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GUY DAVIS, FABRIZIO POGGI, DAVID BROMBERG, VERONICA SBERGIA & MAX DE BERNARDI, JORMA KAUKONEN, RUSTIES

Pubblicato il 06 aprile 2012 da redazione

immagine apertura Guy DavisE’  un viaggio intercontinentale quello proposto al Modernissimo di Nembro, dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con Geomusic. Nel prossimo mese di maggio, saliranno infatti sul palco del rinnovato Auditorium della cittadina alle porte di Bergamo, tre grandi talenti e alfieri della musica americana, quasi un gioco di specchi in cui ognuno può ritrovare radici e attualità di una musica ad ampio spettro, ormai diventata classica e non solo per i più giovani, a confronto con gli innovativi epigoni italiani.

Si parte dalle radici (l’11 maggio) con GUY DAVIS, peraltro giovanissimo, che nell’ultimo doppio cd “The Adventures of Fishy Waters: In Bed with the Blues” cammina lungo le pietre miliari dell’itinerario blues reinterpretandone i maestri. La sua “Il blues Night” lo vedrà impegnato con l’armonicista FABRIZIO POGGI, nelle vesti di “special guest” e altri artisti locali.

A seguire il grande DAVID BROMBERG (il 24 maggio), che in una lunghissima carriera ha studiato, suonato e fatto conoscere agli amici musicisti e al grande pubblico una varietà di stili musicali, dal folk al blues, dal bluegrass al ragtime, dal country alle sonorità più etniche. In apertura VERONICA SBERGIA & MAX DE BERNARDI, artisti dell’old time & roots music in versione rigorosamente acustica.

Chiude JORMA KAUKONEN (il 27 maggio) che, dopo gli anni ruggenti nei mitici Jefferson Airplane, ha continuato a incidere dischi e girare il mondo, a volte con gli altrettanto famosi Hot Tuna, ma più spesso da solo, visitando tutte le stazioni – immaginabili e non – dell’acustica rock-blues. Prima di lui un’altra importante formazione italiana molto attenta ai suoni d’oltreoceano decisamente più rock, i RUSTIES, qui però in abiti rigorosamente acustici.

Direzione Artistica: GEOMUSIC

Info: COMUNE di NEMBRO/Ufficio Cultura tel. 035 471362

GEOMUSIC www.geomusic.itinfo@geomusic.it

Possibilità di riservare un posto inviando richiesta a mezzo e-mail a Geomusic.  

 

GUY DAVIS

Guy Davis

Guy Davis

Guy Davis è personaggio dai molteplici talenti. Figlio di Ruby Dee e di Ossie Davis – famoso attore, regista e attivista per i diritti civili – non è solo un chitarrista e cantante blues di prima classe. È infatti noto per essere anche un prolifico attore, un grande songwriter e uomo di teatro. In tutte queste attività artistiche, Guy rimane profondamente legato alla storia culturale delle origini afroamericane. Le basi per questa forte relazione risalgono alla prima infanzia. Nato e cresciuto a New York, Guy già da ragazzo ha il privilegio di incontrare molti eroi dell’America Nera: Sidney Poitier, Harry Belafonte, Amiri Baraka, solo per fare qualche nome. La casa della famiglia Davis è sempre aperta, così da sperimentare ogni tipo di situazione sociale di valore collettivo. Un atteggiamento che va avanti sulla base di un messaggio chiaro: essere un artista e occuparsi di quanto accade nella società è ugualmente importante.

Ossie Davis e Ruby Lee non hanno mai separato la loro arte dalla vita di tutti i giorni, fungendo da modello ispiratore nello sviluppo di una forte identità artistica nel talentuoso figlio. Molti amici della famiglia Davis hanno lasciato segni profondi nella storia: Martin Luther King Jr, Malcolm X, Jesse Jackson. Lo stesso Ossie Davis ha tenuto il discorso ai funerali di Malcolm, e più tardi si è fatto conoscere per queste straordinarie parole: “Una mente è una cosa terribile da sprecare” – utilizzate in una pubblicità classica per l’ American Negro College Fund. È un messaggio che può ben servire a comprendere la carriera di Guy Davis come bluesman, che non si limita a lavorare sul palco e negli studi di registrazione, ma anche a insegnare in scuole e seminari.

