Concorso Emergenza Festival

Pubblicato il 26 febbraio 2013 da redazione

diario manager musica_seconda puntataDiario di un manager musicale/che diventa anche cantante. Tra mille dificoltà ci provo!: Seconda puntata.

Sapevo che non sarebbe stato facile. Non avevo particolari illusioni per il concorso Emergenza Festival. Al contrario degli altri ragazzi della mia band, che già parlavano della finale all’Alcatraz e del festival in Germania, io non avevo spinto i miei pensieri oltre alla prima selezione, o al massimo alla semifinale.

Insomma, siamo realisti: quali sono le possibilità che una band altamente sperimentale, al suo primo concorso, riesca ad aggudicarsi la vittoria? Soprattutto considerato che il numero di voti sarebbe dipeso dal numero di persone che saremmo riusciti a portare allo Speakeasy, e il nostro conteggio si aggirava intorno ai venticinque biglietti venduti. Senza contare che io sono pessimista di natura, quindi mi sono preparata alla serata pensando “andiamo a suonare, facciamo il nostro meglio e non facciamoci illusioni”.

Lo ammetto, dopo il sound check le mie speranze si erano decisamente risollevate: avevo ascoltato le altre band in gara, il numero di biglietti venduti era salito a trenta e avevo letto che le altre band avrebbero portato solo una ventina di persone. Erano tutte ottime premesse per una possibile vittoria.

Noi, I Miserabili, avremmo dovuto suonare per secondi, ma all’ultimo momento ci hanno spostati per primi, perchè alcune band si erano ritirate. Non mi piace essere la prima a esibirmi, forse perchè ho ancora i ricordi delle mie gare di pattinaggio anni e anni fa, dove essere la prima significava ritrovarsi con un ghiaccio perfettamente liscio e quindi più rischioso, e i giudici stavano sempre bassi con le votazioni. Ma era andata così, quindi siamo saliti sulpalco per primi, carichi come non mai nonostante la nostra cantante avesse mal di gola, e abbiamo mostrato al pubblico quello che sappiamo fare.

L’esibizione è stata un successo: non un errore, grande energia e la reazione del pubblico è stata eccellente.

Ora, forse è il caso che spieghi la modalità di votazione di questo concorso. I voti vengono contati tramite alzata di mano: il pubblico alza la mano se ha apprezzato la band e l’organizzatrice della serata conta le mani alzate. I tre gruppi (nel nostro caso solo due, visto che eravamo rimasti solo in quattro partecipanti) con il maggior numero di voti passa alla semifinale, mentre gli altri si mettono in lista d’attesa per il ripescaggio, che viene effettuato secondo iln umero di voti. Lo ammetto, non propriamente il sistema piùaffidabile del mondo.

La band che ha suonato dopo di noi proponeva un repertorio interamente originale, ma purtroppo le scarse capacità vocali della cantante hanno rovinato il tutto. Le altre due band, invece, per quanto tecnicamente valide, hanno proposto solo cover di canzoni giàfamose.

Non voglio tornare ancora una volta sul discorso “originali  vs cover”, ma in un concorso in cui è il pubblico ad avere l’ultima parola, è normale che proporre cover aiuti a conquistarsi l’attenzione della gente. L’impatto che ha una canzone al primo ascolto non può essere paragonato a quello che ha una canzone ben nota, per quanto eseguita in modo leggermente diverso.

E infatti, i due gruppi che hanno passato il turno sono stati proprio gli ultimi due a esibirsi, quelli che non avevano un repertorio originale.

È vero che avevo partecipato al concorso senza grosse illusioni, ma perdere contro qualcuno che non ha proposto neanche una canzone originale è stato decisamente irritante, soprattutto considerando che si trattava di un festival per band emergenti. Come puoi sperare di emergere se non sai scrivere musica tua? Tanto più che, apparentemente, in finale non puoi presentarti con un repertorio di sole cover.

Inutile dirlo, io e la mia band ci siamo sentiti presi in giro, e infatti siamo andati a protestare con l’organizzatrice, supportati anche dall’altra band eliminata. Le risposte che cercavamo, ovviamente, non sono arrivate.

Abbiamo scritto un’email all’organizzazione ufficiale del festival, chiedendo se fosse davvero consentito partecipare con solo cover, considerato che il regolamento ufficiale sul sitoparla di “repertorio originale”. La risposta, ancora una volta, è stata vaga. Ci hanno rispostoche le cover band sono ammesse, che il regolamento sul sito è obsoleto e non è stato ancora aggiornato.

Quindi anche la protesta è stata inutile. Siamo comunque i primi nella lista dei possibili ripescati, per ora. Magra consolazione, ma è così che vanno le cose.

La recensione della nostra performance, almeno, è stata positiva e ora ci stiamo concentrando sul migliorare il più possibile il nostro repertorio.

Nel frattempo, stiamo continuando con la ricerca delle band per “Ammazza la vecchia”. Abbiamo ricevuto alcune adesioni e potremmo aver trovato lo spazio dove organizzare l’evento, che molto probabilemente siterrà in primavera/estate.

Non sarà un concorso di fama internazionale, ma continuo a pensare che sia un progetto interessante, fosse anche solo per riuscire a suonare per una volta davanti a un pubblico che apprezza lo sforzo che i musicisti mettono nel creare musica nuova e originale e per dimostrare che ci sono persone che ci mettono impegno e passione in quello che fanno, nonostante i rifiuti e le difficoltà, e nonostante l’originalità e la voglia di far sentire la propria voce non vengano mai apprezzate.

di Simonetta Pastorini

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