Eco-Domum: case di plastica per i senza tetto

Pubblicato il 08 febbraio 2017 da redazione

 

Gonzalez

Arriva dal Messico una Start-up intenzionata a risolvere due problemi con un’unica soluzione: la plastica da un lato e il diritto ad avere “un tetto sulla testa” dall’altro.

 

Da dove e perché nasce?

Il progetto nasce da Carlos Daniel González, fondatore e CEO dal 2013 di EcoDomum. Lo scorso anno, la sua Start-up era stata selezionata tra le 12 finaliste della seconda edizione di Tianguis Irrasonable 2015, manifestazione di finanziamento collettivo o crowdfunding al termine della quale la start-up vincitrice si aggiudica un soggiorno formativo all’Unreasonable Institute, acceleratore d’impresa internazionale. La manifestazione, al di là della vittoria, costituisce un’importante trampolino di lancio per le giovani start-up messicane che si propongono di dare risposte concrete ai difficili problemi del loro Paese. Alla prima edizione, nel 2014, parteciparono 35 000 persone e l’85% delle imprese selezionate raggiunse l’obiettivo (quando la media, in Messico, dei progetti finanziati collettivamente che raggiungono l’obiettivo è di solo 40%). Nella competizione i giovani imprenditori vengono valutati per la capacità di impatto dei loro progetti, non per la loro capacità economica e alla fine della manifestazione il grande risultato è quello di collegare neonate start-up a investitori e fondi di investimento.

ecodomum logo

Indubbiamente, il progetto di González cerca di risolvere, o quantomeno mitigare, due difficili problemi: plastica e povertà.

Oggi, il Messico si classifica al dodicesimo posto tra i maggiori consumatori di plastica, con un consumo medio di 5 milioni di plastica l’anno. Purtroppo, i due grandi problemi della plastica sono la decomposizione e la tossicità: alcune plastiche, infatti, possono impiegare fino a 1000 anni per decomporsi e non tutte le plastiche sono riciclabili, emettendo fumi tossici in fase di scioglimento.

Anche sul fronte povertà, i numeri non sono incoraggianti: 11,5 milioni di persone in Messico (il 10% della popolazione) vivono con meno di 1,25 dollari. Ebbene, proprio stando alla definizione della Banca Mondiale, si considera povertà estrema la condizione di chi vive con meno di 1,25 dollari al giorno, situazione di durissima povertà dove non si dispone delle risorse primarie di sostentamento, quali acqua, cibo, vestiti e abitazione.

Non sorprende, quindi, che la Start-up sia nata proprio a Puebla, Stato del Messico, con un tasso di povertà della popolazione del 64%.

Di fronte a questi dati, l’obiettivo di González risulta molto chiaro: aiutare più persone possibile ad avere una vita dignitosa e nel contempo ripulire il Paese.

Non solo! Anche sul fronte degli stipendi, il giovane imprenditore messicano si è impegnato a promuovere una dignitosa retribuzione del lavoro. Stringendo alleanze con i centri locali di raccolta, la EcoDomum si assicura il rifornimento costante di materie prime, mentre le società di riciclo si impegnano ad aumentare i salari dei propri dipendenti.

 

Come funziona?

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Il processo di trasformazione è semplice. La società compra la plastica dai centri di raccolta, dopodiché procede a smistare quella utilizzabile da quella che, invece, bruciando produce fumi tossici.

A questo punto, la materia prima, siano bottiglie o giocattoli di plastica, viene tagliata in pezzi e fatta fondere in forno, alla temperatura di 350 °C, per circa mezz’ora. Infine, la plastica liquida passa in mezzo a una pressa idraulica che comprimendo e raffreddando il materiale, lo trasforma in pannelli, da 2 metri per uno, con uno spessore di due centimetri.

Una casa con bagno, soggiorno, cucina e due camere, per circa 40 metri quadrati complessivi, può essere costruita in circa una settimana e durare fino a 100 anni. Considerando che la società produce 120 pannelli al giorno, per una media di 5,5 tonnellate di plastica riciclata, fate un po’ voi il conto di quante abitazioni potrebbero risolvere parte della miseria messicana.

E non solo messicana, visto che González intende, entro 3-5 anni, far crescere almeno di 10 volte la propria compagnia ed esportare il modello oltreoceano: in fondo, come ha sottolineato il giovane imprenditore, la povertà così come i rifiuti, albergano in tutto il mondo!

Al di là della domanda se questa sia una soluzione duratura o semplicemente un palliativo molto efficace a situazioni di miseria insopportabile, il motto che ancora una volta sembra riecheggiare nella nostra società è: se non puoi battere un nemico, fattelo amico.

di Giulia Pavesi

 

Linkografia:

http://www.forbes.com.mx/aaaarranca-el-tianguis-irrazonable/?utm_content=buffer81049&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer

http://unreasonable.is/ecodomum-story/

http://www.ecodomum.mx/

http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/NEWS/0,,contentMDK:21881954~pagePK:34370~piPK:34424~theSitePK:4607,00.html

http://altrimondinews.it/2016/01/26/case-in-plastica-riciclata-in-messico/

http://www.greenme.it/spazi-verdi/green-wall/2009-costruire-con-i-rifiuti-l-edilizia-rovista-nei-cassonetti

http://www.greenme.it/abitare/bioedilizia-e-bioarchitettura/16931-ecotecho-tetto-verde-bottiglie-di-plastica

https://contemporarygreenbuilding.wordpress.com/2014/05/26/plastica-problema-di-smaltimento-ecco-la-soluzione/

http://www.greenme.it/abitare/bioedilizia-e-bioarchitettura/17217-scuole-bottiglie-plastica-paesi-poveri

http://www.hypeness.com.br/2016/02/plastico-que-vai-para-o-lixo-pode-virar-casa-de-baixo-custo/

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