Categoria | Scienza e Tecnologia

E-Book: contenuto o contenitore?

Pubblicato il 17 novembre 2013 da redazione

Reader.

Reader.

Parole per un mondo che cambia in fretta

Fiumi di parole di inchiostro e digitali spese negli ultimi anni sui media e sul web riguardo alla paventata morte della carta ci hanno reso abbastanza familiare il concetto di libro eletronico: eppure c’è ancora tanta confusione su cosa sia effettivamente un ebook e cosa significhi per il lettore.

Innanzitutto, l’ebook, mentre se ne parla ancora come di una prospettiva, è già qui.

Tra il 2009 e il 2010 si è raggiunto il punto chiave della penetrazione di questa nuova tecnologia: la distribuzione di massa del supporto.

Ricalcando le meccaniche già viste all’estero, dove questo processo era cominciato già qualche anno prima, quel natale nei grandi magazzini italiani sono spuntati come funghi espositori con ebook reader di marche e modelli diversi, capeggiati dall’onnipresente Kindle di Amazon, e le catene librarie, volenti o nolenti, si sono subito adeguate.

In questi mesi del 2013, a tre anni di distanza, alla classica domanda “mi presti un libro” spesso si risponde “in quale formato?”

Quando si parla di libro elettronico in realtà si intendono due concetti distinti:

l’ebook in quanto tale, il file digitale che “trasporta” le parole e l’ebook reader, il supporto fisico tangibile, attraverso cui il lettore fruisce le parole stesse.

Testo e-ink.

A sinistra testo e-ink.

einkL’ebook come oggetto fisico,  dedicato e generico

È stato possibile realizzare degli ebook reader effettivamente “usabili” grazie alla comparsa dell’e-ink, una particolare tecnologia per gli schermi elettronici che ha la caratteristica di essere più simile all’inchiostro che al monitor di un computer. La lettura diventa quindi da un lato più simile a quella su carta, dall’altro più comoda: l’e-ink non stanca gli occhi, consuma quantità irrisorie di corrente, insomma è lo strumento giusto per rendere praticabile la lettura di testi su un supporto per la prima volta diverso dalla carta.

Quindi un lettore non basato su una tecnologia e-ink o affine non è strettamente parlando un ebook reader: Potremmo parlare di lettori generici (come i tablet) per contrapporli ai lettori specifici, i “veri” ebook reader.

Il tablet infatti sacrifica la comodità di lettura per non rinunciare ad una versatilità simile a quella di un pc.

Tra i dispositivi non dedicati, complice iPad con iTunes, è il più usato per la lettura digitale, tanto da essere spesso erroneamente identificato dai non addetti ai lavori con l’ebook tout-court.

L’ebook come oggetto immateriale

Un ebook reader, in quanto supporto può teoricamente contenere infiniti libri come nessuno. Il libro “in se” quindi è il file che si deve caricare sul lettore per poter fruire il contenuto. Questo contenuto ha caratteristiche precise:

– è basato sulla stessa tecnologia delle pagine web, quindi ha funzioni aggiuntive, come link interni e al web, e la possibilità di fare ricerche istantanee direttamente dentro il libro;

– è fluido: il contenuto rimane identico, ma la presentazione (ovvero l’impaginazione grafica) si adatta alle dimensioni del lettore;

– è manipolabile perché permette di sottolineare frasi di testo, prendere appunti, inserire dei segnalibro, copiare e incollare parti di testo e disporre poi del materiale così prodotto per qualunque uso, sulla rete e no.

– infine, eventualmente, stamparlo su carta.

Scissione tra contenuto e contenitore

Nel mondo anglofono, dove la traduzione non esiste, la penetrazione del mezzo digitale nel canale di distribuzione editoriale è immediata: si parla di un impressionante 60%, circa, di vendite di ebook sul totale pubblicato. Significa che il lettore percepisce il libro elettronico come un metodo per ottenere l’ultimo libro uscito, il prima possibile e non come un prodotto alternativo al libro cartaceo: identifica il libro con il suo contenuto, non con il tipo e la forma del suo contenitore.

Come abbiamo visto è proprio così: se il libro (il contenuto) può essere letto su diversi dispositivi, allora il libro può essere fruito indipendentemente dal contenitore, possibilità del tutto nuova nella storia della scrittura.

Ehnanced ebook

È sul punto di arrivare nelle nostre mani la prossima evoluzione del libro elettronico, già indicata come enhanced ebook, ebook potenziato, che dovrà traghettare l’ebook dal mondo delle pagine web a quello delle app per cellulare/tablet e dell’integrazione tra libro, applicazione e internet, aprendo le porte ad livello di convergenza e interrelazione, delle modalità di fruizione dei concetti, mai vista prima, ma forse anche ad una ancor piu profonda rivisitazione del concetto di “libro”. Sua caratteristica principale sarà la multimedialità, l’unione di lettura sequenziale, video, animazioni e suoni.

L’editoria vede in tali oggetti un possibile nuovo mercato, mentre i creativi troveranno nuovi strumenti espressivi.

Inoltre la tecnologia diffusa diventerà anche accessibile: qui un enhanced ebook per ipad realizzato da studenti di terza elementare con un tool specifico per i principianti.