Le carriere dei rinomati genitori ebbero inizio nel mondo del teatro, ad Harlem. Autori brillanti quali Langston Hughes, Zora Neale Hurston e Ralph Ellison hanno contribuito ad arricchire e formare le menti dei lettori più illuminati e degli studenti col potere delle proprie parole. Inevitabilmente, il blues è servito da robusto pilastro di tale struttura intellettuale. Il giovane Guy Davis non poteva far altro che udirne le cadenze negli anni della formazione. La sua vita adulta è stata poi profondamente pervasa dal messaggio senza tempo del blues. Quando vide Buddy Guy e il suo prossimo idolo Taj Mahal suonare, era nato un aspirante bluesman.

Negli anni a venire, Guy Davis comincia a cercare la via migliore per combinare le proprie diverse qualità artistiche. Il debutto discografico è del 1978, per la Folkways, ma ci vorranno più di quindici anni – contemporaneamente a molte attività di successo nei palcoscenici dei teatri – per ottenere il giusto riconoscimento per la propria musica. Eccellenti album quali “You Don’t Know My Mind“ e “Butt Naked Free“ si rendono finalmente responsabili del suo successo in veste di bluesman – con tanto di Handy award nominations a riprova della notorietà raggiunta. Innumerevoli apparizioni in concerti nazionali e internazionali contribuiscono a definirlo tra i migliori artisti del blues acustico contemporaneo, posizione che Guy mantiene tuttoggi.

Nel 2012 esce “The Adventures of Fishy Waters: In Bed with the Blues”, doppio CD con canzoni e storie che raccontano le avventure di un bluesman di fantasia, Fishy Waters, e i suoi viaggi per l’America più dura e irregolare. Oltre a canzoni originali scritte dallo stesso Davis, comprende anche materiale di nomi leggendari quali Robert Johnson, Blind Willie McTell e Big Bill Broonzy. Davis mette in scena le canzoni nei panni di Fishy Waters, che viaggia nel sud e incontra personaggi decisamente interessanti, in un mood spesso giocoso e carico di umorismo, talvolta enigmatico e misterioso.

www.guydavis.com

Discografia:

1978 – Dreams About Life

1993 – Guy Davis – Live, 1993

1995 – Stomp Down Rider

1996 – Call Down the Thunder

1998: You Don’t Know My Mind

2000 – Butt Naked Free

2002 – Give in Kind

2003 – Chocolate to the Bone

2004 – Legacy (Red House Records)

2006 – Skunkmello (Red House Records)

2007 – Down At The Sea (Secret Mountain)

2007 – Guy Davis On Air (Tradition & Moderne)

2009 – Sweetheart Like You (Red House Records)

2012 – The Adventures of Fishy Waters: In Bed with the Blues

 

 FABRIZIO POGGI

Immagine 2 Fabrizio Poggi

Fabrizio Poggi

Tra i piu’ importanti testimoni del blues in Italia, si avvicina alla musica alla fine degli anni Ottanta eleggendo l’armonica a suo strumento principe, di cui diventa con la sua band, i Chicken Mambo, uno dei piu’ noti solisti italiani. Con questa formazione incide 13 album, di cui tre prodotti e registrati negli Stati Uniti, Paese da lui ben conosciuto attraverso numerosi viaggi, soprattutto negli Stati del Sud. Frequenti e qualificate le sue collaborazioni sia con artisti stranieri che italiani. Parallelamente all’attività spettacolare conduce quella giornalistico-letteraria. Nel 2005 ha pubblicato un libro dedicato all’armonica a bocca nella cultura musicale afroamericana dal titolo “Il soffio dell’anima: armoniche e armonisti blues”, edito da Ricordi, cui ha fatto seguito “Angeli perduti del Mississippi: storie e leggende del blues”, edito da Maridiano Zero, con la copertina disegnata dal grande Robert Crumb e la prefazione di Ernesto De Pascale.

