Urbanizzazione Mondo: trend 2014

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Dati Nazioni Unite, Dipartimento Affari Economici e Sociali.

A livello globale, sempre più persone preferiscono vivere nelle aree urbane che in quelle rurali. Nel 2014, la popolazione mondiale residente nei centri urbani è stata pari al 54%, rispetto al 30% del 1950. Si calcola che per il 2050, la percentuale salirà fino al 66%.

Oggi, le regioni più urbanizzate sono al Nord (82%), America Latina e Caraibi (80%) ed Europa (73%). Al contrario, Africa e Asia restano prevalentemente rurali, assestandosi fra 40 e 48 % per le popolazioni che vivono nelle aree urbane. Si prevede per tutte le regioni, nel corso dei prossimi decenni, una forte crescita di conversione all’urbanizzazione, soprattutto per Africa e Asia che saliranno, rispettivamente, fino a 56 e 64%.

La popolazione rurale del mondo, dal 1950 ad oggi, è cresciuta lentamente e si prevede che raggiungerà il suo picco, a livello globale, nel giro di pochi anni, scendendo dagli attuali 3,4 miliardi di euro a 3,2 miliardi entro il 2050. Africa e Asia sono la patria di quasi il 90% della popolazione rurale mondiale. L’India ha la più grande popolazione agricola (857 milioni), seguita dalla Cina (635 milioni).

Anche la popolazione urbana del mondo è cresciuta rapidamente passando da 746 milioni nel 1950, a 3.900 milioni nel 2014. L’Asia, nonostante il suo basso livello di urbanizzazione, ospita il 53% della popolazione urbana mondiale, seguita dall’Europa (14%) e dall’America Latina e dai Caraibi (13%).

La crescita continua della popolazione e l’urbanizzazione dovrebbe raggiungere, entro il 2050, 2,5 miliardi di persone, con quasi il 90% di crescita concentrata in Asia e Africa.

Solo i tre paesi, India, Cina e Nigeria, dovrebbero rappresentare nell’insieme il 37% della crescita della popolazione urbana nel mondo, prevista da qui al 2050. In India si prevede un aumento di 404 milioni di abitanti solo per le città, in Cina 292 milioni e in Nigeria 212 milioni.

Quasi la metà degli abitanti delle città di tutto il mondo risiede in piccoli insediamenti, con meno di 500.000 abitanti, mentre solo uno su otto vive in 28 mega-città con più di 10 milioni di abitanti.

Tokyo è la città più grande del mondo, con 38 milioni di abitanti, seguita da Delhi con 25 milioni, Shanghai con 23 milioni, Città del Messico, Mumbai e San Paolo, con circa 21 milioni di abitanti ciascuno. Entro il 2030, il mondo dovrebbe avere 41 mega-città con più di 10 milioni di abitanti. Tokyo si prevede che nel 2030 sarà la città più grande del mondo, con 37 milioni di abitanti, seguita da vicino da Delhi, dove la popolazione è destinata a salire rapidamente fino a 36 milioni di individui.

Alcuni decenni fa la maggior parte dei più grandi agglomerati urbani del mondo, si trovavano nelle zone più sviluppate, ma le grandi città di oggi si concentrano ora nel Sud del mondo. Gli agglomerati urbani medi con meno di 1 milione di abitanti, situati in Asia e in Africa, sono quelli in più rapida crescita.

Negli ultimi anni alcune città hanno anche registrato un calo demografico. La maggior parte di queste sono situate nei paesi a minor fertilità, in paesi dell’Asia e dell’Europa, dove la popolazione complessiva è stagnante o in decrescita. La contrazione economica e i disastri naturali sono tra i fattori che hanno contribuito a diminuire quelle popolazioni.

Mentre il mondo continua nella sua urbanizzazione, le sfide per uno sviluppo sostenibile si concentreranno sempre più nelle città, in particolare in quelle dei paesi a basso-medio reddito, dove il ritmo di urbanizzazione è più veloce. Sono necessarie politiche integrate per migliorare la vita degli abitanti, sia urbane che rurali.

