Categoria | Politica-Economia

Future Forum 2014

Pubblicato il 08 ottobre 2014 da redazione

futur forum

seconda edizione della rassegna dedicata al futuro e all’innovazione

Udine, 21 ottobre – 15 novembre 2014

Napoli, 22 – 28 ottobre 2014

 

Future Forum, il progetto della Camera di Commercio di Udine per le imprese, il territorio e il futuro (www.futureforum.it) dedicato alle visioni e pre-visioni di futuro nell’economia, nella società e negli stili di vita, realizzerà la sua seconda edizione in due città italiane: Udine e Napoli.

Future Forum si snoderà quest’anno lungo due programmi paralleli: uno a Udine (dal 21 ottobre al 15 novembre) e uno a Napoli (dal 22 al 28 ottobre). Il Forum internazionale, incentrato sulla cultura dell’innovazione e sugli scenari futuri, è sempre realizzato con le partnership di OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa), CopenhagenInstitute for FuturesStudies, Center for Houston’s Future e delle maggiori Università e Istituzioni internazionali, a Udine insieme a Comune di Udine e Regione Friuli Venezia Giulia; a Napoli con il Forum Universale delle Culture, nel cui programma si inserisce l’edizione napoletana del Future Forum.

Nelle due città saranno presentate le ricerche, le scoperte, le esperienze, i cambiamenti che si prevede modificheranno la nostra vita nel prossimo ventennio. Saranno offerti, da laboratori e centri di ricerca, uno sguardo e una riflessione collettiva sul futuro, che il cuore del nord-est produttivo e la capitale del Mezzogiorno hanno richiesto ai più importanti e autorevoli studiosi ed esperti internazionali e italiani, chiamati a confrontarsi in più di cento dibattiti, conferenze, workshop, case-history dal mondo, nelle sale del Teatro San Carlo a Napoli e del Palazzo della Camera di Commercio a Udine.

Come cambieranno lavoro, economia, saperi ed etica, tecnologia e trasferimento tecnologico, sanità e salute, gusti e alimentazione, città, turismo?

Le imprese e l’economia delle popolazioni immigrate nelle nostre città per quanto rimarranno economie extranazionali, estranee alla produzione del PIL locale e nazionale? E, prima di tutto, come si studia il futuro? Le future leadership nazionali saranno realmente multietniche? E come si formerà la classe dirigente multirazziale del futuro? Tutto è periferia di qualcos’altro o esistono dei centri e delle periferie?

I temi della seconda edizione del Future Forum, a Napoli e Udine

Scenari di futuro: 

datagate, nuove tecnologie, evoluzioni impreviste della globalizzazione, conflitti e flussi interetnici e religiosi, nuovi modelli economici… Chi sarà l’homo novus del 2034? In quante dimensioni potrà abitare contemporaneamente? Secondo quali modelli relazionali potrà agire? Saremo tutti periferie di qualcos’altro? O servi-meccanismi di servi-meccanismi?

 

Affronteranno questi interrogativi: Carsten Beck del CopenhagenInstitute for FuturesStudies (“I megatrend: segnali deboli di un imminente futuro”); John Wilburndel Center for Houston’s Future conAlberto Felice De Toni, rettore dell’Università di Udine (“Disegnare scenari locali per leggere la realtà e il cambiamento nel mondo”); Paola Annoni, policy analist presso la direzione generale delle Politiche Regionali e Urbane della Commissione UE (“La competitività delle regioni italiane ed europee”); l’esperto di big data dell’Università di Oxford, Viktor Mayer-Schönberger(“La rivoluzione scientifica dei prossimi 20 anni: i big data – controllo, ma anche progresso”).

 

Lavoro e impresa:

siamo dentro una crisi o siamo entrati nella quarta rivoluzione industriale? Sono solo italiani i bamboccioni? Chi sono quelli che sono già chiamati “extra-leader”? Quali professioni spariranno e quali emergeranno nei prossimi decenni? Quante professioni dovrà gestire ogni persona contemporaneamente? La classe media è il nuovo sud economico? E infine: “chi si offre volontario”?

Ne parleranno Peter Marsh, editorialista del Financial Times (“The new industrial revolution! – opportunità per l’Europa e il mondo”); David Halabisky dell’OCSE (“Andiam, andiam, andiamo a lavorar…”);Henrik Jensen del CopenhagenInstitute for FuturesStudies (“Il futuro della work-life in Europa”); Helen Kersley della New Economic Foundation con Flaviano Zandonai di Euricse (“Chi si offre volontario?”); l’economista e direttore dell’OCSE Sergio Arzeni conMarco Orioles dell’Università di Udine eJay Mitra dell’Università di Essex (“Tra l’Italia e il nulla: il tesoro nascosto delle economie escluse”);Ann Franz, del Northeast Wisconsin Technical College (“La fabbrica non è mai stata così cool!”); Anna Rubin dell’OCSE (“Le eccellenze locali come progetto di sviluppo”); Alessandro Rosina,direttore del centro di ricerca Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali(“Ma quali bamboccioni!”); con loro Carlo Borgomeo della Fondazione con il Sud e DebraMountford dell’OCSE.

 

Città:

James Meade, Premio Nobel per l’Economia, scrisse che Agathotopia era un’isola lontana ma raggiungibile anche da qui, non come l’isola – irraggiungibile – di Utopia: non la perfezione, ma “un buon posto per vivere”.Come saranno le città del futuro? Quale sarà il posto migliore o peggiore dove vivere?

Ne parleranno: Lionel Devlieger, del collettivo belga ROTOR, celebre per le pratiche di riuso (“I re Mida – forme di recupero per il rinnovamento di materiali e luoghi”); Alastair Donald del Future Cities Project (“Il richiamo della città: da slums alla periferia” e “Verso un nuovo umanesimo in architettura”); Fulvio Irace del Politecnico di Milano con Matteo Robiglio del Politecnico di Torino (“Programmazione e visione: una città costruita insieme”); il sociologo Aldo Bonomi con Roberto Masiero dello Iuav di Venezia e Roberto Siagri di Eurotech(“Dalla smart city alla smartland?”).

 

Salute, cibo e nutrizione e scienza:

la conoscenza della mappa del DNA permetterà di prevedere, oltre che le malattie, anche la nostra propensione al crimine? Sarà meno difficile essere anziani? Come moriremo in futuro? Come evolveranno le nanotecnologie e cosa potranno determinare nella nostra vita quotidiana? Clonazioni, virus ed età: chi e soprattutto cosa diventeremo nei prossimi vent’anni?

Mauro Ferrari del Methodist’s Hospital di Houston (“Nanotecnologie ovunque”); Nicolò Carnimeo dell’Università di BariconAntonello Pasini del CNR (“Com’è profondo il mare sotto questo sole – sostenibilità e cambiamento climatico dal mare al cielo”); Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani, con Andrea Manfrin, dell’Università di Kent (“La farmacia nel futuro”); il genetistaMichele Morgante con Harald Von Witzkedell’Università Humboldt di Berlino e con Massimiano Bucchi dell’Università di Trento (“Il futuro dell’alimentazione tra tradizione e innovazione”); il genetista Guido Barbujani(“La società al microscopio”); l’esperto di bioeticaGilberto Corbellinicon Giuseppe Remuzzi,direttore delle attività di ricerca dell’Istituto Mario Negri a Bergamo (“Il futuro della medicina fra molecole e cellule”); IonaHeath del College’s International Committeee dell’EthicsCommittee del BritishMedical Journal con Roberto Mordacci, preside della Facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano (“Questioni di vita e di morte”), daranno risposte a questi interrogativi.

 

Turismo e industrie creative:

e se qualcuno ricominciasse il Grand Tour tra vent’anni, cosa cercherebbe in Italia? Come sarà il turismo di mezzo secolo: esperienziale o virtuale? Le industrie creative saranno la manifattura dell’anima o la vera novità economica del secolo?

Parleranno di industrie culturali e creative e di turismo il capo della divisione Turismo dell’OCSE Alain Dupeyras (“Industrie culturali e creative e turismo”); il direttore generale del Ministero del Turismo Ninni Cutaiacon JeroenOskam dell’EuropeanTourismFuturesInstitute e Albert Postmadell’EuropeanTourismFuturesInstitute (“Ancora il Grand Tour nel 2050: il turista cerca esperienze. Il turismo offre esperienze”);Martin Kruse del CopenhagenInstitute for FuturesStudies (“Turisti non più per caso”).

