aspetto della loro vita.

– La comunicazione tra prigionieri nel braccio della morte – compiuta urlando attraverso le celle – è estremamente difficile.

– Ai prigionieri non è permesso il contatto fisico con i componenti della propria famiglia, con gli amici e neanche con gli avvocati. Generalmente un prigioniero nel braccio della morte non ha contatto fisico con nessuno che non sia un membro dello staff della prigione da quando entra nel braccio della morte fino al giorno dell’esecuzione.

– Anche nei giorni e nelle ore precedenti l’esecuzione, al prigioniero non è concesso di toccare nessun componente della famiglia e nessuna persona cara.

– I detenuti del braccio della morte che si comportano meglio trascorrono ventidue ore al giorno nelle proprie celle.

– Hanno accesso a piccole “gabbie” interne o esterne due ore al giorno.

 – Esperti di salute mentale hanno ripetutamente osservato che un confinamento prolungato privo di stimolazioni sensoriali o contatti umani peggiora disordini mentali pre-esistenti e può causare una malattia mentale in individui che altrimenti sarebbero sani.

Le esecuzioni di Malati mentali

Secondo il rapporto del 2006 di Amnesty International “Esecuzione di persone affette da malattia mentale”, dal 1977 almeno 100 uomini e donne gravemente malati di mente sono stati messi a morte negli USA.

L’esecuzione di prigionieri affetti da malattia mentale è chiaramente proibita dalle leggi internazionali. Virtualmente ogni paese nel mondo proibisce l’esecuzione di persone con malattia mentale.

– L’esecuzione di una persona incapace di comprendere le ragioni o la realtà della propria punizione viola la Costituzione degli USA (Ford contro Wainwright, 1986)

– La decisione del caso Ford ha lasciato la valutazione delle condizioni di salute mentale dei detenuti ai singoli Stati. Le tutele costituzionali per coloro che soffrono di varie forme di malattia mentale sono minime e numerosi prigionieri sono stati vittime di esecuzione malgrado soffrissero di gravi forme di malattia mentale.

Il 25 gennaio 2005 Troy Kunkle è stato messo a morte in Texas nonostante fosse schizofrenico e avesse una storia familiare di malattia mentale.

Dopo il blocco delle vendite di barbiturici destinati alle pene capitali , da parte di diverse aziende europee che si rifiutano di produrli a tale scopo, molti stati americani commissionano ora i cocktail letali a laboratori anonimi artigianali e spesso inadeguati.

Anche la preparazione dei boia sono inadeguate perché l’associazione nazionale americana di medici, anestesisti e infermieri proibisce ai suoi membri di svolgere questo tipo di attività, così spesso ne fa le veci un soccorritore di primo livello che non è in grado di fare l’iniezione letale in modo corretto, così come è emerso dalle autopsie richieste dai parenti delle vittime, sottoposte a lunghe agonie e violente convulsioni.

Sebbene la Corte d’appello di San Francisco avesse accolto la richiesta di un condannato a morte di sapere come fosse composto il farmaco che l’avrebbe ucciso, e il grado di preparazione professionale del suo carnefice, la Corte Suprema ha bocciato tale decisione ed emesso leggi a tutela dell’anonimato delle aziende fornitrici.

Dennis McGuire

Dennis McGuire.

Nonostante l’agonizzante Dennis McGuire, una delle molte vittima di esperimenti con nuovi cocktail farmacologici letali mal riusciti, urlò per quasi un quarto d’ora e agonizzò per altri 13 minuti, e dopo la sua morte lo stesso giudice federale che lo aveva condannato ammise che si trattò di un esperimento e le confezioni del cocktail letale furono messe agli atti, l’ottavo emendamento della Costituzione americana, escluse ogni sanzione penale.

“Vogliamo sapere con cosa lo ucciderete”. Così i legali di  Joseph Rudolph Wood, condannato a morte dallo Stato dell’Arizzona per due omicidi del 1989, riuscirono a sospendere la pena del loro assistito per alcuni giorni.

I legali di Joseph Rudolph Wood, infatti, chiesero in anticipo, che il loro assistito non venisse ucciso con farmaci inadeguati e impiegati solo per sopperire alla carenza di farmaci letali di provenienza europea.

Ma, alla fine, il 2 Agosto 2014, Joseph Wood, il trattamento letale sconosciuto l’ha subito e anche molto duramente, morendo dopo 15 iniezioni e oltre due ore di sofferenze. Sostanzialmente le dosi standard dei sedativi non avrebbero funzionato e invece di sospendere l’esecuzione si è semplicemente deciso di ripetere la somministrazione del preparato per altre 14 volte. Durante le due ore di trattamento, l’uomo, legato al lettino, in preda a violente convulsioni e ansimanti gemiti, ha tentato per ben 60 volte di liberarsi dalle cinghie, e alla fine finalmente è deceduto.

Joseph Rudolph Wood.

Joseph Rudolph Wood.

“Si tratta di una esecuzione senza precedenti”,  hanno dichiarato i legali del condannato e diverse associazioni contro la pena di morte. Tutti i protocolli legali sono stati by-passati e sebbene dopo la prima iniezione mal riuscita il boia si sarebbe dovuto fermare, e rinviare l’esecuzione della pena, questo non è accaduto. “Questi sono veri e propri episodi di tortura”, ha commentato il senatore repubblicano John McCain.

Il ministro della giustizia, Eric Holder, aprì un’inchiesta e sospese temporaneamente le esecuzioni nello stato dell’Arizzona.

di Adriana Paolini

 

Linkografia:

http://www.raistoria.rai.it/articoli/lultima-sentenza-capitale-in-italia/12243/default.aspx

http://it.wikipedia.org/wiki/Uso_della_pena_di_morte_nel_mondo

http://it.wikipedia.org/wiki/Pena_di_morte_in_Italia

http://it.wikipedia.org/wiki/Pena_di_morte_nella_Citt%C3%A0_del_Vaticano

http://www.ilgiornale.it/news/giorgio-bocca-testimone-dellultima-condanna-morte-italia-891878.html

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/03/04/pena-di-morte-quell-ultima-volta-nell.html

http://www.raistoria.rai.it/articoli/lultima-sentenza-capitale-in-italia/12243/default.aspx

http://online.scuola.zanichelli.it/forumdiritto/quando-e-stata-abolita-la-pena-di-morte-in-italia/

http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Villarbasse

http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/10ottobre/pdf/usa-fatti-cifre.pdf

Pena di morte su sedia elettrica: https://www.google.it/search?espv=2&biw=1280&bih=698&q=pena+di+morte+usa+sedia+elettrica&revid=1854821566&sa=X&ei=RKzeU4yeOI7A7AbYxIH4Dg&ved=0CHwQ1QIoAA

Pena di morte per fucilazione: https://www.google.it/search?espv=2&biw=1280&bih=698&q=pena+di+morte+usa+fucilazione&revid=1854821566&sa=X&ei=RKzeU4yeOI7A7AbYxIH4Dg&ved=0CIABENUCKAQ

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