Google Glass, un computer di bordo a portata di naso

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Google-Glass-700x566-ampliacion-09072012google-glassDal cappello di Google ormai sempre più sorprendente ecco uscire un’altra magia: i Google Glass. Per chi ha assistito alla nascita dei computer, dei telefoni cellulari, dei touch screen e degli smartphone, non c’è nulla di strano nell’avere sul naso un vero computer di bordo…

Cos’è Google Glass? Si tratta di un occhiale (al momento senza lenti, ma sono in atto trattative per una collaborazione con società di occhiali da sole quali Ray-ban) con un piccolo schermo annesso sul lato destro dell’astina e una serie di piccoli pulsanti. L’apparecchio funziona prevalentemente a comando vocale (la parola d’ordine per eseguire ogni tipo di azione è “Ok Glass” seguita dal comando vocale). Con i Google Glass si può scattare fotografie, registrare video, condividere cose utilizzando mail/messaggi e videochiamate in tempo reale, aprire il navigatore per trovare la strada da percorrere, cercare informazioni su internet o tradurre parole da una lingua ad un’altra.

Praticamente si indossa un piccolo computer che permette di aumentare realtà. Per far funzionare Glass ci si deve collegare, via bluetooth o wireless, a uno smartphone dotato di connessione internet. Grazie alla praticità degli occhiali, si possono consultare tutte le informazioni necessarie senza usare le mani (l’ideale per persone sempre impegnate o indaffarate). Il prezzo di lancio previsto per i Glass dovrebbe esser paragonabile a quello di uno smartphone.

Google Glass sembra essere, quindi, l’apparecchio del futuro, ma già diverse persone stanno sollevando alcune obiezioni.

Controindicazioni

google-glass-mapgoogle-glassCuriosando tra vari blog e forum, qualcuno sospetta che occhiali di di questo tipo potrebbero essere sconsigliati a persone con difetti di vista e più in generale dovrebbero essere vietati ai minori di 13 anni. Inoltre, in molti luoghi pubblici (tra cui i casinò di Las Vegas), per tutelare la privacy, non è consentito l’accesso a chi li indossa.

In ogni caso, anche i tester, hanno riscontarto alcuni difetti. Come prima cosa gli occhiali sono piuttosto ingombranti, non sono pieghevoli ed essendo molto delicati necessitano di apposita custodia quando il consumatore non ne usufruisce.

Un altro aspetto, non trascurabile, è la predisposizione a ingenerare frequenti mal di testa. Il display interattivo è, infatti, troppo piccolo e vicino all’occhio e non permette una corretta messo a fuoco. Inoltre durante le giornate molto soleggiate risulta difficile leggerlo.

Altre lamentele riguardano l’interfaccia vocale. Sembra infatti che Glass, a volte, agisca anche se non interpellato, rispondendo a qualche “supposto comando” intercettato dall’ascolto dell’utente che li indossa e che magari sta semplicemente parlando con gli amici.

La batteria, tra l’altro, come ogni congegno di ultima generazione, dispone di pochissima autonomia, una media di 4 ore e dato che Glass, per mantenere la connessione internet, deve essere sempre collegato a uno smartphone, o a un congegno simile, in poco tempo esaurisce anche quella del telefonino.

Gli ultimi due aspetti, infine, per ora ancora critici sono la bassa qualità delle immagini scattate dalla fotocamera dell’apparecchio, decisamente inferiore all’alta definizione degli smartphone di ultima generazione o delle reflex e l’impossibilità di poter accedere in modo selettivo alle informazioni che Glass rimbalza al suo utilizzatore. Quest’ultime, infatti scorrono davanti all’uente senza che questi possa scegliere di escludere ciò che non gli interessa.

Siamo, quindi, ancora lontani dall’efficienza cinematografica immaginata dai registi di 007 o da quelli degli ultimi film sui super eroi della Marvel, ma è solo questione di tempo.

Competitor

Intanto, oltre a Google, altre società si sono messe in moto per creare dei congegni a “realtà aumentata”. Una di queste ha sede nel bresciano e si chiama High Glasses.

Il suo obiettivo si discosta leggermente da quello più generico dei Google Glass e punta direttamente ad alcuni campi di applicazione specifici e di maggior utilità sociale, piuttosto che di intrattenimento o legati ai social network.

Come Google Glass, permette di ottenere informazioni sulle attività che si stanno facendo in quel momento, come per esempio materializzare sul display una didascalia proprio nel momento in cui si sta ammirando un quadro in un museo; permettere a un chirurgo, impegnato in sala operatoria, di leggere in tempo reale le informazioni vitali del suo paziente; seguire step by step le istruzioni per montare un oggetto o aggiustare un motore; controllare gli appuntamenti e l’andamento della borsa. Insomma informazioni pratiche piuttosto che ricreative. Lo scoglio più grande per il gruppo italiano, è al momento quello di trovare finanziatori disposti a credere in questo progetto e a investire. Come dicono i loro ricercatori: “Start Up, Start Now, Duemilacredici”.

La società è al lavoro da due anni e il prezzo di lancio del prodotto è ancora tutto da decidere, ma si aggirerà attorno ai 300 euro. Qualcuno, forse, a questo punto storcerà il “naso”, ma dobbiamo progressivamente abituarci a cambiamenti di questo tipo, destinati ormai a essere sempre più frequenti e radicali. Un giorno, tutto sommato non così lontano, ci ritroveremo davvero a vivere le vite dei nostri eroi di fantascienza. L’importante sarà non perdere quel senso di razionalità e ragionevolezza che dovrebbe accompagnare sempre tutto quello che facciamo. Per quanto la tecnologia risulti affascinante e innovativa, dobbiamo, infatti, abituarci ad usarla con cautela, per esaltare ed esplorare la realtà “reale” e non rischiare di perderci in quella “virtuale”.

di Francesca Pich

Linkografia

http://www.google.com/glass/start/

http://it.wikipedia.org/wiki/Project_Glass

http://en.wikipedia.org/wiki/Google_Glass

http://mytech.panorama.it/smartphone-tablet/Google-Glass-7-difetti

http://mytech.panorama.it/smartphone-tablet/Google-Glass-divieti