Fabrizio Poggi premio Oscar Hohner Harmonicas, ha suonato con tanti grandi del blues, del rock e della canzone d’autore tra cui Garth Hudson di The Band e Bob Dylan, The Blind Boys of Alabama, Willie Nelson, Jerry Jeff Walker, Zachary Richard, Flaco Jimenez, Charlie Musselwhite, Augie Meyers, Steve Cropper, The Blues Brothers Band, Richard Thompson, Eric Bibb, Billy Joe Shaver, Ponty Bone, Otis Taylor e lo stesso Guy Davis.

www.fchickenmambo.com

 Discografia:

1993 – Mississippi Moon, Chicken Mambo

1995 – Under The Southern Sky, Chicken Mambo

1997 – Heroes & Friends, Fabrizio Poggi & Chicken Mambo

1999 – Nuther World, Fabrizio Poggi & Chicken Mambo

2001 – Songs for Angelina, Fabrizio Poggi & Chicken Mambo

2003 – Harmonisiana, Fabrizio Poggi

2006 – The Breath of Soul, con Francesco Garolfi

2008 – Mercy, Fabrizio Poggi & Chicken Mambo

2010 – Spirit & Freedom, Fabrizio Poggi & Chicken Mambo

 

DAVID BROMBERG

David Bromberg

David Bromberg

Ha suonato con tutti e ovunque, può capitanare una big band dalla voce squillante o ammutolire il pubblico con un blues acustico solista. Questa è la storia di David Bromberg, o almeno una parte di essa…

Nasce a Philadelphia nel 1945 e cresce a Tarrytown, nello stato di New York: “Da ragazzo ascoltavo il rock ’n’ roll e tutto quello che passava alla radio. Ho scoperto Pete Seeger e i suoi Weavers e, tramite loro, il Reverendo Gary Davis. Poi Big Bill Broonzy, che mi ha portato a Muddy Waters e il blues di Chicago. Era più o meno il periodo in cui mi sono imbattuto in Flatt e Scruggs, che a loro volta mi hanno fatto conoscere Bill Monroe e Doc Watson.”

Bromberg comincia a studiare chitarra all’età di tredici anni per poi iscriversi alla facoltà di musicologia della Columbia University. Il richiamo della scena folk del Greenwich Village di metà anni Sessanta attira David nei club e nelle coffeehouse del centro, dove può guardare e apprendere dai migliori performer, tra cui la sua fonte primaria, ispirazione e maestro, il Reverendo Gary Davis.

L’approccio emotivo e versatile di Bromberg alla chitarra gli fa guadagnare qualche lavoretto suonando al Village per le mance, o in qualche concerto occasionale, ma più ancora come musicista di accompagnamento con Tom Paxton, Jerry Jeff Walker e Rosalie Sorrels, solo per fare qualche nome. Diventa così la “prima persona da chiamare” come chitarrista per le session di registrazione, ed è presente in centinaia di dischi di artisti del calibro di Bob Dylan (New Morning, Self Portrait, Dylan), Link Wray, Eagles, Ringo Starr, Willie Nelson e Carly Simon.

L’inatteso successo registrato nel concerto solista al festival dell’Isola di Wight tenutosi in Inghilterra nel 1970 gli frutterà un contratto con la Columbia Records, casa discografica con cui farà uscire quattro dischi. L’eponimo esordio del 1971 non contiene solamente l’agrodolce “Suffer to Sing the Blues” ma anche “The Holdup” scritta in collaborazione con l’ex-Beatle George Harrison, che vi suona la slide guitar, incontrato alla festa del Ringraziamento del suo manager. Tramite quest’ultimo, Al Aronowitz, David conoscerà i Grateful Dead e lavorerà con quattro dei componenti della storica band, Jerry Garcia compreso, che suoneranno in suoi due dischi.

Il repertorio di Bromberg, che parla la lingua del folk e del blues, si espande continuamente a ogni nuova uscita discografica, fino a comprendere bluegrass, ragtime, country e musica etnica, con la sua band che tiene il passo nei concerti. Alla metà degli anni Settanta, la David Bromberg Big Band è composta da una sezione fiati, un violinista e polistrumentisti assortiti, tra cui lo stesso David. Tra le varie figure che hanno fatto parte del gruppo, i più noti sono il mandolinista Andy Statman, che diventerà una figura importante nel movimento americano della musica Klezmer, e il violinista Jay Ungar (che scriverà il memorabile “Ashokan Farewell” per il documentario di Ken Burns “The Civil War”).

