Categoria | Europa, Politica-Economia

European Free Alliance

Pubblicato il 13 maggio 2014 da redazione

Simbolo EFA

Storia

La European Free Alliance (EFA), nota anche col nome italiano di Alleanza Libera Europea (ALE) o Partito Democratico dei Popoli Europei, nasce nel 1981, inizialmente come mera federazione di partiti regionalisti e indipendentisti (per la precisione come organizzazione non governativa sotto la legislazione belga), con una frammentaria rappresentatività in Parlamento.

Infatti, è solo nel 2004 che il gruppo di partiti viene riconosciuto dal Parlamento Europeo come partito paneuropeo, anche in virtù del fatto della sua notevole rappresentatività delle minoranze sul territorio europeo, dagli 8 Stati membri del 1981 agli attuali 40.

Inoltre, nel 1999 entrano a far parte del Gruppo Parlamentare dei Verdi – Alleanza Libera Europea al Parlamento europeo, confermatosi nel 2009 come il quarto gruppo europeo con 57 deputati , 7 dei quali EFA.

Al momento, siede alla presidenza dell’EFA Eric Defoort, tra i fondatori del partito, professore di Storia presso l’Università Cattolica di Bruxelles e Presidente dal 2007 al 2009 del Movimento Popolare Fiammingo.

La principali correnti del partito sono indipendentiste, nazionaliste o comunque promotrici di forme di autogoverno da parte delle regioni, mentre la collocazione nel Parlamento europeo è di centro e centro-sinistra. Le finalità principali dell’EFA sono infatti quelle di preservare le diversità linguistiche e il diritto di autodeterminazione dei popoli, incluse le cosiddette nazioni senza Stato.

L’EFA, in quanto piattaforma europea, si propone di promuovere un’alternativa democratica alle strutture statali predisposte dagli Stati-membri dell’UE , attraverso una struttura multilivello al cui vertice troviamo l’EFA bureau.

Eric Defoort Presidente EFA.

Eric Defoort Presidente EFA.

Manifesto

il Manifesto dell’EFA- ALE per le elezioni del prossimo 25 maggio si articola in 7 punti distinti, secondo i valori e le tendenze politiche condivisi dalle formazioni politiche europee che si sono associate.

Allargamento interno

nel campo della partecipazione dei cittadini alle istituzioni, l’EFA – ALE sostiene gli Stati membri dell’UE debbano concedere la massima autodeterminazione, fino all’indipendenza, alle popolazioni di regioni che la perseguano attraverso i metodi della democrazia.

Ai cittadini di questi nuovi stati cittadini l’UE deve garantire gli stessi diritti di cittadinanza europea, secondo il principio dell’allargamento interno’ della Comunità. La rappresentanza democratica europea va rafforzata proprio creando un organo di rappresentanza , l’Assemblea delle regioni e dei popoli’, in sostituzione dell’inefficace attuale Comitato delle Regioni.

Partecipazione alle istituzioni europee

il miglioramento della rappresentatività delle istituzioni europee passa per il potenziamento dei poteri legislativi del parlamento europeo, cioè ai rappresentanti direttamente eletti dai cittadini, per esempio conferendogli il potere di revisione/emendamento dei trattati con gli Stati membri, finora riconosciuto solo a questi ultimi.

Attraverso la trasparenza dell’attività parlamentare, rendendo pubblici e consultabili tutti gli atti legislativi del parlamento e quelli degli Stati membri collegati a questo.

Il Presidente della Commissione UE dovrebbe in questo senso essere eletto direttamente dai popoli degli Stati membri, ognuno dei quali deve proporre un candidato.

L’Unione Europea deve aumentare il proprio peso nella comunità internazionale, esprimendo una voce più unitaria degli Stati che lo compongono.

Politica economica e crisi dell’Euro

dal punto di vista economico, la UE deve reagire alla attuale crisi internazionale facendo pressione sugli Stati membri perché adottino una disciplina fiscale rigorosa a riduzione del debito, adotti riforme strutturali e investa quanto così risparmiato in una politica di sviluppo economico innovativo e sostenibile.

La solidarietà interna tra gli Stati membri deve essere condizionata alla dimostrazione che i governi si assumano una maggiore responsabilità nel seguire questa via. La BCE, Banca Centrale Europea, a sua volta deve essere messa in grado di svolgere più efficacemente il proprio ruolo verso i Paesi membri e per sostenere l’Euro.