 

Introduzione

Nel mondo sempre più globale e interconnesso di oggi, più della metà della popolazione del mondo (54%) vive in aree urbane. Anche i livelli di urbanizzazione nei vari paesi è molto diversificata. I prossimi decenni registreranno ulteriori e profondi cambiamenti sia per dimensioni sia per distribuzione spaziale della popolazione mondiale. L’urbanizzazione continua e la crescita complessiva della popolazione mondiale è destinata ad aggiungere 2,5 miliardi di persone per la popolazione urbana nel 2050, con quasi il 90% della crescita concentrata in Asia e in Africa. Allo stesso tempo, la percentuale di popolazione mondiale che vivrà in aree urbane dovrebbe salire fino a raggiungere il 66% entro il 2050.

C’è una grande diversità nelle caratteristiche degli ambienti urbani del mondo: quasi la metà degli abitanti delle città risiedono in insediamenti relativamente piccoli, con meno di 500.000 abitanti, mentre quasi uno su otto vive in una delle 28 megalopoli con più di 10 milioni di abitanti. Dal 1990 il numero di megalopoli è quasi triplicato; e nel 2030, 41 agglomerati urbani saranno destinati ad ospitare almeno 10 milioni di abitanti ciascuna. Considerando che diversi decenni fa la maggior parte dei più grandi agglomerati urbani del mondo, si trovava nelle regioni più sviluppate, oggi, invece si concentrno nel Sud del mondo, e gli agglomerati a più rapida crescita sono quelli di medie dimensioni, con 500.000 e fino a 1 milione di abitanti, situati in Asia e in Africa.

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Il processo di urbanizzazione, storicamente è stato associato ad altre importanti trasformazioni economiche e sociali, che hanno determinato maggiore mobilità geografica, minore fertilità, aspettative di vita più lunghe e invecchiamento delle popolazioni. Le città sono importanti fattori di sviluppo e di riduzione della povertà nelle aree urbane e rurali, perché in esse si concentrano la maggior parte delle attività economiche nazionali, il governo, il commercio e il trasporto, e perché costituiscono i nodi strategici di collegamento con le aree rurali, con le altre città, e con i confini internazionali. La vita urbana favorisce livelli più alti di alfabetizzazione e di educazione, migliori condizioni di assistenza sanitaria e di accesso ai servizi sociali, e maggiori opportunità di partecipazione culturale e politica.

Tuttavia, la crescita urbana rapida e non pianificata minaccia lo sviluppo sostenibile, se non si sviluppano le infrastrutture necessarie o se non vengono attuate politiche che garantiscano che i benefici della vita cittadina siano equamente condivisi. Oggi, nonostante i vantaggi offerti dalle città siano indubbiamente maggiori, le aree urbane sono più diseguali rispetto a quelle rurali e centinaia di migliaia di poveri “urbanizzati” vivono in condizioni molto al di sotto degli standard. In alcune città, la rapida espansione urbana non pianificata o inadeguata porta con sé inquinamento, degrado ambientale e produzione di consumi insostenibili.

L’urbanizzazione è intimamente collegata a tre fattori fondamentali per una crescita sostenibile: sviluppo economico, sviluppo sociale e tutela dell’ambiente. L’esito della XX Conferenza delle Nazioni Unite di Rio sullo sviluppo sostenibile, “Il futuro che vogliamo” (http://www.un.org/en/sustainablefuture/), riconosce sia la condizione dei poveri delle città sia la necessità di città sostenibili come questioni di grande urgenza per l’agenda di sviluppo delle Nazioni Unite. Su questo slancio, la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti umani (Habitat III), in programma per il 2016, chiederà ai leader mondiali di rivedere l’agenda urbana globale e di forgiare un nuovo modello di sviluppo urbano che integri tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile, promuova l’equità, il benessere e la prosperità condivisa in un mondo urbanizzato.

