Shanghai: una tra le megalopoli più popolate e inquinate al mondo

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vecchia Shanghai

Shangai, città vecchia.

La città più popolosa al mondo, secondo un censimento che risale al 2009, è proprio Shanghai, in Cina, con ben 20.030.048 abitanti. Per riuscire meglio ad immaginarsi di che numeri stiamo parlando è sufficiente considerare che la densità della popolazione per kilometro quadrato è pari a 3.632 persone. Sono numeri che hanno dell’incredibile, sicuramente, ma sorge quindi spontanea una domanda: una città che è riuscita negli ultimi anni ad ottenere una crescita economica, finanziaria, commerciale e demografica così notevole e che è stata in grado di diventare uno dei più importanti porti commerciali al mondo, come sta vivendo il problema inquinamento?

Secondo alcuni studi recentemente effettuati, Shanghai, oltre ad essere la città più popolata al mondo, è anche la città più inquinata della Cina. Probabilmente l’inquinamento in questo paese non costituisce più una fonte di meraviglia per nessuno, è fin troppo risaputo di come qui l’aria sia sempre più irrespirabile. Comunque c’è chi si muove per far fronte a questo problema come c’è purtroppo invece chi lo asseconda per favorire i propri interessi o, peggio ancora, per totale disinteresse. A Pechino sono state adottate molte misure, con alcuni nuovi progetti davvero imponenti, al fine di migliorare l’ambiente e salvaguardare noi stessi e la Terra, anche se tutt’ora la situazione resta critica. Ma che misure sta adottando Shanghai? E qual è la situazione attuale?

28 Luglio a Qidong

28 Luglio a Qidong.

Una dimostrazione anti-inquinamento

28 Luglio a Qidong, non molto lontano da Shanghai, gli attivisti hanno incentivato la popolazione di Shanghai a protestare. La polizia arresta le persone e le mette sotto sorveglianza.

La polizia di Shanghai si prepara a far fronte alle proteste in massa contro l’attuale inquinamento delle acque dopo la divulgazione su internet di un invito a partecipare alla dimostrazione del 19 agosto 2012. In base a quanto affermato in diverse interviste e resoconti online, gli attivisti sono stati arrestati, le discussioni online sono state poste sotto controllo e i presunti organizzatori della protesta sono stati messi sotto stretta sorveglianza.

L’argomento principale della manifestazione verteva sull’inquinamento del bacino Qingcaosha, vicino a Shanghai, che, come è stato sostenuto dagli attivisti, danneggiava gravemente anche la grande città e i suoi abitanti.

Il messaggio affermava “I cittadini si stanno preparando a una marcia di massa per dimostrare contro l’inquinamento” e che “Per evitare un potenziale scontro, chiediamo ai cittadini di mantenere la manifestazione pacifica, razionale, e non violenta al fine di raggiungere il nostro obiettivo”.

A fine Luglio i manifestanti di Qidong hanno sfondato un blocco di polizia e hanno fatto irruzione in un edificio governativo prendendo il sindaco e strappandogli la camicia di dosso. In quel caso la protesta era contro la prevista costruzione di un oleodotto per una fabbrica di carta giapponese che avrebbe aumentato ulteriormente il tasso di inquinamento.

fiume Yangtze

Fiume Yangtze.

Successivamente sono emersi dati secondo cui anche senza la realizzazione di questo progetto, il deflusso dei rifiuti sarebbe confluito nel fiume Yangtze e avrebbe contaminato ugualmente la fornitura d’acqua di Qingcaosha.

La polizia sospetta che gli organizzatori siano due noti attivisti pro-democrazia residenti a Shanghai: WangJianhua, già arrestato e incarcerato due anni, per aver preso parte alla protesta di Piazza Tiananmen del 1989, e Yang Qinheng, altro noto attivista. Come affermato da Wang i loro computer sono stati subito sequestrati e loro stessi sono stati interrogati, ma entrambi non hanno fornito informazioni rilevanti sul loro ruolo in questa protesta.

Wang ha osservato comunque che probabilmente la preoccupazione della polizia è quella che la protesta a fini ambientali possa dilagare ed essere sfruttata anche per altri scopi politici.

Uno specchietto introduttivo, che rende bene l’idea di quando sia precaria la situazione sul fronte inquinamento. Ma questo non è che l’inizio. I problemi causati dall’inquinamento, e in particolari quelli di cui soffre Shanghai, non si limitano a semplici proteste. I danni che può causare sono ben più gravi.

Shangai bici2012: Cina, inquinamento da record e migliaia di morti

Migliaia di morti, danni ambientali ed economici. La causa è il dissesto ecologico cinese. A Pechino si stanno già muovendo verso una maggiore trasparenza e verso un futuro più green.

