La “città aperta”, secondo il sociologo Richard Sennett

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Richard Sennett e Saskia Sassen

La “città aperta” secondo il sociologo Richard Sennett

 Ospite a Pistoia – Dialoghi sull’uomo domenica 27 maggio

 

Oggi la maggior parte della popolazione mondiale abita in città. Ma la comunità urbana è qualcosa di più dei suoi edifici: rompere le regole della città chiusa e segregata è la sfida per vivere, abitare e costruire in modo alternativo. Secondo Richard Sennett, sociologo contemporaneo, tra i relatori del festival di antropologia Dialoghi sull’uomo (Pistoia, 25-27 maggio), il cambiamento è rappresentato dalla “città aperta”, dove i cittadini possono mettere in gioco attivamente le proprie differenze, creare un’interazione virtuosa con le forme urbane. Per costruire e abitare questa città, occorre però, a giudizio del sociologo, praticare un certo tipo di modestia: vivere uno tra molti, coinvolto in un mondo che non rispecchia soltanto se stesso.

Sennett, che nel suo lavoro di ricerca etnografica, storica e teorica indaga i legami sociali nelle città e gli effetti del vivere urbano, presenterà la propria tesi a favore di questo nuovo modello di città, il 27 maggio, alle 17 al teatro Bolognini nell’incontro Rompere le regole per vivere in una città aperta e plurale.

Richard Sennett insegna Urban Studies alla London School of Economics e alla Harvard University. È senior fellow presso il Center on Capitalism and Society della Columbia University.

Sennett sarà anche ospite martedì 29 maggio a Torino, dove terrà la conferenza La città aperta. Presente e futuro della vita urbana, nell’ambito del ciclo Immaginare il futuro. Conversazioni sui grandi cambiamenti e le sfide del domani.

Il 30 maggio sarà a Milano per parlare di nuove forme dell’abitare, di convivenza urbana, del ruolo dei cittadini e delle comunità, alle 18 presso l’ex chiesetta nel Parco Trotter di Milano. L’iniziativa è inserita nel progetto Lacittàintorno, programma triennale di rigenerazione urbana.