 

Trasmissione dei saperi:

nel prossimo futuro invecchieranno bene i nativi digitali? Le scuole chiuderanno per inutilità o avranno preso a insegnare futuro, invece che riepilogare passato? Come evolverà la cultura digitale? Apprezzeremo le diversità o ci silenzieremo nell’omologazione indistinta?

Come sarà e cosa dovrà sapere e poter fare il professore-modello del futuro? Tra gli studiosi invitati: Orna Mager del Centro israeliano Modi’in con Antonella Agnoli, del CDA dell’Istituzione Biblioteche di Bologna (“Conoscere non è mai stato così social: dalle biblioteche 2.0 al lifelonglearning”); Peter Bishopdel Center for Houston’s Future (“Una scuola future oriented– i metodi educativi ufficiali cercano il futuro, ma insegnano quello che sapevamo ieri”); Mark Pagel dell’Università di Reading (“Tutti uguali! La fine dell’antropologia: difendere la diversità per combattere l’omologazione che non crea adattamento”).

 

 

Mare:

i porti del futuro saranno la ragione della collaborazione tra nord e sud? Il mare, come la terra, è una risorsa limitata: perché la stiamo consumando indiscriminatamente? I porti sono ponti e il mare infrastruttura?

Se ne discuterà con il senior policy analist presso l’OCSE Olaf Merk(“I porti glocali – il futuro dei porti e della retroportualità”); Marco Ponti del Politecnico Milano e Deborah Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ed esperta di infrastrutture (“Gli sviluppi possibili dei porti – il futuro dei porti e della retroportualità”).

 

PROGRAMMA II EDIZIONE FUTURE FORUM 2014

 

1.

ALBERTO FELICE DE TONI, JOHN WILBURN

DISEGNARE SCENARI LOCALI PER LEGGERE LA REALTÀ E IL CAMBIAMENTO NEL MONDO

Udine martedì 21 ottobre

Napoli venerdì 24 ottobre – Teatro San Carlo

Le grandi città stanno diventando qualcosa che l’età moderna non ha ancora conosciuto: da città-stato – forti dell’autonomia strategica ed economica che ha inebriato sindaci e teorici della frammentarietà politica – a città-mondo – che replicano in una dimensione urbana o metropolitana i problemi e le contraddizioni geopolitiche ed economiche del pianeta, con diseguaglianze, differenze linguistiche, culturali, religiose, leadership discusse e conflitti. “Occorre affrontare i problemi delle città-mondo prima che diventino intrattabili”.

Uno dei problemi è il loro rapporto con le periferie: la storia ci dimostra che l’innovazione accade proprio nelle periferie, vero laboratorio del mondo, e che le grandi città sono il luogo dove emerge il conflitto, non l’elaborazione, dove si concentra il consumo e la celebrazione di quello che nasce fuori da esse. Ci sono tantissimi Davide e pochi Golia: la sfida è fargli capire che possono e devono coesistere.

ALBERTO FELICE DE TONI: Rettore dell’Università di Udine dal maggio 2013, è professore ordinario di Organizzazione della produzione e Gestione dei sistemi complessi nel corso di laurea di Ingegneria Gestionale. È membro del Comitato nazionale per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica del MIUR.  È stato Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Udine, presidente dell’Associazione scientifica italiana di ingegneria gestionale, presidente della Commissione nazionale del MIUR per la riorganizzazione dell’istruzione tecnica e professionale, presidente di Agemont-Fvg e vice presidente di Area Science Park di Trieste. È autore di numerosi libri e di oltre 280 pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali. Le sue principali aree di ricerca sono l’organizzazione della produzione, la gestione dell’innovazione e la gestione della complessità.

JOHN WILBURN:Direttore delle iniziative strategiche presso il Center for Houston’s Future, è esponente di spicco nel mondo del giornalismo. Direttore editoriale dell’Houston Chronicle, produttore e autore di “Talking With David Frost”, il programma d’interviste della PBS, nella sua carriera ha diretto numerose testate tra cui Dallas Life, il supplemento domenicale del The Dallas Morning News, e lo Huston Press, di cui è stato anche fondatore.

 

2.

ANTONELLA AGNOLI, ORNA MAGER

CONOSCERE NON È MAI STATO COSÌ SOCIAL: DALLE BIBLIOTECHE 2.0 AL LIFELONG LEARNING

Udine martedì 21 ottobre

Napoli giovedì 23 ottobre – Teatro San Carlo

Fino alla fine del secolo scorso ad occuparsi della formazione dei cittadini erano quasi esclusivamente le istituzioni scolastiche. Oggi, la società dell’informazione impone la necessità di un aggiornamento e un approfondimento continuativi.  Anche ottimi programmi come il Lifelong Learning da soli non sono sufficienti.

Servono esperienze nuove e condivise per produrre nuova cultura insieme. E servono luoghi, non solo virtuali, per farlo. La sfida al superamento di quell’immaterialità della condivisione tipica della rete è già aperta. Le biblioteche, da sempre spazi comuni per discutere, partecipare, collaborare, divertirsi insieme, possono riappropriarsi del loro ruolo, tornando ad essere, in modo nuovo, centri di riflessione, produzione e condivisione dei saperi.

Saperi condivisi materialmente e immaterialmente; luoghi d’incontro formali e informali. Quali nuove forme ibride di cultura si creeranno?

ANTONELLA AGNOLI:Consulente bibliotecaria, fa parte del cda dell’Istituzione biblioteche di Bologna e dell’Associazione Forum per il Libro. Collabora con architetti e amministrazioni locali in tutt’Italia per la progettazione degli spazi e dei servizi bibliotecari e per la formazione del personale. Ha partecipato, tra gli altri, allo studio preliminare della futura Biblioteca Europea di Informazione e Cultura di Milano e al progetto di Sala Borsa a Bologna. Tiene seminari in numerose istituzioni e università italiane e straniere. Il suo Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà (Laterza, 2009), vanta numerose edizioni e traduzioni. E’ in libreria con La biblioteca che vorrei. Spazi, creatività, partecipazione (2014).

ORNA MAGER: Responsabile del Dipartimento di Educazione degli adulti e direttore del Centro multi-disciplinare di Modi’in, scelto come unico centro di riferimento in Israele per i programmi di Life Long Learning, Active Citizenship e Learning City. È membro dell’Associazione Europea per l’Educazione degli Adulti e da alcuni anni collabora con l’Unione Europea nello sviluppo delle politiche attive di Life Long Learning.

 

3.

PETER BISHOP

UNA SCUOLA FUTURE ORIENTED – i metodi educativi ufficiali cercano il futuro, ma insegnano quello che sapevamo ieri

Udine mercoledì 22 ottobre

Napoli giovedì 23 ottobre – Teatro San Carlo

 

In un mondo complesso e “piatto” come quello del XXI secolo, immaginare il futuro non è più sufficiente: bisogna prima di tutto imparare aimmaginarlo. Ma come? Per Peter Bishop, fondatore di Teach the Future – organizzazione che incoraggia e promuove l’insegnamento del futuro nella scuola -, il crescente tasso di cambiamento nella società di oggi impone che studenti ed educatori abbiano dimestichezza con strumenti e tecniche previsionali. Conoscere il passato non basta più. Solo studiando il futuro si può influenzarlo e piegarlo alle proprie esigenze.

Perché le visioni di oggi cambiano il domani.

PETER BISHOP: Futurologo, è professore associato di Strategic Foresight e direttore del corso di laurea in FuturesStudies presso l’Università di Houston e membro del Center for Houston’s Future. Specializzato nelle tecniche di previsione a lungo termine e pianificazione, ha pubblicato, con Andy Hines, Thinkingabout the Future: Guidelines for Strategic Foresight(2007) e Teachingabout the Future: The Basics of ForesightEducation (2012). È consulente sugli scenari futuri per imprese, enti pubblici e associazioni non-profit. Ha fondato l’organizzazione Teach the Future.

 

4.

PETER MARSH

“THE NEW INDUSTRIAL REVOLUTION!” – opportunità per l’Europa e il mondo

Napoli mercoledì 22 ottobre – Teatro San Carlo

Udine giovedì 23 ottobre

Una nuova Rivoluzione industriale è alle porte? Molti lo pensano, ma solo Peter Marsh offre a questa tesi un quadro socio economico esaustivo. L’elemento dirimente sarà, secondo l’editorialista del Financial Times, la diffusione e parcellizzazione su tutto il globo di ogni processo produttivo che renderà ogni unità imprenditoriale (sia essa uno stato, una regione, una città, un cittadino) parte di un grande meccanismo organizzato attraverso l’utilizzo dell’informatica. Alla concentrazione del potere industriale si opporrà la diffusione della capacità produttiva che, se realizzata, aprirà le porte a un reale e diffuso progresso economico.

