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Undercover Colors: lo smalto antistrupo

Pubblicato il 31 agosto 2014 da redazione

smalto antistupro

Arriva dal Nord Carolina l’accessorio che non potrà più mancare nel beuty di ogni donna!

Vi ricordate il consiglio che le vostre madri vi davano di tenere continuamente d’occhio il bicchiere e che qualsiasi distrazione sarebbe stata “fatale”? Oggi l’indicatore se la persona che vi sta davanti ha programmi diversi dai vostri, arriva da uno smalto.

Il prodotto : Undercover Colors

Il prodotto si chiama Undercover Colors e per il momento è ancora un prototipo, vincitore tuttavia della Lulu eGames Student Competition all’interno dal progetto portato avanti nell’Università del Nord Carolina (NCSU) di promozione di iniziative imprenditoriali studentesche.

Il team che ha sviluppato il progetto è composto da quattro ingegneri dei materiali, conosciutisi nell’ambito di uno di questi programmi, l’Engineering Entrepreneurs Program (EEP: http://www.engr.ncsu.edu/eep/): Tyler Confrey-Maloney, Stephen Gray, Ankesh Madan and Tasso Von Windheim.

Interessante il fatto che sia stata proprio l’Università a dar loro gli strumenti per lavorare al prototipo del prodotto, mettendo a loro disposizione i laboratori di analisi del College of Veterinary Medicine, uno dei pochi laboratori del Nord Carolina ad essere attrezzato per testare gli indicatori di droghe delle Tabelle 3 e 1 della DEA (l’agenzia federale antidroga statunitense facente capo al Dipartimento di Giustizia). Qui, gli studenti sono stati guidati dal Dr. Nathaniel Finney, docente del Dipartimento di Chimica, che ha volontariamente aiutato i ragazzi a sviluppare il progetto.

Lo smalto rileva la presenza nel proprio drink di Rohypnol, GHB e Xanax, alcune tra le cosiddette “droghe dello stupro”, lasciate scivolare nel bicchiere delle malcapitate vittime, provocando amnesia (GHB) o effetti sedativi (Xanax e Rohypnol), al fine di perpetrare una violenza sessuale. Come funziona? Semplice: mescolando discretamente il liquido con l’unghia prima di bere, la donna sarà in grado di capire se il suo cocktail è stato alterato. Infatti, se il colore dello smalto diventa nero, meglio chiudere qui la serata!

Il Team dei ricercatori della North Carolina State University

Il Team dei ricercatori della North Carolina State University.

Il contesto

Uno strumento come quello messo a punto da questi studenti potrà rivelarsi davvero efficace nel contesto dei party universitari. Infatti, il reato di drink spiking (ossia, la somministrazione attraverso cibi o bevande delle droghe dello stupro al fine di perpetrare una violenza sessuale) è un fenomeno largamente diffuso all’interno degli ambienti universitari, dove la cultura del divertimento porta spesso a sottovalutare le situazioni. Solo nel 2012, Il Washington Post riferiva di 4000 denunce di violenze sessuali nei campus americani. Fenomeno che in questi ultimi anni si è trasformato da problema locale a questione nazionale, al punto che il Presidente Obama ha istituito una task force per sviluppare proposte di prevenzione e il Congresso sta considerando l’ipotesi di una legislazione in merito (per leggere il report: http://apps.washingtonpost.com/g/page/local/sex-offenses-on-us-college-campuses/1077/, mentre per leggere il report sulla lotta al fenomeno nelle università: http://www.washingtonpost.com/local/education/sex-offense-statistics-show-us-college-reports-are-rising/2014/07/01/982ecf32-0137-11e4-b8ff-89afd3fad6bd_story.html).

Eppure, nonostante la portata pratica del progetto sia davvero notevole, non è che un sassolino nel mare. Innanzitutto, perchè stiamo parlando ancora di un prodotto che si trova allo stadio di prototipo, per cui gli studenti stanno cercando finanziamenti/donazioni per perfezionarne l’effetto (per donare: http://www.undercovercolors.com/).

In secondo luogo, perchè se è vero che le vittime da drink spiking sono 1:5, la maggior parte delle violenze sessuali vengono perpetrate da persone conosciute dalle vittime (il 73%) o di cui queste si fidano (il 38%), che il 30% delle volte agiscono sotto l’effetto di alcolici o droghe, come risulta dai report di RAINN, una delle più grandi organizzazioni americane contro la violenza sessuale (lo studio tuttavia ha come parametro la popolazione americana).

Per queste ragioni, più che verso misure palliative (seppur molto utili!) bisognerebbe orientarsi verso programmi nazionali di prevenzione e di istruzione su cosa veramente si intenda con il termine “consenziente”.

di Giulia Pavesi

 

Linkografia:

http://www.huffingtonpost.com/sophia-kerby/what-undercover-colors-gets-all-wrong-about-date-rape_b_5722724.html

http://www.highereducationworks.org/blog/undergrad-research-in-nc-states-entrepreneurship-program-helps-prevent-sexual-assault

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/28/violenza-italia-vittima-donna-aggressioni-strada-sono-calo/211991/

https://www.rainn.org/get-information/statistics/sexual-assault-offenders

http://www.nydailynews.com/life-style/nail-polish-detect-date-rape-drugs-works-article-1.1916342

http://www.dailymail.co.uk/femail/article-2732144/Will-nail-polish-stop-sexual-assault-Male-science-students-develop-manicure-changes-color-exposed-date-rape-drugs.html

http://www.theguardian.com/news/datablog/2013/jun/20/women-violence-worldwide-statistics-who

http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs239/en/

 

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