Categoria | Scienza e Tecnologia

Batteri geneticamente modificati guariscono le ferite dei diabetici

Pubblicato il 18 febbraio 2021 da redazione

piede sano

Oltre 6 milioni di persone in Europa soffrono di ferite correlate al diabete, che possono portare all’amputazione degli arti. Un’iniziativa europea ha sviluppato una terapia innovativa che si basa sui batteri dell’acido lattico geneticamente modificati che può aiutare ad accelerare la guarigione dei tessuti.

 

La guarigione delle ferite comporta il reclutamento di specifiche cellule immunitarie nel sito in cui è iniziato il processo di ripristino dei tessuti. I pazienti affetti da diabete mostrano una ridotta capacità di guarigione, insieme a un’aumentata predisposizione alla formazione di ferite, il che si traduce in una ridotta aspettativa di vita.

 

Produzione ingegneristica di chemochina umana dai batteri

piede diabetico
Il progetto WHILYAS, finanziato dall’UE, ha sviluppato dei farmaci biologici capaci di indurre nel punto effettivo della ferita la produzione di mini bioreattori. Il corpo viene indotto a rispondere come se la ferita fosse più grande e quindi a reagire accelerando il processo di guarigione.

I ricercatori hanno scelto la chemochina CXCL12, ben nota per il suo ruolo nel processo rigenerativo. Tuttavia, a causa del suo breve tempo di dimezzamento in natura, CXCL12 è stata poco esplorata come modalità terapeutica. Per ovviare a questo limite, i ricercatori del progetto WHILYAS hanno deciso di produrre la chemochina umana in modo continuo nel sito della ferita, mediante batteri vivi dell’acido lattico geneticamente modificati.

Il farmaco ILP100 prodotto da Ilya Pharma è disponibile in formulazione liofilizzata per uso topico. I batteri sono rivitalizzati immediatamente prima dell’applicazione sulla ferita con l’aggiunta di una piccola quantità di soluzione tampone.

Lo studio sulla tossicità a dosi ripetute su grandi animali ha prodotto ottimi risultati in termini di sicurezza ed efficacia, con un’accelerazione della guarigione e una riduzione delle cicatrici. I ricercatori hanno ampliato il bioprocesso e prodotto una banca di cellule BPF utilizzi futuri.

La sperimentazione clinica su esseri umani volontari sani sono serviti a valutare la guarigione delle ferite, la cicatrizzazione, il flusso sanguigno e il microbioma della ferita.

 

Impatto clinico e prospettive future
L’attuale trattamento delle ferite croniche si limita all’utilizzo di varie medicazioni e all’uso eccessivo di antibiotici, il che induce costi elevati che nei paesi industrializzati possono arrivare al 4 % del bilancio sanitario complessivo. Il mercato rappresentato dalla cura delle ferite è pari a 15 miliardi di euro e il segmento delle ulcere del piede diabetico è nell’ordine di 1,5 miliardi di euro.

La logica alla base dello sviluppo di ILP100 è la guarigione di ferite croniche in pazienti affetti da diabete con una modalità migliori, più rapide e con un miglior rapporto costi-benefici, rispetto a qualsiasi altro farmaco o dispositivo medico oggi disponibile o in via di elaborazione. Con ILP100, le ferite croniche potrebbero guarire più velocemente del 66 %, apportando ovvi miglioramenti nella qualità della vita dei pazienti. Oltre a CXCL12, potrebbero essere impiegate anche altre proteine terapeutiche umane coinvolte a livello endogeno nella rigenerazione dei tessuti.

 

Link del progetto

https://www.ilyapharma.se/

Lascia un commento

Advertise Here

Foto da Flickr

Guarda tutte le foto

Advertise Here

LINK