PETER MARSH:Giornalista e saggista, è editorialista del Financial Times di cui è stato una firma di punta.  Si occupa di economia, tecnologia e industria. È autore, tra gli altri, di The New Industrial Revolution: Consumers, Globalization and the End of Mass Production (Yale University Press, 2012), pubblicazione che ha ricevuto nel 2012 il riconoscimento di “Economics and Business Book of the Year” assegnato dall’Economist.

 

5.

CARSTEN BECK

I MEGATREND: SEGNALI DEBOLI DI UN IMMINENTE FUTURO

Napoli mercoledì 22 ottobre – Teatro San Carlo

Che il futuro si possa anticipare, l’uomo l’aveva capito fin dagli albori. Quali siano le migliori strategie per anticiparlo è un problema più complesso e dibattuto. Dall’oroscopo alla cartomanzia, dalle religioni alla scienza esatta, ogni epoca ha proposto le sue idee. Oggi la necessità di prevedere il futuro in un mondo complesso e in rapido cambiamento è una chiave di successo non solo di tipo economico, ma pure sociale, culturale e, per certi versi, etico.

Le metodologie proposte dal CopenhagenInstitute for FuturesStudies sono all’avanguardia e permettono di rendersi conto quanto conti saper osservare i segnali deboli, gli spostamenti piccoli ma inesorabili, per capire tendenze e prevedere precisi sviluppi.

CARSTEN BECK:Economista e analista del CopenhagenInstitute for FuturesStudies, think tank con sede in Danimarca e centro di ricerca internazionale tra i più autorevoli. Si occupa di analisi di settore, sviluppo del mercato del lavoro, sostenibilità, retail and consumer trends, megatrends, scenari futuri. Ha lavorato come project manager per agenzie governative, importanti aziende pubbliche e private in oltre venti paesi di tutto il mondo.

 

6.

VIKTOR MAYER-SCHÖNBERGER

LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA DEI PROSSIMI 20 ANNI: i big data – controllo, ma anche progresso

Napoli mercoledì 22 ottobre – Teatro San Carlo

I dati che nell’epoca dei Big Data possediamo e continuiamo a raccogliere, attraverso la rete e i sistemi di registrazione informatici, permettono di farci intuire informazioni uniche e specifiche su tutto e tutti. Possiamo prevedere la diffusione dell’influenza vedendo cosa la gente chiede o acquista su internet; prevedere quando una parte di motore si romperà prima che accada realmente; predire quando una donna è incinta solo a causa dei cambiamenti nell’acquisto di oggetti. I Big Data cambieranno la nostra vita, e la cambieranno in tutti i settori, nessuno escluso. Ma questo include spaventosi lati oscuri di questo controllo generalizzato, che le rivelazioni di Snowden hanno fatto solo intravedere.

VIKTOR MAYER-SCHÖNBERGER:Professore di Internet Governance and Regulation all’Internet Institute dell’Università di Oxford. Già docente della School of Management all’Università di Harvard, si occupa di Internet governance e del ruolo dell’informazione in una economia di rete. È consulente del World Economic Forum e di numerose istituzioni e aziende, tra cui Microsoft, oltre che del governo austriaco per quanto concerne l’innovation policy. Tra i suoi saggi, è stato pubblicato anche in italiano il pluripremiato Delete. Il diritto all’oblio nell’era digitale (Egea, 2013). Le proposte avanzate nel libro si stanno traducendo in politiche effettive dell’Unione Europea.

 

7.

GUIDO BARBUJANI

LA SOCIETÀ AL MICROSCOPIO

Napoli mercoledì 22 ottobre – Teatro San Carlo

GUIDO BARBUJANI: Genetista e scrittore è docente di Genetica dell’Università di Ferrara. Ha lavorato alla State University of New York, alle Università di Padova e Bologna. Si è formato in genetica delle popolazioni, ha lavorato su vari aspetti della diversità genetica umana e della biologia evoluzionistica. In collaborazione con Robert R. Sokal, è stato fra i primi a sviluppare i metodi statistici per confrontare dati genetici e linguistici e ricostruire così la storia evolutiva delle popolazioni umane. È arrivato a dimostrare come il concetto tradizionale di razza non rappresenti una descrizione soddisfacente della diversità umana. Ha pubblicato i romanzi Dilettanti (Marsilio, 1993; Sironi, 2003), Dopoguerra (Sironi, 2002), Questione di razza (Mondadori, 2003), Morti e sepolti (Bompiani, 2010) e i saggi L’invenzione delle razze (Bompiani, 2006), Europei senza se e senza ma (Bompiani, 2008), Lascia stare i santi (Einaudi, 2014).

 

8.

MARTIN KRUSE

TURISTI NON PIÙ PER CASO

Napoli giovedì 23 ottobre – Teatro San Carlo

Udine venerdì 24 ottobre

Per il 2020 è previsto un flusso di 1.6 miliardi di turisti nel mondo. Un abitante su cinque viaggerà alla scoperta di altri Paesi, culture, esperienze.Quali mezzi utilizzerà per muoversi? Con quali tecnologie vivrà le proprie esperienze? Dove alloggerà e quali tipi d’incontri vorrà fare?

MARTIN KRUSE:Futurologo presso il CopenhagenInstitute for FuturesStudies, si occupa in particolare dell’interazione tra innovazione e future studies.  Ha competenza in tema di cibo, agricoltura e turismo quale fattore decisivo per lo sviluppo. Analista di lunga esperienza ha svolto attività di consulenza al top management di varie industrie su questioni di interesse strategico. È autore di numerosi articoli in tema di innovazione.

 

 9.

ALDO BONOMI, ROBERTO MASIERO, ROBERTO SIAGRI

DALLA SMART CITY ALLA SMART LAND?

Napoli giovedì 23 ottobre – Teatro San Carlo

Concentrati come siamo sulle città, sulle smartcities come spesso si dice oggi, non ci accorgiamo che una delle prossime rivoluzioni accadrà oltre le nostre periferie. È nelle campagne, in montagna, nelle zone rurali, dove ancora molte applicazioni tecnologiche non hanno trovato una precisa collocazione, che la trasformazione verso le Smart Land fornirà a quei territori pastorali strumenti per concorrere con le città al progresso delle nostre comunità, riattivando relazioni, dialoghi e sinergie.

ALDO BONOMI: Sociologo, fondatore e direttore dell’istituto di ricerca Aaster, è editorialista de Il Sole 24 Ore e dirige la rivista Communitas. Tra le sue molte pubblicazioni: Che fine ha fatto la borghesia? (con M. Cacciari, G. De Rita, Edizioni di Comunità 2004); per Einaudi ha scritto: Il capitalismo personale (con E. Rullani, 2005); Elogio della depressione (con E. Borgna, 2011); Il capitalismo in-finito (2013).

ROBERTOMASIERO:Architetto, è professore ordinario di Storia dell’architettura dello IUAV di Venezia. Direttore artistico del Parco di Pinocchio a Collodi, ha progettato il Nuovo Parco degli amici di Pinocchio e diretto la sezione di Neuchatel dell’Expo 2002 promossa dal governo svizzero. Dal 2006 è nel comitato per l’organizzazione del master Innovazione liturgica e sperimentazione progettuale dell’Università di Trento.

ROBERTO SIAGRI: Presidente e CEO di Eurotech, azienda leader nell’ambito della tecnologia embedded, è responsabile per le strategie, i nuovi modelli di business e l’internazionalizzazione della società. Collabora con il Dipartimento di Ingegneria elettronica e meccanica dell’Università degli Studi di Udine, dove ha tenuto corsi di Elettronica dei sistemi digitali.
È membro dell’Italy-Japan Business Group e del comitato consultivo della Facoltà di Economia dell’Università di Padova.
Per la sua competenza in temi legati all’innovazione, alla ricerca tecnologica e all’imprenditorialità, ha ricevuto riconoscimenti e premi da istituzioni italiane e internazionali.

 

10.

MARCO PONTI, DEBORAH SERRACCHIANI

GLI SVILUPPI POSSIBILI DEI PORTI – il futuro dei porti e della retroportualità

Napoli giovedì 23 ottobre – Teatro San Carlo

Circa il 90% dei beni che consumiamo arriva via mare.

