European Green Party

print

Squre_EGP_logo

Storia

L’European Green Party (Partito Verde Europeo) nasce a Roma il 22 Febbraio 2004 durante il quarto Congresso della Federazione Europea dei Partiti Verdi (Congress of the European Federation of Green Parties, EFGP), al quale hanno partecipato circa mille delegati. È stato il primo gruppo politico a livello europeo, merito di un lungo processo iniziato nel 1979, anno in cui fu fondata la Coordination of European Green and Radical Parties (CEGRP) per coordinare la partecipazione di partiti Verdi e Radicali alle elezioni del Parlamento Europeo dello stesso anno.

Sebbene alle elezioni europee del ’79 prese solo il 2,4% dei voti, dieci anni dopo era salito al 7.4% con 25 membri del Parlamento Europeo. Durante le ultime elezioni ha ottenuto il 7.3% dei voti e 48 membri del Parlamento Europeo.

Manifesto

Le macro-aree di intervento individuate dall’ECG, che trovano rispondenza nel Manifesto con cui il Partito si presenta all’esame europeo, sono sette:

  1. Economia: occorre trasformare l’economia per creare nuovi posti di lavoro, promuovendo uno sviluppo sostenibile che ponga fine al cambiamento climatico e al degrado ambientale. Bisogna ri-regolamentare la finanza perché torni a servire un’economia reale.
  2. Giustizia Sociale: tutti devono poter godere degli stessi diritti fuori e dentro il posto di lavoro; non si possono più tollerare forme di discriminazione e intolleranza verso le persone svantaggiate; ogni cittadino europeo deve poter godere degli stessi servizi  in modo da avere una buona qualità di vita
  3. Cibo e Ambiente: bisogna proteggere l’ambiente e la nostra salute adoperando solo energia pulita e sicura e mezzi di trasporto non inquinanti. Chi inquina non può rimanere impunito,ma deve pagare una multa proporzionale al danno che ha fatto. Si dovrebbero consumare maggiormente i prodotti locali e della migliore qualità.
  4. Democrazia: tutti devono poter esprimere le proprie idee.
  5. Solidarietà globale
  6. Europa: le persone che vogliono vivere in Europa perché non possono vivere nel loro Paese devono poter trovare una qualità di vita migliore
  7. Libertà

Nel Manifesto si legge infatti: “è diventando leader globali nell’invenzione e nella promozione di soluzioni che migliorino la vita di tutti, nel rispetto dei limiti del nostro pianeta, che riacquisteremo nuova dinamicità economica e occupazionale. Ci opponiamo al cosiddetto “patto di competitività”, che implicherebbe la riduzione dei salari, lo smantellamento della Stato sociale e la privatizzazione dei beni pubblici. La sostenibilità fiscale deve andare mano nella mano con una sostenibilità sociale e ambientale altrettanto ferrea ed è giusto che chi ha le spalle più larghe si faccia carico di un peso maggiore. Le attuali politiche di austerità, che sono state imposte ai cittadini nella recente crisi economica, ci portano invece nella direzione opposta”.

 I leaders

I candidati dell’European Green Party sono Ska Keller e José Bové.

ska-keller

Ska Keller

Franziska Keller è nata il 22 Novembre 1981 a Guben, Brandeburgo.

Nel 2009 è entrata nel Parlamento Europeo per il partito tedesco Alleanza ’90 – I Verdi, anch’esso membro del Partito Verde Europeo.

Attualmente fa parte della Commissione per il Commercio Internazionale e della delegazione della commissione parlamentare mista EU-Turchia

bove

José Bové

Joseph Bové è nato a Talence, ma fin dall’infanzia ha vissuto in diversi luoghi. Si è trasferito negli Stati Uniti all’età di tre anni per seguire i genitori, ricercatori convocati presso l’Università di Berkeley.

Nel 1976 a Lazarc è diventato attivista anti-militare partecipando all’occupazione di alcuni terreni destinati alle esercitazioni militari e unendosi a un gruppo di contadini che protestavano  contro la proposta di espansione di un accampamento militare. È quindi diventato allevatore di pecore e si è specializzato nella produzione di formaggio roquefort. Ha frequentato l’Arca, comunità rurali fondate da Lanza del Vasto, filosofo gandhiano cattolico, che promuove il ritorno alla terra, alla semplicità e la nonviolenza nelle lotte sociali.

Nel 1987 ha fondato la Confédération Paysanne (Conf), un sindacato agricolo che lotta per i diritti dell’uomo e dell’ambiente. Inoltre Bové è uno dei principali oppositori degli OGM.

Nel 1995 è salito a bordo della nave di Greenpeace, la Rainbow Warrior, dove ha partecipato a un’azione contro gli esperimenti nucleari nell’Oceano Pacifico.

Nel 1999 è diventato celebre per aver smantellato un McDonald a Millau e aver così condannato tutti i fast food come sottoprodotti del sistema agricolo produttivistico. Per questa disobbedienza civile non violenta e in pieno giorno, è stato condannato a tre mesi di carcere, di cui ha effettivamente scontato solo 44 giorni

A poi girato il mondo per testimoniare che un altro mondo è possibile: nel 2002 in Palestina per rompere l’assedio verso Arafat (a causa di quest’incontro è stato arrestato dalla polizia israeliana), a Porto Alegre durante l’occupazione di territori a fianco dei Sem Terra brasiliani, in Colombia per capire a fondo le ragioni che hanno portato a una guerra che dura ormai quarant’anni, in India durante una manifestazione contadina contro gli Ogm. Bové è anche intervenuto a sostegno dei movimenti degli abitanti di Tahiti, i Kanaki, popolazioni indigene della Nuova Caledonia.

 

Linkografia

http://en.wikipedia.org/wiki/European_Green_Party

http://campaign.europeangreens.eu/change-europe-vote-green-0

http://www.myopinionmyvote.eu/