L’UE deve perseguire l’armonizzazione dei sistemi fiscali dei Paesi membri per garantire maggiore efficacia agli investimenti, a partire dall’aliquota che i Paesi versano a Bruxelles: deve esser stabilita dai governi all’interno di un quadro di riferimento comune, come avviene per l’IVA, per poter garantire un sistema fiscale più equo e maggiore giustizia sociale.

In quest’ottica anche il bilancio della UE deve essere rivisto, snelito e gli organi razionalizzati per evitare doppioni o accavallamenti di competenze.

L’EFA – ALE sostiene la necessità di creare un’Agenzia di rating europea che dia opinioni trasparenti sul debito degli Stati membri, di creare strumenti comuni fra i vari paesi per la lotta all’evasione fiscale e alle frodi.

Fondamentale è la revisione dei fondi strutturali e di investimento europei: devono essere prioritariamente concessi per l’incentivazione alle attività produttive, il risparmio energetico, il miglioramento della formazione – preparazione al lavoro.

La comunità Europea deve arrivare a ridurre entro il 2020 il tasso di abbandono degli studi al 10% e portare il tasso di occupazione al 75%. Per questo deve sostenere la crescita di piccole e medie imprese, la lotta comune fra gli Stati membri all’esclusione sociale e la cooperazione anche interregionale in campo socio – economico.

Per combattere la disoccupazione giovanile vanno promosse secondo l’EFA – ALE un sistema di introduzione al lavoro collegato all’uscita dal percorso formativo.

Politica energetica

l’UE deve varare nei prossimi anni un piano di razionalizzazione della produzione di fonti di energia, attraverso un mix fra fonti di energia tradizionale e rinnovabile e impianti di grande e piccola dimensione, secondo le necessità dei territori. Un piano comune a livello europeo a lungo termine che segua questi principi garantirà lo sviluppo delle tecnologie nella produzione di energia da fonti rinnovabili per usi civili e industriali, la massima efficienza nello sfruttamento delle stesse, la diminuzione delle emissioni inquinanti e della produzione di scorie in genere, assieme al risparmio energetico.

Attraverso l’innovazione, la ricerca e un basso costo dell’energia dsi potrà garantire sostegno all’occupazione e all’economia dei Paesi membri. Infatti, il piano di investimenti energetico europeo diovrà essere coordinato anche con gli investimenti strategici in agricoltura e di gestione delle acque, specie nelle regioni più depresse. Infatti la produzione di combustibili deve avere il minor impatto possibile ambientale, così come si deve tendere al massimo all’uso di fonti non invasive e rinnovabili, come l’eolico, il solare, l’idroelettrico.

L’EFA – ALE è contraria allo sviluippo dell’energia nucleare, in linea con l’opinione espressa da molti Stati membri e la gravità di incidenti, come quello di Fukushima in Giappone, che ha ancora una volta sottolineato l’inadeguatezza della tecnologia alla pericolosità della fonte. Sostiene il percorso che le nazioni membri della UE dotate di centrali stanno facendo per riconvertirsi a fonti più sicure e sostenibili, anche attraverso ambiziosi investimenti pubblici nel campo della produzione elettrica.

L’EFA – ALE sottolinea nel suo programma la preoccupazione per il fatto che la produzione di energia e combustibili da fonti fossili o nucleare sia in mano a oligopoli o a cartelli di imprese multinazionali, che impediscono un controllo trasparente e demopcratico nella produziione e nell’uso dell’energia.

La UE e i governi degli Stati membri devono varare una politica che costringa le imprese del settore a reinvestire i profitti nella ricerca per ridurre il costo al consumo di elettricità, e gas.

Con una mozione interna approvata all’assemblea generale del 2011, l’EFA – ALE si è dichiarata favorevole al controllo politico delle nazioni membri sulle fonti di produzione energetica.

Riforma della politica agricola europea

di fronte a una catena di produzione del cibo ormai del tutto industrializzata, alle continue truffe nell’etichettatura dei prodotti alimentari e al diffondersi di malattie di piante e animali, l’EFA promuove una riforma effettiva della politica agricola comune (PAC) europea, improntata a una produzione sicura, sana, stagionale e locale. I partiti membri dell’EFA riflettono le diversità dei vari paesaggi agricoli europei. Per questo, diverse dovranno essere le strategie di politica agricola da adottare in modo tale da rispettare i bisogni delle varie coltivazioni e le differenti situazioni economiche rurali.