La gestione dei porti a livello nazionale e Europeo è sempre più un tema chiave per definire lo sviluppo sia delle nostre economie sia del concetto di Europa. Senza una politica portuale comune, non potremo sviluppare infrastrutture interne efficienti per il trasporto delle merci. Senza una politica portuale che tenga conto della complessità del commercio internazionale e delle caratteristiche dei Paesi Europei, saremo sempre un approdo poco conveniente, ai margini. Queste sono sfide politiche, logistiche e tecnologiche che dovremo affrontare nei prossimi 10, 20 anni. E non possiamo permetterci di perderle.

MARCO PONTI:È professore ordinario di Economia applicata al Politecnico di Milano. È stato consigliere economico e consulente di diversi ministri dei trasporti, consulente della Banca Mondiale, delle Ferrovie dello Stato, della Commissione Europea, dell’OCSE, di Federtrasporto (Confindustria), di Ansaldo Trasporti. Ha lavorato come esperto in 17 paesi in via di sviluppo. È stato amministratore di due società pubbliche di trasporto, ENAV, e ACTV. È membro del comitato scientifico della World Conference of TransportReserch Society, e dal 2014 dell’”Advisory Board” dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART). Scrive regolarmente di trasporti su diversi periodici italiani e stranieri.

DEBORAH SERRACCHIANI: Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia dall’aprile 2013. Avvocato, ha iniziato la sua carriera politica nella Provincia e nel Comune di Udine. Nel 2009 un suo intervento all’assemblea dei circoli del PD a Roma ottiene grande riscontro mediatico, anche in ambito internazionale. Candidata  al Parlamento Europeo, viene eletta col sostegno di  oltre 140 mila  preferenze. Da deputata europea è stata componente effettiva della Commissione Trasporti e turismo e supplente nella Commissione Giustizia e libertà civili. Ha seguito importanti dossier sul sistema ferroviario europeo e si è occupata in particolare di infrastrutture, mobilità, parità di genere, lavoro. Nel giugno 2013 è stata nominata Responsabile nazionale dei trasporti e infrastrutture del PD nella segreteria di Guglielmo Epifani, incarico confermato in dicembre dal neoeletto segretario Matteo Renzi. Nel marzo 2014 ho assunto l’incarico di vicesegretario nazionale del Partito Democratico. Ha pubblicato Il coraggio che manca. A un cittadino deluso dalla politica (Rizzoli 2009).

 

11.

MARK PAGEL

TUTTI UGUALI! La fine dell’antropologia: difendere la diversità per combattere l’omologazione che non crea adattamento

Udine venerdì 24 ottobre

Napoli lunedì 27 ottobre – Teatro San Carlo

Oggi, nel mondo, si parlano circa 6.000 lingue. Dieci di queste sono parlate dal 50% della popolazione mondiale. Secondo l’Unesco la metà delle lingue oggi vive è destinata a scomparire entro la fine del secolo. Bastano questi numeri per cogliere quanto sia avanzato il processo di omologazione delle culture nel mondo e anche quanto alto sia il rischio della prevaricazione. In un mondo piatto, la cultura non potrà che essere piatta, cancellando le diversità, le narrazioni. Dalle culture alla cultura il salto evolutivo è gigantesco e pericoloso. Già Darwin ci ha insegnato che senza diversità non c’è selezione e senza selezione non c’è progresso.

MARK PAGEL:Docente al Dipartimento di Biologia evolutiva dell’Università di Reading, in Gran Bretagna, è membro della Royal Society. Svolge attività di docenza presso il prestigioso Santa Fe Institute, negli Stati Uniti, dove è membro del Consiglio della Scienza. Ha pubblicato numerosi saggi in tema di genetica evolutiva, comportamento, linguistica, tra cui: Wired for Culture: The Natural History of Human Cooperation(2012). Suoi interventi sono ospitati dalle più autorevoli testate internazionali: The New York Times, Scientific American, National Public Radio, National Geographic, the Economist, Wired, New Scientist.

 

12.

LIONEL DEVLIEGER

I RE MIDA – forme di recupero per il rinnovamento di materiali e luoghi

Napoli venerdì 24 ottobre – Teatro San Carlo

Udine sabato 25 ottobre

Nelle nostre città riciclare è molto più noioso che creare: manca la fantasia, non la materia prima.

I Rotor sono un gruppo di architetti che hanno fatto della fantasia nel riutilizzo di oggetti e spazi la loro cifra. I materiali di scarto vengono trasformati percreare qualcosa di nuovo, di utile, di affascinante, ricordandoci che è l’atto creativo a ri-portarli alla vita.

LIONEL DEVLIEGER:Project manager di Rotor, collettivo di designer e ricercatori fondato nel 2005 a Bruxelles. Il gruppo studia i flussi dei materiali nell’industria e nell’edilizia per concepire e realizzare progetti di design e architettura incentrati sul riuso. Ha insegnato all’Università della Virginia, all’Università del Ghent, a Berkeley e all’Accademia delle Belle Arti di Vienna. È stato, con Rotor, co-curatore della Triennale d’Architettura di Oslo 2013 e del relativo catalogo Behind the Green Door. A Critical Look at Sustainable Architecture through 600 Objects (2014).

 

13.

MAURO FERRARI

NANOTECNOLOGIE OVUNQUE

Napoli venerdì 24 ottobre – Teatro San Carlo

Udine sabato 25 ottobre

Personalizzare ogni cura.Attaccare ogni patogeno con le armi più appropriate.Colpire con precisione, in maniera non invasiva, la malattia.Rispondere prontamente a ogni esigenza.Queste sono le sfide più importanti delle nanotecnologie applicate alla medicina. Un percorso di concentrazione verso la cura perfetta, verso una longevità che sia anche vera salute.

MAURO FERRARI:Presidente e amministratore delegato del Methodist Hospital ResearchInstitute di Houston, uno dei principali centri di ricerca medica degli Stati Uniti. E’ inoltre Senior Associate Dean e professore di Medicina al WeillCornellMedical College di New York. Tiene corsi e seminari in università di tutto il mondo. Pioniere della nanomedicina, ha al suo attivo oltre 300 pubblicazioni sulle più prestigiose riviste mediche e scientifiche. Per la sua attività ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. Nature gli ha dedicato tre copertine.

 

14.

OLAF MERK

I PORTI GLOCALI – il futuro dei porti e della retroportualità

Napoli venerdì 24 ottobre – Teatro San Carlo

I porti possono svolgere un ruolo importante come motori economici per regioni, paesi e continenti interi. Questo ruolo, però, non è scontato. Infatti, in molti paesi i porti sono gestiti da operatori che a loro volta fanno parte di gruppi internazionali che subiscono fortemente le dinamiche legate alla globalizzazione.

A loro volta, le città portuali presentano caratteristiche uniche, poiché possono essere considerate come degli straordinari laboratori socio-economici per il gioco interno di forze globali e radici locali che ne determinano lo sviluppo.

OLAF MERK: Senior Policy Analyst pressol’OCSE. Ha diretto diverse analisi territoriali e pubblicato report su Toronto, Copenaghen, Randstad-Holland, Svizzera e Paesi Bassi. Ha collaborato a diverse pubblicazioni dell’OCSE, con contributi su vari argomenti tra i quali decentramento fiscale, finanza urbana, sviluppo economico regionale, governance metropolitana e infrastrutture urbane. Ha lavorato presso il Ministero delle Finanze dei Paesi Bassi, dove ha ricoperto la posizione di responsabile dell’Unità Finanza sub-nazionale.

 

15.

NICOLÒ CARNIMEO, ANTONELLO PASINI

COM’È PROFONDO IL MARE SOTTO QUESTO SOLE – Sostenibilità e cambiamento climatico dal mare al cielo

Napoli sabato 25 ottobre – Teatro San Carlo

Finalmente nessuna istituzione internazionale nasconde più la parola “sostenibile” quando parla di crescita economica. Le battaglie per un ambiente più sano e meno sfruttato hanno portato a un primo passo verso un rapporto maturo fra uomo e ambiente. La strada, però, è ancora lunga.

Come Carnimeo sottolinea che i nostri mari sono al limite del collasso ecologico, così Pasini ci descrive gli effetti di un clima impazzito a causa dei nostri eccessi. Quali strategie per rimediare agli errori fatti? Quali conseguenze ci attendono se continuano a trascurare il piccolo Pianeta che ci ospita?