Nonostante l’ottima accoglienza in concerto e il successo discografico grazie a una striscia di uscite per l’etichetta Fantasy, Bromberg è stanco delle logiche che governano il music business, e dichiara: “Ho deciso di cambiare la direzione della mia vita”. Scioglie la band nel 1980 e con la moglie artista e musicista Nancy Josephson si sposta dalla California del nord a Chicago, per frequentare la scuola di liuteria di Kenneth Warren. Pur non rinunciando a qualche sporadico tour, le uscite discografiche rallentano fino a fermarsi.

Dopo “troppi inverni di Chicago” nel 2002 David e Nancy sono attratti da Wilmington, nel Delaware, dove ben presto diventano parte della comunità artistica locale e David può impiantare il suo David Bromberg Fine Violins, negozio di vendita e riparazione per strumenti di elevata qualità. Le frequenti partecipazioni alle jam session cittadine settimanali  contribuiscono a riaccendere in Bromberg il desiderio di tornare a fare musica, anche grazie all’incoraggiamento di amici musicisti come Chris Hillman (The Byrds, Desert Rose Band, Flying Burrito Brothers) e il mago del bluegrass Herb Pedersen, nonché lo stesso manager di David, Steve Bailey. Da quelle stesse jam prenderà forma la Angel Band, in cui David accompagna Nancy e altre due voci femminili.

Con la pubblicazione di Try Me One More Time nel febbraio del 2007, David procede nel percorso di rivitalizzazione musicale, suonando secondo le circostanze in concerti solisti, con la Angel Band, col David Bromberg Quartet, addirittura con sporadiche reunion della David Bromberg Big Band.

In Try Me One More Time, Bromberg torna alla musica acustica, folk e blues, degli anni Sessanta al Greenwich Village, periodo in cui accompagnava il cantante cieco di gospel-blues, il Reverendo Gary Davis, per concerti e chiese in cambio di lezioni di chitarra. Nel nuovo CD Bromberg presenta due composizioni dello stesso “Rev”: “I Belong to the Band” e “Trying to Get Home”. In stessa scaletta ci sono poi brani di Robert Johnson (“Kind Hearted Woman”), Elizabeth Cotten (“Shake Sugaree”), Tommy Johnson (“Big Road”), Blind Willie McTell (“Love Changing Blues”), Bob Dylan (“It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry”), e altre canzoni che appartengono al regno della tradizione, tra cui le splendide versioni strumentali di “Buck Dancer’s Choice” ed “Hey Bub”. La canzone che dà il titolo al disco è la prima registrazione di un pezzo scritto da David Bromberg più di trent’anni fa.

E si direbbe che il 2012 sia l’anno della grande riconferma di David Bromberg: ad aprile tour in Australia e poi in Giappone, in trio con Nate Grower e Mark Cosgrove, dove non si esibiva dal 1984!

In calendario anche una Bluesfest in Australia con artisti del calibro di John Fogerty, Crosby Stills & Nash, The Pogues, Steve Earl e tanti altri.

Insomma, David Bromberg è tornato, ascoltate la sua musica gioiosa!

www.davidbromberg.net

Discografia:

1971 – David Bromberg

1972 – Demon In Disguise

1974 – Wanted Dead Or Alive

1976 – Midnight On The Water

1977 – Out Of The Blues: Best of David Bromberg

1977 – How Late’ll Ya Play ‘Til?

1978 – Reckless Abandon

1979 – Bandit In A Bathing Suit

1979 – You Should See The Rest Of The Band Fantasy

1980 – My Own House

1986 – Long Way From Here

1989 – Sideman Serenade

1998 – The Player: Retrospective

2008 – David Bromberg Quartet/Live NYC 1982 (CD)

2007 – Try Me One More Time

2011 – Use Me

 