Nonostante ciò, i partiti membri dell’EFA condividono alcuni obiettivi fondamentali di politica agricola e richiedono che alcuni interessi siano centrali nella discussione circa la politica agricola comune:

–il mantenimento del sistema di pagamento unico per azienda e un budget adeguato: questo fornisce un baluardo essenziale per l’econ0omia delle aziende agricole e deve essere adeguatamente finanziato dal bilancio di previsione dell’Unione Europea.

–il rafforzamento del sostegno alle zone svantaggiate : molti partiti membri dell’EFA si collocano in aree agricole meno produttive che devono affrontare handicap naturali e che sono classificate come “svantaggiate”. Il secondo pilastro della politica agricola comune fornisce sostegno finanziario ai coltivatori, in modo da superare questi ostacoli.

–Il decentramento del processo decisioni di politica agricola comune: in base alle regole della PAC, gli Stati membri sono legittimati a decidere sulle modalità di attuazione sul loro territorio degli schemi di politica agricola comune, in modo tale che i Paesi e le regioni dell’EFA possano creare disposizioni di attuazione conformi alle loro esigenze.

–Inverdimento: ogni regione che i vari partiti dell’EFA rappresentano deve fronteggiare sfide naturali differenti, diversità di cui le proposte di inverdimento della Commissione non sembra tener conto. L’EFA sostiene un modello più flessibile a livello regionale, pur garantendo risultati ambientali equivalenti.

Pesca e acquacoltura

seppure estremamente eterogenee, le diverse realtà costiere europee presentano due elementi comuni: la dipendenza dal mare e il legame tra le comunità costiere. Ancora una volta, un approccio unitario e centralizzato non ha tutelato tale diversità, non rispondendo alle singole esigenze e portando a un progressivo declino del settore della pesca e con esso delle sue tradizioni.

Per questo l’EFA promuove una politica ittica improntata:

–alla tutela degli interessi e delle tradizioni delle diverse comunità costiere;

–un decentramento del processo decisionale, in quanto più efficiente nel risolvere i problemi locali ed eventualmente instaurare una cooperazione laddove vi sia una comunità di interessi;

–tutela dell’industria onshore;

–sviluppo sostenibile di pesca e acquicoltura, tarato su ogni regione.

Sfide per le culture e le lingue

uno degli obiettivi cardine dell’EFA è il rispetto e la tutela della diversità culturale e linguistica, poiché tutte le lingue, orali o scritte, hanno pari dignità e sono elemento essenziale delle culture e civiltà europee. Al pari della biodiversità, queste costituiscono un patrimonio vivente necessario per uno sviluppo sostenibile della società. Per questo, l’EFA denuncia la tendenza negativa che sta trasformando questa ricchezza culturale in lingue “di basso livello”, contrapposte all’inglese, la lingua di “alto livello”. Quest’ultima, infatti, in forza della sua diffusione mondiale sta assurgendo a ruolo di lingua d’unione, pur non rappresentando un fattore di identificazione europea e relegando il patrimonio linguistico a fenomeno locale.

L’EFA ritiene che questa diversità stimoli la creatività, lo sviluppo economico e di conseguenza rappresenti un potenziale occupazionale, oltre che di turismo sostenibile.

Per questi motivi, L’EFA sostiene che l’UE dovrebbe contribuire alla promozione e allo sviluppo di questa risorsa:

– riconoscendo a livello comunitario le lingue riconosciute come co-ufficiali;

– modificando i criteri di ammissibilità ai programmi linguistici comunitari, in modo che siano ammessi a fare domanda di finanziamento tutti i gruppi linguistici.

 

Linkografia

http://www.greens-efa.eu/

http://www.e-f-a.org/home/

http://www.e-f-a.org/fileadmin/user_upload/documents/EFA_3263_manifesto_ENG_230114.pdf

http://www.e-f-a.org/about-us/documents/1-electoral-manifestos/2014/

http://it.wikipedia.org/wiki/Alleanza_libera_europea

http://www.europarl.europa.eu/portal/it/search?q=EFA

http://efa.greens-efa.eu/267-presentation.html

http://efa.greens-efa.eu/266-members.html

http://www.e-f-a.org/fileadmin/user_upload/documents/3.3.1_ARTICLES_OF_ASSOCIATION.pdf

http://www.e-f-a.org/fileadmin/user_upload/documents/3.3.2_RULES_OF_INTERNAL_ORDER.pdf

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