NICOLÒ CARNIMEO: Scrittore e docente di Diritto della navigazione e dei trasporti all’Università di Bari, si occupa principalmente di navi, porti, coste e di tutela dell’ambiente. È componente del comitato di redazione della rivista di geopolitica Limesper la quale è stato inviato nei Balcani durante la guerra. Da sempre viaggia e naviga per il Mediterraneo in cerca di storie che racconta sin dal 1992 su La Gazzetta del Mezzogiorno, dove cura la rubrica “L’Angolo del mare”. I suoi articoli, reportage e inchieste appaiono su quotidiani e riviste in ambito nazionale, come La Stampa e il Fatto Quotidiano, sia su carta che sul web. Collabora inoltre alla trasmissione “Linea Blu” (Rai 1).

ANTONELLO PASINI: Fisico e ricercatore del CNR, si occupa di modelli statistici e di intelligenza artificiale per applicazioni ambientali, con particolare riferimento a sviluppo e applicazione di modelli a rete neurale per lo studio di sistemi ambientali complessi e della loro dinamica. Referente scientifico dell’area tematica di ricerca IIA Modellistica atmosferica a scala regionale e globale, nel 2009 ha curato per la Springer un libro multi-autore che presenta lo stato dell’arte delle ricerche sull’intelligenza artificiale nelle scienze ambientali. Nel 2007 ha aperto il primo blog italiano sul clima (dal titolo «Il Kyoto fisso») sulle pagine web de Il Sole 24 Ore, nell’ambito del progetto Nova 100. Nel 2012 il blog è stato trasferito sulle pagine web di Le Scienze (edizione italiana di Scientific American).

 

16.

PAOLA ANNONI

LA COMPETITIVITÀ DELLE REGIONI ITALIANE ED EUROPEE

Napoli sabato 25 ottobre – Teatro San Carlo

La competizione è pluriscala: locale, nazionale, continentale, mondiale. Ogni territorio deve saper giocare diversi tornei contemporaneamente, che mettono in palio lo sviluppo e l’occupazione delle popolazioni. In Europa la competitività regionale è stata resa misurabile, per poter comprendere quali sono i punti di forza e quali quelli critici delle diverse regioni dell’eurozona. Nel 2010 e nel 2013 sono stati presentati i primi due rapporti sugli indici di competitività delle regioni europee che hanno dato esiti per certi aspetti inattesi. Come si collocano le regioni italiane in queste classifiche? Dove possono crescere, come possono migliorare?

PAOLA ANNONI: Policy Analist presso la Direzione generale per la Politica Regionale e Urbana della Commissione europea, è specializzata in sviluppo metodologico di indicatori socio-economici, analisi di sviluppo regionale e analisi dell’incertezza di modelli matematici. Ha partecipato a diversi progetti internazionali per la valutazione di indici, come il Global Competitiveness Index del World Economic Forum. È autrice di entrambe le edizioni dell’Indice Competitività regionale delle regioni europee, RCI 2010 e RCI 2013, elaborati dalla Commissione europea per valutare il livello di competitività territoriale in tutta l’Unione europea. Pubblica in varie riviste internazionali nel campo della statistica applicata e modellistica matematica.

 

17.

ANNA RUBIN

LE ECCELLENZE LOCALI COME PROGETTO DI SVILUPPO

Napoli sabato 25 ottobre – Teatro San Carlo

In un mondo globalizzato, due strategie aiutano a creare ricchezza: la produzione di beni con caratteristiche uniche; la presenza di una forza lavoro con caratteristiche uniche.

Combinando i due elementi si può realizzare in ogni territorio un sistema economico che sfrutti le proprie caratteristiche peculiari, creando una forza lavoro che risponda alle esigenze locali specifiche, non delocalizzabili.

Creando piccole eccellenze, attraverso un processo condiviso fra il sistema imprenditoriale, quello scolastico e quello amministrativo, il Glocalismo può diventare una realtà non più solo di opposizione ma di rivincita sull’omologazione della globalizzazione.

ANNA RUBIN: Policy Analyst del Programma di sviluppo dell’occupazione ed economia locale presso l’OCSE. La sua attività si interessa principalmente dell’occupazione e della governance locale, in particolare nel mondo dei giovani. Precedentemente ha lavorato presso organizzazioni e agenzie tra cui il Department of Children, Youth, and their Families di San Francisco, il Department of Labor degli USA e nell’UNESCO. Per diversi anni si è occupata di progetti riguardanti la prevenzione all’abbandono nelle scuole a rischio degli Stati Uniti e di progetti di modelli di organizzazione giovanile.

 

 18.

MICHELE MORGANTE, HARALD VON WITZKE

IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE 

Napoli domenica 26 ottobre – Teatro San Carlo

L’Italia dal punto di vista alimentare è una fortunata avanguardia. Fenomeni come Slow Food hanno riacceso un dibattito sulla qualità del cibo partendo dalle nostre tradizioni per arrivare a disegnare un ideale futuro per l’agricoltura e la nostra tavola.

Il resto del mondo, però, chiede cibo prima ancora che qualità. Per sfamare gli 11 miliardi di individui previsti nel 2100 si deve partire da una seria riflessione sulle nuove tecnologie applicate all’offerta alimentare, su tutte gli OGM che tanto fanno discutere un’opinione pubblica schierata in maniera ideologica più che scientifica. Riusciremo a moltiplicare i pani e i pesci grazie alla scienza?

MICHELE MORGANTE: Professore ordinario di Genetica all’Università di Udine e delegato del Rettore alla Ricerca e al Trasferimento tecnologico. È direttore scientifico dell’Istituto di Genomica applicata, un centro di ricerca privato senza scopo di lucro che ha contribuito a fondare nel 2006. Il suo gruppo di ricerca è stato strumentale nella creazione di una serie di piattaforme tecnologiche genetiche che sono ora ampiamente utilizzate nella ricerca genomica vegetale. È membro del consiglio scientifico del CNR ed è editore associato di prestigiose riviste scientifiche. Nel 2005 ha ricevuto la Medaglia per le Scienze fisiche e naturali dell’Accademia delle Scienze detta dei XL ed è dal 2007 socio dell’Accademia nazionale dei Lincei, Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali.

HARALD VON WITZKE:Economista agricolo, è professore ordinario di Commercio e Sviluppo agricolo internazionale presso l’Università Humboldt di Berlino. È un esperto nei campi di ricerca del commercio internazionale e dello sviluppo agricolo; della sicurezza alimentare; degli standard di qualità alimentari sul mercato internazionale; degli effetti della distribuzione a seguito della globalizzazione nel mondo dell’agricoltura e del riscaldamento globale. La sua attività di ricerca ha prodotto molte pubblicazioni e ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui la medaglia di S. Giorgio “Honor, Eminence, Labor” (2003) e la Laurea Honoris Causa della National AgriculturalUniversity di Kiev (1999).

 

19.

GILBERTO CORBELLINI, GIUSEPPE REMUZZI (da confermare)

IL FUTURODELLA MEDICINA FRA MOLECOLE E CELLULE

Napoli domenica 26 ottobre – Teatro San Carlo

Dal metodo Stamina alla fecondazione eterologa, le nuove frontiere della medicino pongono problemi tecnici, etici e sociali che spesso sfuggono al controllo dell’opinione pubblica. Sembra che più la medicina evolva, più il dibattito decada verso le barbarie. Portare un po’ d’ordine in attesa delle imminenti scoperte mediche è un’opera non meno importante delle scoperte in sé per evitare un nuovo e pericoloso sciamanesimo.

GILBERTO CORBELLINI:Professore ordinario di Storia della medicina e docente di Bioetica presso la Sapienza Università di Roma. Ha pubblicato, in ambito nazionale e internazionale, diversi saggi sugli avanzamenti scientifici e sulle dimensioni etiche e politiche della biomedicina del Novecento. Collabora con il supplemento domenicale de Il Sole 24 Ore e con la Rivista dei Libri.

GIUSEPPE REMUZZI:Direttore di tutte le attività di ricerca della sede di Bergamo dell’Istituto Mario Negri e, dal 1992, anche del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e CeleDaccò” (Ranica, BG). La sua attività scientifica riguarda soprattutto le cause delle glomerulonefriti e i meccanismi di progressione delle malattie renali. Fa parte del Comitato Editoriale di numerose riviste internazionali di Medicina e di Nefrologia. È autore di 990 pubblicazioni su riviste internazionali e di 13 libri di argomento nefrologico. Ha presentato 470 lavori a congressi internazionali su temi di Nefrologia e Trapianto.

20.

