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Margaret Chan, direttore dell’OMS visita un centro Ebola in Mali

Pubblicato il 26 novembre 2014 da redazione

OMS, Margaret Chan in visita in un centro Ebola, in Mali.

OMS, Margaret Chan in visita in un centro Ebola, in Mali.

Visita del Direttore Generale  dell’OMS, Margaret Chan, in Mali per rafforzare il sostegno delle Nazioni Unite per l’epidemia di Ebola. (Novembre 2014).

Margaret Chan, direttore generale dell’OMS, ha visitato un centro di trattamento di Ebola in Bamako, Mali. Ha incontrato il presidente Ibrahim Boubacar Keita, il Primo Ministro Moussa Mara, e altri capi di governo per discutere il decorso di Ebola e le modalità di risposta e prevenzione delle organizzazioni delle Nazioni Unite, che potrebbero accrescere il loro sostegno nel Mali in caso di peggioramento della situazione.

La visita si è svolta quando il governo ha annunciato un nuovo caso di Ebola e i 2 pazienti più sospetti sono stati sottoposti alle cure sperimentali.

Nel Mali sono già morte almeno 5 persone e il Paese è impegnato al massimo per rintracciare le diverse centinaia di individui che potrebbero essere entrati in contatto con le persone contagiate da Ebola, in modo da riuscire a prevenire una maggiore diffusione della malattia nel Paese.

Margaret Chan, Direttore Generale dell’OMS ha dichiarato che “nelle ultime settimane, il Mali ha risposto rapidamente per rintracciare tutte le persone venute in contatto con individui infetti”, spiega Chan. “Questa rapida risposta era indispensabile per evitare la diffusione della malattia. E’ fondamentale, in questo momento, che l’OMS e tutte le altre organizzazioni delle Nazioni Unite, che operano nel Mali, sostengano il governo nel mantenere attive queste procedure di emergenza che dovranno essere seguite fino a quando l’epidemia non verrà contenuta.”

Chan ha visitato anche  il Centro per lo Sviluppo dei Vaccini dove, attualmente, è in corso la sperimentazione umana al primo stadio, di un vaccino contro il virus, anche in collaborazione con le altre agenzie delle Nazioni Unite e i gruppi della società civile che lavorano nelle comunità per prevenire la diffusione di Ebola.

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L’Unione Europea si mobilita per fare arrivare gli aiuti ai Paesi colpiti
L’Unione Europea risponde all’epidemia di Ebola, con aiuti umanitari, specialisti, assistenza e coordinamento internazionale a lungo termine. L’attuale epidemia sta interessando la regione dell’Africa occidentale: Liberia, Sierra Leone e Guinea. E’ il più grave scoppio del virus mai registrato. La situazione continua a deteriorarsi rapidamente con un crescente numero di casi e di decessi.

 

I rischi che interessano le economie e l’ordine pubblico dei paesi colpiti. 
L’epidemia di Ebola crea bisogni umanitari secondari, come il cibo, l’acqua potabile e i servizi igienici.
L’OMS ha dichiarato che si tratta di un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale, e che richiede una risposta internazionale coordinata. Più contenute, invece, sono al momento le epidemie in Nigeria e Senegal.
La Commissione europea e gli Stati membri dell’UE stanno lavorando in stretta collaborazione nell’ambito del Comitato per la sicurezza sanitaria (CSS) per gestire gli ultimi sviluppi della diffusione del virus e per coordinare le strategie di prevenzione e di preparazione in caso di contagio da Ebola.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stanno procedendo nelle valutazioni del rischio, negli aggiornamenti epidemiologici, sui consigli ai viaggiatori e per tutte le altre informazioni di emergenza.

Tute di protezione anti-Ebola.

Tute di protezione anti-Ebola.

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Un miliardo di euro dall’UE

L’Unione europea e i suoi Stati membri hanno già impegnato oltre 1 miliardo di euro in risposta alla crisi di Ebola in Africa occidentale. Ciò significa che l’Unione ha già superato l’obiettivo fissato dal Consiglio europeo del 23-24 October,che si era impegnata per 1 miliardo di euro in assistenza per arginare l’epidemia.
Inoltre, attraverso i canali di trasporto aereo della protezione civile, sono state fatte pervenire tutte le apparecchiature, il personale specialistico e gli esperti umanitari, necessari.
L’UE finanzierà e coordinerà, se necessario, l’evacuazione medica del personale internazionale dalla regione e garantirà tutte le cure appropriate agli operatori sanitari
internazionali, se questi ultimi dovessero infettarsi.
Il Centro di Coordinamento delle Emergenze della Commissione europea (ERCC) ha monitorato l’evoluzione del focolaio a partire dalla sua notifica nel marzo 2014.
La task force istituita per Ebola riunisce tutti i servizi della Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), con delegazioni dell’UE nei paesi colpiti.
La task force si riunisce ogni giorno a livello operativo nel ERCC, che funge da piattaforma per il coordinamento della risposta europea, alla quale partecipano gli Stati membri e le altre parti interessate, come le organizzazioni internazionali e le ONG. La Task Force si coordina costantemente con UNMEER (Missione delle Nazioni Unite per l’Ebola Emergency Response), l’OMS e altri importanti partner.
Il 16 ottobre, si è svolto un incontro ad alto livello a Bruxelles, tra il Commissario per la Salute Tonio Borg dell’UE e ministri della sanità degli Stati membri per discutere sul da farsi ed è stato convenuto di intensificare gli sforzi e rafforzare la preparazione e la risposta dei paesi dell’UE.
Nel corso della riunione del Consiglio europeo del 23-24 ottobre l’UE ha nominato come Commissario per gli aiuti umanitari destinati ai Paesi colpiti da Ebola, e per la gestione degli stati di crisi, Christos Stylianides. L’annuncio è stato dato dall’Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton, durante la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, lo scorso 20 ottobre, al fine di garantire una più efficace collaborazione tra Unione europea, Stati membri e Nazioni Unite.