Uno studio pubblicato dalla Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Pechino e da Greenpeace riferisce che a Pechino, a Shanghai, a Guangzhou e a Xìan le morti premature del 2012 a causa dei livelli insostenibili di particolato nell’aria sarebbero 8.572. Inoltre le perdite economiche consistono in circa 6,8 miliardi yuan (oltre 700 milioni di euro). Sempre nello stesso studio si comunica che se i livelli di concentrazione del particolato scendessero ai livelli di guardia indicati dall’Organizzazione Mondiale della sanità le morti si ridurrebbero dell’80%.

Gli autori hanno inoltre comunicato che la percentuale maggiore di decessi è stata registrata proprio a Shanghai, dove la concentrazione di particelle dannose non è la più alta tra le città menzionate, ma il numero di morti maggiore è dovuto alla quantità di popolazione concentrata in questa città.

Un ultimo aspetto interessante di questo studio è quello secondo cui gli abitanti del nord e del sud del paese sono diversamente sensibili all’inquinamento e che il particolato in luoghi diversi è costituito da componenti diverse e quindi con differenti effetti.

Lo smog visto dall’alto

«Mi trovo a Shanghai, e in effetti in questa città non si vede mai il sole. Né d’estate né d’inverno: c’è una cappa costante. Leggendo i giornali cittadini, mi rincuora sapere però che stanno iniziando delle politiche che limiteranno l’inquinamento. Hanno parecchia strada da fare, ma hanno capacità, risorse e volontà per farlo». Ecco il commento fornito al Corriere della Sera da un italiano in viaggio in Cina.

Le inchieste e gli articoli riguardanti l’inquinamento in Cina ormai si sprecano e c’è addirittura chi insinua che si potrebbe trattare di una campagna per minare l’immagine di Pechino nel mondo. Quale che sia il motivo che spinge a trattare di questo argomento resta un dato di fatto, anche dalle immagini satellitari disponibili in rete e messe a disposizione dalla Nasa è evidente che la visuale delle terre sottostanti è fortemente distorta se non impossibile da identificare. Sono foto che ci mostrano chiaramente come la situazione sia giunta davvero al limite –si parla di molti voli cancellati o ritardati presso l’aeroporto di Pechino a causa della densità dello smog che ha ridotto drasticamente la visibilità- e che ci dovrebbe spingere tutti a fare qualcosa per aiutare a ripristinare l’equilibrio naturale.

Shanghai_SkyscapeDopo Expo, torna l’incubo?

A quanto pare è proprio quello che è successo. Nel corso dell’Expo conclusosi nell’Ottobre 2010, esposizioni da record a Shanghai, con un afflusso di 70 milioni di persone, lo smog era stato tenuto lontano dalla città così che i visitatori potessero ammirare il meraviglioso connubio tra grande sviluppo e ambiente. Niente di più falso! Dopo neanche un mese dalla fine della fiera la città ha ripreso tutti i suoi ritmi abituali ricadendo nuovamente nella nube di smog che l’ha sempre circondata. I dati forniti dal quotidiano statale China Daily riferiscono che già a Novembre l’inquinamento era più che triplicato rispetto ai valori calcolati nel corso della fiera e che proprio a Novembre il tasso di gas nocivi è stato così alto da superare tutti i picchi dei cinque anni precedenti.

Secondo il rapporto del centro di monitoraggio per l’ambiente di Shanghai, nel 2010, la densità giornaliera di PM2,5 oscillava tra i 0.007 mg e i 0,245mg, quando invece il limite massimo prestabilito era di 0,075mg. Questo nonostante l’amministrazione della municipalità di Shanghai dichiarava in occasione dell’Expo che la qualità dell’aria nella capitale economica cinese era una delle migliori al mondo.

«Dopo l’Expo, i livelli di inquinamento sono aumentati in maniera fenomenale. La cosa potrebbe davvero essere una forte limitazione ai progetti di Shanghai di divinire un hub finanziario globale e attrarre affari», afferma un consulente.

Ma l’agenzia di protezione dell’ambiente di Shanghai anziché agire con misure decise incolpa il freddo del nord e i mesi di novembre e dicembre che sono sempre quelli con maggiori problemi di inquinamento.

Nel frattempo, a Shanghai sembra non essere cambiato niente. Come se i benefici dell’Expo fossero stati soltanto un sogno, i cittadini sono costretti nuovamente a subire i danni e i rischi dell’eccessivo inquinamento.