Situazione del mercato

Nel quadro perennemente in crisi dell’editoria italiana, con vendite del libro fisico in caduta anche quest’anno (per il 2013 Nielsen stima un -14%), l’unione del canale di vendita online a quello cartaceo (Amazon) e del vero e proprio libro elettronico è l’unica nicchia di mercato a segnare un andamento timidamente positivo.

D’altronde i successi commerciali dell’editoria si basano esclusivamente sulla figura del lettore forte, quello di “almeno un libro letto ogni due settimane”, in Italia una rarità (per la precisione, solo il 5% della popolazione assorbe il 41% dei libri venduti).

Com’è logico, però, la nicchia dei fruitori “di ebook” è composta di soli lettori forti. Si tratta di una nicchia nella nicchia, costituita da chi legge molto e ha dimestichezza con la tecnologia. Essendo quindi composta da nuove generazioni, che tendono ad essere sempre più tecnologicamente alfabetizzate, a differenza delle altre, è la sola destinata ad espandersi.

Cory Doctorow.

Cory Doctorow.

Scrittura di massa

Avere a disposizione un lettore fisico diffuso che legge un formato uguale per tutti nell’era di Internet significa automaticamente poter gestire in modo digitale tutta la catena di produzione del contenuto, dall’ideazione alla distribuzione all’utente finale: in questo caso, lo scrittore redige il “manoscritto” con un pc, l’editore lo riceve per email, il revisore lo edita sullo stesso file, sempre da questo lo “stampatore digitale” crea il formato finale e la distribuzione e vendita finali non gravano più sul costo finale di copertina, tagliando di netto il complicato giro di trasporti e di resi che stracolmano i pesanti scatoloni pieni di libri in carta antiecologica. Con un semplice click sul tasto “scarica”, in un qualsiasi sito di e-commerce, previa transazione di denaro elettronico, si scarica un libro nel formato epub, mobi, pdf o qualsiasi altro disponibile. Inutile chiedersi se il modello funziona: iTunes e altri canali di distribuzione simili, con il successo degli Mp3 musicali, hanno aperto un’autostrada che corre veloce già da qualche anno e sulla quale anche gli EBook hanno già trovato un loro spazio non solo virtuale, ma parte integrante del nostro “reale quotidiano”.

Questa semplificazione del processo editoriale tra le altre cose ha fatto sì che nascesse anche un altro “mercato”, un “non-mercato”, legato a modelli economici nuovi e che proprio lo strumento ebook ha reso possibili. Le si chiamava “fanzine”, antologie autoprodotte, e facevano venire in mente ciclostile, inchiostro, spillatrici casalinghe e “distribuzione” manuale tra pochi intimi. Oggi sono diventati l’impiego più immediato dei nuovi canali digitali di distribuzione dei contenuti e sono laboratorio di vere e proprie nuove modalità di lavoro e di reddito per gli autori.

C’è chi sta ipotizzando, ad esempio, la figura dell’autore in affitto ai lettori: Grazie alla rete di contatti che Internet permette è possibile che un prodotto culturale in sé resti liberamente distribuibile, mentre il giusto compenso del lavoro autoriale venga coperto dai sostenitori attraverso fee associate ad un dato autore e non all’opera. Una sorta di mecenatismo diffuso.

Strumento di questa letteratura “alternativa” e gratuita è l’attribuzione non commeciale attraverso le creative commons: una forma particolare di copyright che oltre alle comuni garanzie sulla attribuzione della proprietà intellettuale dell’opera, garantisce anche i diritto di qualunque lettore di redistribuire, copiare e perfino modificare l’opera, a patto che l’attribuzione all’autore sia rispettata.

Nel caso delle Creative Commons lo scopo non è quello di produrre direttamente reddito per l’autore, ma diffondere quanto più possibile l’opera. Nell’ambito letterario ne è alfiere il canadese Cory Doctorow, scrittore, giornalista, informatico, edito anche in Italia con il suo “X”. Nei suoi speech dipinge un mondo senza editori, in cui la produzione letteraria è un rapporto diretto e immediato fra l’autore e il suo pubblico e il successo di un’opera non sottostà a regole commerciali.

Una nuova porta che apre luci e ombre

Nonostante esistano lati negativi nella struttura sociale che si sta evolvendo e che si crea intorno al concetto di ebook, resta il problema della gestione del copyright attraverso i DRM, o l’interrogativo su come si possa garantire una qualità editoriale in un mondo in cui l’editore perdeil ruolo di garante in favore della comunità dei lettori. Le possibilità invece che si aprono per la letteratura sono del tutto nuove, imprevedibili e finalmente possibili. Sarebbe ottuso non affrontarle con l’energia e la curiosità che si deve ad ogni nuova scoperta.

di Alessandro Aprile

Linkografia

http://editoria-digitale.com/2011/07/25/perche-si-parla-sempre-del-contenitore-e-non-del-contenuto/

cory doctorow in it

1 Comments For This Post

  1. Totti Says:

    Articolo dettagliato e molto interessante anche per chi, come me, è affezionato al libro nella sua antica accezione solo cartacea

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