Società intelligenti basate su macchine pensanti

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Nel mondo futuro persone e macchine lavoreranno insieme

La società intelligente concetto complesso, linguaggio futuristico, fantascientifico, ma le “società intelligenti” stanno già lentamente emergendo intorno a noi.

Ad esempio, gli utenti della strada, pedoni, ciclisti e automobilisti, possono costituire un “pool di risorse” per tecnologie innovative basate su Internet of Things. Il loro comportamento, misurato dai sensori del veicolo e della strada, determina tempi di arrivo di autobus in tempo reale e può aiutare a ottimizzare il traffico urbano, realizzando così il trasporto delle città intelligenti. L’attività sui social media tramite le popolari app di jogging può rivelare scorciatoie e percorsi sicuri.

 

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Ma il carpooling, il couch-surfing e le biciclette condivise con GPS ci danno solo un accenno di ciò che il futuro potrebbe riservare. Uno sguardo più approfondito in questa direzione è stato dato dal progetto SmartSociety dell’Unione Europea Future and Emerging Technologies (FET), che ha studiato e sviluppato il modo in cui le persone e le macchine lavorano insieme.

Soluzioni basate su macchine per l’elaborazione dei dati, ma hanno scarse prestazioni nel riconoscimento di immagini o prendono decisioni basate su dati limitati. Sfruttare il potere dei computer e dei cervelli umani apre un nuovo mondo di possibilità. Basta guardare al potenziale scientifico di strumenti come Galaxy Zoo, una piattaforma web che riunisce ricercatori, computer e volontari per progetti di citizen science.
Ognjen Šćekić, ricercatore dell’Università di Vienna, University of Technology, e uno dei ricercatori leader di SmartSociety, afferma che l’iniziativa ha contribuito alla sua ricerca teorica sull’architettura di complessi sistemi informatici che integrano l’intelligenza umana e quella artificiale.

È stato coinvolto nella costruzione di un set di strumenti software chiamato SmartCollectives, che aiuta le persone a sviluppare altre piattaforme di social computing costruendo moduli extra personalizzabili su di esso, quindi “implementando rapidamente una piattaforma attraverso la quale è possibile coinvolgere i partecipanti umani nell’esecuzione di compiti fisici.

Queste attività, ad esempio, possono essere attività legate a viaggi e turismo. Il set di strumenti consente di simulare e testare le interazioni “ibride” uomo-computer in quelli che sono noti come sistemi adattivi collettivi.

Questi sistemi raccolgono dati dalla macchina e input umani e li misurano rispetto ai piani originali per valutarne l’efficienza. I ricercatori guardano anche a qualsiasi comportamento adattivo (o “emergente”) derivante dal sistema nel suo insieme, che non era previsto.

Šćekić spiega che l’obiettivo principale del progetto era quello di fornire una base teorica per una comprensione più coerente dell’argomento. Ma, a seguito del progetto SmartSociety (per 7 milioni di euro), ne sono nate applicazioni attuali e pratiche, che tra il 2013 e il 2016, ha riunito 29 ricercatori di otto università e due società private.

 

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Ad esempio, una di queste è SmartNurse, uno strumento didattico interattivo per i nidi di infanzia. Secondo WhiteRabbit sarà un programma di valutazione del valore dei dati personali. Entrambi i progetti dovrebbero portare risultati tangibili nella seconda metà del 2018.

In questo mondo di sensori, big data e social network, non tutti condividono la visione di una società perfettamente integrata digitalmente e più intelligente, se poi si dimentica la dimensione sociale.