Dati precisi e coerenti sulle tendenze globali dell’urbanizzazione e della crescita delle città servono a valutare le attuali e future necessità che scaturiscono dalla crescita urbana, per individuare le politiche necessarie a promuovere uno sviluppo, urbano e rurale, inclusivo ed equo. Per monitorare sistematicamente i livelli e le tendenze di urbanizzazione in tutto il mondo, il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite dal 1988, ogni due anni rilascia le stime e le proiezioni delle popolazioni urbane e rurali di tutti i paesi e di tutte le popolazioni dei grandi agglomerati urbani.

Questo rapporto contiene le ultime stime delle popolazioni urbane e rurali di 233 paesi per il periodo 1950-2014 e le proiezioni fino al 2050, oltre alle dimensione delle popolazione sempre per il periodo 1950-2014 e quelle previste per il 2030 per i centri urbani con più di 300.000 abitanti e il loro tasso annuale di crescita. Le tabelle prendono in considerazione anche il tasso annuo di crescita degli agglomerati urbani, con più di 5 milioni di abitanti.

 

Dati e metodi

Le stime sulla percentuale di popolazione urbana e le dimensioni degli agglomerati urbani presi in esame dal World Urbanization Prospects si basano sui dati nazionali, come quelli dei censimenti della popolazione o che si desumono dai registri anagrafici o dalle statistiche amministrative.

Non esiste una definizione comune a livello mondiale di ciò che costituisce un insediamento urbano. Di conseguenza, la definizione urbano impiegata dagli uffici statistici nazionali varia notevolmente da paese a paese, e in alcuni casi cambia nel corso del tempo anche all’interno dello stesso paese. I criteri per classificare un’area urbana si possono basare su una particolare caratteristica o su una combinazione di diverse altre, come per esempio la soglia minima di popolazione, la sua densità, la percentuale impiegata nei settori non agricoli; la presenza di infrastrutture come strade asfaltate, elettricità, acqua corrente o fognature e la presenza di servizi di istruzione e sanitari o anche sulla base di immagini satellitari delle luci notturne di copertura del suolo. Tuttavia, questi approcci non hanno generato, fino ad oggi, una base storica sufficientemente e omogenea per tutti i paesi.

Il rapporto completo, con la descrizioni dei dati, delle metodologie e le tabelle complete con tutti i paesi e aree, regioni, gruppi di reddito, gruppi di sviluppo e periodi di riferimento è accessibile all’indirizzo http://esa.un.org/unpd/wup/index.htm.

I dati disponibili si riferiscono a due criteri: la città vera e propria, come viene definita da suoi confini amministrativi e la sua area metropolitana che solitamente è quella preferita perché approssima meglio il territorio associato all’agglomerato urbano.

 

Tendenze

A livello globale, sempre più persone vivono nelle aree urbane che in quelle rurali. Nel 2007, per la prima volta nella storia, la popolazione urbana mondiale ha superato la popolazione rurale mondiale, e la popolazione mondiale è rimasta prevalentemente urbana. Negli ultimi sei decenni il pianeta ha attraversato un processo di rapida urbanizzazione. Nel 1950, più di due terzi (70%) di persone in tutto il mondo vivevano in insediamenti rurali e meno di un terzo (30%) in insediamenti urbani. Nel 2014, il 54% della popolazione mondiale è urbana e questo dato è destinato a crescere in modo incrementale, in modo che entro il 2050, il mondo sarà per un terzo rurale (34%), per due terzi urbano (66%), più o meno il contrario della distribuzione globale della popolazione rurale e urbana della metà del XX secolo.

 

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L’Africa e l’Asia rimangono per lo più rurali

Nel 2014, sedici paesi hanno ancora un basso livello di urbanizzazione, ossia al di sotto del 20%. Il più grande tra loro, con una popolazione totale di più di 10 milioni di abitanti, includono Burundi, Etiopia, Malawi, Niger, Sud Sudan e Uganda in Africa, Nepal e Sri Lanka. Entro il 2050, tutti questi paesi dovrebbero diventare significativamente più urbanizzati, raddoppiando le percentuali del 2014. Al contrario, 59 paesi sono già urbani all’80%. Tra quelli con una popolazione di almeno 10 milioni di abitanti, i paesi più urbanizzati sono il Belgio (98%), Giappone (93%), Argentina (92%) e Paesi Bassi (90%). Per il 2050, 89 paesi sono destinati a superare l’80% di urbanizzazione.

