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Il Grande Fratello francese vi osserva!

Pubblicato il 10 luglio 2013 da redazione

THE-END-OF-VIOLENCEX3In un film del 1997, il grande regista e compositore tedesco Wim Wenders ipotizzò la realizzazione di un sistema di sorveglianza elettronico globale che, nelle mani delle autorità, avrebbe garantito ai cittadini ‘The End Of Violence‘, la fine della violenza (questo il titolo del film).

Questo macchina sfrutterebbe una fitta rete di telecamere e microfoni attraverso i quali sorvegliare continuamente gli abitanti di Los Angeles; in questo modo è in grado di intervenire prima ancora che venga commessa un’aggressione, inviando sul posto la polizia che controlla la situazione e ne evita la realizzazione. Molto presto però, questa avventura si trasforma in un incubo, infatti sparisce la violenza e con essa anche la possibilità di avere una vita privata, un po’ di privacy. E’ l’inizio della fine della democrazia!

Sedici anni dopo, eccoci qui. Non siamo più al cinema, ma nella vita reale. Potenzialmente apparteniamo a un mondo nel quale lo Stato può conoscere tutto, o quasi, ciò che ci riguarda. Benvenuti nell’era digitale!

Ecco a voi la nostra reazione al campanello d’allarme lanciato dall’americano Edward Snowden e all’inchiesta pubblicata da Le Monde nell’editoriale del 5 Luglio.

Gli Stati Uniti hanno già sviluppato un gigantesco apparecchio in grado di ‘spiare’ l’intera popolazione americana, e non solo. Ma non è il solo in questo frangente, Parigi ha fatto lo stesso! I servizi segreti, DGSE (Direction Générale de la Sécurité Extérieure, servizio informazioni all’estero), raccoglie sistematicamente i segnali elettromagnetici emessi dai computer e dai telefoni in Francia, così come qualsiasi flusso di comunicazioni tra Francia e l’estero: e-mail, registrazioni telefoniche, gli accessi a Facebook, Twitter e altri siti Internet…Tutto viene registrato!

big-brother-posterOvviamente non si tratta di leggere o ascoltare miliardi di comunicazioni, piuttosto di aver la possibilità di identificare i chiamanti e i convenuti e procedere, se necessario, a un’intercettazione vera e propria. Tuttavia, senza andare così lontano, l’universo numerico, dal quale non si può scappare visto il suo ruolo preponderante nelle nostre vite quotidiane, fornirà allo Stato, nel caso voglia disporne, un ‘profilo’ delle nostre vite private e professionali.

Negli Stati Uniti, il sistema è accompagnato da una serie di controlli parlamentari e giudiziari. Nulla di tutto ciò avviene in Francia, dove sette gruppi di intelligence possono avere accesso alla banca di metadati della DGSE.

Le ragioni che spingono lo Stato ad adottare un simile strumento le conosciamo bene: si tratta di adattarsi alle nuove necessità che la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata ci portano a confrontarci. L’obbiettivo principale di uno Stato non è forse garantire la sicurezza dei suoi cittadini? In questo senso, Ben Laden ha alimentato il Grande Fratello mentre Al-Qaida ha colpito la democrazia.

Certamente, la politica è in grado a priori di vantarsi di un consenso popolare, tuttavia questo sviluppo è pericoloso. Non si tratta di cedere a qualsiasi paranoia anti-stato, ma di rendersi conto che grazie al mondo digitale, l’esecutivo possiede uno strumento di totalitarismo all’interno delle diverse democrazie: il controllo attraverso la connessione!

Per natura, ogni governo aspira al controllo, mentre al legislatore e alla magistratura non resta che adattarsi ai marchingegni progettati dall’esecutivo in nome della sicurezza.

Devono esserci dei poteri di opposizione, parlamentari e giudiziari, per tenere a bada l’immenso potere che ha acquisito il governo sulle nostre vite.

In Francia, a giudicare dal silenzio che ha accolto questa inchiesta, il terreno non è ancora pronto.

Libera traduzione di Sara Pavesi

dell’articolo ‘Le Big Brother français vous surveille!

pubblicato da Le Monde il 5 Luglio 2013.

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