Shanghai: Nuovo sistema di misurazione dell’inquinamento dell’aria come da norme internazionali

16 Novembre- Shanghai e altre 24 città nella Cina orientale hanno adottato un nuovo sistema di misurazione dell’inquinamento dell’aria  conforme alle nuove norme internazionali.

Finora infatti, in Cina,veniva utilizzato lo standard del PM10, ovvero il particolato formato da particelle di diametro inferiore a 10 micron. In seguito alle diverse polemiche sorte sul vecchio sistema di misurazione in cui i dati forniti spesso non concordavano con le stesse misurazioni effettuate dagli americani, è stato definitivamente scelto di adottare il sistema standard. Ora infatti “I nuovi criteri di valutazione prendono in considerazione anche i PM 2,5, il monossido di carbonio e l’ozono” spiega l’ingegnere capo del Centro di monitoraggio ambientale di Shanghai. Il nuovo standard PM2,5 verrà introdotto ufficialmente in tutte le 24 città entro il prossimo quinquennio. Speriamo che questa decisione sia un primo spiraglio di apertura verso le esigenze del popolo e del pianeta, così che nel prossimo futuro, o addirittura fin da ora, si possano avviare dei nuovi progetti, che siano decisivi e volti a risolvere il problema dell’alto tasso di inquinamento presente nell’aria.

Popolazione e inquinamento: due parenti molto stretti

Fortunatamente secondo alcuni esperti del centro di Shanghai la situazione, nel prossimo futuro, dovrebbe tendere a migliorare. Grazie anche ad una serie di misure che vanno dal monitoraggio continuo dell’ambiente, al controllo delle emissioni inquinanti provenienti dalle autovetture e dalle fabbriche, e in particolar modo con l’utilizzo sempre crescente delle energie pulite si può dire che c’è ancora speranza. Shanghai è la città più popolosa al mondo e sicuramente è anche tra le più inquinate. Nonostante ciò c’è ancora spazio per rimediare. All’amministrazione locale non resta che mettere in pratica nuovi progetti per contrastare l’inquinamento, proprio come si sta impegnando a fare la vicina Pechino.

Pensieri e riflessioni della vita quotidiana legate al mondo asiatico 

Gandhi e l’acqua che scorre

“Mantieni i tuoi pensieri positivi
Perché i tuoi pensieri diventano parole
Mantieni le tue parole positive
Perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti
Mantieni i tuoi comportamenti positivi
Perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini
Mantieni le tue abitudini positive
Perché le tue abitudini diventano i tuoi valori
Mantieni i tuoi valori positivi
Perché i tuoi valori diventano il tuo destino”.

— Mahatma Gandhi (Mohandas Karmchand Gandhi)

A volte guardando l’acqua che scorre viene voglia di perdersi in essa. Questo scorrere inesorabile ed inarrestabile fonte di ogni vita e di ogni perdizione risulta forse l’immagine più adeguata a rappresentare la nostra vita. Molti poeti, musicisti e scrittori l’hanno usata come metafora o come fonte di ispirazione. Ma cosa succede quando sempre lei, la nostra dea quotidiana, diventa anche sinonimo di torbidità? Perdersi in essa vuol forse dire perdere coscienza di sé e del mondo in cui viviamo? Forse. Dipende sicuramente dalla corrente che scegliamo di seguire.

Oggi giorno vediamo la vita scorrerci davanti e spesso non facciamo altro che rincorrerla. La seguiamo fedeli come un cane segue il padrone e non ci soffermiamo mai a chiederci dove ci stia portando e, soprattutto, se sia la direzione che vogliamo effettivamente intraprendere.

Se vi capita, parlate con amici e parenti, chiedetegli dei loro sogni, di quanti ne abbiamo effettivamente realizzati e invece, se hanno il coraggio di ammetterlo, quanti siano i loro rimpianti.

Le risposte potrebbero essere di tre tipi: la prima, e più probabile, è quella in cui vi diranno che hanno ancora molti sogni, ma che la nostra società li rende di difficile realizzazione; una seconda risposta potrebbe essere che si ci sono dei rimpianti, ma che non vale la pena soffermarcisi perché la vita è ancora lunga e piena di possibilità, si spera; l’ultima risposta, e anche la più difficile da ricevere (o dovrei dire da ammettere?), è quella in cui vi diranno che i loro sogni sono svaniti, che credono solo nel passato, nel presente o nel futuro semplicemente per quello che sono (in genere queste persone vivono alla giornata, non nel senso comune del termine, ma semplicemente trincerano la loro mente soltanto nell’oggi e salvo analisi superficiali non penseranno mai al futuro, quanto piuttosto al passato). Ma chi delle persone interrogate vi risponderà: “Ho sicuramente dei rimpianti nella mia vita, a molti di questi non sono riuscito a porre ancora rimedio, ma mi sto ancora impegnando per riuscirci.