 

Il ritmo di urbanizzazione è variato nel corso del tempo e in tutte le aree principali

A partire dal 1950 ad oggi la variazione dei tassi di urbanizzazione è stata molto diversa tra regione e regione. Il tasso di urbanizzazione in Asia per esempio è stato molto discontinuo, soprattutto a causa di una stasi del processo di urbanizzazione in Cina fra la fine del 1960 e primi anni 1970, e la sua successiva ripresa. In Europa, Nord America e Oceania l’urbanizzazione ha seguito un andamento stabile e lento. In America Latina e nei Caraibi, il tasso di urbanizzazione è diminuito nel corso degli ultimi sei decenni. L’Africa si sta urbanizzando più velocemente rispetto alla fine del 1990 e dovrebbe accelerare fra 2020 e 2050. L’urbanizzazione nei paesi in via di sviluppo procede più velocemente che nei paesi sviluppati, ma la correlazione del tasso di urbanizzazione con la crescita economica è stata più debole che nei paesi sviluppati (Nazioni Unite, 2013).

 

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I Paesi con un reddito medio superiore si sono urbanizzati più velocemente

Mentre i paesi ad alto reddito oggi sono altamente urbanizzati già da diversi decenni, i paesi con reddito medio-alto hanno accelerato la loro urbanizzazione solo a partire dal 1950. Nel 1950, la maggioranza (57%) della popolazione con reddito alto viveva già nelle aree urbane. Il loro livello di urbanizzazione dovrebbe aumentare ulteriormente, da 80% di oggi a 86% nel 2050. Per contro, nei paesi a reddito medio-alto di oggi, solo il 20% della popolazione viveva in aree urbane già dal 1950, ma questi paesi urbanizzano rapidamente e sono già al 63%. Questa percentuale dovrebbe salire al 79% entro il 2050 come per Brasile, Cina, Iran e Messico che hanno sperimentato sia la rapida urbanizzazione sia la rapida crescita del reddito nazionale lordo.

Nei paesi a reddito medio-basso e basso, il ritmo di urbanizzazione fino ad ora è stato più lento. Tuttavia, per questo gruppo di paesi, nei prossimi decenni, è prevista un’urbanizzazione più veloce che altrove. Nel 2014, la percentuale della popolazione che vive nelle aree urbane è stata del 39% nei paesi a reddito medio-basso e del 30% nei paesi a basso reddito. Entro il 2050, si prevede che questi paesi raggiungeranno, in media, il 48-57% di urbanizzazione.

Dal 1950, la popolazione rurale del mondo è cresciuta lentamente e si prevede raggiungerà il suo apice nel giro di pochi anni. Attualmente, in tutto il mondo, sono circa 3,4 miliardi di persone quelle che vivono in aree rurali. Nei prossimi anni, questo numero dovrebbe rimanere relativamente stabile. Tuttavia, poco dopo il 2020, la popolazione rurale mondiale comincerà a diminuire e si prevede scenderà a 3,2 miliardi nel 2050. Questa tendenza globale è guidata principalmente dalle dinamiche di crescita della popolazione rurale in Africa e in Asia, che è sede oggi di quasi il 90% della popolazione rurale del mondo. La popolazione rurale del mondo risiede in un numero di paesi relativamente piccolo. L’India ha la più grande popolazione rurale (857 milioni), seguita dalla Cina (635 milioni). Insieme, questi due paesi rappresentano il 45% della popolazione rurale mondiale. Seguono Bangladesh, Indonesia e Pakistan, ciascuno con oltre 100 milioni di abitanti rurali. In Africa, le più grandi popolazioni rurali si trovano in Nigeria (95 milioni) e in Etiopia (78 milioni). Si prevede che fra il 2014 e il 2050, la popolazione rurale dei paesi del mondo sarà circa un terzo. I maggiori cali sono attesi in Cina, con un calo di 300 milioni, pari a più della metà della loro popolazione rurale del 2014, e in India, dove si prevede che il numero dei residenti rurali diminuirà di 52 milioni.