VERONICA SBERGIA & MAX DE BERNARDI

Veronica Sbergia e Max De Bernardi

Veronica Sbergia e Max De Bernardi

Veronica e Max, fondatori e leader dei Red Wine Serenaders, ripropongono un repertorio che attinge alla musica popolar-rurale americana dei primi del secolo scorso; brani di Big Bill Broonzy, Memphis Minnie, Jimmie Rodgers, Sidney Bechet, Lucille Bogan, Bo Carter, Delmore Brothers in un viaggio suggestivo tra il vaudeville, i medicine show, i bordelli del primo ʻ900 e le piantagioni di cotone. Il loro ultimo disco “Old Stories for Modern Times” al quali partecipano artisti del calibro di Sugar Blue e Bob Brozman sta avendo un eccezionale riscontro a livello di pubblico e critica e li ha portati ad esibirsi con regolarità in Francia, Ungheria, Inghilterra, Spagna, Caraibi… www.redwineserenaders.it

Formazione:
Veronica Sbergia – voce, washboard, kazoo, glockenspiel
Max De Bernardi – voce, chitarre acustiche e resofoniche, mandolino, ukulele

 

 

 

JORMA KAUKONEN

Jorma Kaukonen

Jorma Kaukonen

Uno dei fondatori di due band leggendarie: i Jefferson Airplane e gli (ancora attivi) Hot Tuna; membro della Rock & Roll Hall of Fame dal 1996, una nomination al Grammy nel 2003, richiestissimo docente al Fur Peace Ranch Guitar Camp, con una carriera spalmata su mezzo secolo, Jorma Kaukonen è stato esponente di punta della chitarra fingerstyle, uno dei più rispettati interpreti della musica tradizionale americana, del blues, e in prima linea nel rock&roll.

L’incontro con un giovanissimo Jack Casady arriva nell’adolescenza: schitarrano insieme il rock&roll nell’era di Buddy Holly. E’ Ian Buchanan a introdurlo all’elaborato fingerstyle del chitarrista predicatore cieco Gary Davis. Jorma sviluppa un amore precoce per bluegrass, blues e country. Terminato il college, si trasferisce nell’area di San Francisco per continuare gli studi e sbarca il lunario insegnando chitarra e accompagnando una semisconosciuta cantante blues ventunenne di nome Janis Joplin. E’ in questo periodo -è il 1965- che, su invito dell’amico Paul Kantner, Jorma entra in una rock band, nonostante la sua vera passione sia la musica tradizionale. Ma l’onda elettrica del rock va assolutamente cavalcata, quindi: un colpo di telefono all’amico di gioventù Jack Casady, che nel frattempo ha fatto esperienza come bassista di bluegrass e rithm’n’blues, per convincere Jack a raggiungerlo a San Francisco, ed ecco prendere forma i Jefferson Airplane. Tra i gruppi locali di quel periodo, i Jefferson Airplane furono i primi a esibirsi in uno dei concerti dance organizzati dal grafico Alton Kelley alla Longshoreman’s Hall nell’ottobre 1965; furono i primi inoltre a firmare un contratto discografico con un’importante etichetta, i primi ad apparire in una trasmissione televisiva in onda su scala nazionale, i primi a raggiungere record di vendite e i primi ad andare in tour nella costa atlantica degli Stati Uniti e in Europa. Durante i tardi anni sessanta i concerti dei Jefferson Airplane furono tra quelli più seguiti (e più costosi) al mondo, i loro album ebbero vendite considerevoli, entrarono due volte nella Top 10 Hits per i singoli e in altre occasioni nella Top 20 per gli album, e il loro LP Surrealistic Pillow del 1967 è considerato uno degli album chiave della cosiddetta Summer of Love.