HENRIK JENSEN

IL FUTURO DELLA WORK-LIFE IN EUROPA

Udine lunedì 27 ottobre

Napoli martedì 28 ottobre – Teatro San Carlo

L’integrazione del lavoro nella vita (work-life) è uno dei risultati più inattesi delle nuove frontiere tecnologiche. Due dimensioni che si compenetrano e che pongono nuove sfide alla società: come ripensare i luoghi in cui lavoriamo per adattarli alle nostre vite? Come trasformare i sistemi scolastici per rispondere alle nuove esigenze dell’industria 2.0? E quali orizzonti si prospettano per quei lavori qualificati che a breve saranno automatizzati?

HENRIK JENSEN:Membro del CopenhagenInstitute for FuturesStudies, è responsabile di  progetti previsionali, di strategia e innovazione per aziende e organizzazioni. Ha maturato una pluriennale esperienza in ambito internazionale nei settori media, telecomunicazioni, retail, servizi finanziari, edile e manifatturiero, in Europa e in Asia. Ha lavorato in precedenza per Egmont, TDC, Deloitte e dirige una società di consulenza privata.

 

21.

JAY MITRA, MARCO ORIOLES, SERGIO ARZENI

TRA L’ITALIA E IL NULLA: IL TESORO NASCOSTO DELLE ECONOMIE ESCLUSE

Napoli lunedì 27 ottobre – Teatro San Carlo

Udine martedì 28 ottobre

Il desiderio o la necessità di migliorare le proprie condizioni di vita ha da sempre spinto l’uomo a cercare altrove nuove opportunità.Dai migranti sui gommoni, agli informatici asiatici in rotta verso la Silicon Valley, le società di oggi si trovano a dover affrontare un fenomeno di vaste proporzioni e sempre più complesso. Quale riconoscimento legale dare ai migranti?; quale ruolo sociale ed economico potranno ritagliarsi in questo tempo di crisi?

Se in Italia la questione delle 2° generazioni, che ha incendiato i sobborghi di Parigi, è relativamente problematica, un tema chiave è il rapporto fra le realtà economiche indigene e immigrate sul nostro territorio. Rompere il diaframma che le separa, secondo molti studiosi, è il passaggio fondamentale per un nuovo slancio economico e per un futuro di reale integrazione.

SERGIO ARZENI:Direttore del Dipartimento per l’Imprenditorialità, le PMI e lo Sviluppo locale dell’OCSE. È esperto in materia di imprenditorialità e innovazione, creazione di nuovi posti di lavoro, sviluppo locale, finanziamento e internazionalizzazione delle PMI. Economista, da vent’anni all’OCSE, ha condotto e diretto numerosi studi nelle aree di sua competenza. Ha svolto incarichi per la Commissione europea, il Parlamento italiano e le organizzazioni sindacali italiane. Tiene corsi e seminari di Economia internazionale e di Imprenditorialità e innovazione in università italiane e straniere. Autore di saggi, collabora con numerose e autorevoli testate.

JAY MITRA:Dirige l’International Centre for EntrepreneurshipResearch dell’Essex Business School all’Università di Essex, dove è docente di Economia aziendale e Innovazione. Consulente scientifico all’OCSE, nell’ambito del programma LEED è stato direttore del comitato scientifico per le sedi di Trento e Parigi. Dirige l’International Enterpreneurship Forum ed è Visiting Professor all’Istitute of Management Technology di Ghaziabad, in India. Ha pubblicato significativi e numerosi contributi su prestigiose riviste internazionali in tema di imprenditorialità, innovazione e sviluppo economico. Ha collaborato con l’UNIDO, l’UNCTAD, la Commissione Europea e con università e agenzie governative di tutto il mondo.

MARCO ORIOLES:Dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione, Media e Identità presso il Dipartimento di Scienze Umane delle Università di Udine e di Verona. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca, esplorando tematiche che vanno dalle comunicazioni di massa alle migrazioni internazionali, dal mercato del lavoro al mondo minorile, dagli eventi dell’11 settembre 2001 alla guerra in Iraq. È stato docente a contratto di varie discipline sociologiche presso le Università di Udine e di Verona.

 

 22.

ALASTAIR DONALD

IL RICHIAMO DELLA CITTÀ: DA SLUMS ALLA PERIFERIA

Napoli lunedì 27 ottobre – Teatro San Carlo

Se la città è immaginabile come un organismo, ogni suo organo, ogni suo quartiere è fondamentale per il corretto funzionamento. Il cuore pulsante del commercio; le riunioni cerebrali degli amministratori; i polmoni verdi che forniscono aria sana; le periferie che agiscono come braccia e gambe sono tutte realtà che devono crescere e agire in armonia con le aspettative di chi ci vive. Invece, spesso le aspettative dei cittadini e degli “organi” che vivono sono molto diverse, causando disordine, degrado e problemi. E nel futuro delle città-mondo, questa mancanza di armonia può portare alla morte. Com’è recentemente accaduto a Detroit.

ALASTAIR DONALD:Project director del Padiglione Inglese della Biennale di Venezia di Architettura del 2014. Co-direttore del Future Cities Project e co-autore del The Lure of the City: From Slums to Suburbs (Pluto, 2011). Ha lavorato come urban designer e si è occupato di pianificazione, costruzione, proprietà, rivitalizzazione e politica urbana. Consulente di urban policy del vice-primo ministro inglese e membro della Commission for Architecture and the Built Environment. È membro del consiglio editoriale e assiduo collaboratore di Urban Design e ha collaborato con varie altre testate: Blueprint, ArchitecturalReview, World Architecture (China), Culture Wars, The Guardian, The Independent, The Big Issue, Architectural Journal (China), Rising East.

 

23.

ALASTAIR DONALD

VERSO UN NUOVO UMANESIMO IN ARCHITETTURA

Udine martedì 28 ottobre

Per la prima volta nella storia dell’umanità, metà della popolazione mondiale è urbanizzata. Di qui la necessità di ripensare i paradigmi dell’architettura, ponendo al centro del dibattito l’uomo e accettando la sfida della sovrappopolazione come occasione per immaginare in modo nuovo le città di domani. Ogni progetto urbano è innanzitutto un luogo intriso di umanità, di vitalità, non solo un incrocio di forme e materiali. Solo così si potranno evitare periferie degradate e degradanti, ecomostri, barriere che dividono i cittadini, per giungere a una città che incarni ideali alti a partire dalla sue fondamenta di cemento e ferro.

In un mondo urbanizzato non possiamo non parlare di umanità in città.

ALASTAIR DONALD:Direttore associato del Future Cities Project e projectdirector del Padiglione inglese della Biennale di Architettura 2014 di Venezia. È tra i fondatori di ManTowNHuman, iniziativa che mira a stimolare il dibattito sul futuro dell’architettura, e ne ha redatto il manifesto:Towards a New Humanism in Architecture (2008). È tra gli animatori di Critical Subject, l’International Architecture and Design Summer School promossa da ManTowNHuman a Londra. Come urban designer è stato consulente del governo inglese. Autore di numerosi saggi in tema di pianificazione urbana, collabora stabilmente con Urban Design e con autorevoli testate.

 

24.

ALAIN DUPEYRAS

INDUSTRIE CULTURALI E CREATIVE E TURISMO

Udine lunedì 27 ottobre

Napoli martedì 28 ottobre – Teatro San Carlo

Concetto di straordinario impatto emotivo, rende chiara la sintesi fra due mondi così divisi fino a pochi anni fa: cultura come insieme delle esperienze sociali, artistiche, paesaggistiche e umane che caratterizzano un luogo, una comunità; industria come insieme delle tecniche atte a riprodurre efficacemente queste esperienze fino a renderle strumenti di progresso economico. Insieme per valorizzarsi e dare nuova linfa ai territori. Come sviluppare al meglio le industrie culturali? Ma soprattutto, quale il loro rapporto col turismo, la manifattura, i servizi?

ALAIN DUPEYRAS: Responsabile dell’Unità Turismo dell’OCSE, dirige l’attività della Commissione Turismo che, in collaborazione con i governi dei paesi membri, sostiene lo sviluppo di politiche nazionali che sappiano raccogliere lesfide poste all’industria del settore, promuovendo approcci integrati, la valutazione dei servizi e la cooperazione internazionale. In precedenza è stato responsabile dei progetti legati al turismo all’OSEO, in Francia.

 

 25.

HELEN KERSLEY, FLAVIANO ZANDONAI

CHI SI OFFRE VOLONTARIO?