La popolazione urbana del mondo dovrebbe aumentare di più di due terzi entro il 2050, con quasi il 90% della crescita soprattutto nelle aree urbane dell’Africa e dell’Asia. La popolazione urbana del mondo è ormai vicina a 3,9 miliardi e si prevede che raggiungerà 6,3 miliardi nel 2050. L’Asia, nonostante il suo basso livello di urbanizzazione, è oggi sede del 53% della popolazione urbana del mondo. L’Europa ha la seconda quota più alta della popolazione urbana mondiale, al 14%, seguita da America Latina e Caraibi, con il 13%. Nel corso dei prossimi quattro decenni, l’Africa e l’Asia sperimenteranno un marcato aumento delle loro popolazioni urbane. Entro la metà del secolo, la popolazione urbana africana rischia di triplicare e quella dell’Asia di aumentare del 61%. Di conseguenza, quasi il 90% della crescita della popolazione urbana mondiale avrà luogo nelle aree urbane dell’Africa e dell’Asia. Nel 2050, la maggior parte della popolazione urbana del mondo sarà concentrate in Asia (52%) e in Africa (21%).

 

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Tra il 2014 e il 2050, Cina e India contribuiranno per più di un terzo alla crescita globale della popolazione urbana.

Solo alcuni paesi ospitano la metà della popolazione urbana mondiale. In Cina risiede la maggior parte della popolazione urbana (758 milioni), seguita dall’India (410 milioni). Questi due paesi rappresentano il 30% della popolazione urbana del mondo e, insieme ad altri cinque paesi, Stati Uniti d’America (263 milioni), Brasile (173 milioni), Indonesia (134 milioni), Giappone (118 milioni) e Federazione Russa (105 milioni), costituiscono più della metà della popolazione urbana mondiale.

La futura crescita della popolazione urbana mondiale si concentrerà con ogni probabilità in pochi altri paesi. Nel loro insieme, Cina, India e Nigeria, si prevede che entro il 2050, rappresenteranno il 37% della crescita, con quasi 2,5 miliardi di persone. Tra il 2014 e il 2050, ci si aspetta che le sole aree urbane cresceranno di 404 milioni di persone in India, 292 milioni in Cina e 212 milioni in Nigeria. In oltre, altri sette paesi, e in particolare Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Repubblica Unita di Tanzania, Bangladesh, Indonesia, Pakistan e Stati Uniti d’America, contribuiranno con più di 50 milioni di persone ciascuno, all’incremento urbano del pianeta e costituiranno, nell’insieme, un altro 20% dell’aumento complessivo della popolazione urbana. In alcuni paesi, la popolazione urbana invece diminuisce. Tra il 2014 e il 2050, per il Giappone, è infatti previsto un calo di 12 milioni di abitanti delle città e la Federazione Russa dovrebbe diminuire di 7 milioni di individui.

 

Le megalopoli

Le megalopoli sono città di notevoli dimensioni in cui si concentrano forti attività economiche, ma che nel complesso ospitano solo circa uno su otto degli abitanti delle città di tutto il mondo. Negli anni 1990 le città con più di 10 milioni di abitanti erano 10 e vi abitavano circa 153 milioni di persone, meno del 7% della popolazione urbana mondiale. Oggi, il numero delle megalopoli è quasi triplicato a 28, e la popolazione che vi risiede è salita a 453 milioni di individui, il 12% degli abitanti delle città di tutto il mondo. Tokyo è la città più grande del mondo, con un agglomerato di 38 milioni di abitanti, seguita da Delhi con 25 milioni, Shanghai con 23 milioni, e Città del Messico, Mumbai e San Paolo, ciascuna con circa 21 milioni di abitanti. Entro il 2020, la popolazione di Tokyo dovrebbe cominciare a scendere, anche se rimarrà il più grande agglomerato del mondo del 2030 con 37 milioni di abitanti, seguita da Delhi che crescerà fino a 36 milioni di persone.