Credo nel futuro e nelle sue possibilità. Ma credo ancora di più nella nostra vita e nelle nostre possibilità. Penso che il futuro ce lo si debba costruire da soli e io mi sono mossa, mi sto muovendo e continuerò a muovermi affinché il mio futuro e quello di tutti quelli che incrociano la loro strada con la mia sia il migliore possibile. Inoltre si, io ho realizzato almeno parte dei miei sogni”. Stiamo parlando di ottimismo e di pessimismo? Forse. Stiamo parlando di forza di volontà? Forse. Stiamo parlando dell’acqua che scorre? Sicuramente sì.

Grazie alla nostra voglia di vivere possiamo far si che l’immergersi in acqua sia un beneficio e una purificazione, una fonte di forza e di vita, di salvezza come nel caso del Gange, e non soltanto un rabbuiarsi concentrandosi sui propri errori, sui propri difetti, sulle proprie sofferenze e sul proprio passato lacunoso (non mi soffermerò su chi vive nel passato in quanto unica fonte di positività per ora).

Come ha fatto un uomo come Gandhi a diventare un simbolo così luminoso per tutti? Rispettato perfino da coloro che con lui, con la sua terra e con la sua religione non hanno niente da spartire?

Semplice: lui ha condiviso le sue idee, idee positive. Ha lottato per quello in cui credeva. Si è fatto forza così da poter far forza anche agli altri. Lui è diventato la forza.

Una persona semplice, nata e cresciuta tra mille problemi come tutti. Mangia, beve e dorme come tutti.

Cos’ha di così speciale? Lui crede in sé stesso, in quello che pensa e in quello che dice. Questa è la sua forza.

Quella che lo sostiene e che lo fa ridere, anche quando da ridere c’è ben poco. Allora quello che dobbiamo imparare tutti è che, come ci insegna il maestro, pensare positivo non serve agli altri o a farsi accettare da loro, serve a noi e per noi. Pensando positivo impareremo anche a parlare positivamente, contagiando così anche chi ci sta intorno, proprio come l’acqua che scorre è capace di ripulire l’acqua torbida.

Ma questo non basta, dobbiamo perseverare con i nostri pensieri e con le nostre parole perché la debolezza, la torbidità è sempre dietro l’angolo.

Non appena la corrente diventa meno forte lo sporco della vita si rialza e offusca la nostra visuale impedendoci di ritrovare la strada.

Ma se abbiamo qualcuno che ci aiuta a mantenere la corrente forte e salda nella sua direzione, capace di passare in ogni insenatura e in ogni minimo spazio libero, allora si che possiamo farcela.

Potremo mantenere l’acqua del nostro stagno bella e limpida fino al momento in cui ci sentiremo pronti ad accudire da soli al nostro stagno ed infine ad aprire le dighe.

Quando arriverà questo momento ve ne accorgerete sicuramente, e allora viaggerete scoprendo luoghi sempre nuovi bagnati da acque diverse e per voi sconosciute. Attraverserete i deserti, ma la vostra acqua non si asciugherà, scalerete le montagne, ma troverete la forza di salire fino in cima ed infine scenderete in profondità e scoprirete il cuore della Terra imparando ad amarla per quella che è  e a rispettarla. Ed è così che da un pensiero buono e giusto, un pensiero positivo, avrete scoperto la parola; dalla parola sarete passati all’azione; dall’azione ad un’abitudine e dall’abitudine ad un valore, diventando finalmente gli artefici del vostro vero e unico destino. Non più vincolati alle parole e ai pensieri altrui potrete scoprire il mondo e conquistarlo a piccoli passi, piccoli, ma coraggiosi e pieni di speranza. E continuando su questa strada raggiungerete un giorno tutti i vostri sogni, ma non temete, non siete più vincolati ad uno stagno, una mano piena di sogni realizzati non significa la fine, dopotutto vi resta ancora l’oceano da scoprire.

di Maria Cristina Carboni

 

in giro per la rete…

Una tesi di Ca Foscari

Link :

http://www.nfiere.com/medio-ambiente/cina/

http://www.asianworld.it/forum/index.php?showtopic=4470

http://www.expo2010italia.gov.it/ita/cosa-e (qui trovate anche il link alla pagina ufficiale dell’Expo 2010)

http://www.corriere.it/esteri/10_maggio_01/Fuochi-d-artificio-e-orgoglio-A-Shanghai-l-Expo-dei-record-del-corona_6fa846ae-552b-11df-a414-00144f02aabe.shtml