Napoli martedì 28 ottobre – Teatro San Carlo

Udine giovedì 30 ottobre

Dopo sei anni è il caso di smettere di parlare di “crisi economica”. Per gettare uno sguardo che dal presente si volge verso il futuro dobbiamo parlare di cambiamento strutturale.

Alcuni elementi alla base di questa nuova economia sono già individuabili: il ruolo crescente del terzo settore, del mondo dei volontari, come strumenti di welfare e generatori di cultura e qualità della vita; la necessità di ridurre le diseguaglianze aumentando la qualità dei servizi attraverso la loro co-produzione fra il cittadino e lo stato, l’amministrazione e l’impresa. Insieme, sembra indicarci questa nuova possibile frontiera dell’economia, si ri-costruisce il futuro.

HELEN KERSLEY: Programme Head presso il NEF (New Economic Foundation), si occupa in particolare di diseguaglianze economiche e mercato del lavoro. Ha lavorato per il Ministero del Tesoro del governo inglese e per la Banca Centrale Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. È stata reaserchfellow per Advocacy International, impresa sociale che collabora con i governi dei paesi a basso reddito e con organizzazioni che promuovono lo sviluppo positivo, gli investimenti e la sostenibilità ambientale.

FLAVIANO ZANDONAI: Sociologo, svolge attività di ricerca, formazione e consulenza nel settore nonprofit e dell’impresa sociale. Si occupa di organizzazione, management e reti. Content editor all’EURICSE, è segretario di Iris Network, la rete italiana degli istituti di ricerca sull’impresa sociale promossa dall’Istituto. Collabora con il magazine Vita, dove scrive sul blog “Fenomeni”.

 

26.

NINNI CUTAIA, JEROEN OSKAM

ANCORA IL GRAND TOUR NEL 2050: il turista cerca esperienze. il turismo offre esperienze

Napoli martedì 28 ottobre – Teatro San Carlo

Oggi il turismo rappresenta il 9% del PIL mondiale e il 6% delle esportazioni mondiali. Vale 1.300 miliardi dollari in incassi internazionali e impiega 258 milioni di persone, il 10% dell’occupazione globale. La crescita media del numero di turisti è 3,3% all’anno, per arrivare a 1,8 miliardi nel 2030.

La presenza sempre più rilevante di turisti tra i 13-25; la comparsa di nuove destinazioni (Oman, Qatar); il turismo emergente di Cina e India e il cambiamento tecnologico pongono sfide rilevanti per l’Europa che già nel 2020 attrarrà meno del 50% del turismo mondiale. Come racconteremo la nostra straordinaria bellezza verso i nuovi turisti per continuare ad attrarli e mantenere un settore chiave sia dal punto di vista occupazione che culturale?

NINNI CUTAIA: Ex direttore del Teatro di Roma,oggi ricopre il ruolo di direttore generale del Ministero del Turismo.

JEROEN OSKAM:Programme Manager dell’EuropeanTourismFuturesInstitute presso la StendenUniversity e Visiting Professor presso l’EADA Business School di Barcellona. Fondatore e direttore della Zaragoza Hotel Management School, ha avviato un corso bachelor in Hospitality Management in collaborazione con l’Ecole de Savignac e l’Università di Brighton. Si occupa di futuro del turismo mediante la messa a punto di metodologie degli scenari futuri in stretta collaborazione con i rappresentanti chiave del settore.

 

27.

DAVID HALABISKY

“ANDIAM, ANDIAM, ANDIAMO A LAVORAR…”

Napoli martedì 28 ottobre – Teatro San Carlo

Oggi ci sono circa 26 milioni di disoccupati in Europa. Oltre alle solite strategie per rilanciare l’economia, esistono nuovi strumenti e idee per ricreare un tessuto che prima di essere economico è sociale.

L’imprenditorialità inclusiva rimanda all’idea nobile dell’impresa e del lavoro come strumento di emancipazione e aggregazione. Dando opportunità a gruppi sociali che solitamente non fanno impresa, come i giovani, le donne, gli anziani, le minoranze etniche, l’imprenditorialità inclusiva vuole promuovere sia la partecipazione al progresso della collettività da parte di tutti, sia la ricerca di approcci innovativi e particolari che solo i diversi e gli esclusi possono suggerire.

DAVID HALABISKY:Economista dell’OCSE, si occupa di consulenza politica imprenditoriale e conduce revisioni nell’ambito dell’educazione all’imprenditorialità universitaria. È stato consulente presso la HRSDC del Governo Canadese si è occupato di consulenza politica strategica, politica del mercato del lavoro e analisi delle sue misure attive, competenze imprenditoriali e gestione di analisti junior. Laureato in Economia alla British Columbia, ha conseguito un master in Economia presso l’Università McMaster.

 

 Da lunedì 3 novembre a domenica 9 novembre – Udine 

28.

ANDREA MANDELLI, ANDREA MANFRIN

LA FARMACIA NEL FUTURO

Udine lunedì 3 novembre

Secondo le statistiche il 50% dei pazienti non aderisce correttamente alle terapie e il 4-5% delle ospedalizzazioni è causato dalle reazioni avverse ai farmaci. Come dimostrano esperienze europee, la ridefinizione del ruolo delle farmacie verso un modello che unisca l’ascolto e la consulenza alla vendita dei farmaci ha positive ricadute in termini di salute per il cittadino e di risparmio nella spesa per i servizi sanitari. Un sistema di mille e più piccoli centri sparsi sul territorio può innovare e migliorare il rapporto del cittadino con la sanità. Un piccolo passo, un profondo cambiamento.

ANDREA MANDELLI: Farmacista, è presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani e presidente dell’Ordine Interprovinciale dei Farmacisti di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Senatore della Repubblica dal 2013, ha in passato partecipato a numerosi Tavoli Tecnici istituiti dal Ministero della Salute. È autore di numerosi interventi pubblicati da riviste italiane e direttore responsabile de il farmacistaonline, quotidiano della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani.

ANDREA MANFRIN: Professore ordinario alla Medway School of Pharmacy dell’Università di Kent. Ha coordinato la recente sperimentazione sul MUR (Medicines Use Review) inglese condotta nelle farmacie di quattro province italiane su iniziativa della Federazione degli ordini dei farmacisti. Il MUR consiste in un’intervista strutturata che il farmacista conduce per valutare e migliorare la conoscenza da parte del paziente dei medicinali che sta assumendo, identificare eventuali effetti collaterali, migliorare l’aderenza del paziente alle indicazioni del medico e ridurre gli sprechi che inevitabilmente si producono quando i farmaci vengono usati male. È la prima sperimentazione di questo tipo mai condotta in Italia.

 

29.

FULVIO IRACE, MATTEO ROBIGLIO

PROGRAMMAZIONE E VISIONE: UNA CITTÀ COSTRUITA INSIEME

Udine martedì 4 novembre

Le città e le sue molte trasformazioni. Da Torino Strategica a Udine – 2024, sono sempre di più le città che si impegnano per trovare una nuova definizione, una nuova rotta.

Il processo di cambiamento è problematico perché deve superare i conflitti, le problematiche, i vincoli che negli anni hanno creato un’identità distorta di una città. Ridefinirsi è il primo passo per trasformare il presente in nuovo futuro: vale per ogni persona, vale per ogni città. E non è mai facile.

FULVIO IRACE:Professore ordinario di Storia dell’Architettura al Politecnico di Torino, insegna anche alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano, campus Bovisa. Membro del Comitato scientifico della Triennale di Milano, è curatore del settore Architettura e Territorio. È stato redattore delle riviste Domus e Abitare, ha collaborato con A+U, ArchitecturalReview, Casabella, Lotus, Ottagono ed è oggi opinionista della Domenica de Il Sole 24 Ore. Attento alle problematiche storiografiche dell’architettura italiana tra le due guerre, ha dedicato a questo tema mostre e pubblicazioni. Analizzando le forme di interazione tra la cultura internazionale e quelle locali ha gettato nuova luce sullo sviluppo dell’idea di modernità.

MATTEO ROBIGLIO:Architetto, è professore associato di Architettura ed Economia urbana al Politecnico di Torino. È tra i fondatori di Avventura Urbana, per cui coordina da molti anni progetti di architettura e piani urbani, territoriali e strategici per diverse città italiane. Nel 2011 ha fondato, insieme ad Isabelle Toussaint, TRA_architettura condivisa, con cui sviluppa progetti di architettura di comunità e urbanistica in Italia e all’estero. È membro del Comitato scientifico del 3°Piano Strategico di Torino e del Comitato Innovazione di IREN.  Insegna e tiene lezioni presso Master in università italiane ed estere. È autore di numerosi saggi tra cui Avventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti  (Eleuthera, 2014²). Collabora con il Giornale dell’Architettura e il Sole 24 Ore.