 

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Quali sono i rischi di propagazione del virus Ebola in Europa?
L’Europa non è esente da rischi, tuttavia, l’ipotesi che Ebola si diffonda in Europa in forma estesa è ancora contenuta. Anche se il virus è altamente contagioso, la sua
diffusione è, infatti, limitata a condizioni molto specifiche, che comportano uno stretto contatto con i fluidi corporei di individui infetti o deceduti.
Inoltre, gli standard delle procedure di controllo delle infezioni in Europa sono molto elevati .
Nonostante il basso rischio, l’Unione Europea deve essere, però, preparata a possibili contagi da viaggiatori infetti che rientrano o transitano in Europa. Lo scorso 20 Ottobre, i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno chiesto un rafforzamento dei sistemi di screening sui viaggiatori che provengono dai paesi colpiti.  Inoltre, hanno ribadito l’importanza di un rafforzamento delle misure nazionali già adottate dagli Stati membri UE ai varchi di entrata, che prevedono l’utilizzo di sistemi di informazione, i visti e i vettori di trasporto, in grado di anticipare possibili arrivi di individui infetti.

E ‘importante che siano attuate tutte le misure di prevenzione, tra cui l’informazione e la sensibilizzazione dei viaggiatori e degli operatori sanitari che rientrano in Europa e la garanzia che i sistemi sanitari UE siano già attrezzati, in caso di necessità, sia per la diagnosi sia per il trattamento di Ebola. I cittadini devono inoltre essere informati sulle misure che verranno adottate per proteggerli da eventuali contaminazioni.

 

Sierra Leone.

Sierra Leone.

Ebola ieri è arrivato in Italia, dalla Sierra Leone, con un medico di Emergency

In Sierra Leone sono già morte 1.250 persone su 6.073 contagiate.
Nel mondo ne sono morte 5.420 su 15.144 infettate.
Dalla fine del 2013 a oggi si calcola si siano infettati 400 operatori sanitari di cui 233 sono morti.
La mortalità è dunque altissima, ma c’è chi si salva.
Anche in Italia, ieri, è arrivato un medico di Emergency, che si è infettato in un centro della Sierra Leone, mentre prestava le cure ai malati di Ebola.
Il centro è quello aperto lo scorso 18 Settembre dall’associazione a Lakka, vicinissimo a Freetown, capitale della Sierra Leone.
Il medico, riportato in Italia con tutti i protocolli previsti dall’OMS, è stato subito ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma. “E’ in buone condizioni generali, presenta febbre e brividi con malessere generale e iperemia congiuntivale, ma non presenta segni di disidratazione cutanea”. Questo il bollettino medico di Emanuele Nicastri, infettivologo del nosocomio, rilasciato in conferenza stampa, subito dopo il ricovero.

Per il medico di Emergency è già stato avviato un trattamento antivirale specifico, con un farmaco di 5 componenti, non registrato in Italia e autorizzato da un’ordinanza dall’Aifa su indicazione del ministero della Salute”.

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dichiarato: «Mi sento di rassicurare la famiglia che il nostro medico sta bene, non ha avuto febbre né altri sintomi durante la notte, ha fatto colazione e continua a bere in maniera autonoma».
Per ora il nostro paziente di Emergency ha mostrato solo i sintomi del contagio, ma entro i prossimi 20 giorni dovrà sviluppare la malattia.
Lui è ottimista «Vi prometto che ce la farò. Sono pronto a combattere Ebola. Ne uscirò, statene certi».
Questo il saluto di conforto agli amici di Emergency, venuti a prenderlo in Sierra Leone, prima del decollo di rientro per Roma.

di Adriana Paolini

 

Linkografia

http://www.massacritica.eu/wp-admin/post.php?post=8007&action=edit
http://www.who.int/features/2014/dg-mali-visit/en/
http://www.who.int/features/ebola/en/
http://www.who.int/csr/resources/publications/ebola/response-roadmap/en/
http://www.who.int/csr/resources/publications/ebola/en/
http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/139691/1/WHO_EVD_Guidance_PoE_14.2_eng.pdf?ua=1
http://www.consilium.europa.eu/press?lang=en

http://www.emergency.it/index.html

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