Le grandi città con 5-10 milioni di abitanti rappresentano una piccola, ma crescente quota della popolazione urbana mondiale. Nel 2014, appena conclusosi poco più di 300 milioni di persone vivono in 43 “grandi” città fra 5 e 10 milioni di abitanti, che includono città come Santiago (Cile), Madrid (Spagna) e Singapore. Le grandi città rappresentano, attualmente, l’8% della popolazione urbana del mondo. Il numero di tali città è destinato a crescere a 63 entro il 2030 dando casa a più di 400 milioni di persone, pari quasi al 9% della popolazione urbana mondiale.

La maggior parte delle megalopoli e delle grandi città si trovano nel Sud del mondo. La Cina da sola ha sei megalopoli e dieci città con popolazioni fra 5 e 10 milioni di individui nel 2014, alle quali si aggiungeranno entro il 2030 una megalopoli e sei grandi città. Quattro delle città indiane con 5 o 10 milioni di abitanti, entro il 2030 diventeranno delle megalopoli (Ahmadabad, Bangalore, Chennai e Hyderabad), per un totale di sette megalopoli. Cairo, Kinshasa e Lagos sono le uniche megalopoli dell’Africa per il 2014, ma altre tre dovrebbero maturare entro il 2030, come Dar es Salaam (Tanzania), Johannesburg (Sud Africa) e Luanda (Angola), ciascuna con oltre 10 milioni di abitanti. Si prevede inoltre che in Africa il numero di grandi città con una popolazione compresa tra 5 e 10 milioni aumenterà da tre nel 2014 a dodici nel 2030. In America Latina, Bogotá (Colombia) e Lima (Perù) cresceranno oltre i 10 milioni di individui entro il 2030, aggiungendosi alle quattro attuali megalopoli della regione: Buenos Aires, Città del Messico, Rio de Janeiro e São Paulo.

Uno su cinque abitanti delle città tutto il mondo vive in una città di medie dimensioni, da 1 fino a 5 milioni di abitanti. La popolazione mondiale che vive in città di medie dimensioni fra il 1990 e il 2014 è quasi raddoppiata e si prevede aumenti di un altro 36% fra il 2014 e il 2030, passando da 827 a 1.100 milioni. Il numero di persone che vivono in altre città tra 500.000 e 1 milione di abitanti è destinato a crescere ad un ritmo simile, passando da 363 milioni nel 2014 a 509.000.000 nel 2030, il 10% della popolazione urbana mondiale.

Nel 2014 la popolazione urbana mondiale che vive in insediamenti con meno di 500.000 abitanti è destinata a ridursi, e nel 2030 queste piccole città costituiranno il 45% degli abitanti delle città. La percentuale della popolazione urbana delle piccole città varia notevolmente da una regione all’altra. Quasi i due terzi degli abitanti delle città europee risiedono in piccoli luoghi urbani così come più della metà degli abitanti delle città africane. Al contrario, solo un terzo dei residenti urbani del Nord America vivono in insediamenti con meno di 500.000 persone. Le differenze regionali rispecchiano anche le differenze nei modelli di insediamento.

In più rapida crescita sono, invece, gli agglomerati urbani delle città medie con meno di 1 milione di abitanti situate in Asia e in Africa. Tra il 2000 e il 2014 le città del mondo con più di 500.000 abitanti sono cresciute a un tasso medio annuo del 2,4%.

 

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Conseguenze politiche

Mentre il mondo continua a urbanizzarsi, le sfide dello sviluppo sostenibile si concentrano sempre più nelle città, in particolare nei paesi a basso-medio reddito, dove il ritmo di urbanizzazione è più veloce. Allo stesso tempo, le città offrono opportunità per espandere l’accesso ai servizi, come l’assistenza sanitaria e l’istruzione, per un gran numero di persone a un costo economico sopportabile. Fornire i mezzi pubblici, così come l’alloggio, l’elettricità, l’acqua e servizi igienico-sanitari a una popolazione per lo più sedentaria è in genere più economico e meno dannoso per l’ambiente che fornire un simile livello di servizi a una famiglia prevalentemente rurale. Gli abitanti delle città hanno anche accesso a mercati di lavoro più grandi e diversificati e godono di una vita in generale più sana.

