Sirtaki, il messaggio del popolo greco al mondo

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zorba_il_greco_anthony_quinn_michael_cacoyannis_032_jpg_epzyTi voglio troppo bene per non dirtelo – dice Zorba nella scena finale del film – tu mister hai tutto meno una cosa: la pazzia. Ci vuole un po’ di pazzia se no non potrai mai strappare la corda ed essere libero”. “Insegnami a ballare” risponde John.

Il Sirtaki nasce grazie al film Zorba il greco (1964), diretto da Michael Cacoyannis e tratto dall’omonimo romanzo di NikosKazantzakis. Si tratta del risultato dell’unione di due precedenti versioni, una normale e una più lenta, della danza popolare greca chiamata hasapiko (in greco χασάπικος). Questo ballo, e la musica stessa (di Mikis Theodorakis), vengono anche chiamate danza di Zorba proprio per via dell’ampia popolarità che seguì il lancio del film. Il Sirtaki si è diffuso velocemente in tutto il mondo mantenendo però uno stretto legame con la Grecia, paese di cui ben presto ne diventa simbolo ed emblema. È sicuramente una delle attrazioni culturali tipiche della Grecia e anche dei ristoranti in stile greco sparsi in tutto il mondo.

La peculiarità di questa danza è il suo ritmo: un continuo crescendo. L’origine del nome, syrtos, proviene da una tradizionale danza popolare, scandita da frequenti passaggi di rimescolamento tra i partecipanti: la fase lenta, epidiktos, stile di danza saltellante e quella veloce. Generalmente il Sirtaki viene ballato in formazione lineare, o più raramente a cerchio, con le mani sulle spalle del vicino. La danza inizia con movimenti lenti e armoniosi che si trasformano in veri e propri salti e balzi quando il ritmo crescente raggiunge il suo apice. Questo ritmo gioioso favorisce la trasmissione dei valori di esaltazione dell’amore, dell’amicizia e della celebrazione alla vita, espressi dall’abbraccio che unisce i ballerini.

Nonostante la sua giovane diffusione il Sirtaki è diventato così famoso in Grecia che viene spesso confuso e definito come un’antica danza popolare. E anche se in effetti lo si può definire come parte del patrimonio greco, è assolutamente sbagliato affermare che affondi le sue origini nella millenaria cultura greca.

Come si balla

Folklore Grec.jpgSi tratta di un ballo molto semplice che prevede la disposizione dei ballerini in cerchio (o in linea), ognuno con le mani appoggiate sulle spalle del vicino. Si inizia con dei passi appena accennati o con un battito di mani. Il ritmo iniziale è di 4/4 e per tutta la sua durata si devono eseguire piccoli saltelli dalla posizione di partenza, a gambe leggermente divaricate, portando avanti il piede sinistro e lasciando il destro indietro. Dopo la battuta di punta si torna alla posizione di partenza. La seconda mossa prevede lo stesso identico movimento invertendo però le precedenti mosse delle gambe: quindi a fare il saltello sarà la sinistra. Proseguendo con questi saltelli alternati ci si accorgerà ad un certo punto che il ritmo è passato a 2/4 e quindi che la velocità dovrà essere conseguentemente aumentata e i salti dovranno essere più alti.

Ecco come si balla: http://www.esseresani.it/come-ballare-il-sirtaki-o-danza-di-zorba-30429.html

Le origini

Alcuni affermano che questa danza abbia preso ispirazione da due danze Hasapiko (dal greco χασάπικο), il syrtos, ed il pidiktos.

Il termine hasapico in greco significa macellaio, infatti questo genere di ballo viene chiamato anche danza dei macellai. Le sue origini risalgono all’impero bizantino ed in particolare all’interno della corporazione dei macellai arvaniti, un popolo di origine albanese. Successivamente si diffuse nelle zone occidentali dell’Asia minore e nei primi anni del secolo scorso era nota come Costantinopoli.

Zorba Il Greco – Sirtaki Originale wawe

Il Syrtos

Dal termine greco “Συρτός”, indica vari balli popolari danzati in occasione di matrimoni e altre feste. Il ritmo è 4/4, mentre i passi sono come quelli del ballo kalamatianos –ballo risalente all’antica Grecia e descritto anche nell’Iliade di Omero-. A seconda della zona, in Grecia questo ballo acquista sfumature diverse.

Il Pidiktos

Il Pidiktos (o ballo Maleviziorikos)  è una danza molto diffusa a Creta (anche se noto in tutto il paese e probabilmente originario delle montagne situate nell’entroterra) che ha come peculiarità quella di essere saltato, piuttosto che ballato. Lo si ritrova nella musica araba, anche se sicuramente in misura minore rispetto al syrtos. È un ballo tipicamente maschile, ma solitamente viene ballato anche dalle donne.

Il film

Nel film a ballare il Sirtaki è Anthony Quinn (Zorbas) in uno sfrenato duetto con Alan Bates (Basil, giovane scrittore inglese trasferitosi per fare affari a Creta). Ma grazie alla bravura del musicista MikisTheodorakis, autore della colonna sonora, e del regista Michael Cacoyannis, nel film sono riusciti ad amalgamare antiche tradizioni popolari e a farle rinascere in epoca contemporanea come occasione di felicità, amicizia e libertà. Non si tratta di semplice musica, è qualcosa di più. Queste note vogliono trasmetterci un messaggio e dal successo avuto dal film possiamo pensare che ci siano riuscite.

La trama

Il film racconta la storia di un giovane scrittore inglese, Basil, che si reca a Creta per rilevare la miniera ereditata da un defunto parente. Qui conosce Zorba, inguaribile ottimista e uomo dai mille mestieri, che gli fa scoprire il bello della vita e la gioia di continuare malgrado gli intoppi e le sventure.

La scena del ballo nel film: http://www.youtube.com/watch?v=4UV6HVMRmdk&feature=player_embedded

Sirtaki a Volos 31-8-2012SirtakiSirtaki, danza da record

Il 31 agosto 2012 si sono riuniti a Volos (Magnesia, Tessaglia) ben 5614 partecipanti provenienti da tutta la Grecia pronti a superare l’ultimo record, detenuto da Rodi per il maggior numero di danzatori di Sirtaki all’unisono. I partecipanti, sotto lo sguardo vigile dei giurati, hanno ballato creando lunghissime catene umane che per 5 minuti ininterrotti hanno eseguito la sequenza di passi tipica di questa danza. Il nuovo record, superando di gran lunga le aspettative, è stato festeggiato con fuochi artificiali e con grande gioia di un popolo che nonostante le difficoltà ha trovato la forza di sfidare, simbolicamente, con questa danza la crisi attualmente in corso, al di là del sesso e dell’età.

di Mariacristina Carboni