 

30.

ALBERT POSTMA

ANCORA IL GRAND TOUR NEL 2050: il turista cerca esperienze. il turismo offre esperienze

Udine mercoledì 5 novembre

Oggi il turismo rappresenta il 9% del PIL mondiale e il 6% delle esportazioni mondiali. Vale 1.300 miliardi di dollari in incassi internazionali e impiega 258 milioni di persone, il 10% dell’occupazione globale. La crescita media del numero di turisti è del 3,3% all’anno, il che significa che si arriverà a 1,8 miliardi di persone nel 2030.

La presenza sempre più rilevante di turisti tra i 13-25 anni; la comparsa di nuove destinazioni (Oman, Qatar); il turismo emergente di Cina e India e il cambiamento tecnologico pongono sfide rilevanti per l’Europa che già nel 2020 sarà meta di meno del 50% del turismo mondiale. Come racconteremo la nostra straordinaria bellezza ai nuovi turisti per tornare ad attrarli e mantenere un settore chiave sia dal punto di vista occupazionale che culturale?

ALBERT POSTMA: Professore di Pianificazione degli scenari presso l’EuropeanTourismFuturesInstitute della StendenUnivesity in Olanda. Dirige i programmi di ricerca dell’Istituto e si occupa di studi previsionali e pianificazione degli scenari per il turismo e il tempo libero e di turismo sostenibile e sociale. E’ co-direttore del Journal of TourismFutures.

 

 31.

ANN FRANZ

LA FABBRICA NON È MAI STATA COSÌ COOL!

Udine mercoledì 5 novembre

Quanto è cool la fabbrica? Quanto può esserlo studiare per imparare i mestieri della manifattura? Queste sono le domande che si sono posti nel Wisconsin, uno dei maggiori centri industriale degli Stati Uniti, quando si sono accorti che sempre meno studenti si dedicavano alle materie tecniche. Così, rendendo seriamente accattivante l’industria, restituendo ai docenti e agli studenti l’immagine di cosa la manifattura è oggi, una realtà lontana anni luce dalla catena di montaggio taylorista, oggi il Wisconsin è tornato a offrire operai, tecnici e ingegneri di primissimo livello per le sue industrie e per le industrie dell’intero Paese.

ANN FRANZ:Strategic partnerships manager del Northeast Wisconsin Technical College, coordina tre partnership nel settore dell’industria manifatturiera: la New Manufacturing Alliance, la North Coast Marine Manufacturing Alliance e la Greater Green Bay Healthcare Alliance. Ha lavorato per numerosi gruppi in tutti gli Stati Uniti supportandoli nella crezione delle proprie partnership. E’ vicepresidente del Workforce Development Panel del National ShipbuildingResearch Program e fa parte, tra gli altri, del comitato direttivo del Business Success Center dell’Università del Wisconsin.

 

32.

MICHELE MORGANTE, MASSIMIANO BUCCHI

IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE 

Udine venerdì 7 novembre

L’Italia dal punto di vista alimentare è una fortunata avanguardia. Fenomeni come Slow Food hanno riacceso un dibattito sulla qualità del cibo partendo dalle nostre tradizioni per arrivare a disegnare un ideale futuro per l’agricoltura e la tavola.

Il resto del mondo, però, chiede cibo prima ancora che qualità. Per sfamare gli 11 miliardi di individui che popoleranno la terra nel 2100 si deve partire da una seria riflessione sulle nuove tecnologie applicate all’offerta alimentare, su tutte gli OGM che tanto fanno discutere un’opinione pubblica schierata in maniera ideologia più che su basi scientifiche.

MICHELE MORGANTEProfessore ordinario di Genetica all’Università di Udine e delegato del Rettore alla Ricerca e al Trasferimento tecnologico. È direttore scientifico dell’Istituto di Genomica applicata, un centro di ricerca privato senza scopo di lucro che ha contribuito a fondare nel 2006. Il suo gruppo di ricerca è stato strumentale nella creazione di una serie di piattaforme tecnologiche genetiche che sono ora ampiamente utilizzate nella ricerca genomica vegetale. È membro del consiglio scientifico del CNR ed è editore associato di prestigiose riviste scientifiche. Nel 2005 ha ricevuto la Medaglia per le Scienze fisiche e naturali dell’Accademia delle Scienze detta dei XL ed è dal 2007 socio dell’Accademia nazionale dei Lincei, Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali.

MASSIMIANO BUCCHIProfessore di Scienza, Tecnologia e Società e di Comunicazione, Scienza e Tecnica all’Università di Trento, è stato visiting professor in numerose istituzioni accademiche in Asia, Europa e Nord America. Ha pubblicato una decina di libri (editi in Italia, Stati Uniti, Cina, Corea e Giappone) e saggi in riviste internazionali quali Nature, Science e Public Understanding of Science. Ha ideato e cura dal 2005 l’Annuario Scienza e Società (Il Mulino). Il suo libro più recente è Il Pollo di Newton. La Scienza in Cucina (Guanda, 2013; in uscita anche in portoghese, finlandese e coreano).

 

33.

IONA HEATH, ROBERTO MORDACCI

QUESTIONI DI VITA E DI MORTE

Udine venerdì 14 novembre

Il progresso delle tecnologie mediche ha aperto un dibattito il cui peso non potrà che aumentare con l’invecchiamento della popolazione.

La qualità della “morte”, intesa come il percorso che ci aspetta alla fine della nostra vita, si pone con maggior forza nelle società che ricorrono in maniera forzata all’ospedalizzazione, che si adoperano con ogni goccia di sapere per prolungare vite che hanno poco o niente da aggiungere alla loro biografia.

Proprio per ridare dignità al naturale percorso verso la morte, medici e filosofi si stanno interrogando sul senso di accanirsi terapeuticamente sui corpi, le anime e le persone, perché non basta rendere disponibili le migliori conoscenze scientifiche per dare dignità alla cura e all’assistenza.

IONAHEATH:Medico e presidente del College’s International Committee e dell’EthicsCommittee del BritishMedical Journal, da oltre vent’anni è membro del Council of the Royal College of General Practitioners. Ha presiedutol’Health Inequalities Standing Group e il Committee on Medical Ethics.È autrice di vari saggi, tra cui The Mystery of General Practice (1996) e Modi di morire (Bollati Boringhieri, 2008), la sua prima opera tradotta in italiano.

ROBERTO MORDACCI:Preside della Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. È stato membro dell’Editorial Teamdella rivista Medicine, Health care and Philosophyed è attualmente membro del comitato scientifico delle riviste Annuario di etica, Annuario di Filosofia, Etica & Politicae Methode. Tra le sue ultime pubblicazioni, ricordiamo Bioetica (Bruno Mondadori, 2013), Rispetto (Raffaello Cortina Editore, 2012), e Etica e genetica. Storia, concetti, pratiche(Bruno Mondadori, 2012).

 

34.

ALESSANDRO ROSINA

MA QUALI BAMBOCCIONI!

Udine sabato 15 novembre

Come si evince dai dati, i giovani hanno il desiderio di costruire il loro percorso di vita autonomo, anche se la complessità e l’insicurezza generale tendono a renderli forse troppo prudenti.

È evidente che, se le nuove generazioni non riescono a trovare un lavoro, ciò non può essere considerato solo un problema del singolo, ma del Paese stesso.

L’Italia è tra i paesi con la più alta percentuale di giovani under 30 che dipendono economicamente dai genitori, creando delle anomalie a livello di “ammortizzatori sociali”.

Eppure la quasi totalità dei giovani conta di poter costruire una propria famiglia, vedendola composta da almeno due figli. Sono solo il 9% degli uomini e il 6% delle donne che non considerano affatto questa ipotesi fattibile.

ALESSANDRO ROSINA:Professore associato di Demografia della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, è direttore del centro di ricerca “Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali”. Fa parte del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Statistica e del consiglio scientifico di varie riviste. Ha coordinato l’Unità di Ricerca sul progetto cofinanziato dal MIUR, dal titolo “Essere giovani e diventare adulti in Italia: nuove opportunità e nuovi rischi”. Il suo ultimo libro è L’Italia che non cresce – Gli alibi di un paese immobile, uscito nel 2013 per Laterza.

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