I governi devono attuare politiche i cui benefici garantiscano una crescita urbana sostenibile ed equamente condivisa. Il risultato della Conferenza di Rio,”Il futuro che vogliamo”, ha riconosciuto che le città possono aprire la strada verso società mentalmente sostenibili sia economicamente, sia socialmente e sia ecologicamente, ma a patto di un approccio olistico alla pianificazione urbana e alla gestione, per migliorare gli standard di vita. Un’urbanizzazione sostenibile richiede che le città generino migliori opportunità di reddito e occupazione, amplino le infrastrutture necessarie per acqua, servizi igienico-sanitari, energia, trasporti, informazione e comunicazione; garantiscano pari opportunità di accesso ai servizi; riducano il numero di persone che vivono negli slum; preservino le risorse naturali all’interno della città e delle zone circostanti. Sono inoltre necessarie politiche diversificate di pianificazione e gestione della distribuzione spaziale della popolazione e della migrazione interna.

La storia ha dimostrato che le politiche che mirano a limitare la migrazione rurale-urbana sono inefficaci a prevenire la crescita della città, e producono danni economici, sociali e ambientali. Negli ultimi anni, un numero crescente di paesi ha favorito strategie alternative allo sviluppo rurale e urbano, come ad esempio l’assegnazione di diritti sulla terra, gestione dell’uso del suolo, ridistribuzione della terra, creazione di zone di sviluppo regionale, promozione di diversificazione economica e di competitività nelle zone rurali attraverso la mobilitazione degli investimenti e il miglioramento degli spazi vitali.

Anche le politiche volte a una distribuzione più equilibrata della crescita urbana, che eviti l’eccessiva concentrazione in solo uno o due grandi agglomerati urbani, all’interno di un singolo paese, possono promuovere lo sviluppo sostenibile. Queste politiche, così come quelle che promuovono la crescita delle città di dimensioni intermedie, molto diffuse in America Latina, possono contribuire a risolvere i problemi di eccessivo accentramento delle funzioni economiche e amministrative, ma anche a creare infrastrutture urbane e servizi sociali di base che evitino impatti ambientali negativi, spesso associati alla rapida crescita degli agglomerati urbani poveri.

Dati precisi, coerenti e tempestivi sulle tendenze globali dell’urbanizzazione e della crescita della città sono fondamentali per valutare le necessità attuali e future sottese alla crescita urbana e per individuare le priorità politiche che promuovano uno sviluppo urbano e rurale inclusivo ed equo. Al fine di monitorare sistematicamente i livelli e le tendenze di urbanizzazione in tutto il mondo, e valutare i progressi verso uno sviluppo sostenibile, i governi, con il sostegno della cooperazione internazionale, devono continuare i loro sforzi per produrre maggiori dati di qualità su dimensioni, distribuzione e caratteristiche della popolazione.

a cura di Adriana Paolini

 

Riferimenti

(1974) Nazioni Unite. Metodi per la proiezione di urbano e rurale della popolazione. Studio della Popolazione No. 55 (pubblicazione delle Nazioni Unite E.74.XIII.3).

(1980). Crescita della popolazione su modelli Urbani e Rurali. Studio della Popolazione No. 68 (pubblicazione delle Nazioni Unite E.79.XIII.9).

(2013a). World Population Prospects: The Revision 2012. Volume 1, tabelle dettagliate (pubblicazione delle Nazioni Unite ST/ESA/SER.A/336).

(2013b). World Economic Survey e sociale: lo sviluppo sostenibile fide (E / 2013/50 / Rev. 1 ST/ESA/344).

(2012) UN-Habitat. Stato delle città del mondo, 2012/2013. Nairobi, Kenya. ISBN: 978-92-1-132494-5.