Stazioni metropolitane di Napoli: Pompei A.D. 2007

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“Un progetto da cinquecento milioni di euro, tutti già finanziati, con incarico affidato dalla Regione a un concessionario costituito da un pool di imprese coordinate dall´Ansaldo, che intende non solo migliorare l´uso della ferrovia, ma riqualificare l´intero territorio.” (Repubblica 17 gennaio 2008)

Brjullov The last day of pompei

Karl Brjullov, “The last day of Pompei”, 1830 ca., Museo di Stato Russo, San Pietroburgo.

Nel 79 d.C. una esplosiva eruzione del Vesuvio portò alla distruzione di alcuni dei più grandi centri del golfo partenopeo, tra i quali Pompei, Stabia, Ercolano ed Oplonti.

Per secoli queste città rimasero sotterrate, fino all’inizio del XIX secolo, quando vennero effettuati gli scavi archeologici che fecero riaffiorare la città di Ercolano. Per volere di Carlo III di Borbone, re del Regno delle due Sicilie, i numerosi scavi effettuati in tutta le aree limitrofe al Vesuvio riportarono alla luce le testimonianze più integre della cultura romana del I secolo d.C.: Pompei, Stabia, Bosco Reale, Torre Annunziata e Oplonti.

Questi spettacolari ritrovamenti archeologici si radicarono ben presto nella cultura collettiva europea, influenzando fortemente molti ambiti culturali quali la pittura, la scultura, la letteratura e l’architettura. Da tutta Europa iniziò, così, un esodo massiccio e inarrestabile  di visitatori, affascinati da queste città il cui tempo si era fermato a duemila anni prima. Tra i personaggi maggiormente affascinati dai ritrovamenti e che influenzarono di più la cultura ottocentesca c’è sicuramente Johann Winckelmann, che pubblicò e diffuse alcuni disegni sulle rovine di tutti i siti archeologici che furono scoperti in quel periodo. Winckelmann affermava che gli unici modelli da prendere come riferimento per le arti e in senso lato erano quelli classici, simboli di armonia e perfezione.

Tutta la generazione culturale successiva a Winckelmann venne sedotta dal fascino dell’archeologia, il cui punto fermo era, oltre a Roma e Atene, proprio Pompei.

Immagine storica di Pompei.

Immagine storica di Pompei.

Pompei patrimonio Unesco

Nel 1997 l’UNESCO ha riconosciuto gli scavi archeologici di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata come Patrimonio dell’umanità, il 23esimo in Italia. Dagli anni 2000 ad oggi Pompei ha registrato un numero costante  di visitatori, circa 2 milioni, rispetto al numero, 10 volte inferiore, di quelli di Ercolano. Nel 2013, nei centri meno conosciuti, come Oplonti, Stabia e Boscoreale il numero di visitatori annuali è stato molto più basso:  rispettivamente di 45mila, 30mila e 8mila turisti.

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Affluenza dei visitatori nel periodo 2000-2011. Sito della Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Pompei Ercolano Stabia, http://www.pompeiisites.org/

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Sempre nel 2013, fra marzo e settembre, è stata organizzata una mostra al British Museum di Londra, dal titolo Life and death in Pompeii and Herculaneum (Vita e morte a Pompei ed Ercolano), sponsorizzata dall Goldman & Sachs e realizzata con la collaborazione della soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Pompei. L’esposizione, con più di 450 manufatti prestati dalla soprintendenza di Napoli e Pompei, tra mobili, statue, oggetti di arredamento e affreschi, consisteva nel ricreare gli usi e i costumi della cultura della quotidianità a Pompei ed Ercolano, facendo capire che “quelle persone facevano le stesse cose che facciamo oggi”.

La mostra riscosse un grandissimo successo e risultò la terza più vista al British Museum, dalla sua fondazione nel 1753.

Durante i sei mesi della mostra, il numero di visitatori previsto (250mila) venne superato già nei primi tre mesi, fino ad arrivare a un totale di 471mila persone. Negli stessi sei mesi (anno 2013) Pompei raggiunse 1,7 milioni di visitatori, mentre Ercolano solo 250mila, poco più della metà di quelli del British Museum.

Il progetto di Peter Eisenman per la stazione di Pompei

Elaborazione grafica

Elaborazione grafica di Peter Eisenman a cura di Fabrizio Esposito. La Pompei del futuro, a sx, si contrappone a quella del passato, a dx.

“Non si trattava solo di progettare una stazione, ma di concepire un´idea culturale che permettesse a questa infrastruttura di connettere il passato al presente come importante occasione del futuro.” (Peter Eisenman)

Pompei è una città che nel corso degli ultimi secoli ha avuto un notevole sviluppo, non solo incentrato sulla presenza degli scavi archeologici, ma anche perché sede del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, meta di pellegrinaggio per molti fedeli di tutto il sud Italia.

Questa bipolarità all’interno del tessuto urbano ha portato alla creazione di due centri indipendenti e che dialogano con difficoltà. Questa interruzione è accentuata ancora di più dalla presenza dei binari della Circumvesuviana, sulla quale vi sono due stazioni che servono la città: Pompei Scavi/Villa dei misteri e Pompei Santuario.

Data la grande portata di turisti che ogni anno arriva da tutto il mondo, nel 2006 è stato bandito un concorso per la realizzazione di due nuove stazioni per la città di Pompei. Il concorso è stato vinto da Peter Eisenman, architetto americano di fama internazionale, autore, tra le tante altre opere, del memoriale per gli Ebrei a Berlino realizzato nel 2005.

5_Pompei 6_Progetto della Stazione di Pompei 7_Progetto della Stazione di Pompei

Eisenman decide di lavorare su larga scala intervenendo oltre che sulle stazioni anche su tutto il territorio, cercando di unificare i nuclei disconnessi della città di Pompei.

Il progetto nasce dal prolungamento del decumano della città romana, dal quale si sviluppano una serie di direttrici ricavate dalla sovrapposizione delle più rilevanti connotazioni urbanistiche della città. Il progetto è infatti particolarmente complesso e si propone di essere, anche in maniera un po’ invasiva e autoreferenziale, quale fulcro della futura città di Pompei, connessione quindi fra moderno e antico.

Il progetto doveva essere realizzato nel 2010, su un’area di 18000 m^2, con un finanziamento dell’Unione Europea e a un costo preliminare previsto di 25 Milioni di euro. Ora il progetto è ancora sulla carta, non c’è neppure un cantiere… Italia che vai Napoli che trovi.

di Fabrizio Esposito

 

Linkografia e Bibliografia:

Pubblicazioni su riviste del progetto di Eisenman:

– GA document no. 97, giugno 2007

– Domus no. 907, ottobre 2007