Luc Schuiten e l’archiborescence

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Luc Schuiten

La preoccupazione per le sorti del pianeta e per le condizioni di vita degli esseri umani è tra i temi più dibattuti di questo terzo millennio. Molte le proposte e le proiezioni sulle possibili urbanizzazioni delle grandi città metropolitane in cui si concentreranno sempre di più le grandi masse del mondo. E’ quindi ragionevole e doveroso pensare a progetti di ubani che ipotizzino la costruzione di veri e propri ecosistemi di sopravvivenza, che tengano realmente conto delle necessità “green” dell’essere umano.

L’inizio di questo millennio è, infatti, caratterizzato dalla crescente consapevolezza dell’importanza dei cambiamenti climatici e di come questi condizioneranno il futuro del nostro habitat. La vera rivoluzione culturale di questo secolo sarà quella di accettera di cambiare radicalmente i nostri comportamenti.

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Luc Schuiten, architetto belga, classe 1944, ha dedicato l’intera sua carriera professionale alla progettazione di ambienti residenziali nelle parti più periferiche e problematiche delle grandi città.

Ecologista da sempre, spende molta parte della sua attività  a immaginare e disegnare città fantastiche, nelle quali la natura non riveste solo un mero ruolo ornamentale, ma diventa protagonista e parte integrante del tessuto urbano, degli edifici e degli stessi alloggi abitativi.

Il suo modo di pensare ha finito, nel tempo, per catalizzare numerosissimi progetti e ha dato vita, alla fine,  a una nuova architettura da lui stesso definita: “Vegetal City”.

Secondo Luc le soluzioni fin qui proposte dalle grandi organizzazioni mondiali non saranno sufficienti a fermare le emergenze in corso, perché nella sostanza non innescano nessun processo innovativo. Non si preoccupano, cioè,  di riconciliare l’uomo con la natura ne di stabilire delle forme di cooperazione che permettano una convivenza equilibrata ed armonica, che Luc chiama “archiborescence”.

Per trenta’anni Luc ha immaginato e realizzato case, paesaggi urbani e città osservarndo gli ambienti naturali e trovando da essi ispirazione.

Nei suoi progetti questo architetto un po’ visionario esplora ad esempio gli aspetti problematici di alcune città belga e “ripensa” questi centri urbani a partire dai valori fondamentali dell’ambiente naturale e di come in quel contesto vi si inserisce la vita delle comunità.
La sua prima preoccupazione è quella di comprendere l’identità ecologica e culturale di un luogo, per valorizzarla in una nuova veste eco-moderna.

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Seraing, per esempio, è ormai una città simbolo di desolazione, inquinamento, sfiducia e impoverimento urbano. Questa città, nata esclusivamente per la produzione industriale, è completamente priva di qualsiasi considerazione per la vita. Soffocata da edifici industriali, che dominano completamente la terra e il cielo, ha asservito gli abitanti delle zone residenziali ad adattarsi alle esigenze e alle necessità della produzione industriale, che peraltro ora non esiste più. Luc ha così recuperato la strada pedonale, assegnando un ruolo principale all’acqua che corre come un nastro di vitalità ed energia, con erbe e fiori selvatici sulle sue sponde, e al contempo lava via al suo passaggio un passato di stortura e disumanità. L’acqua gira in un circuito chiuso, grazie ad una pompa alimentata da pannelli solari collocati sul tetto di un edificio nelle sue vicinanze.

Nel tunnel che passa sotto la Rue de la Loi a Bruxelles, ispirandosi alla natura Luc ha progettato alberi metallici lungo il marciapiede, che fungono da supporto per l’illuminazione. Le pareti della galleria sono coperti con i disegni in ceramica che ricordano il fogliame.

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Nella città di Verviers, capitale della Vallonia, fiumi e torrenti, diventano veri e propri corridoi di vita che passano attraverso moderni centri abitati e ne costituiscono un’importante risorsa. Qui le acque del fiume Vesdre sono minacciate dalla costruzione di un centro commerciale di 30.000 mq che corrono lungo le sue rive, attorno alle quali la città è cresciuta. Luc osservando lo sviluppo di questo corso d’acqua in un modo nuovo ha progettato delle passerelle pedonali che forniscono accessi a spazi verdi e costituiscono il punto di incontro con grandi aiuole coperte di erbe selvatiche. Una ruota idraulica porta l’acqua dal fiume ad alimentare un torrente che sfocia in un giardino alberato e successivamente si snoda per alimentare degli stagni posti su entrambi i lati della passerella, fino a sfociare nel Vesdre. Le spiagge che si trovano sulle sponde, sono suscettibili di allagamenti, proprio come quando il fiume è in piena. E’ un vero trionfo di natura, in cui l’uomo ritrovo la sua pace e il suo equilibrio più intimo.

di Adriana Paolini

http://www.vegetalcity.net/

http://www.youtube.com/watch?v=8Uu_fx5Ss-Y

http://www.youtube.com/watch?v=xKacTH3SRUE

http://www.youtube.com/watch?v=VzW5j56j6dc