Categoria | Green

Dalla Puglia ai Maya, il lungo viaggio sulla Green Road

Pubblicato il 18 febbraio 2014 da redazione

Un modello internazionale

Dal Sud d’Italia, dove ha visto la luce, alle strade del Messico e dell’Honduras.

Ruotano intorno ai due stati americani i futuri scenari della Green Road, l’idea, poi divenuta progetto, a cura del “GAL Colline Joniche”, che dalla Puglia si è allargata a macchia d’olio coinvolgendo le vicine regioni di Basilicata e Calabria. Centrata sulle eccellenze locali quali motori per l’avvio di un nuovo ciclo economico rispettoso al contempo dell’ambiente (concetto riassumibile con “green economy”), intende proporre una nuova modalità di turismo, sostenibile, che porti alla riscoperta di luoghi, persone, prodotti legati alla tradizione contadina e artigianale del nostro Paese, combinata con un’edilizia verde e con un sistema di mobilità a impatto zero.

In occasione della conferenza stampa tenutasi a Milano presso il Circolo della Stampa, Antonio Prota, “papà” del progetto che da individuale (Green Road in Puglia) ha saputo trasformarsi in collettivo e quindi sistemico, non ha nascosto la propria soddisfazione. “In questa fase stiamo correndo – ha dichiarato il Presidente del succitato GAL (acronimo che sta per “Gruppo di Azione Locale”) -. Il fatto che il nostro modello sia facilmente replicabile comporta infatti che le richieste di affiliazione siano tante. Dal 10 al 13 marzo prossimi saremo a Miami con il nostro Road Show. Faremo anche tappa a New York, ma la data precisa non è stata ancora fissata. Non siamo noi a individuare le nuove aree per gli itinerari, bensì siamo cercati. Se il territorio presenta elementi di attrazione per i turisti, allora pensiamo a costruire percorsi con i partner locali, come quello in Sierra Gorda per quanto riguarda il Messico, e la rotta del caffè o dei Maya in Honduras”.

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Avvio e filosofia del progetto

E dire che Green Road aveva mosso i primi passi in un’area geograficamente limitata, ricompresa tra gli undici comuni che compongono il GAL. Una zona rurale e balneare che delimita la città di Taranto, località ormai divenuta famosa anche oltreconfine per il caso ILVA, il polo siderurgico chiuso dalla magistratura perché considerato dannoso per la salute. Da lì è nato lo spunto: finanziare diversi progetti privati intesi alla riqualificazione in chiave eco-sostenibile di masserie polifunzionali, nonché di strutture per l’alloggio e la prima colazione, con l’intento di dare vita ad una nuova forma di turismo rurale integrato (perché connesso con le varie filiere economiche presenti sul territorio), in precedenza del tutto assente “in loco”.

I possibili itinerari che ne sono scaturiti, insieme ai molti altri andatisi ad aggiungere nel corso del tempo, sono riportati nel portale lanciato alla conferenza stampa di Milano, www.greenroad.it. Ad oggi riporta le principali informazioni sul tour scelto, ma in futuro consentirà di prenotare il pernottamento o altri servizi che potrebbero rendersi utili, come una guida turistica che parli un’altra lingua. Quattro le aree tematiche individuate e che racchiudono i principi guida necessari per l’affiliazione al progetto. Sono racchiuse nell’acronimo F.A.M.E., le cui iniziali identificano i sostantivi in lingua inglese per cibo, arte, mobilità ed energia. Un’altra parola puntata che ricorre all’interno del progetto è N.E.T. ad indicare, per ogni itinerario che muove lungo una green road, la sinergia tra bellezze paesaggistiche (“Natura”), odori e sapori tipici di un luogo (“Enogastronomia”) e “Turismo”.

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Obiettivo comune

Dall’intenzione di creare un’unità di valori, una “geo-comunità”, come l’ha definita il Presidente del GAL (e responsabile di Green Road in Puglia) Antonio Prota, sono scaturite una serie di collaborazioni con importanti operatori economici e sociali. Per il progetto Green Road in Basilicata è intervenuta la Fondazione ENI Enrico Mattei con il suo responsabile dei progetti speciali Cristiano Re, mentre Alessandro Belgiojoso, segretario dell’Associazione 100 Cascine (costituita nel 2011 da un gruppo di imprenditori che hanno ripreso l’esperienza triennale dell’omonimo Comitato), ha ricordato il duro lavoro portato avanti per tratteggiare percorsi verdi sul territorio lombardo dopo che a novembre è stato firmato il relativo protocollo d’intesa. Già ora comunque è possibile scaricare dal sito www.100cascine.it la guida che riporta i siti rurali riscoperti e valorizzati dall’Associazione. Un lavoro che potrebbe venire utile anche in vista di Expo 2015. Dopo averne ottenuto il patrocinio, l’Associazione 100 Cascine ha infatti avanzato la proposta di utilizzare quei luoghi come spazi a disposizione delle ambasciate e delle delegazioni.

Il GAL e il coordinamento Green Road possono contare inoltre su “Città Sostenibile” con la sua coordinatrice scientifica Roberta Chiellino, presidente di EAmbiente, e su Vito Roberto Santamato, a capo della società Exiteam che si occupa del trasferimento di sapere tra mondo accademico (è una spin-off dell’Università di Bari) e sistema imprenditoriale con specifico riferimento al settore turistico.

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Tutti in giro con il marchio iBMW?

Se l’indotto economico che ruota intorno all’agro-alimentare (la “F” di “Food” nell’acronimo di cui sopra) e all’artigianalità (“Art”) è sostenuto dalla valorizzazione delle tradizioni territoriali, e le scoperte nel campo dell’efficienza energetica (“Energy”) consentono ormai di ridurre, se non azzerare del tutto, le emissioni nocive, anche il campo della mobilità (“Move”) reclama un ruolo di primo piano. Di qui la sinergia annunciata, e tuttora allo studio, con BMW Group Italia. La Casa automobilistica di Monaco di Baviera di recente ha lanciato la sua prima vettura 100% elettrica (i3), e da tempo si distingue sul piano di un approccio sostenibile a tutto tondo, tanto da meritarsi, di anno in anno, il premio assegnato dal Dow Jones per l’azienda più attenta sotto il profilo della tutela dell’ambiente.

Ora si è spinta oltre e con l’applicazione gratuita iFoodies, sviluppata per device iOS e Android, cui si aggiunge il sito Internet omonimo, ha raccolto 1600 nomi di realtà agricole, recensite da Slow Food, che dal Nord al Sud dell’Italia regalano esempi di un saper fare che qualcuno forse già pensava perduto, ma che in realtà vive ancora nelle pieghe del nostro territorio. “Un elenco di artigiani del buon cibo”, come l’ha definito, sempre in occasione della conferenza stampa milanese, Roberto Olivi, responsabile Comunicazione Corporate di BMW Group Italia. Il prossimo passo potrebbe essere la firma di una convenzione per l’utilizzo, all’interno dei tour tracciati, del parco auto zero emissioni sul quale la Casa tedesca sembra credere ed essere pronta ad investire. Non a caso ha deciso di dare vita ad un brand autonomo denominato “iBMW”.

di Ottavia Eletta Molteni

1 Comments For This Post

  1. Fernando Fedele Says:

    Tutte le iniziative volte alla riqualificazione delle nostre aziende, agricole e non, senza la demagogia che ci sta uccidendo, vedi la manifestazione di oggi, sono da me viste favorevolmente !! Slow food ( arcigola ) di cui mi sento orgoglioso di far parte sin dalla sua fondazione istituita da Carlo ( Carlin per gli amici ), è una fulgida testimonianza !!

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