La straordinaria esperienza Jefferson Airplane dura fino al 1974, mentre nel 1970 Jorma fonda gli Hot Tuna come progetto parallelo ai Jefferson Airplane, insieme all’amico Jack Casady al basso elettrico. Il loro repertorio abbraccia classici della musica popolare statunitense, passando dal folk al blues. Nei successivi 35 anni, gli Hot Tuna ampliano e variano la loro formazione e pubblicano più di due dozzine di dischi, esibendosi in tutto il mondo in migliaia di concerti, spesso accompagnati da musicisti di ogni genere ed estrazione musicale, ma senza mai allontanarsi dalle loro radici. Oggi gli Hot Tuna suonano meglio di sempre, con l’energia della loro gioventù e l’esperienza accumulata in tre decadi e mezzo. In aggiunta al suo lavoro con gli Hot Tuna, Jorma ha registrato dal 1974 una dozzina di album in solo con le maggiori etichette. Insieme alla moglie Vanessa Lillian, Jorma ha fondato nel 1998 un centro -unico al mondo nel suo genere- per lo studio della chitarra e di altri strumenti: il Fur Peace Ranch Guitar Camp; è situato in 125 acri di campi, foreste e colline sui monti Appalachi del Sud Est Ohio e in questi anni vi sono transitati migliaia di musicisti per stage e master con Jorma e istruttori leader nel loro campo musicale. Jorma è costantemente impegnato ad ampliare i suoi orizzonti musicali, muovendosi sempre in avanti, e non fatica ad ammettere che insegnare è tra gli aspetti più soddisfacenti della sua carriera.

www.jormakaukonen.com

Discografia:

1974 – Quah, Jorma Kaukonen & Tom Hobson

1979 – Jorma

1980 – Barbecue King, Jorma Kaukonen & Vital Parts

1980 – Love Is Strange/Barbeque King/Runnin With the Fast Crowd 12” single, Jorma Kaukonen & Vital Parts

1985 – Too Hot Handle

1985 – Magic

1994 – Embryonic Journey, Jorma Kaukonen & Tom Constanten

1995 – Magic Two

1995 – Land of Heroes

1996 – Christmas with Jorma Kaukonen

1998 – Two Many Years

2001 – Live, Jorma Kaukonen trio

2002 – Blue Country Heart

2007 – Stars in My Crown

2009 – River of Time

 

RUSTIES ACOUSTIC

Rusties Acousties

Rusties Acousties

I Rusties, la rock band capitanata dal giornalista e scrittore di rock Marco Grompi e dal “cantattore” e chitarrista Osvaldo Ardenghi, hanno ormai alle spalle una una lunga storia cominciata negli anni ’90 (inizialmente come tribute band dedicata a Neil Young: centinaia di concerti e ben quattro gli album pubblicati in questa veste) e approdata ad un repertorio autografo e originale nel 2009 con la pubblicazione del CD Move Along (Tube Jam/distr. Glitterhouse), con la partecipazione della cantautrice Cristina Donà alla voce nella title track.

Il nuovo album Wild Dogs (Tube Jam/distr. Glitterhouse), con la straordinaria partecipazione di Mary Coughlan (voce in due brani) e del songwriter Andy White (co-autore di tre brani), è stato accolto con grande entusiasmo da pubblico e critica in tutta Europa, confermando i Rusties come un caso più unico che raro nel panorfama rock europeo.

Le varie tournée degli ultimi anni e le numerose esibizioni nei principali festival europei (specialmente in Germania, dove ormai hanno un nutrito ed affezionato seguito, come ha testimoniato l’esibizione come headliners all’ultimo Fehmarn Open Air Festival di fronte a oltre dodicimila spettatori), unite a prestigiosissime collaborazioni internazionali (negli ultimi anni anni hanno collaborato, in studio e sul palco, con Willard Grant Conspiracy, Robyn Hitchcock, Steve Wynn, Warren Haynes/Gov’t Mule, Chris Eckman, David Bromberg, Andy White, Mary Coughlan, Fairport Convention, Elliott Murphy e molti altri) hanno consacrato i Rusties come una delle rock band italiane più apprezzate (anche all’estero) per solidità e versatilità del loro originale live act, in cui convivono, nel solco della migliore tradizione rock, raffinate tessiture elettroacustiche e ruvide divagazioni psichedeliche.

Per l’occasione, si esibiranno in quartetto acustico (senza sezione ritmica) con la partecipazione della violinista italo-siriana Jada Salem.

www.rusties.it

Formazione:

Marco Grompi – voce, chitarra acustica, armonica

Osvaldo Ardenghi – chitarra acustica, voce

Massimo Piccinelli – pianoforte, voce

Jada Salem – violino

Discografia:

2002 – Rusties Never Sleep

2005 – Younger Than Neil

2007 – Live in Germany

2008 – Last Rust

2009 – Move Along

2011Wild Dogs

 

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